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Analisi de Il Sabato del Villaggio di Leopardi, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Un'analisi del componimento poetico Il Sabato del Villaggio di Leopardi, che esprime la concezione del piacere dell'autore. La poesia è divisa in quattro strofe e presenta diverse allegorie e tematiche come la giovinezza, i colori, la sofferenza e la speranza. Viene anche analizzato il dettaglio del mazzolino di fiori che può essere considerato un errore botanico voluto dall'autore per creare un'atmosfera vaga e indefinita. L'analisi si concentra anche sulla struttura e le figure retoriche utilizzate dall'autore.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

In vendita dal 18/01/2024

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4.5

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Scarica Analisi de Il Sabato del Villaggio di Leopardi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! IL SABATO DEL VILLAGGIO - LEOPARDI Parafrasi Una fanciulla torna dalla campagna al calar del sole con il suo fascio d’erba e porta in mano un mazzolino di rose e viole, con cui si adornerà i capelli e i vestisti nel giorno di vesta. Siede la vecchietta sulla scala dove tramonta il sole e sta raccontando della sua giovinezza quando nei giorni di festa lei si ornava e, ancora, sana e snella, era solita a danzare con i suoi compagni della giovinezza. Già tutto il cielo diventa più scuro, torna ad essere azzurro scuro e scendono le ombre giù dai colli e dai tetti sotto il biancheggiare della luna appena sorta. Allora la campana inizia a suonare (suono poeticissimo) come segno della festa che arriva; e a quel suono, diresti che il cuore si consola. I fanciulli corrono sulla piazza insieme e fanno un lieto rumore. Il contadino torna alla sua povera casa e pensa al suo dì di riposo. Quando intorno è spenta ogni luce e tutto il resto fa silenzio senti il rumore del martello e della sega del falegname, che veglia alla luce della bottega ormai chiusa e si dà da fare di finire il suo lavoro prima del sorgere dell’alba. Questo è il giorno più gradito della settimana, pieno di speranza e di gioia: domani le ore porteranno tristezza e noia, e ognuno nei suoi pensieri tornerà al lavoro consueto. O ragazzo allegro, questa tua giovinezza è come un giorno pieno di felicità, giorno chiaro, sereno, che precede la maturità. Sii felice, o mio fanciullo: questa età è una condizione beata, un’età gioiosa. Non voglio dirti altro; ma non ti pesi il fatto che la tua vita adulta tardi ancora ad arrivare. Analisi Il sabato del villaggio è uno dei canti pisano-recanatesi più importanti ed è la poesia gemella (dittico) della quiete della tempesta: infatti, entrambe affrontano la teoria e il tema del piacere. Leopardi esprime la sua concezione sul piacere: visto che non può ottenere il piacere assoluto, si limita a cercare degli attimi di piacere o dopo una tempesta oppure nell’attesa e nella speranza di qualcosa. Dunque, il sabato è bello perché rappresenta l’attesa del giorno di riposo, ovvero la domenica. È una canzone libera divisa in quattro strofe, versi settenari ed endecasillabi alternati; le rime non hanno uno schema, ma sono presenti diverse allitterazioni e assonanze. [1] A proposito del mazzolino fiori che ha in mano la fanciulla, Pascoli scrive un saggio intitolato il sabato, in cui contesta il fatto che non sia possibile che ci fossero contemporaneamente rose (nascono a maggio) e viole (nascono a marzo). In realtà, Leopardi ha messo questo dettaglio, che può essere considerato un errore botanico, di proposito: infatti, questo rende il tutto più vago ed indefinito, ovvero un’atmosfera che è incentivata dal tramonto. In questa strofa, ci sono molte ripetizioni delle doppie (soprattutto /l/ e /t/). La donzelletta è allegoria della giovinezza, mentre la vecchia è allegoria del ricordo e della vecchiaia; inoltre, la figura dell’anziana riprende quella di Silvia, dato che entrambe filano. È anche presente il tema dei colori; anche gli uccelli del passero solitario fanno rumore e sembrano felici, come i ragazzi di questo componimento. [2] In questa strofa, l’idea del falegname che deve finire il suo lavoro è reso bene dalle allitterazioni (/r/ /s/ e /t/), dalla rima interna (adopra opra) e dal polisindeto. [3] In questa strofa, che si trova quasi alla fine del componimento, Leopardi inserisce una riflessione filosofica (stessa struttura di A Silvia). [4] Il finale è leggermente più ottimistico: il poeta, infatti, non vuole anticipare al ragazzo tutte le disgrazie che gli capiteranno (quindi scrive di non voler dire più nulla) e gli consiglia di non preoccuparsi se sta per arrivare la maturità e l’età adulta, dunque di godersi questo periodo. Nelle altre strofe prevale il polisindeto, mentre in questa l’asindeto. TEMATICHE: giovinezza, colori, sofferenza, speranza. 
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