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Il ruolo della donna nella nostra società, Appunti di Pedagogia

Le conquiste delle donne nel corso degli anni e la relativa visione del loro ruolo all’interno della società.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 24/06/2020

giulia-arangio
giulia-arangio 🇮🇹

4.8

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Scarica Il ruolo della donna nella nostra società e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Le donne che hanno dato, e che danno tutt’ora, grandi contributi. Anche se le condizioni di vita e di lavoro delle donne sono molto cambiate e migliorate dal dopoguerra ad oggi, la battaglia per la parità di trattamento tra i sessi non è ancora conclusa. Anzi, si avverte il bisogno di vigilare anche su quelle conquiste che sono già maturate. Le giovani generazioni di donne sono nate e cresciute con tutta una serie di diritti acquisiti e per questo danno per scontata la possibilità di realizzare la propria vita secondo le proprie scelte personali. Ma così non è. La prima grande conquista delle donne è stata il diritto di voto nel 1946. Un doppio debutto in politica. Da una parte, il popolo delle donne che ufficialmente viene ammesso a partecipare alle decisioni e alle scelte che riguardano la vita politica del paese. Dall’altra, l’ingresso delle donne che vengono introdotte alla collaborazione concreta per la stesura delle leggi e alla condivisione, con i loro colleghi maschi, delle decisioni economiche. Il percorso delle donne nella vita politica, sia ben chiaro, è stato tutto in salita. Dal 1946, dobbiamo aspettare il 2006 per ottenere dei numeri rappresentativi della partecipazione delle donne in Parlamento. La prima vera lotta riguarda il mondo del lavoro. Le donne si rendono conto che il lavoro è innanzitutto la via per raggiungere l’indipendenza economica e quindi un’indipendenza dai contesti familiari di origine e dal proprio compagno. Ma soprattutto realizzano che l’accesso a tutte le professioni rende possibile una rappresentazione del mondo femminile e in questo modo la figura della donna può diventare socialmente rilevante. Infatti, nel corso dei secoli, anche se considerate inferiori o non capaci, sono state tantissime le protagoniste femminili che hanno rivoluzionato il mondo, nel campo della politica, della letteratura, della scienza. E’ di uso comune dire che le donne non sanno leggere le carte geografiche e le cartine stradali. Quello che sappiamo è che la donna è stata spesso emarginata dagli istituti di ricerca e dall’università e che non aveva i diritti di studio. A dispetto di tutto ciò molte grandi esploratrici si sono fatte conoscere e ci hanno lasciato le loro potenti memorie e testimonianze in un mondo che cambia e che ci fa riflettere sulle differenze di genere. Mary Somerville, a fine Ottocento scrisse un famoso trattato di geografia e già prima di lei Anna Maria Sybilla Merian (1647-1717), famosa pittrice e naturalista tedesca, possono a ragione essere considerate simboli delle donne esploratrici. Ida Pfeiffer, nata a Vienna nel 1797, madre di due figli a quarantacinque anni cominciò a viaggiare in tutto il mondo, scrivendo tredici diari, tradotti in sette lingue, ricavati dagli appunti che ogni notte scriveva a matita per raccontare la giornata appena trascorsa. Nessuna di loro, tuttavia, ha avuto l’onore di dar nome a una delle nostre strade. Helen Thayer è stata invece la prima donna a raggiungere il Polo Nord magnetico in solitaria (1988) a 50 anni, età in cui si cerca la sicurezza e la sedentarietà. Di origine neo zelandese viaggiò con il suo fedele cane Charlie per 27 giorni la propria slitta senza ricevere alcun tipo di aiuto esterno. La lista sarebbe ancora lunga… Anche Mary Kinglsey (1826-1900), Freya Stark (1893-1993), Nelly Bly (1864-1922) o Harriet Chalmesrs Adams (1875-1937), si sono distinte in coraggio e talento nel muoversi in regioni non facilmente raggiungibili e si sono districate, sebbene con tante difficoltà, nei più remoti angoli del mondo, lasciandovi un segno ancora tangibile. Altri esempi significativi: Marie Curie che, vissuta tra il 1867 e il 1934, ha avuto un ruolo di prim’ordine nel campo della fisica e della chimica, studiando fin da giovanissima le sostanze radioattive. Il suo impegno la portò a diventare la prima insegnante donna della Sorbona. A Marie Curie attribuiamo la scoperta del polonio (così chiamato proprio in onore della Polonia, la sua terra) e il radio, ma non ne registrò i brevetti, per lasciare il suo sapere a disposizione della comunità scientifica. Fu l’unica donna al mondo a vincere due Nobel, in due campi diversi: il Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911. Purtroppo Marie Curie deve alla radioattività il suo successo, ma anche la sua morte: la scienziata morì di anemia aplastica nel 1934.
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