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il ruolo della donna nella storia, Appunti di Storia

il ruolo delle donna nella storia

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 15/05/2020

Stella2799
Stella2799 🇮🇹

4.3

(15)

15 documenti

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Scarica il ruolo della donna nella storia e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! La contraddizione insita nella teoria liberale, che vedeva contrapporre la sfera pubblica fondata sui concetti di uguaglianza, libertà e diritti e la sfera privata basata su elementi arcaici di potere patriarcale, fu subito colta dalle prime teoriche del suffragismo e dai movimenti e gruppi di donne che si svilupparono nel corso dell’ottocento, i quali facevano riferimento alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo per denunciare lo stato di subordinazione femminile nell’ambito familiare e politico. Nel 1791 Olympe de Gouges, su modello strutturale e proprio della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, rivendica l’uguaglianza politica e sociale e i diritti naturali della donna. Un anno dopo Mary Wollstonecraft, nella sua “Vindication of the right of woman” sosteneva non solo che le donne dovessero avere pari diritti degli uomini, ma che solo in questo modo potevano diventare vere compagne per l’uomo, perché sosteneva Wollstonecraft, esse non volevano avere il potere sugli uomini, ma su se stesse. Qualche lustro prima, Abigail Adams, prima moglie dei padri fondatori e non ché futuro presidente degli Stati Uniti d’America, John Adams, in una serie di lettere del 1776, sollecitava il marito, a porre fine all’uguale tirannia delle leggi che subordinava le donne ai padri e ai mariti. E qualche anno dopo, la convenzione delle donne riunita nel 1848 a Seneca Falls, si concluse con l’approvazione della “ Declaration of Sentiments” il cui preambolo richiamava la dichiarazione d’indipendenza americana del 1776. Perciò conquistare il diritto di voto, per le donne, non era sufficiente: le donne dovevano innanzitutto vedersi riconosciute come individui dotati di autonomia e libertà di giudizio e di azione. Ciò significava eliminare quei vincoli che vedevano la donna giuridicamente subordinata all’uomo, riconoscere il diritto di accesso all’istruzione e alla libertà di disporre dei beni di proprietà, il diritto al lavoro, alla parità salariale, al divorzio e alla sessualità. In molti paesi, la superiore moralità delle donne viene usata come argomento da addurre a favore dell’esclusione delle donne dal voto. Proprio perché superiore all’uomo e causa dell’altissimo valore morale della sua funzione, la donna non poteva, se non corrompendo la sua natura e provocando una deleteria confusione dei ruoli, far parte della sfera politica. Si produsse quindi una progressiva crescita del protagonismo femminile, sull’onda di un concetto di “domesticità”. La responsabilità nei confronti dell’educazione e della morale fu il grimaldello usato, dai movimenti delle donne per intervenire nell’ambito politico e sociale. Negli Stati Uniti, nella prima metà del secolo, l’abolizionismo, costituì uno dei terreni principali per molte donne che volevano lottare contro le ingiustizie. Non del tutto casualmente, a partire dagli anni 40, le suffragette americane accentuarono le analogie tra la subordinazione e l’incapacità giuridica delle donne e quelle degli schiavi e la lotta contro la schiavitù. Ma si dimostrò una strategia perdente, in quanto l’isolazionismo costituì un freno a che i diritti delle donne divenissero, assieme alla causa di emancipazione degli schiavi, un punto prioritario del partito repubblicano. Il tentativo del movimento suffragista, infatti, di ottenere il voto attraverso il XIV emendamento, si risolse con un insuccesso. Non solo, fu questa l’occasione in cui, per la prima volta, fu esplicitamente introdotto il termine “cittadino maschio”. La sconfitta però accelerò lo sviluppo e l’organizzazione del
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