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Il ruolo della donna nella società Incas, Guide, Progetti e Ricerche di Storia

Contrariamente a quello che si pensa, la donna nella società Incas, una civiltà precolombiana, la donna aveva un ruolo abbastanza rilevante.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

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Caricato il 29/05/2018

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Scarica Il ruolo della donna nella società Incas e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ INCA L’importanza femminile è stata riconosciuta dagli andini fin dai tempi antichi e dalle legende religiose si narra che il primo essere umano che apparve sulla terra fosse una donna. Nell’antico impero Inca esisteva una istituzione educativa di alto livello che istruiva le donne: AKJLLA WASI, la scuola del sapere condotta dalle donne sagge: MAMAKUNA. Le Mamakuna erano una parte attiva della società vivevano con autonomia economica, libertà sessuale, praticavano la medicina, l’agricoltura, modellavano il vasellame ed oggetti di uso religioso, lavoravano i campi, si sposavano ed avevano figli. Si è così sviluppata nei secoli una cultura che comprende, rispetta e valorizza il mondo femminile. Il principio maschile ha un ruolo complementare a quello femminile, dove il femminile e il maschile si completano pur nelle loro assolute diversità. Non si parla di parità o disparità dei sessi ma di ruoli nettamente diversi, e dove il femminile è forza trainante per l'uomo: forza creatrice e generatrice di idee e passioni. Alla donna compete la spinta evolutiva dell’umanità che l’uomo accoglie e fa sua. La AKLLA WASI era improntata sulla conoscenza di sé, aiutava a trovare uno scopo nella vita. Il ruolo della donna nella società Inca era generalmente legato all’uomo, tuttavia vi erano numerose eccezioni; per esempio in alcuni miti è la donna guerriera che sconfigge il nemico ed è sempre la donna a partecipare all’esercizio del potere dell’attività sacerdotale: si trovavano nel tempio del Sole (luogo destinato ai sacerdoti e ai futuri sovrani) e a loro era riservato il culto di Mama Quilla, la Luna, considerata la sposa del Sole e importante punto di riferimento per la religione incaia. Il ruolo sacrale della donna non poteva non trovare riscontro nella manifestazione più importante della gerarchia sociale: la sovranità. Ella risiedeva accanto al monarca, era la regina ed era la controparte agli occhi dei sudditi. Il matrimonio veniva celebrato il giorno stesso dell’incoronazione del sovrano ed era condizione essenziale: l’impero inca non poteva concepire un sovrano senza consorte, così come non si poteva concepire il cielo senza terra o il Sole senza Luna. Nella maggior parte dei casi la sposa era la sorella del sovrano per mantenere la purezza della stirpe instaurando una sorte di incesto regale vietato al resto dei sudditi. Godeva della maestà propria del suo consorte e viveva con la stessa magnificenza. Presenziava alle funzioni religiose e riceveva omaggio di tutti i suoi sudditi, era ottima consigliera, durante l’assenza del sovrano esercitava l’intero controllo. Le altre nobili esercitavano, seppure in tono minore, le stesse prerogative nelle loro famiglie. Nelle famiglie comuni, le donne, una volta contratto matrimonio, avevano il compito di aiutare il marito nella coltivazione dei campi, a custodire gli animali, a tessere abiti e ad allevare i figli. Una particolare istituzione incaica sottraeva però alcune di loro a questa esistenza ordinaria, collocandole in apposite comunità conosciute come quelle delle “vergini del Sole”. Le vergini del sole erano in numero limitato e si occupavano esclusivamente del servizio dei templi e del culto della divinità. Accanto a loro esisteva un corpo di donne educate per divenire concubine dell’Inca o per essere concesse ai nobili più meritevoli. Altre ancora erano impiegate per servire le prescelte e per tessere abiti per l’Inca (si dice che non indossasse due volte lo stesso abito) o per essere bruciate in segno di offerta per gli dei) e per preparare la Chicha, la bevanda fermentata a base di granturco che fungeva da liquore e da offerta per le divinità. Giunte alla pubertà si decideva per quelle che non avevano scelto la vita religiosa: le più belle divenivano concubine dell’imperatore, alcune divenivano sacerdotesse, altre ancora erano riservate ai sacrifici umani. Tuttavia se la vergine del sole rompeva il voto di castità, veniva sepolta viva, il suo amante impiccato e venivano anche trucidati la famiglia dell’amante (eccetto i lattanti), i membri della sua comunità e persino gli animali; le case del villaggio venivano rase al suolo e la terra cosparsa con del sale per renderla non più fertile.
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