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IL SACRO NELLA STORIA RELIGIOSA DELL'UMANITA', Appunti di Sociologia Della Religione

Riassunto del libro di J. Ries primi 3 capitoli

Tipologia: Appunti

2018/2019
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m.mangialardo
m.mangialardo 🇮🇹

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Scarica IL SACRO NELLA STORIA RELIGIOSA DELL'UMANITA' e più Appunti in PDF di Sociologia Della Religione solo su Docsity! 1 RIASSUNTO PER ESAME STORIA DELLE RELIGIONI “JAMES ORGANISTI” 1 Introduzione ............................................................................................................................... 2 2 SCUOLA SOCIOLOGICA ED ENTOLOGICA ................................................................................... 4 2.1 E. Durkheim ......................................................................................................................... 4 2.2 M. Mauss: ............................................................................................................................ 4 2.3 L. Lavi Makarius ................................................................................................................... 4 2.4 R. Girard ............................................................................................................................... 5 2.5 R. Caillois .............................................................................................................................. 5 3 SCUOLA FENOMENOLOGICA ...................................................................................................... 7 3.1 N. Soderblom ....................................................................................................................... 7 3.2 R. Otto ................................................................................................................................. 8 3.3 G.V.D. Leeuw ....................................................................................................................... 9 4 SCUOLA ERMENEUTICA ............................................................................................................ 11 4.1 M. Eliade ............................................................................................................................ 11 2 1 Introduzione Con la espansione coloniale del XIX secolo gli occidentali hanno manifestato interesse verso culture, miti, riti, religioni (ecc..) privi di scrittura, l’obbiettivo era di convertire popoli al cristo e al vangelo (Missionari) Gli storici delle religioni hanno cercato di comprendere e interpretare il sacro come elemento centrale della scienza delle religioni. Possiamo riassumere tre approcci diversi ma il punto di partenza di tutte è il SACRO e come il SACRO si manifesta nella vita sociale e religiosa. I tre approcci sono: a) Sociologico: si concentra sul rapporto tra sacro e la società Sono esponenti : • Durkheim • Mauss • Laura Levis Makarius • Girard • Caillois Le prime teorie sul sacro sono sorte su due fattori: il mana e il totem. i. Il mana letteralmente significa “forza sovrannaturale”, il termine indica una forza impersonale ed anonima presente nel clan e in ogni membro del clan: tale forza costituisce il centro di tutti i fenomeni religiosi. Il mana è la matrice del sacro, e si trova all’origine della religione primitiva. ii. Il totem esprime e simbolizza il mana b) Fenomenologico: si concentra sul rapporto tra sacro e individuo Sono esponenti: • Soderblom • Otto • Van Der Leeuw Di pari passo con la scuola sociologica nasce la scuola fenomenologica, un movimento di ricerca che considera il fenomeno religioso come fenomeno vissuto dall’uomo religioso. Più che alla dimensione sociale, l’interesse di quest’uomo è rivolto alla dimensione trascendentale (cioè che si pone al di fuori della realtà oggettiva) che si ripercuote sulla sua vita. Il sacro si contrappone al profano come l’uomo religioso si contrappone all’uomo non religioso. Il sacro si colloca al centro della religione, in quanto valore incomparabile. c) Ermeneutico: si concentra sulla interpretazione dei testi antichi Sono esponenti: • Eliade 5 L’atto della violazione del tabù presenta un contenuto ideologico collettivo che fonda il MANA con tre caratteristiche fondamentali: • efficacia (potere del sangue) • ambivalenza (mana è il sangue, ma anche una forza misteriosa, puro=sacro/impuro) • pericoloso (perché un sangue proibito e impuro) Il MANA, nato dalla violazione dei tabù si modifica, si carica di purezza e sfocia nel sacro, la forza magica si trasforma in religione. Questi popoli, che hanno prodotto il MANA e arricchito di purezza, sono fondatori involontari della religione. 2.4 R. Girard Egli afferma che i fenomeni religiosi sono legati al ricordo e perpetuazione di una umanità radicata nel sacrificio di una VITTIMA, che non è l’agnello sacrificale, ma una vittima interna alla comunità. Sostiene che ci sia una violenza iniziale necessaria dalla quale poi deriva il RITO e il MITO. Il MANA è vittima interna alla comunità (emissaria) mentre nel rito la vittima è esterna alla comunità. L’individuazione di questa violenza fondatrice permette di organizzare tutti gli elementi del sacro in un’identità tra violenza e sacro. Il fatto sostanziale è che in una società UNO SI SACRIFICA (VITTIMA EMISSARIA) PER IL BENE DELLA COMUNITÀ STESSA. Questa violenza iniziale è fondatrice della religione, la violenza è il cuore e anima del SACRO, sacro quello che domina l’uomo. L’esistenza umana è governata dal sacro, Il MANA è la VITTIMA EMISSARIA che fonda il gruppo. Durante i suoi studi sulle religioni fondate sul sacrificio della vittima emissaria giunge ad affermare che il CRISTIANESIMO è l’unica religione non sacrificale, perché Gesù è venuto ad abolire i sacrifici di sangue, predica il Vangelo di Dio (non-violenza) al sacro violento subentra una trascendenza dell’amore. 2.5 R. Caillois Si interessa alle teorie di Bruhl. • Bruhl ritiene che il modo di capire il reale è comune ad un gruppo sociale. Nel mondo primitivo, l’uomo credeva in un mondo duplice, NATURALE e SOVRANNATURALE, VISIBILE e INVISIBILE. L’uomo tribale avverte la presenza del mondo invisibile e sovrannaturale e lo rappresenta con dei SIMBOLI, creando così una relazione con il SACRO. 6 Caillois è interessato a descrivere questo concetto di relazione. Per C. il SACRO è una categoria fondamentale della sensibilità religiosa e si deve studiare all’interno dei comportamenti dell’uomo religioso, imponendo al fedele una condotta da seguire. Il rapporto che l’uomo intrattiene con il sacro è la vita religiosa. Il SACRO si presenta come una proprietà/forza/energia che cambia nello spazio/tempi/cose sovrapposto al mondo reale (profano) in maniera misteriosa. Il PROFANO invece è il mondo delle cose reali (sostanze) fisse. Il SACRO inteso come energia/forza può essere puro/impuro, benefico/malefico, buono/cattivo, e possiamo dire che si divide in due poli: • SANTITA’ E • SOZZURA La SOZZURA, il fare cose cattive, è alla fine una trasgressione che permette di ricreare la società. Quindi non fa invecchiare la società, la evolve. RITO: necessario per organizzare rapporti tra sacro e profano. FESTA: luogo dove si svolgevano i riti. Tutto questo si sviluppava nelle società arcaiche, ma con il passare del tempo nelle società moderne, i riti e le feste perdono importanza, un gruppo vuole sovrastare un altro gruppo, il singolo individuo vuole sovrastare il gruppo e si perde il concetto di solidarietà e nasce il CAPO. Il nuovo SACRO DIVIENE IL POTERE e si manifesta nel CAPO che diventa il MANA In questo MANA troviamo sia il SACRO che il PROFANO. 7 3 SCUOLA FENOMENOLOGICA Di pari passo con la scuola sociologica nasce la scuola fenomenologica, un movimento di ricerca che considera il fenomeno religioso come fenomeno vissuto dall’uomo religioso. Più che alla dimensione sociale, l’interesse di quest’uomo è rivolto alla dimensione trascendentale (cioè che si pone al di fuori della realtà oggettiva) che si ripercuote sulla sua vita. Il SACRO si contrappone al PROFANO come l’uomo religioso si contrappone all’uomo non religioso. Il SACRO si colloca al centro della religione, in quanto valore incomparabile. SACRO è la parola che conta nella religione, essa è perfino più importante della nozione di Dio. Una religione può esistere senza il concetto di divinità, ma non esiste alcuna religione reale senza la distinzione tra sacro e profano. 3.1 N. Soderblom S. è in disaccordo con la Scuola sociologica, si indirizza verso una interpretazione del sacro colto nell’uomo religioso. Per lui Sacro è la parola che conta nella religione, essa è perfino più importante della nozione di Dio. Una religione può esistere senza il concetto di divinità, ma non esiste alcuna religione reale senza la distinzione tra sacro e profano. L’essenza del fenomeno religioso non risiede nella credenza in Dio o nel culto che professa l’uomo religioso, ma risiede nella distinzione tra SACRO e PROFANO. Nella definizione di SACRO insiste sulla nozione di FORZA e sul fenomeno della POTENZA: il sacro è considerato come un potere o un’entità misteriosa LEGATA a certi esseri, cose, avvenimenti o azioni. Il MANA è inteso nel senso di un sacro positivo che agisce come un potere, e distinto dal sacro negativo, che implica la nozione di pericolo, di tabù, di proibizione che è indicato con la parola polinesiana TABU’ (sacro dei divieti). Partendo da questa distinzione, Soderblom affronta l’analisi del mana: insiste sulla sua presenza nelle qualità fisiche o morali di una persona e sulla sua provenienza da esseri spirituali. Il mana non è una forza impersonale. 10 SACRO è forza trasformatrice che si identifica con l’oggetto della religione. L’uomo si trova in presenza di una forza diversa e perciò capisce che il sacro può anche essere pericoloso per lui, quindi nasce il carattere benefico o malefico del sacro. In presenza di questa forza, il comportamento umano dell’uomo religioso è fatto di meraviglia, di timore e di paura. Al profano invece manca questa caratteristica. CONCLUSIONE: l’essenza della religione consiste in un contatto dinamico con il sacro, essa non è né pensiero stretto né sentimento, ma è un’azione il cui impulso primario è venuto dal contatto con il sacro. 11 4 SCUOLA ERMENEUTICA 4.1 M. Eliade Importante è ricordare che E. un viaggio a Calcutta dove resta per più di tre anni, studia il pensiero indiano sotto la direzione di Dasgupta. Pubblica la sua tesi di laurea sullo yoga e l’origine mistica dell’India (vicino a Otto). Come Soderblom, Otto e Van Der Leeuw, s’interessa del comportamento dell’uomo religioso e finisce per distinguere due tipi di uomo: 1. L’homo religiosus con il suo universo spirituale. Egli crede a una realtà assoluta: il sacro. 2. L’uomo areligioso, che rifiuta ogni trascendenza (l’uomo che Otto chiamava “naturale”). Per Eliade, lo storico delle religioni deve volgersi allo studio dei fatti religiosi, per scoprirvi ciò che rivelano. Eliade si interessa ai popoli privi di scrittura e in particolare al SIMBOLISMO RELIGIOSO e accetta il fatto che le immagini e i simboli comunichino il loro messaggio anche se l’individuo non ne ha coscienza. Come metodo per la storia delle religioni Eliade sostiene che sia necessario studiarle tutte e confrontarle. Eliade vuole che la storia delle religioni sia una scienza autonoma e non da confondere con l’antropologia, la sociologia ecc.. Lo storico delle religioni deve analizzare fatti storico-religiosi. A lui Eliade assegna tre missioni: 1. Storico 2. Fenomenologica 3. Ermeneutica 1) Approccio storico Il primo approccio è un approccio storico, in quanto ogni fenomeno religioso è prima di tutto un fenomeno storico. Ogni esperienza religiosa avviene in un contesto storico-culturale bene determinato. 12 Il passo storico è fondamentale per ricostruire la storia delle forme religiose e, per ciascuna di esse cogliere il contesto sociale, economico, culturale e politico in cui si è sviluppata. I documenti degli storici sono indispensabili. Ogni fenomeno religioso deve essere collocato nella storia umana. 2) L’approccio fenomenologico Il secondo approccio è quello fenomenologico. Tutte le esperienze religiose sono riducibili a forme di comportamento religioso. Eliade in linea con Otto e Van Der Leeuw colloca l’approccio fenomenologico in una concezione integrale della storia delle religioni. All’approccio fenomenologico Eliade dà una nuova dimensione, non si limita a registrare le manifestazioni del comportamento dell’uomo religioso davanti al sacro, ma approfondisce il significato, decifrando i fatti religiosi. Con il tentativo di superare le cose temporali e prendere contatto con la realtà ultima (sacra/religiosa) Per delineare il fenomeno religioso Eliade di serve di una parola: IEROFANIA. Ogni fenomeno religioso è una ierofania, vale a dire un atto di manifestazione del sacro. 3) L’approccio ermeneutico Ruolo dell’ermeneutica: fare analisi dei fatti, interpretarli e ordinarli in una prospettiva generale. L’ermeneuta, partendo dai documenti definiti grazie agli storici e correttamente interpretati dallo studio fenomenologico, procede a un lavoro comparato, per chiarire il messaggio contenuto in questi documenti e per renderlo accessibile all’uomo di oggi. In questo modo l’ermeneutica ha un potere di trasformare in quanto diffonde un messaggio, svela significati, crea nuovi valori e mette in contatto col mondo spirituale. Essa dimostra che ogni religione, anche la più elementare, rivela l’essere delle cose sacre.
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