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Il romanticismo e Manzoni, appunti e sintesi libro "I Classici Nostri Contemporanei", Appunti di Lingue e letterature classiche

ROMANTICISMO, romanticismo nero, sehnsucht, esotismo, romanticismo positivo, differenza tra poetica neoclassica e romantica (Schlegel), frammento manifesto dello spirito romantico di Novalis, celebrazione letteraria di Wordsworth della rusticitas; MANZONI: vita, conversione, pensiero, idea di superare le divisioni di stile, Odi Civili, Inni Sacri, Tragedie e l'Adelchi, i Promessi Sposi (Raimondi, Moravia e Gramsci)

Tipologia: Appunti

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Scarica Il romanticismo e Manzoni, appunti e sintesi libro "I Classici Nostri Contemporanei" e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! ROMANTICISMO In Italia il movimento romantico inizia a prendere forma nel 1816, ma le tendenze romantiche caratterizzavano l’Europa sin dagli ultimi decenni del 700, infatti il Romanticismo nasce in Germania con la pubblicazione della rivista Athenaeum. La nascita del romanticismo europeo è precedente rispetto a quello italiano, poiché in Italia le condizioni della politica interna erano caratterizzate dalla frammentazione e dalla presenza straniera. Il principale obiettivo in Italia è quello di staccare la politica straniera. Il Romanticismo investe tutti gli aspetti della civiltà occidentale dalla fine del 700 alla metà circa dell’800 e coinvolge letteratura, musica, arti figurative, la filosofia e la mentalità generale. In questo periodo vi è il trionfo delle tematiche negative: dolore, malinconia, noia, paura, infelicità, delusione e rifiuto della realtà. Il periodo è segnato da grandiose e rapide trasformazioni, ad esempio vi è la rivoluzione politica che parte dalla Francia per poi coinvolgere tutta l’Europa; crolla la monarchia assoluta e si afformano principi di libertà e di uguaglianza. Inoltre, vi è la rivoluzione economica determinata dall’industrializzazione. Nasce un sentimento di insicurezza, paura e senso di impotenza, proprio a causa del sistema industriale, che esige continua espansione. Gli operai sfruttati realizzeranno rivolte talvolta violente, che sfocieranno in scioperi. Anche la natura risulta sconvolta, contaminata dai veleni dell’industria; si proverà un senso di colpa oscura per aver violato la sacralità della natura. Per gli illuministi la natura è regolata da meccaniche fisse, per i romantici invece è dinamica e ignota. Inoltre, la natura è espressione di sehnsucht, di tutto ciò che è irrazionale e che va spiegato. Le tendenze romantiche erano già in atto prima della rivoluzione francese: il wertherismo, Rousseau, ossianismo, la letteratura gotica, il cosiddetto preromanticismo, con cui si esprime la percezione inquieta dell’imminente crollo del vecchio mondo. Il romanticismo, quindi, non è soltanto espressione della delusione storica dell’Illuminismo e della Rivoluzione, ma di tutte le trasformazioni che caratterizzarono il periodo. Cambia il ruolo dell’intellettuale, che perde la sua posizione privilegiata e deve trovare un’occupazione per vivere. L’intellettuale si sente, perciò, declassato e il suo punto di vista viene estraniato; da ciò ne conseguirà un’atteggiamento più critico, che lo porta a cogliere in modo più accurato le tensioni e le contraddizioni del suo tempo. Poi c’è l’artista che sostiene il valore della bellezza disinteressata, che invece è negata dalla società del tempo e per questo l’artista viene considerato inutile. Ciò lo porterà ad atteggiamenti di rivolta e di anticonformismo nei confronti della stessa classe di cui lui fa parte. L’opera d’arte diviene una merce di scambio a cui viene assegnato un valore materiale e questo è considerato per l’artista un sacrilegio; inoltre l’artista deve assecondare i gusti di quella classe sociale che lui stesso disprezza. L’artista manifesta questi sentimenti con l’evasione nel sogno e nell’esotico. Un elemento costante del Romanticismo europeo è sicuramente l’inquietudine, il rifiuto e la rivolta dinanzi ad una realtà percepita come negativa. Il rifiuto romantico si indirizza in primo luogo contro la ragione. Il romanticismo si presenta come esplorazione dell’irrazionale. Questo rifiuto nei confronti della ragione si manifesta in un’attenzione per la vita dei sentimenti e per la passionalità: quindi per il sogno, il delirio e la follia. Quest’esplorazione dell’irrazionale dà origine ad un soggettivismo esasperato. Da ciò ne deriva la tensione verso l’infinito, l’ansia di superare le barriere del reale per attingere ad una realtà più vera, che va al di là di esse. Inoltre, il romanticismo segna un netto ritorno alla spiritualità e religiosità. Molto spesso compare l’immagine di satana, oltre ad immagini di crudeltà, lussuria e morte. Vi è un filone del romanticismo definito nero, caratterizzato da tematiche negative e macabre, ed è tipico inglese. Agli inizi dell’800 troviamo gli idealisti, come Fichte, Shelley e Schlegel che creano il circolo di Jena. Con la scuola idealistica si soggettivizza lo studio della realtà e i romantici ne risentono; gli idealisti avevano l’obiettivo di rivendicare il proprio pensiero, infatti parlano di soggetto e non di oggetto. Dà un contributo all’europeizzazione del romanticismo “il conciliatore”, che è un circolo intellettuale e anche Madame de Stael, la quale consiglia all’Italia di tradurre il più possibile le opere dei romantici europei; allontanandosi dalla scuola neoclassica, l’Italia deve svincolarsi dai modelli classici e dal passato, poiché limitanti. Il misticismo romantico spesso si risolve in una continua inquietudine, definita dai romanticismi tedeschi sehnsucht, traducibile come “desiderio del desiderio” o “male del desiderio”. Quest’inquietudine spinge l’anima ad una fuga nel tempo e nello spazio, attraverso l’immaginazione. Questa tendenza prende il nome di esotismo, che può essere spaziale o temporale; alla base dell’esotismo troviamo il movimento della fuga e il rifiuto della realtà presente. Il mondo infantile è visto come un paradiso perduto di innocenza e di gioia. L’infanzia può essere quella individuale, ma anche quella collettiva dell’umanità, quindi il periodo primitivo dell’uomo caratterizzato da spontaneità e autenticità ormai perdute. Alla tematica negativa è contrapposto un romanticismo positivo, che tende ai grandi ideali, all’impegno civile e patriottico. Il romanticismo sente con grande intensità il senso della nazione, intesa non solo in senso geografico e politico, ma anche spirituale e culturale. Il popolare viene identificato con il nazionale. Il passato storico è un patrimonio prezioso che deve essere conosciuto, poiché l’anima di una nazione si forma a seguito delle vicende storiche vissute dal popolo. Anche con questo romanticismo positivo vi è il tema del rifiuto, infatti l’interesse per la storia nasce da un rifiuto per il presente e anche l’impegno civile del poeta è un rifiuto nei confronti della realtà. DIFFERENZA TRA POETICA ROMANTICA E NEOCLASSICA= Schlegel fa una disamina tra poetica romantica e neoclassica. Schlegel afferma che il primo principio del neoclassicismo è la “mimesis”, imitazio, cioè imitare i classici. Secondo lui deve essere smontato questo principio, poiché è un atteggiamento che categorizza l’uomo e lo corrompe; l’uomo non deve avere dei modelli, ma esprimersi liberamente. Inoltre, fa una critica alla cultura, lui afferma che mentre i greci non hanno mai rinunciato alla loro naturalità, hanno messo in contatto l’ordine, l’armonia e la tendenza all’infinito; i neoclassici hanno aumentato la tensione verso l’infinito. I romantici prendono coscienza della realtà, a seguito della delusione della rivoluzione francese. Questo si concretizza nel misticismo e nell’esotismo, che si originano dal rifiuto della realtà. Schlegel ci parla di una nuova visione della teologia, quello che chiamiamo peccato originale è l’espressione della nostalgia dell’infinito. Il peccato originale separa la creatura dal peccatore e con questo ci si discosta dal concetto di infinito. Invece, con la poesia si cerca di ritrovare quell’infinito, si attua la nostalgia dell’infinito. FRAMMENTO MANIFESTO DELLO SPIRITO ROMANTICO DI NOVALIS= qui troviamo un parallelismo tra il poeta e il sacerdote, poiché il poeta è dotato di una sensibilità particolare e riesce ad esplorare e a decifrare i segreti e le regole dell’universo, mentre il sacerdote riesce a scrutare dio, quindi ciò che è incomprensibile. Il teatro, per Manzoni, deve essere storico e deve spezzare i categorismi aristotelici, perché fino a quel momento tutti i racconti letterari hanno cercato di adattare i sentimenti dei personaggi ai racconti veri e propri che la letteratura deve tramandare. Manzoni riconosce gli scrittori che sono venuti prima di lui, però afferma che loro hanno deformato la storia, la realtà. La storia non è soltanto il contorno, è la protagonista. Il modello per Manzoni è Shakespeare, i drammi di Shakespeare si basano sulla storia. L’ADELCHI La storia dell’Adelchi è interessante poiché si cala in uno scenario storico fino ad ora non trattato. Molti storici pensano che Manzoni, prima di pubblicare quest’opera, si sia dedicato alla composizione della storia del dominio longobardo in Italia. In particolare si sofferma sul contrasto tra Carlo Magno (capo dei franchi) e Desiderio (capo dei longobardi). Adelchi è un esempio di virtuosismo positivo, nonostante la famiglia lo spinga verso scelte sbagliate, lui cerca di porre resistenza. Possiamo ricondurlo a Jacopo Ortis, solo che nel caso di Adelchi il nichilismo è interiorizzato, non si mette in luce nel corso della tragedia, infatti i sentimenti di Adelchi sono nascosti poiché lui ha fiducia e speranza nella provvidenza; invece il nichilismo di Jacopo si mette in evidenza. Adelchi ha una speranza timida nella provvidenza. BRANO T7- IL CONTE DI CARMAGNOLA La storia del Conte di Carmagnola è legata alle lotte fratricide, cioè lotte che non danno la possibilità all’Italia di raggiungere un’unità politica. L’italia è sempre stata frammentata, quindi non è pronta ad un’unità politica. Bisognerebbe cercare di canalizzare le energie che si mettono nelle guerre fratricide per l’unificazione dell’Italia. Il conte di Carmagnola è una rappresentazione di denuncia. Bussone è un profilo trasformista, immagine dell’impossibilità nell’uomo di conciliare le buone intenzioni con la logica tirannica del potere. In quest’opera troviamo tantissime contraddizioni, perché il protagonista è vittima del suo ruolo costituzionale, ma la logica del potere lo strazia, lo soffoca e quindi non riesce a realizzarsi. I PROMESSI SPOSI Di tutte le opere di Manzoni, questa è quella in cui vi sono di più gli elementi che rappresentano novità. Sul romanzo gravano tantissimi preconcetti di stampo neoclassico, il romanzo ha lo svantaggio e il vantaggio di rivolgersi ad un pubblico di destinatari molto più ampio. Manzoni ha la capacità di adattare il linguaggio ai diversi stili dei personaggi, che sono di estrazioni sociali diverse. È un Linguaggio mimetico, imita perfettamente la realtà e cerca di riprodurre anche le caratteristiche sociali e culturali del personaggi. I promessi sposi sono ambientati nel 600 per evitare la censura politica e per fare riferimento ad un periodo con caratteristiche comuni con l’800. Lui ha bisogno di qualsiasi strumento per evitare critiche. La critica che gli potrebbero fare è che ciò che narra non sia effettivamente reale, i romanzi infatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore. L’artificio dell’anonimo serve per apologia per dimostrare al lettore che la sua storia si basa su qualcosa di documentato, quindi, di veritiero. Il romanzo manzoniano è innovativo: Renzo e lucia sono dei contadini che fino a quel momento non avevano avuto spazio all’interno della letteratura. Adesso anche le voci più umili possono avere prestigio sociale. I personaggi sono oggetti della storia, che è la vera protagonista; la storia deve essere guidata dalla divina provvidenza, che si manifesta nelle forme più imprevedibili; i personaggi sono oggetti della divina provvidenza e sono dei prodotti della storia. La poetica manzoniana è la poetica del vero,; infatti la storia che racconta è reale, i non cadono nel Romanzesco, che altera la verità. La una letteratura con scopo pedagogico, deve trattare dei modelli etici. È un romanzo scottiano, perché contiene al suo interno delle figure inventate, che servono al racconto per farlo diventare più interessante. I promessi sposi hanno una storia editoriale complicata a causa della frammentarietà linguistica, infatti non c’erano modelli di scrittura in prosa precedenti a quello di Manzoni; l’unico romanzo in prosa non riuscito era le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo. Per questi motivi Manzoni realizzerà 3 stesure di questo romanzo: 1. GLI SPOSI PROMESSI, poi cambiato con FERMO E LUCIA (1813-1814). Quest’edizione è quella che contiene più elementi derivanti dal dialetto lombardo. 2. I PROMESSI SPOSI (Ventisettana- 1827)= questa versione è innovativa ed è il risultato della “sciacquatura dei panni in Arno”, cioè utilizzare come riferimento il fiorentino. Inoltre molti contenuti sono stati riassunti (es. Monaca di Monza e l’Innominato hanno meno spazio rispetto agli altri personaggi). Il problema di questa edizione è che la lotta tra bene e male è troppo estremizzata. 3. I PROMESSI SPOSI (Quarantana- 1840-42)= in cui la visione delle cose e degli atteggiamenti umani sono molto meno estremizzati. De Sanctis afferma che questa è l’edizione in cui il contrasto tra bene e male si spoglia di quella patina troppo categorizzante, poiché conferisce al racconto una venatura molto più realistica e interessante. Manzoni si serve spesso dell’ironia, che serve a dare alla storia un carattere più coinvolgente, perché Manzoni ha come principale obiettivo la credibilità. Vuole suscitare il riso. Manzoni attraverso l’uso dell’ironia può esercitare il suo spirito illuministico (che si nota quando parla di persone potenti contro umili e della gestione caotica dei poteri). Manzoni attraverso l’ironia traccia linee di confine perfette tra ciò che crede lui e ciò che credono i suoi personaggi: la felicità non spetta agli umili solo perché sono buoni. Inoltre non la risparmia nemmeno con i potenti. Raimondi definisce i promessi sposi come una sorta di locus amaenus, perché Renzo e Lucia nonostante il lieto fine, hanno un costante terrore che i problemi vissuti si possano ripresentare. Inoltre la felicità si raggiunge solo dopo la morte con l’incontro con Dio, non l’hanno raggiunta con alla fine dell’opera. L’uomo sulla terra non può raggiungere diciamo la vera felicità che si manifesta solo dopo la morte. Renzo e Lucia sono vittime del periodo storico e sono 2 profili umili, all’inizio pensavano che alle persone buone spettasse la felicità e ai cattivi la condanna di Dio, ma non è così, perché loro non hanno commesso nessun peccato, però hanno dovuto subire molte disavventure. Anche Lucia ha una crescita all’interno dell’opera, cioè quando incontra l’Innominato. Lei capisce che la vita di ognuno è piena di pericoli e con la fede possiamo opporci ad essi che sono solo delle prove. Moravia ha cvercato di formulare considerazioni su alcuni topoi su cui si basa il romanzo. I due principi sono sicuramente: -Renzo e Lucia che rappresentano i tipici uomini dell’epoca e sono l’immagine del pensiero Manzoniano sul periodo storico e su certe caratteristiche dei personaggi che sono riflesso dei problemi storici. -Don Abbondio e la monaca di Monza sono il riflesso della corruzione storica. Don Abbondio rappresenta la corruzione generata dalla paura, infatti si è consacrato non per vera fede, ma per motivi di natura economica; non ha mai affiancato Renzo e Lucia, perché non si sarebbe mai opposto a Don Rodrigo o all’Innominato. Invece, la monaca di Monza rappresenta la corruzione che si genera dalla necessità di rispettare le volontà paterne. L’Innominato, invece, è un uomo incorruttibile, che è temuto da tutti, perché malvagio è irraggiungibile. È la reincarnazione del male. Gramsci critica Manzoni, perché nei promessi sposi lui non ritrae un elogio degli umili. Manzoni, invece, si vanta di aver dato spazio a due umili contadini, ma appunto non li elogia, anzi li umilia. Secondo Gramsci Manzoni cerca di dimostrare un’identità democratica che in realtà non lo caratterizza.
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