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il ruolo delle donne nella resistenza, Schemi e mappe concettuali di Italiano

il ruolo delle donne nella resistenza

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 31/05/2021

rossana-menichini
rossana-menichini 🇮🇹

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Scarica il ruolo delle donne nella resistenza e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! UNIVERSITÀ DI STOCCOLMA Dipartimento di francese, italiano e lingue classiche Luminiţa Beiu-Paladi COME SI SCRIVE UNA TESINA COMPENDIO AGOSTO 2012 2 0. INTRODUZIONE ...................................... 2 1. IL LAVORO SPECIALE PER KANDIDATEXAMEN ............. 2 1.1 Come scegliere l'argomento ........................ 3 1.2 L'argomento ...................................... 4 1.3 Un lavoro scientifico ....................... 5 2. LA RICERCA DEL MATERIALE ....................... 6 2.1 Fonti primarie .......................... 6 2.2 Fonti secondarie o bibliografiche ......................... 7 3. COME FARSI UNA BIBLIOGRAFIA ................... 7 3.1 Le biblioteche .................................. 7 3.1.1 Il catalogo e l'Internet ......................... 7 3.1.2 La sala di consultazione ......................... 8 3.1.3 La sala dei periodici ............................ 9 3.2 I libri e le schede bibliografiche ................. 9 4. IL PIANO DI LAVORO ..................................... 10 4.1 Il titolo ..................................... 10 4.2 L'indice generale ................................ 10 4.3 L'introduzione ................................... 11 4.4 Il processo di scrivere: dal pensiero sulla carta... 11 5. LE SCHEDE E GLI APPUNTI ............................. 12 5.1 La scheda bibliografica ........................... 12 5.2 Le schede di lettura .............................. 13 5.2.1 Schedatura delle fonti primarie .................. 13 5.2.2 Schedatura delle fonti secondarie ................ 14 6. LA STESURA ............................................. 14 6.1 Lo stile ......................................... 14 6.2 Le citazioni ..................................... 15 6.3 Il riferimento bibliografico: il sistema Harvard ................................ 16 6.4 La citazione bibliografica delle fonti primarie .... 18 6.5 Le note .......................................... 18 7. LA REDAZIONE .......................................... 19 7.1 La videoscrittura ................................ 19 7.1.1 Il piano di lavoro al computer .................... 20 7.1.2 La reperibilità del materiale con le banche dati ... 21 7.2 I criteri grafici ................................ 22 7.3 La bibliografia finale ........................... 23 7.4 Le illustrazioni ................................. 24 8. IL LAVORO SPECIALE PER MAGISTEREXAMEN ................. 24 5 (scegliere un relatore ritenuto più benevolo). Il relatore che vi aiuterà deve essere in grado di seguire veramente il vostro lavoro. 1.2 L'argomento Ci sono due grandi sezioni in cui potete scegliere l'argomento: 1) linguistica e 2) letteratura. I vostri interessi prevalgono nella scelta del campo, della sezione, ma non dimenticate né le materie in cui avete ottenuto i risultati migliori, né la vostra esperienza acquisita da varie letture, da viaggi in Italia e dalla lettura di libri, giornali e riviste. L'argomento trattato dovrà portarvi soddisfazione senz'altro. Ma spesso è bene pensare anche ad altri fattori: al futuro, anche se non immediato (è un argomento che magari vi aprirà nuove possibilità nel lavoro speciale per magisterexamen?); al contesto in cui vi trovate (un certo lavoro potrà esservi d'aiuto nel vostro mestiere - se avete già un mestiere - come per es. un lavoro di linguistica contrastiva oppure di studio dell'italiano come L2 per un insegnante). Se avete difficoltà nel trovare un argomento adatto potete consultare le "banche dati" per le tesine (elenchi di argomenti per vari argomenti: linguistica, letteratura). Le proposte sono spesso centrate intorno ai vari progetti di ricerca in corso presso il dipartimento di italiano. Potete anche parlare con i vostri docenti, beneficiare così della loro esperienza, anche se non avete scelto ancora il relatore. Finalmente potete consultarvi con i vostri compagni che hanno già superato la "prova". Trovati il campo giusto e l'argomento da trattare, dovete discuterli con il docente che farà da relatore. Il docente accetterà l'argomento senz'altro, purché sia ben circoscritto, di sua competenza, e a condizione che le fonti siano reperibili nel tempo stabilito per finire il lavoro. 6 1.3 Un lavoro scientifico Il vostro lavoro speciale deve essere un lavoro scientifico. Che cosa s'intende per un lavoro scientifico? Il lavoro è scientifico quando risponde alle seguenti esigenze: 1) La ricerca deve avere un oggetto riconoscibile e ben definito rispetto ad altri oggetti, intorno al quale potete impostare dei problemi ben individuati. 2) Un oggetto di ricerca si deve analizzare in base ad alcune regole che voi stessi porrete o che altri hanno posto prima di voi. Le regole saranno seguite in modo sistematico a fine di risolvere i problemi impostati. 3) La ricerca deve dire su questo oggetto cose nuove oppure rivedere con un'ottica diversa le cose che sono già dette. Deve essere almeno in parte "originale". 4) La ricerca deve essere utile agli altri. Il vostro lavoro deve aggiungere qualcosa di nuovo a quello che gli altri sapevano già. Perciò tutti gli altri lavori sullo stesso argomento dovranno tenerne conto. 5) La ricerca deve fornire elementi per la verifica o la discussione delle ipotesi e delle conclusioni che presenta. Dunque il vostro lavoro deve permettere che altri possano continuare a cercare o per confermare le vostre ipotesi e conclusioni o per metterle in discussione (magari negandole). La discussione in gruppo della tesina sarà una prima tappa di questo processo. 2. LA RICERCA DEL MATERIALE Quali sono le fonti di un lavoro scientifico? 1) Le fonti primarie o di prima mano sono costituite dall'oggetto della ricerca. Esempi: i libri dell'autore studiato; i manoscritti da studiare; dati statistici; 7 interviste; fotografie ecc. Un altro modo, molto adoperato nei lavori linguistici, di pensare alle fonti primarie è di chiamarle corpus (corpora, al plurale). 2) Le fonti secondarie o fonti bibliografiche vengono costituite dalla letteratura critica intorno all'oggetto del lavoro. Prendiamo due esempi in cui gli oggetti sono di natura diversa. Un caso in cui l'oggetto si trova sotto forma di testi scritti sarebbe una tesina su Il tema dell'esilio nei sonetti di Foscolo: l'oggetto della ricerca è rappresentato appunto dai sonetti di Foscolo. Questi dunque costituiscono le fonti primarie. I libri e gli studi su Foscolo, sulla sua vita e opera, costituiscono le fonti secondarie. Un altro caso sarebbe quello in cui l'oggetto della ricerca è un fatto reale, attuale, come in una tesina sull’uso del dialetto presso un gruppo di giovani veneziani. In questo caso sono poche le fonti primarie sotto forma di testi scritti; nella tesina invece saranno adoperate altre fonti primarie che formano un corpus di dati statistici, trascrizioni di interviste, indagini fatte "sul campo", documentazioni audiovisive, ecc. Quanto alla letteratura critica, la situazione è uguale al caso precedente: articoli, studi sull'argomento scelto. In tutti i casi, la distinzione tra fonti primarie e secondarie è molto importante. 2.1 Fonti primarie Una fonte di prima mano dev'essere per lo più in lingua originale. Una traduzione non è una fonte primaria: può essere un aiuto, un mezzo per chiarire alcuni testi più difficili, ma non può mai essere indicata come fonte di prima mano. Se avete a disposizione varie edizioni (soprattutto per gli autori "classici"), scegliete sempre un'edizione critica, "a cura di" un noto studioso. Preferite sempre una collana prestigiosa ai "tascabili", un'edizione scolastica attuale (con commenti e prefazione) alle edizioni più vecchie. Il vostro relatore vi può aiutare nella scelta dell'edizione più adatta per il vostro tipo di lavoro. 10 leggetelo per rendervi conto di quali, tra i libri citati, siano quelli basilari. Poi potete fare anche un confronto incrociato delle bibliografie copiate; troverete così i libri che tutti citano. Per ciascun libro che avete l'intenzione di leggere dovete fare una scheda bibliografica (5.1). Se il libro di consultazione contiene materiale che avete l'intenzione di adoperare direttamente, dovete schedarlo (5.) e metterlo nella biblio- grafia finale (7.3). 3.1.3 La sala dei periodici In questa sala i periodici sono collocati secondo gli stessi criteri della classificazione. Per ciascuna materia ci sono alcuni grandi periodici il cui materiale bibliografico è estremamente prezioso. Il vostro relatore vi potrà dire quali sono questi periodici nel vostro campo di ricerca. Non è facile trovare un articolo che vi interessi in un periodico, ma a forza di cercare, imparerete la tecnica e se troverete almeno un articolo utile la vostra fatica sarà pienamente ricompensata. Le riviste di specialità hanno poi i propri repertori bibliografici, indici numerosi e ricche bibliografie. Sono in genere fonti di seconda mano di grande utilità. 3.2 I libri e le schede bibliografiche Qualsiasi libro può diventare una sorgente di informazioni bibliografiche. Perciò è bene ordinare per primo libri monografici, la cui bibliografia complessiva vi darà molti titoli interessanti che ricorrono in altri libri e periodici. I libri più recenti sono da preferire, perché la loro informazione bibliografica sarà aggiornata. Anche in questo caso potete copiare le bibliografie e poi confrontarle. Potete guardare anche le note (a piè di pagina o alla fine dei singoli capitoli): qui si trovano citati forse i libri più interessanti proprio per il vostro argomento. Per ciascun libro che vi sembra interessante dovete fare una scheda bibliografica (5.1). Il sistema più adatto per avere sempre a portata di mano le schedine bibliografiche è di metterle in un contenitore con schedine che si può comprare in 11 una cartoleria o fare da sé. Messe in ordine alfabetico, le schedine bibliografiche vi saranno di grande aiuto ogni volta che andiate in biblioteca. Questo schedario iniziale potrà diventare inoltre la base della bibliografia finale (7.3). Ci sono alcuni sistemi per inserire le schede di lettura sul vostro computer. 4. IL PIANO DI LAVORO La prima cosa da fare per cominciare a scrivere la tesina è di scrivere il titolo, l'indice generale e l'introduzione. Senza questi tre elementi non si può incominciare la stesura propriamente detta. 4.1 Il titolo Un buon titolo è già l'idea centrale del lavoro. Perciò all'inizio potete mettere un titolo più lungo, più descrittivo. Il titolo finale dovrà invece "colpire": essere suggestivo per l'argomento scelto, non troppo lungo e non già usato. 4.2 L'indice generale o scaletta L'indice generale, almeno in una prima forma, può essere molto analitico. Esso contiene in realtà le tappe del vostro lavoro. Ecco un modello di indice generale o scaletta: 1) Introduzione: posizione del problema, ricerche precedenti e la vostra ipotesi. 2) I dati che potete proporre. 3) L'analisi di questi dati secondo un certo metodo. 4) Dimostrazione dell'ipotesi. 5) Conclusioni. 6) Riassunto e accenni a eventuale lavoro successivo. 7) Bibliografia. 12 4.3 L'introduzione Notate che nell'introduzione sono già presenti due aspetti importanti: posizione del problema e la vostra ipotesi. Questa parte dell'introduzione potrebbe essere chiamata introduzione provvisoria, perché sarà cambiata durante la vostra ricerca. In ogni caso essa vi servirà per meglio capire voi stessi ciò che volete fare e per poterlo spiegare al relatore. Ma serve soprattutto per vedere se avete già le idee in ordine. Se queste idee cambieranno, l'introduzione e tutto l'indice dovranno essere ristrutturati. Finché non sarete in grado di scrivere l'introduzione provvisoria e l'indice generale non potete incominciare la stesura della tesi. Poi magari potete redigere i vari capitoli e sottocapitoli in ordine facoltativo, così come vi è più facile. 4.4 Il processo di scrivere: dal pensiero sulla carta Ecco alcuni consigli riguardanti il processo di scrivere propriamente detto: 1) Notate tutte le idee quando vi vengono in mente. Poi mettetele in ordine, cercate di collegarle, di strutturarle intorno a un'idea centrale. 2) Non badate troppo allo stile o alla forma in italiano. Scrivete in italiano così come avete pensato. Poi sulla pagina scritta potete riformulare le stesse idee in modo più elegante e in ogni caso corretto. 3) Non pensate al numero delle pagine: è meglio cancellare che perdere delle idee forse interessanti. 4) Presentate al vostro relatore l'indice generale provvisorio e le prime pagine scritte. Continuate nello stesso modo con gli altri capitoli. 5. LE SCHEDE E GLI APPUNTI La condizione ideale per fare una tesina è quella di avere in casa tutti i libri di cui avete bisogno: le fonti primarie e secondarie. Ma siccome questo è impossibile 15 alcune citazioni, fate alcune osservazioni, elaborate un giudizio. 6. LA STESURA 6.1 Lo stile La prima domanda da porsi è: a chi si rivolge il lavoro speciale, al relatore, agli altri studenti o studiosi che avranno l'occasione di consultarla, a un pubblico più vasto? La risposta più facile è questa: il lavoro speciale è scritto per essere letto e giudicato dal relatore, letto e discusso dal controrelatore, ma si rivolge anche a molti altri interessati (i vostri colleghi, per esempio). Il linguaggio deve essere in ogni caso molto chiaro, appunto perché si suppone che la tesina sarà consultata da molti altri. I termini tecnici (specifici per il vostro campo di ricerca) dovranno essere definiti quando li introducete per la prima volta. Se non potete definirli chiaramente, evitateli. Molte volte la spiegazione di alcuni termini può apparire in note (6.5). La seconda domanda da mettersi è: come si scrive? Alcuni consigli generali: 1) Non fate periodi lunghi; se vi vengono, spezzateli poi. Andate spesso a capo. 2) Il soggetto (grammaticale) deve essere ricordato ogni tanto, altrimenti non si sa più di chi si parla. 3) Lo stile deve essere il vostro stile: uno stile moderno, attuale, che vi rappresenti. In tal modo la vostra prosa sarà chiara e comprensibile. Lo stile deve essere anche concentrato, senza molte parentesi, incise ecc. Alcune parentesi, aggiunte e divagazioni possono apparire in una prima stesura, ma poi passeranno in nota o in appendice. 16 4) Si può usare uno stile impersonale o uno più personale. Se preferite lo stile più personale, usate io e non noi. La comunicazione sarà più naturale. Es.: stile personale - "posso concludere dall'articolo che ho citato in precedenza"; stile impersonale - "si deve concludere dall'articolo citato in precedenza". 5) Non usate l'articolo davanti ai nomi propri (il Leopardi, il Cassola). Quest'uso sa di vecchio. I nomi stranieri devono essere italianizzati in caso di tradizione accettata (questo vale soprattutto per i nomi di autori antichi greci e romani: Platone, Ovidio, ma anche per alcuni autori in tempi più recenti: Bacone per Bacon, Cartesio per Descartes, Lutero per Luther). 6.2 Le citazioni L'autore della tesina deve citare i testi altrui: dell'autore studiato (fonti di prima mano) e dei critici (fonti di seconda mano). Alcune regole per la citazione: 1) Le citazioni non devono essere troppo ampie. Se il testo da citare è troppo lungo si può mettere in appendice. 2) Le citazioni devono essere indispensabili, cioè devono essere usate solo quando la loro autorità giustifica una vostra affermazione. 3) Se la citazione non ha più di due-tre righe si può inserire nel corpo del testo, tra virgolette. Se la citazione è più lunga, si fa una citazione rientrata, senza virgolette. 4) La citazione deve essere fedele. Se una parte viene omessa, l'omissione deve essere segnata con tre puntini di sospensione tra parentesi quadre. Es.: "Il testo citato [...] è la migliore conferma dell'ipotesi avanzata". Se voi aggiungete qualcosa, lo dovete pure fare tra parentesi quadre, per indicare che le cose aggiunte non appartengono all'autore citato. Se mettete in corsivo qualche parola dovete aggiungere alla fine della citazione (c.n.), cioè "corsivo nostro". 5) La differenza tra citazione e commento proprio deve essere molto ovvia. Un commento non si mette tra virgolette, ma richiede il rimando bibliografico lo 17 stesso. Se dimenticate le virgolette nel caso di una citazione, avete commesso un plagio, il che è severamente punito. 6) Il rimando all'autore e all'opera deve essere chiaro. Se non usate il sistema Harvard (6.3), che semplifica molto, ci sono alcuni termini da usare come: op.cit. (opera citata), ed.cit. (edizione citata), ibidem (nello stesso luogo), idem (lo stesso, come sopra), che mettono un po' di ordine nei riferimenti bibliografici. Comunque il sistema Harvard è il più raccomandabile perché più semplice. 6.3 Il riferimento bibliografico: il sistema Harvard Le regole indicate in questo sottoparagrafo seguono il sistema Harvard che è un sistema di riferimento autore-anno (autore-data), adoperato sempre di più in contesto scientifico. Questo sistema presuppone che la bibliografia finale (7.3) sia costruita ponendo in evidenza il nome dell'autore e la data di pubblicazione della prima edizione del libro o dell'articolo. Ecco alcune regole che valgono per i libri, per i libri consultati in traduzione, per i capitoli di libri, per articoli: De Mauro, Tullio. 1982. Minisemantica. Dei linguaggi non verbali e delle lingue. Bari: Laterza (2-a ediz. accresciuta, 1990). Che cosa consente questo tipo di bibliografia? Vi permette di fare i riferimenti bibliografici evitando le note bibliografiche a piè di pagina. Ecco come potete fare una citazione secondo questo sistema: Imparare una lingua significa immettersi in una tradizione che non è fatta solo di parole e frasi vuote, ma di parole e frasi che hanno il loro senso nel rapporto stretto con la complessiva tradizione e vita d'una cultura e società (De Mauro 1982: 161). 20 numerare le note! 7. LA REDAZIONE La scrittura della tesina non può fare a meno del computer, che è il principale strumento scrittorio usato in ambito accademico. Come fare una tesina con il computer potrebbe essere l'argomento di un altro compendio: qui avrete solo alcuni consigli d'ordine generale. 7.1 La videoscrittura Il computer con un programma adatto permette di dare ai testi un’impostazione grafica: la determinazione dei margini, interlinea, rientri di capoverso (indrag); la scelta del carattere, del corpo, dello stile, del colore; l’introduzione di grafici, tabelle e immagini. Il computer permette di riprodurre i testi (con la stampante) e di renderli immediatamente disponibili agli altri (via e- mail). Si può usare il computer anche prima della stesura. Se avete un portatile, lo potete usare in biblioteca per prendere vari appunti e fare le schede di lettura. Usando un correttore automatico (presente in alcuni programmi di videoscrittura) si impara molto anche dal punto di vista formale. A forza di sbagliare e correggere si arriva veramente a diminuire l'imperfezione dello scritto: errori di battitura, virgole messe a caso, frasi senza verbo, tempi verbali sbagliati, soggetti perduti per strada, tutto appare chiaramente sullo schermo e può essere corretto velocemente. Questa rapidità vi dà fiducia in voi stessi, perché in genere si pensa così: meglio avere qualcosa su cui lavorare che un foglio bianco. In questo modo molti di voi supereranno le inibizioni allo scrivere. 7.1.1. Il piano di lavoro al computer 21 Alcuni consigli: Proponetevi un piano di lavoro. Questo piano assumerà la forma di un indice provvisorio. Perciò potete intitolarlo INDICE. Il vostro primo file (documento) creato sarà l'INDICE. Sarà certamente il testo più manipolato dell'intera tesina. Come nel caso del piano di lavoro di cui si è già parlato, dovete fare una struttura ricca di paragrafi, sottoparagrafi (fino a 4 livelli). Esempio di piano di lavoro - indice: INDICE 1. Introduzione 1.1. Titolo paragrafo 1.2. Titolo paragrafo 2. Titolo capitolo 2.1. Titolo paragrafo 2.2. Titolo paragrafo 2.2.1. Titolo sottoparagrafo 3. Conclusioni BIBLIOGRAFIA APPENDICE Usate sin dall’inizio il tipo di formattazione indicato come mall. Sarà più difficile trasporre un testo già scritto nella formattazione (formatmall) richiesta per le tesine. 7.1.2 La reperibilità del materiale con le banche dati In questo campo le possibilità sono molto seducenti. Si tratta di adoperare le banche dati (databas), che sono accessibili nella biblioteca dell'Università su CD- rom. Il tipo di accesso alle fonti e ad altri archivi elettronici è chiamato "servizio di 22 informazione in linea" ed appartiene alla "telematica". Si tratta di nuove forme di comunicazione basate su una rete nazionale e internazionale di telecomunicazioni, con accesso a banche dati (LIBRIS, per esempio, è un data base bibliografico, v. 3.1.1). 7.2 I criteri grafici Mettete in corsivo i titoli di libri e le riviste. Le parole che volete mettere in evidenza (termini stranieri, termini tecnici, parole-chiave) possono essere in grassetto, in corsivo o s p a z i a t e. Serbate le virgolette " " per le citazioni. Quando citate le parole di un altro all'interno di una citazione potete usare o le virgolette semplici ' ' oppure le virgolette «ad angolo» o italiane. Usate le maiuscole, i punti, le virgole e punto e virgola con attenzione. Consultate un manuale di stile se siete insicuri. Fate attenzione alla divisione in sillabe. Gli accenti in italiano sono acuti e gravi. Queste sono le regole da seguire per il lavoro speciale: 1) Le vocali a, i, o, u, se accentuate in fine di parola, prendono l'accento grave. Es.: università, così, trovò, più. 2) La vocale e invece, in fine di parola vuole quasi sempre l'accento acuto. Es.: perché, né, sé. Ma nelle parole che si pronunciano con la e aperta (è, cioè, caffè, tè, piè), nelle parole di derivazione francese (gilè, canapè) e nei nomi propri (Giosuè, Mosè) si mette l'accento grave. L'uso delle abbreviazioni segue alcune regole. Ecco un elenco delle abbreviazioni più adoperate: cap. - capitolo; cfr. - confrontare, vedere anche; ediz. - edizione; per es. - per esempio; fig. - figura; ms. - manoscritto; n. - nota; p. - pagina; pp. - pagine; tab. - tabella; tr. - traduzione; v. - vedi; vol. - volume; voll. - volumi. L'uso dell'articolo davanti ai titoli è un altro problema da risolvere. Ci sono tre
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