Scarica Il sabato del villaggio: Analisi e commento e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Il sabato del villaggio è una canzone libera che si inserisce nel gruppo dei canti pisano-recanatesi. La poesia si apre con la descrizione della vita nel borgo di Recanati nel tardo pomeriggio del sabato quando, in un’atmosfera di attesa e serenità, gli abitanti si preparano alla festa dell’indomani. La prima parte, propriamente descrittiva, si apre con l’immagine di una donzelletta che, terminato il lavoro nei campi, si dirige verso casa portando un mazzolino di rose e di viole che userà per ornare il petto e i capelli nel giorno di festa. Nel frattempo, calata la sera, una vecchiarella, chiacchierando con le vicine, ricorda i tempi della sua giovinezza quando anch’ella si vestiva a festa e ballava con i suoi coetanei. Se la donzelletta simboleggia la giovinezza piena di speranza, la vecchiarella simboleggia a sua volta l’età matura quando, attraverso la rimembranza, ritorna alla mente il ricordo dei tempi felici. Queste due figure rimandano alla teoria del piacere nella quale Leopardi teorizza che la felicità può essere trovata solo nell’idealizzazione del futuro o nel ricordo del passato perduto, ma mai nel presente. Fattasi ormai sera le campane della città suonano annunciando l’inizio della festa e mentre i fanciulli spensierati si riversano in piazza gridando e saltando, un contadino si dirige verso casa pensando al riposo che lo aspetterà l’indomani. Nella notte, mentre tutto tace, il falegname si affretta a terminare il suo lavoro prima che giunga l’alba. Questa prima parte descrittiva è resa dal poeta attraverso l’alternanza di suoni ed immagini. Nella lirica si possono individuare diverse sensazioni uditive come ad esempio: squilla v.20, gridando v.24, lieto rumore v. 27, fischiando v.29, e tutto l’altro tace v.32, e odi il martel picchiare v.33, odi la sega v. 33. Allo stesso modo attraverso una serie di sensazioni visive il poeta scandisce il tempo: calar del sole v.2, si perde il giorno v. 10, l’aria imbrunita v.16, azzurro il sereno v. 17, l’ombre v.17, al biancheggiar della recente luna v.19, il chiarir dell’alba v.37. Nella seconda parte della lirica il poeta riflette sul giorno del sabato e sul dì di festa. Il sabato è visto come il giorno più bello della settimana poiché simboleggia l’attesa di qualcosa di più piacevole e lieto: tutti lavorano piacevolmente, pensando che quello successivo sarà un giorno di riposo e di festa; ma quando arriva la domenica a dominare sono tristezza e noia e il pensiero va subito alle fatiche del giorno successivo. Il sabato, così come la giovinezza, è ricco di attese e illusioni; mentre la domenica, che rappresenta quell’età matura tanto idealizzata, distrugge le illusioni e mostra all’uomo l’arido vero. Per questo, nella strofa successiva, Leopardi invita il “garzoncello scherzoso” a godere della sua giovane età, augurandogli che il suo giorno di festa, cioè l’età matura, tardi ad arrivare perché, come la domenica delude le attese del sabato, così l’età adulta è destinata a deludere le attese della giovinezza. A livello stilistico nella lirica il poeta alterna un lessico colloquiale, reso attraverso l’uso di vezzeggiativi e diminuitivi, a un lessico aulico, mentre attraverso l’uso delle rime in ossimoro (vv. 39-40 e 48-51) rimanda nuovamente al contrasto tra l’età delle illusioni e l’età dell’arido vero.
