Scarica IL SABATO DEL VILLAGGIO e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! IL SABATO DEL VILLAGGIO Il sabato del villaggio, fa parte dei grandi idilli, e fu scritta da Leopardi nel 1829, periodo in cui si trovava a Recanati. Questa poesia descrive l'atmosfera che si respirava nella cittadina il sabato sera, durante l'attesa della domenica, giorno dedicato al riposo. La domenica però, non era mai in grado di mantenere le aspettative che si erano create il giorno precedente, in quanto già si pensa al giorno seguente, che si dovrà lavorare. FIGURE RETORICHE -Metafore: età fiorita, età bella, stagion lieta indicano la giovinezza. - Climax: donzelletta (giovinezza); vecchiarella (vecchiaia); lo zappatore (l'età matura); il garzoncello (giovinezza). -Enjambements (divisione della frase in 2 versi): “reca in mano / un mazzolin di rose e di viole”; “la sega / del legnaiuol”; “tristezza e noia / recheran l’ore”. - Allitterazioni (ripetizione frequente di lettere o di sillabe): frequente uso della l per esempio. - Anastrofe (inversione di parole all'interno di una frase rispetto al normale ordine sintattico): “novellando vien”; “d’allegrezza pieno”. - Ossimoro (accostamento di parole che esprimono concetti contrari): "lieto romore". -Similitudine (confronto di due elementi simili tra loro): "cotesta età fiorita è come un giorno d’allegrezza pieno" è presente la similitudine. PARAFRASI una giovane ragazza al tramonto, torna dalla campagna con un fascio d'erba e in mano un piccolo mazzo di rose e viole, con cui domani, giorno di festa, sia adornerà il petto e i capelli punto una donna anziana, con gli occhi rivolti verso il tramonto, siete su una scala intenta a filare insieme alle sue vicine e racconta della sua giovinezza, quando nel giorno di festa, ovvero il sabato si ornava e andava a ballare insieme ai giovani della sua età. Ormai tutta l’aria si fa scura e il cielo sereno torna azzurro, non più arrossato dal tramonto, e si creavano dai colli e dalle case delle lunghe ombre ottenute dalla candida luce della emessa luna appena sorta. Ora la campana dà il segnale della festa che sta arrivando e si direbbe che a quel suono il cuore provi un senso di sollievo. I giovani ragazzi, urlando tutti insieme sulla piazzola e saltando qua e là, generano rumori che crea allegria e intanto, fischiando, il contadino va a mangiare la sua povera cena e tra sé stesso pensa al riposo giorno dopo. Poi quando nel paese è spenta ogni altra luce e tace ogni altro rumore, si sente picchiare il martello, si sente il rumore della sega del falegname che rimane al lavoro nel chiuso della sua bottega e si affretta e si impegna a concludere il lavoro prima del chiarire dell’alba. Il sabato, tra i sette giorni, è il più piacevole e pieno di fiducia e di allegria: domani le ore passeranno nella tristezza e nella noia e ognuno nel suo pensiero tornerà al lavoro consueto. Ragazzino felice e giocondo, questa tua età piena di speranze assomiglia alla giornata del sabato, piena di felicità, giorno luminoso, sereno, che anticipa la festa della tua vita. Godi, ragazzo mio, questa è un requisito piacevole, un periodo sereno della tua vita. Non voglio dirti altro, ma non provare dolore anche se il giorno della tua festa tarda a venire.