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Il Romanzo nel contesto storico e le Opere di Alessandro Manzoni, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Questo testo fornisce una panoramica sull'evoluzione del romanzo dall'antichità al XIX secolo, concentrandosi sulla necessità di una nuova forma letteraria realistica. Esamina inoltre la vita e le opere di Alessandro Manzoni, autore italiano che ha incarnato la transizione dall'Illuminismo al Romanticismo. Si approfondisce la genesi de "I Promessi Sposi", le sue revisioni e la pubblicazione definitiva, nonché l'importanza dell'opera come rappresentazione storica e morale del Seicento lombardo. Si analizza anche la "Storia della colonna infame" e la posizione di Manzoni sulla poesia e la letteratura.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 14/07/2023

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Scarica Il Romanzo nel contesto storico e le Opere di Alessandro Manzoni e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Introduzione al romanzo: Dall’antichità ci sono pervenuti solo piccoli frammenti di due romanzi (“Satyricon” di Petronio e “L’asino d’oro” di Apuleio), tanto che per sette secoli il romanzo sembrava non esistere. Nell’ottocento, sviluppandosi una nuova visione della vita, si verifica la necessità dello sviluppo di una nuova forma letteraria; prende piede la prosa e l’esigenza di parlare di personaggi della vita comune che vengono dipinti, non più in maniera grottesca, bensì in maniera realistica. Vita e opere: Da parte di madre egli era nipote di Cesare Beccaria, per quanto riguarda il padre pochi ebbero dei dubbi, indicando come padre naturale Giovanni Verri, fratello del fondatore del Caffè, Pietro. Il padre legittimo era comunque il conte Pietro Manzoni che da poco aveva sposato Giulia Beccaria, figlia di Cesare. Il matrimonio però durò pochi anni e i due infatti si separarono legalmente, Giulia andò a risiedere a Londra e poi a Parigi convivendo con Carlo Imbonati. Manzoni visse nella casa paterna e si avvicinò alle posizioni giacobine in politica e neoclassiche in letteratura. Subito dopo conobbe intellettuali liberali che lo indussero a superare il giacobinismo, a favore delle idee liberali. Scrisse un idillio, l'Adda, e quattro Sermoni. Un momento di svolta fu il 1805 quando Manzoni andò a Parigi presso la madre alla morte di Carlo Imbonati, per cui scrisse il componimento poetico più interessante "In morte di Carlo Imbonati”. I cinque anni trascorsi a Parigi furono decisivi per la sua formazione culturale, frequentò gli ultimi ideologi illuministi e diventò amico di uno di essi, Claude Fauriel che fu per Manzoni un tramite prezioso che agevolò nella sua formazione un passaggio naturale senza rotture dall'Illuminismo al Romanticismo. Intanto Manzoni nel periodo parigino continuò a scrivere; è di questo periodo il poemetto Urania. Già maturava una svolta decisiva e l'anno in cui avvenne fu il 1810, con la conversione e il ritorno a Milano. La conversione fu accompagnata dai primi segni di disturbi psicologici. Dal 1815 in poi si aprì un periodo di intensissima attività letteraria, che durò circa un decennio. Informazioni su Manzoni: Manzoni ha una duplice formazione, infatti è figlio dell’Illuminismo (contrapposizione al Barocco che era il movimento dell’eccesso) e del Romanticismo, riprendendo come tematica fondamentale quella del nazionalismo, della costruzione di un’identità nazionale (lingua, tradizione, ecc.) Stesura dei Promessi Sposi: Il 24 aprile del 1821, Manzoni diede inizio alla stesura del romanzo, per fare ciò si servì di due testi di documentazione storica che hanno collaborato alla scelta del secolo (il Seicento) e della vicenda: la Historia patria di Giuseppe Ripamonti e l'Economia e Statistica di Melchiorre Gioia. Il lavoro fu interrotto, dopo i primi due capitoli, per finire l'Adelchi e fu successivamente ripreso in autunno. La prima redazione del romanzo fu chiusa il 17 settembre 1823. Non aveva un titolo ma da alcune informazioni possiamo dedurre che l'autore avesse provvisoriamente scelto "Fermo e Lucia” dal nome dei due personaggi (Fermo diventerà Renzo). La prima fase di elaborazione del romanzo andò quindi dalla primavera del 1821 al settembre del 1823. La seconda fase cominciò intorno al marzo del 1824, quando l'autore procedette ad una profonda revisione del romanzo, che ne modificò la struttura e la lingua: vennero abolite le lunghe direzioni e soppressi gli episodi più romantici, si cercò di uniformare la lingua al toscano vivo. Mutò anche l’atteggiamento di Manzoni stesso che nel Fermo e Lucia apparve legato al pessimismo, con una visione negativa della storia. Questa revisione portò alla stampa del 1827 in tre tomi, la cosiddetta “ventisettana”. Il titolo divenne quello ufficiale de ”I Promessi Sposi”, anche se per un breve periodo Manzoni pensò a “Sposi Promessi”. Essendo ancora insoddisfatto di questa revisione linguistica, rielaborò il romanzo per la terza volta, uniformandolo di più al fiorentino dei toscani colti. Nel 1840 uscì quindi la seconda e definitiva edizione dei Promessi Sposi, la “quarantana”. Manzoni aggiunse al romanzo un’appendice dedicata al processo degli untori durante la peste del 1630, Storia della colonna infame. L’argomento del romanzo: L'argomento del romanzo trae spunto da vicende storiche, svoltesi tra il 1628 e il 1630 a Milano e nei suoi dintorni: la carestia, i tumulti di San Martino del novembre 1628, la discesa dei lanzichenecchi e la peste. L'ambientazione lombarda non è dovuta solo a ragioni personali, infatti la Lombardia all'inizio del Seicento, sotto il dominio spagnolo, presentava aspetti di somiglianza con quella all'inizio dell'Ottocento, sotto il dominio austriaco. Accanto ai personaggi storici, provenienti dalle classi più elevate (cardinale Borromeo), ne compaiono altri, come Renzo e Lucia, inventati dall'autore, che rappresentano invece il mondo popolare e quelle masse anonime che Manzoni voleva elevare a protagoniste della storia. Per accrescere l'impressione di veridicità, l'autore finge che anche la loro storia sia vera in quanto testimoniata da un anonimo manoscritto del XVII secolo da lui ritrovato e trascritto in lingua moderna. Si tratterebbe quindi di un artificio non nuovo. La prima redazione del romanzo, il Fermo e Lucia, prevedeva una suddivisione della materia in quattro tomi: 1. ha come protagonisti i due fidanzati alle prese con le manovre di Don Rodrigo che vuole impedire il matrimonio; 2. ha come protagonista Lucia e presenta delle digressioni sulla monaca di Monza e sul conte del Sagrato, divenuto poi l'innominato; 3. ha come protagonista Fermo, impegnato nella rivolta di Milano; 4. dedicato alla guerra e alla peste, i due fidanzati si ricongiungono. L'azione narrativa segue in modo rettilineo un personaggio alla volta, procedendo per blocchi compatti; questa struttura lineare è però messa in crisi dalle lunghe digressioni, le quali sono di due tipi: narrative, dedicate ai personaggi storici e soprattutto a Gertrude che danno all'opera l'aspetto di un romanzo che ne contiene altri al proprio interno con i grandi temi dell'amore e della crudeltà; morali, letterarie e storiche. Il tempo e lo spazio del romanzo: All'inizio il tempo del racconto è molto lento e analitico. I primi tre nuclei narrativi narrano gli avvenimenti compresi tra il 7 novembre e il 13 novembre 1628: 17 capitoli per sette giorni. Successivamente più si allunga il tempo della storia narrata, più quello del racconto si fa condensato e sommario. L'azione narrativa vera e propria si svolge in uno spazio di due anni. Mentre raccontare i primi 40 giorni sono necessari ben 25 capitoli, soltanto 13 bastano a narrare poco meno di ventitré mesi. Tutto questo si spiega con la necessità che Manzoni ha di presentare all'inizio i personaggi principali, nell'ultima parte prevale invece l'intento riflessivo e morale. Tra gli spazi fondamentali possiamo distinguere il paese e la città ma anche la strada. Tra gli spazi chiusi particolarmente importante è il castello. Il paese e la città sono in antitesi poiché il paese si presenta ancora, nella nostalgia di chi se ne separa, come spazio idillico in opposizione alle città tumultuose. Il paese, pur corrotto, mantiene un suo ordine domestico, mentre il disorientamento comincia in città infatti è proprio qui che Renzo avverte la propria differenza. Nella città domina il movimento, il tempo è più veloce e concitato ed è inoltre il luogo della violenza e non solo del potere ma anche del popolo.
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