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Il ruolo della donna nell'arte, Guide, Progetti e Ricerche di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Com'è stata rappresentata la donna durate i secoli

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2018/2019

Caricato il 31/03/2019

martina-21028
martina-21028 🇮🇹

4.4

(19)

25 documenti

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Scarica Il ruolo della donna nell'arte e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! IL RUOLO DELLA DONNA NELL’ARTE Nascita di Venere 1482-1485 Botticelli erge a simbolo dell’amore la forza vivificatrice e lirica della donna. Il corpo etereo di Venere sacralizza la figura femminile, esaltandone il valore della bellezza fisica ed intellettuale. Sicuramente l’arte di Botticelli guardava al femminile in modo molto moderno, contrastando e rendendo vana la considerazione della donna come oggetto carnale. La Gioconda 1503 Il dipinto ritrae a metà figura una giovane donna con lunghi capelli scuri. È inquadrata di tre quarti, il busto è rivolto alla sua destra, il volto verso l’osservatore. Le mani sono incrociate in primo pianoe con le braccia si appoggia a quello che sembra il bracciolo di una sedia. Indossa un sottile abito scuro che si apre sul petto in un’ampia scollatura. Il capo è coperto da un velo trasparente e delicatissimo che ricade sulle spalle in un drappeggio. I capelli sono sciolti e pettinati con una scriminatura centrale, i riccioli delicati ricadono sul collo e sulle spalle. La fornarina 1518-1520 La tela raffigura una donna mora dalla bellezza morbida e dagli occhi bruni, a seno scoperto, coperta appena da un velo che regge al petto con la mano destra e da un manto rosso che copre le gambe. Ritratta di tre quarti verso sinistra, la donna guarda a destra, oltre lo spettatore, ha una sensualità dolce ed una luce abbagliante risaltata dallo sfondo scuro. La fama dell’opera è certamente legata all’erotismo della donna raffigurata ed alla firma di Raffaello (RAPHAEL VRBINAS) che, esibita sul bracciale, sembra voler comunicare al Mondo intero il suo legame con lei, messaggio questo che si consolida nel tempo. La Venere di Urbino 1538 La moglie viene rappresentata nuda in quanto, in questo modo, ne veniva esaltata l’avvenenza femminile ma anche la sua buona salute per divenire una futura madre di una numerosa prole. La scena che si svolge alle sue spalle, sulla destra, che vede una domestica guardare una bambina che rovista in un cassettone, ha un duplice significato: da una parte è l’augurio di prossime nascite, dall’altro è il segnale che l’attività sessuale, imprescindibile ad un buon matrimonio, deve essere consumata nelle pareti domestiche. Il quadro viene chiamato Venere di Urbino perché il loggiato con la colonna che si vede sullo sfondo rappresenta appunto un angolo del famoso Palazzo Ducale di Urbino. Da ciò si intuisce che esso fu commissionato per il matrimonio di qualche esponente della casata dei Montefeltro, anche se mancano documenti che attestino in maniera definitiva per quale occasione esso fu realizzato. Venere Rokeby 1648 La tematica è ispirata alla mitologia romana, e la Venere viene rappresentata adagiata delicatamente su un lettino. Cupido di fronte a lei le porge lo specchio. La dea è completamente nuda, ripresa di schiena per il rigore delle inquisizioni spagnole del periodo. Il volto è del tutto celato, salvo un delicato ma abbondante profilo, mentre il riflesso dello specchio che Cupido le sta porgendo permette di vederne i caratteri frontali, almeno nella parte illuminata. La Maya desnuda 1797-1800 La Maja desnuda distende il proprio corpo, dipinto con dolci pennellate, su un divano Donna con cappello 1905 La violenza dei colori è il modo con cui Matisse afferma la sua personalità e sono deposti sulla tela puri e in unione con altri:giallo e violetto accostati, così come il rosso al verde,il blu all'arancio .Matisse non cerca la somiglianza cromatica con il soggetto,ma ogni colore ha la funzione di modellare le masse e creare le ombre ad esempio nel viso,sono verdi sul collo invece sono arancio. Donna distesa 1917 E’ esplicitata ai massimi termini una tensione erotica che si fa portatrice di un messaggio di critica sociale nei confronti della falsa e bigotta borghesia dove la donna è raffigurata priva di falsi pudori e moralismi, con atteggiamenti impudici e sessualità disinibite. Grande rilievo è conferito nelle espressioni delle donne, delineati graficamente da pochi tratti ma molto significativi da cui scaturiscono, ad ogni opera, sguardi ed espressioni diversi e carichi di sentimento, tensione, intenzione. Ritratto di Jeanne Hebuterne 1918 Il pittore esprime il perfetto equilibrio tra l’eleganza e la vitalità delle linee curve e l’incisività delle rette orizzontali e/o verticali. Jeanne diventa l’ideale di bellezza universalmente valida: una figura lontana, senza luogo e senza tempo. Occhi ovali e malinconici, volto allungato. Il ritratto viene quindi stilizzato, perde le caratteristiche reali e soggettive; ciò nonostante rimane riconoscibile. Dora Maar seduta 1936 Il volto, sorridente, è rappresentato con tecnica cubista contemporaneamente di profilo e di fronte, con un occhio verde e un occhio rosso, che guardano in direzioni diverse. La donna appare chiusa in uno spazio stretto, angusto, quasi una scatola. Il viso della donna, che contiene in sé tutti i colori della tavolozza, di per sé rappresenta la totalità, mentre la delicata mela con la fogliolina dipinta sulla guancia destra sembra contenere un limone, come a rappresentare «gli opposti di dolce e aspro che si possono trovare in una donna». Donne e uccelli nella notte 1971-197 La dimensione surrealistica dà grande importanza al mondo dei sogni e dell’inconscio. Sul piano tecnico, Mirò si pone in antitesi con il razionalismo architettonico e con lo sviluppo del disegno industriale. Il pittore tende ad esaltare il mito della donna, di Madre Natura e dell’uccello che viene visto come figura predominante che spicca e che simboleggia l’ascesa alla dimensione del mistero. Mirò utilizza in questo quadro colori intensi e vivaci, spesso la donna viene rappresentata come se fosse in realtà stuprata da un uccello, le tracce di nero evidenziano la violenza della pittura di Mirò, che simboleggia in questo caso il ciclo vitale e della natura.
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