Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il ruolo della donna nella letteratura italiana, Appunti di Italiano

Come viene vista la donna dai vari autori da Dante fino agli autori del '900

Tipologia: Appunti

2019/2020
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 07/10/2020

federica-de-simone-2
federica-de-simone-2 🇮🇹

4.5

(108)

35 documenti

1 / 5

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il ruolo della donna nella letteratura italiana e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! TEMATICA DONNA NELLA LETTERATURA ITALIANA La condizione della donna è stata sempre caratterizzata da una situazione di inferiorità sul piano sociale, giuridico e politico. La donna, nella storia della civiltà occidentale, è sempre stata subordinata all'uomo: le differenze tra i due sessi hanno portato l’uomo a prevalere e ad occupare un posto privilegiato nella società. Fin dall'antichità, è sempre stata considerata un essere inferiore e si è evoluta in una società sostanzialmente misogina, oppressa dalle convenzioni sociali, in cui le veniva negata anche la possibilità di avere un’educazione. Nell'antica Roma vi si potevano trovare donne integerrime e dedite al marito, donne intelligenti ma mal viste come Sempronia, donne stravaganti, donne libere e di costumi emancipati come Clodia (la Lesbia di Catullo), donne astute e sensuali che utilizzavano gli uomini come marionette per i propri scopi come Agrippina, che per permettere al figlio nerone di governare, fece uccidere Britannico, figlio legittimo di claudio. Il sentimento di Catullo è un amore appagato che divampa gioiosamente, ma subito la gioia è offuscata dalla gelosia e dalla dolorosa consapevolezza che la donna non contraccambia la totale dedizione dell’innamorato, è un amore concepito e presentato come un’esperienza fondamentale nella vita di un uomo. Questa concezione è ribaltata già con Ovidio, il quale chiude con l’elegia di Tibullo e Properzio con gli amores, il quale concepisce l’amore come gioco stimolante e divertente da cui trarre emozioni superficiali,. Questa concezione ludica dell’amore, descritta nell’ars amatoria, si traduce in un ribaltamento degli atteggiamenti, come quando egli afferma di amare due donne nello stesso momento o confessa di essere attratto indistintamente da tutte e offre una rassegna di donne di ogni tipo. Con il suo tono leggero e spregiudicato attacca la morale esaltando questa vita libertina. Autore che diede grande risalto alla una figura femminile è sicuramente Tito Livio con Lucrezia; matrona aristocratica di virtù esemplare e di grande bellezza che viene violentata dal figlio del re, Sesto Tarquinio. La donna, prima di suicidarsi, denuncia l’accaduto ai familiari e due amici. Le sue parole rivelano la totale dedizione al ruolo di moglie e di membro di una comunità sociale. La violenza è presentata come un oltraggio inferto alla dignità del marito e al vincolo del matrimonio, non alla propria persona.; sa di essere innocente ma ciò nonostante ritiene di doverlo dimostrare alla collettività, dandosi alla morte. In Lucrezia, dunque, Livio celebra non solo la pudicizia e la castità, ma anche un grande valore patriottico e civile, se non virile: sacrificio di sé per la comunità. Mentre, appunto, con Livio la figura femminile veniva esaltata, con autori come Giovenale e Marziale la donna è presa come bersaglio centrale delle loro opere. In quest’ultimo la vena erotica è ben rappresentata da un certo numero di carmi, in cui l’amore è sentito non come passione profonda, ma come desiderio fisico, infatti i suoi libri sono una vera galleria di figure femminili, tra le quali compaiono mogli, prostitute, ragazze libidinose e donne di strada e letto. In uno dei suoi epigrammi descrive due modalità femminili contrapposte tra loro, una è identificata come una fiamma, ardente di amore, l’altra come la neve, splendida e quieta, e il desiderio finale esposto dall’autore è proprio la fusione tra le due. Nel corso della letteratura la figura della donna si evolve conquistando ruoli e sfaccettature diverse e interessanti. Donna cortese donna meravigliosa, adorazione da lodare avvicinamento alla cultura laica proiezione dell’ingentilimento dell’io. Per Giacomo da Lentini la passione vera nasce dagli occhi, perché sono loro che rappresentano al cuore ogni oggetto, egli non parla di doti spirituali della donna amata ma soltanto di bellezza e del piacimento che quella bellezza produce in chi la guarda. Questa visione della figura femminile, vista solo come un desiderio fisico, è completamente opposta a quella che nei secoli successivi si è sviluppata a partire dalla scuola siciliana e il Dolce Stilnovo. Donna di Cavalcanti meravigliosa ma in modo inspiegabile perché è ateo non concorda con la visione angelica di Dante. Cerca di definire la donna ma ineffabile questo gli procura dubbi dolori e sofferenze. egli indaga gli effetti dell’amore su di se tramite una poesia scientifica. Guido Guinizelli, invece, con “Il cor gentil reimpara sempre amor” afferma il principio che ispirerà i poeti della generazione successiva, come Dante e Calvalcanti, il principio secondo cui solo i virtuosi, possono veramente amare: chi ama è moralmente superiore a chi non ama, perché la presenza dell’amore nel cuore è indizio di un’indole più nobile. Donna stilnovisti → la donna angelo, descritta attraverso attributi angelici e divini strumento della potenza di Dio, descritta tramite l’effetto che procura sugli altri. L’esperienza d’amore per una donna rende nobile l’uomo, lo migliora. Essere innamorati diventa un segno di eccellenza morale. Donna fonte di ispirazione, fonte di gioia La sua donna ha “sembianze d’angelo”, che sembra scendere dal paradiso. Laura, per Petrarca, e Beatrice, per Dante, sono le muse ispiratrici più conosciute nel panorama letterario. La donna “gentil e onesta” descritta da Dante nella Vita Nova è una creatura terrena alla cui bellezza è affidato il compito di rappresentare l’essenza di Dio. Nei panni di mediatrice tra mondo terreno e sfera divina, diventa per l’autore una fonte positiva e stimolo di bene; deve dimostrare, nella vita umana, l’esistenza di una realtà intrinseca e connaturata a un’altra realtà. Questa funzione figurale si adempie nell’aldilà in seguito alla sua morte, quando diviene una beata del paradiso che avvia Dante verso la perfezione spirituale. La donna amata è ora in grado di potenziare le facoltà umane del poeta e di guidare il suo fedele fino agli altissimi cieli, realizzando pienamente se stessa, infatti nel canto XXXIII del Paradiso, Beatrice beata conserva sempre la sua figura di donna, e Dante può ammirare rapito, a mano a mano che sale, la sua sempre nuova bellezza, il sempre crescente splendore del sorriso negli occhi di lei. Ma Beatrice beata è qui figura impleta della donna venuta “da cielo in terra a miracol mostrare”: conserva nella sua beatitudine eterna il fascino che emanava sulla terra, nel tempo umano, ma potenziato alla suprema espressione del divino. Beatrice, scala a Dio, ha compiuto la sua faticosa missione di riportate la creatura al Creatore, diventando pur essa più beata. Il sentimento petrarchesco è invece incentrato sulla “bella forma”: a far innamorare Petrarca è la bellezza fisica di Laura, mentre la sua virtù e il suo narcisismo rendono l’amore del poeta un sentimento infelice perché inappagato. È il corpo femminile ad avvicinare il poeta alla donna, non più concepita come creatura sovrumana ma come Donna dotata di una sua personalità. La donna per Dante Alighieri a tante sfumature ma solo una è quella che porta alla salvazione, al vero amore, ovvero Beatrice. Egli scrive per le donne per vari motivi: sia per un motivo psicologico poiché le donne sono più sensibili sia per un motivo sociologico dato il loro ruolo meno impegnativo della società. Egli supera L’amore cortese è legato solo all’aspetto esteriore, i principi di Andrea cappellano, l’amore stilnovisti, comunque legato alla fisicità e alla corrispondenza dei sentimenti arrivando a provare un amore che vive di se stesso, che ha la capacità di innalzare l’uomo, per portarlo accanto a Dio. Beatrice è la gloriosa donna della mia mente dice Dante. Egli però nel suo cammino incontra anche altre donne quali la donna pietosa, allegoria della filosofia, la donna petrosa, una donna sensuale e spregevole. In Petrarca la donna non è Angelo bensì un elemento di perdizione che porta il poeta verso lo sviamento, l’errore. Infatti Laura, il lauro in Petrarca la donna non è Angelo bensì un elemento di perdizione che porta il poeta verso lo sviamento, l’errore. Per questo Laura era rappresentata anche dal lauro ovvero la pianta dei poeti. Peccato uguale attrazione per il bene materiale gloria terrena. Laura lo turba. La bellezza del suo corpo infonde nel poeta il desiderio di un amore terreno. Questa donna diventa il simbolo di tentazione, di passione che può anche introdurre al peccato, addirittura all’allontanamento da Dio. Petrarca è “tormentato nell’animo”, e questo non è male, oserei dire, perché rende Laura più umana rispetto alla Beatrice dantesca, considerata come una sorta di santa. Può esserci vero amore senza passione, sembra essere la domanda? L’esempio di Laura porterebbe a dire di no. In Boccaccio la donna Non è assolutamente una donna angelo, anzi tutt’altro. La donna di Boccaccio e sempre terrena anche quando è fonte di elevazione. FIAMMETTA è la donna amata da Giovanni Boccaccio. Egli conobbe molte donne, ma si innamorò follemente soltanto di lei. Ella amò Boccaccio, ma lo tradì a sua volta. Compare con i nome di “Fiammetta” in molte sue opere, e per lei il poeta ha scritto un particolare poema intitolato “Amorosa visione”. È una donna terrena e sensuale che si lascia facilmente corteggiare, con disinvoltura e senza troppo preoccuparsi delle conseguenze. Si può osannare qualcuno, anche se il suo comportamento non è sempre corretto? Ebbene sì. Nella sua ultima opera il Corbaccio, Boccaccio Diviene addirittura misogino, parlando male e spudoratamente e apertamente delle donne.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved