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il segreto dell'infanzia. riassunto, Sintesi del corso di Pedagogia

parla rapidamente e sommariamente delle idee principali della scuola montessoriana.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 28/07/2022

giuditta.maselli3
giuditta.maselli3 🇮🇹

4.4

(110)

45 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica il segreto dell'infanzia. riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! IL SEGRETO DELL’INFANZIA di Maria Montessori PARTE PRIMA PREFAZIONE Nel ‘900 nacquero alcuni movimenti sociali a favore dell’infanzia. Fino a quel momento i bambini si consideravano un elemento di disturbo; nelle famiglie e nelle scuole il bambino era trascurato e le strutture a sua disposizione non erano adatte alle sue necessità. IL SECOLO DEL BAMBINO Il progresso raggiunto nella cura e nell’educazione dei bambini è stato rapido e sorprendente; la poetessa svedese Ellen Key sostenne che il 1900 sarebbe stato il “secolo del bambino”, tesi successivamente affermata anche dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III. La psicoanalisi e il bambino La psicoanalisi penetra nel subconscio, illustrando il contributo che il bambino psichico può dare a uno studio più approfondito dei problemi umani; importante è stata soprattutto la scoperta del potere che ha il subcosciente sulle azioni degli uomini. Il segreto del bambino Bisogna distinguere due piani di sondaggio incontrati dalla psicoanalisi: il più superficiale viene dall’urto tra gli istinti dell’individuo e le condizioni ambientali cui deve adattarsi, che spesso entrano in conflitto coi desideri istintivi (da ciò insorgono i casi guaribili, dove non è difficile far risalire nel campo della coscienza le cause perturbatrici); l’altro, più profondo, è il piano delle memorie infantili, il cui conflitto avviene tra il bambino e l’adulto, cioè la madre (qui si collegano le malattie di difficile guarigione). In tutte le malattie venne riconosciuta l’importanza dei fatti avvenuti nell’età infantile e intorno al bambino nacque dunque un nuovo campo di esplorazione scientifica, la psicoanalisi, la cui primaria caratteristica è la penetrazione di fatti psichici ancora ignoti nel bambino, e insieme il risveglio dell’adulto. L’ACCUSATO Freud riteneva l’adulto (o meglio i genitori) responsabile della crescita e dell’educazione del bambino. L’adulto reprime il bambino che non può espandersi come deve avvenire in un essere in via di sviluppo; da ciò sorge un’accusa contro l’adulto responsabile dei bambini. L’adulto deve trovare in sé l’errore ancora ignoto che gli impedisce di vedere il bambino. Molto spesso l’adulto pensa che il bambino sia un individuo vuoto e il suo lavoro è quello di riempirlo, ma in realtà il bambino è pieno di potenzialità e ha una sua personalità che deve essere presa in considerazione e non cancellata dall’adulto. INTERMEZZO BIOLOGICO Con le sue scoperte sulla segmentazione della cellula germinativa, Wolf dimostrò il processo della creazione degli essere viventi: ogni essere vivo, pianta o animale, deriva da una cellula primitiva, che, suddividendosi rapidamente secondo un disegno prestabilito, dà luogo all’essere vivente. L’essere nato, però, non è solo un corpo materiale, perché possiede anche delle funzioni, gli istinti. Così il bambino nato non è solo un corpo pronto a funzionare, ma è un embrione spirituale con direttive psichiche latenti. Lo spirito può essere così profondamente latente da non farsi manifesto come l’istinto dell’animale, che è già pronto a rivelarsi nelle sue azioni stabilite; ciò è segno di un fondo di libertà d’azione che richiede una elaborazione speciale. IL NEONATO L’ambiente supernaturale Nascendo, il bambino entra subito nell’ambiente della civilizzazione, dove si svolge la vita degli uomini. La nascita è per il bambino una grande sofferenza, ma non tutti se ne accorgono. Il nascituro passa da un luogo totalmente sicuro ad uno che non conosce, esposto all’urto brutale delle cose solide; viene subito vestito, diversamente da quanto pensa la Montessori, la quale sostiene che egli dovrebbe rimanere nudo anche fino al primo mese di vita, proprio perché ha bisogno di essere riscaldato dall’ambiente e non dai vestiti. Gli adulti, pur amando profondamente il bambino, attuano un istinto di difesa e avarizia contro di lui. Ovunque si pensa solo a salvaguardare il bambino dalle malattie e non si pensa invece che dovrebbe crescere in un luogo senza rumori, con una luce moderata e una temperatura calda e costante; dovrebbe essere toccato il meno possibile e trasportato con un mezzo leggero e cedevole per ricreare l’ambiente prenatale. Nella nostra civiltà esiste una lacuna per la prima epoca della vita. GLI ISTINTI NATURALI Anche gli animali, al momento della nascita, si ritirano a vivere in luoghi isolati e tranquilli, dove le madri li possono accudire e proteggere. Dopo ciò inizia la prima infanzia, nella quale la madre si occupa del corpo dei cuccioli e anche del risveglio psichico degli istinti latenti; tale risveglio avviene meglio nella luce attenuata, lontana dai rumori, sotto la vigilanza materna. L’EMBRIONE SPIRITUALE L’incarnazione L’incarnazione, secondo la religione, evoca la figura del neonato, vista come lo spirito trasformato in carne che viene a vivere nel mondo. Diversamente, la scienza considera l’individuo venuto al mondo un essere proveniente dal nulla. Nelle cure del neonato si deve tener conto della vita psichica, poiché l’educazione deve cominciare fin dalla nascita. La differenza psichica tra animale e uomo è che l’animale è come un oggetto prodotto in serie, mentre l’uomo è un prodotto fatto a mano. Quel lavoro attraverso cui si forma la personalità umana è l’opera occulta dell’incarnazione. Egli deve incarnarsi con l’aiuto della sua propria volontà. Il bambino grazie alla sua volontà, grazie ai suoi organi, grazie all’attenzione, si trasforma. L’incarnazione individuale possiede direttrici psichiche: nel bambino deve esserci una vita psichica che precede la vita motrice e esiste anteriormente a qualsiasi espressione esteriore e indipendentemente da essa. Il fenomeno del bambino inerte alla nascita ha sempre dato luogo a riflessioni filosofiche. A tal proposito, alcuni pensano erroneamente che i bambini appena nati, oltre ad essere inerti fisicamente, lo siano anche psichicamente e, sempre sbagliando, l’adulto si convince di essere il costruttore della vita psichica del bambino. Il bambino, come embrione fisico, ha bisogno di un ambiente speciale come il seno materno, e come embrione spirituale/psichico ha bisogno di essere protetto da un ambiente esterno animato, caldo d’amore, ricco di nutrimento, dove tutto è fatto per accogliere e niente per ostacolare. L’attitudine dell’adulto deve quindi cambiare: non deve solo accudire il bambino da un punto di vista psichico, ma deve mettere in relazione la sua psiche con l’ambiente circostante, da cui si sviluppa la sua individualità psichica e la sua personalità. LE DELICATE COSTRUZIONI PSICHICHE I periodi sensitivi Quando si parla di sviluppo, ci si riferisce soprattutto a quello fisico. Molti studi moderni hanno però posto l’attenzione sulla componente psichica, divisa in diversi periodi sensitivi. Il bambino si sviluppa nei periodi sensitivi, e questa sensibilità gli permette di rapportarsi col mondo esterno in modo eccezionalmente intenso. Quando una di queste passioni psichiche si spegne, altre fiamme si accendono al suo posto. Sparito questo periodo sensitivo, le conquiste intellettuali sono dovute ad un’attività riflessa, allo sforzo del volere, alla fatica della ricerca. Per quanto riguarda il capriccio, esso è un fenomeno senza causa apparente. I capricci collegati con i conflitti interiori che riguardano i periodi sensitivi, sono passeggeri come passeggero è il periodo sensitivo e non lasciano traccia nel carattere: sono espressioni esterne di bisogni insoddisfatti e spariscono immediatamente se c’è stata la possibilità di comprenderli e soddisfarli. Lo sviluppo psichico rende il bambino sensibile verso alcune cose e insensibile verso altre. Nel periodo sensitivo, ci possono anche essere, però, dei fattori negativi. Si manifesta un aumento di attività inutile e scomposta. Se non viene dato nessun aiuto e l’ambiente non è pronto per accoglierlo, il bambino sarà in continuo pericolo psichico. L’ORDINE Un importante periodo sensitivo è quello che rende il bambino sensibile all’ordine. Il bambino non può vivere nel disordine perché soffrirebbe, ed esprime questo suo disagio attraverso il pianto o l’agitazione. L’ordine rappresenta uno stimolo eccitante e implica il conoscere il collocamento degli oggetti nell’ambiente, ricordare il luogo dove ognuno di essi si trova, sapendosi orientarsi nello spazio. La natura pone nel bambino la sensibilità all’ordine, come Chiunque osservava i bambini della “Casa dei bambini” notava un’armonia dovuta al fatto che ogni b. era libero di fare ciò che gli interessava. La calma nelle classi al lavoro era impressionante, nessuno l’aveva provocata, anzi mai nessuno avrebbe potuto ottenerla dall’esterno. L’INIZIO DELL’INSEGNAMENTO La scrittura – La lettura La Montessori intuì che se il bambino poteva toccare le lettere e sentire la loro forma, trovava meno difficoltà a riprodurle. Per questo motivo creò lettere in carta smerigliata incollandole su fogli di legno; i bambini, in questo modo, erano entusiasti all’idea di imparare a scrivere. La mano si impadronisce di un lavoro vitale e inconscio, come è il linguaggio parlato, e crea un altro linguaggio che lo riflette in tutti i particolari. Stabilito un alfabeto, il linguaggio scritto dovrebbe derivarne logicamente, come conseguenza naturale. CONSEGUENZE Il metodo utilizzato per ottenere i risultati finora descritti non si vede: ciò che si vede è il bambino e la sua anima, liberata dagli ostacoli. “Allontanare gli ostacoli” è il primo passo fondamentale dell’educazione. I punti più importanti del metodo sono tre: un ambiente piacevole, dove i bambini non incontrano costrizioni; la presenza di una maestra umile, calma e disponibile; la disponibilità di materiale scientifico adatto e attraente per il bambino. LA PREPARAZIONE SPRITUALE DEL MAESTRO Il maestro deve prepararsi interiormente studiando se stesso per scoprire i propri difetti, e quindi controllarli per poter entrare in armonia con i bambini. La preparazione che il metodo montessoriano esige nel maestro è l’auto- esame, la rinuncia alla tirannia; egli deve espellere dal proprio cuore ira e orgoglio. Questo non significa che non deve rimproverare il bambino all’occorrenza, ma deve sempre ricordarsi che il bambino è una persona ed ha diritto ad essere rispettato come tale. LE FUGHE Incarnazione: l’energia psichica deve incarnarsi nel movimento e comporre l’unità della personalità agente. Se questa unità non si è raggiunta, energia psichica e movimento devono svolgersi separatamente e ne deriva l’uomo spezzato. Poiché nella natura nulla si crea e nulla si distrugge, queste dovendo svolgersi fuori della finalità segnata dalla natura, si svolgono deviando perché hanno perso il loro oggetto e vanno nel vuoto, nel caos. L’intelligenza che avrebbe dovuto costruirsi attraverso le esperienze del movimento, fugge verso la fantasia e va tra immagini e simboli. Le azioni dei b. restano incomplete perché l’energia passa attraverso le cose senza fermarsi. I giocattoli sembrano essere la rappresentazione di un ambiente inutile, senza scopo. Essi sono le sole cose che l’adulto ha fatto per il b. psichico, offrendogli un materiale su cui egli può esercitare liberamente la sua attività; l’adulto è convinto che il giocattolo costituisca il mondo in cui il b. trova la felicità. La psicoanalisi ha riconosciuto il lato anormale dell’immaginazione e del gioco, collocandoli tra le “fughe psichiche”. LE BARRIERE Le deviazioni possono causare sia le fughe che le barriere; queste ultime sono delle difese che impediscono al bambino di comprendere, che può essere paragonato ad un fanciullo cieco e sordo. Se le barriere si riferiscono a molte materie di studio, si possono confondere con delle vere e proprie deficienze. L’ATTACCAMENTO Se il bambino è particolarmente debole, tende ad avere un rapporto dipendente nei confronti dell’adulto, cercando di attirare la sua attenzione con continue domande, delle quali non gli interessa neppure la risposta. Sono bambini lagnosi, annoiati, sembrano piccoli sofferenti e vengono giudicati delicati di sentimento e sensibili agli affetti. IL POSSESSO Il b. attivo ha l’espressione di una creatura che vive in ambiente adatto. Se non ha questo ambiente di vita psichica, tutto rimane debole in esso, deviato e chiuso, annoiato e fuori dalla società. Egli vede solo le cose e ne desidera il possesso; la luce I fanciulli più forti e attivi difendono i loro oggetto anche con la lotta contro gli altri bambini, che ugualmente vorrebbero possederli: è il male interiore e non l’oggetto la causa del possesso. Anche i b. a caratteri remissivi riversano il loro interesse su cose esterne. Questi bambini hanno un modo diverso di possedere, non litigioso e senza competizione; essi accumulano oggetti più diversi, di nessuna attrattiva. Questo fenomeno, secondo Adler, è collegato all’avarizia, per cui l’uomo sta attaccato a molte cose e non vuole cederle anche se non gli servono a nulla. IL POTERE Un altro aspetto della deviazione è il desiderio di potere. Il bisogno di potere è normale se si vuole raggiungere a fin di bene, è deviazione quando l’uomo prende le cose con la forza solo per la propria sete di potere. IL COMPLESSO DI INFERIORITA’ L’adulto disprezza il bambino inconsciamente perché pensa che il bambino sia vuoto e innanzi a lui egli può tutto. Da ciò deriva la continua e lenta demolizione dell’io infantile. Nonostante l’adulto vorrebbe vedere il suo bambino famoso e potente, non può fare a meno in certi momenti di essere autoritario, tiranno. Si vengono a creare dei complessi nel bambino come quello di essere un inferiore perché ritenuto pericoloso per gli oggetti. Lo scoraggiamento più profondo è quello che viene dalla convinzione di “non potere”. L’adulto spegne di continuo nel b. il senso dello sforzo quando umilia in lui il sentimento della propria forza e lo convince di incapacità. Ne deriva lo scoraggiamento, la mancanza di fiducia in sé. Il complesso di inferiorità è un ostacolo che può restare permanente. LA PAURA La paura è uno dei caratteri naturali del bambino, ed essa fa parte del carattere. Spesso questo carattere è presente nei bambini che dipendono dagli adulti, perché questi per ottenerne obbedienza incutono loro delle paure. La normalizzazione non è gettarsi nei pericoli, ma sviluppare una prudenza che permette loro di conoscerli e dominarli. LE BUGIE La bugia, che può essere di molti tipi: bugia vesanica, collegata all’isterismo; bugia incosciente, legata al bisogno di dire cose fantastiche, non per ingannare; Bugia detta per pigrizia; bugia ingenua. La bugia è uno di quei fenomeni collegati con l’intelligenza che nell’infanzia sono ancora in formazione, ma che vanno organizzandosi con il crescere dell’età, e vengono a costituire una parte così importante nella società degli uomini, da essere indispensabile, decente, e anche. RIFLESSI SULLA VITA FISICA Accanto alle deviazioni psichiche si allineano molte specie di caratteri: tra questi alcuni sembrano divergenti, perché si riflettono sulle funzioni del corpo. All’apparire delle deviazioni psichiche, ad esempio, si perdono le sensibilità protettive che guidano verso la salute; ne derivano gli squilibri dell’alimentazione nel b. deviato. I bambini forti e attivi mangiano più del necessario e sono sotto cure mediche spesso a causa di disturbi digestivi. Essi, una volta inseriti in un programma di normalizzazione, perdono il gusto della golosità e cessano di essere voraci. Attraverso la conversione dei b., si riprendeva così una sensibilità vitale. Diversamente, i bambini remissivi provano ripugnanza verso il cibo, a volte causata dall’impulso difensivo verso l’adulto che lo vuole far mangiare secondo i suoi ritmi (diversamente i bambini fanno lunghe pause prima di finire il pasto). In altri casi il bambino non ha appetito a causa della sua costituzione, e sono una via lo può guarire : allontanarlo dalla persona che lo reprime e portarlo in un ambiente attivo e favorevole per fargli perdere quell’attaccamento che gli reprime lo spirito. La psicanalisi interpreta questo fatto come un “istinto verso la morte” (es. alcool, droghe). Ogni deviazione psichica orienta l’uomo verso il cammino della morte e lo fa attivo nella distruzione della propria vita: questa tendenza appare già in forma lieve nella prima infanzia. Le malattie possono avere sempre il loro coefficiente psichico, perché vita psichica e fisica sono collegate insieme: ma l’alimentazione anormale apre la porta all’avvento di tutte e le invita tutte. La malattia è talvolta una pura apparenza con cause esclusivamente psichiche, come fosse un’immagine di sé anziché una realtà (“fughe nella malattia”: sintomi reali sebbene inesistenti, collegate al subconscio). PARTE TERZA LA LOTTA FRA L’ADULTO E IL BAMBINO Lo sviluppo della personalità del bambino, nonché la sua libertà, è l’indipendenza progressiva dall’adulto. Tra le rivelazioni fatte dal b. ce n’è una essenziale, ovvero il fenomeno della normalizzazione per mezzo del lavoro; senza di esso non si può organizzare la personalità: l’uomo si costruisce lavorando, poiché il lavoro edifica l’esistenza umana di fronte all’ambiente. Il lavoro è la caratteristica più singolare dell’uomo poiché il progresso della civiltà è legato alla multiforme abilità che tende alla creazione dell’ambiente per facilitare la vita umana. L’uomo nasce con una finalità concentrata nel lavoro, poiché è la natura che lo spinge a costruire qualcosa che dipende da lui e che deve essere unito all’esistenza e ai fini della creazione. LE CARATTERISTICHE DELLE DUE SPECIE DI LAVORO Adulto e bambino, fatti per amarsi e convivere amorosamente, si trovano in lotta continua per l’incomprensione che corrode le radici della vita e che sviluppa un groviglio di azioni e reazioni. Tale conflitto è dovuto da varie questioni. L’adulto ha una missione: seguire il bambino e adattarsi ai suoi ritmi e alle sue necessità pratiche di sviluppo, ma il suo ambiente è troppo complicato e inadatto al bambino, e il suo ritmo troppo frenetico, diventando per il fanciullo un ostacolo. Non si pensa a offrire al b. un ambiente adatto alle sue esigenze, e al suo bisogno di azione e lavoro. Le questioni sociali sono due (perché due sono le forme di vita): la questione sociale dell’adulto e la questione sociale del b., con i loro rispettivi tipi essenziali di lavoro, entrambi necessari per la vita dell’umanità. Il lavoro dell’adulto L’adulto deve costruire l’ambiente “super-naturale” attraverso il lavoro produttivo, che è sociale, collettivo e organizzato. Per fare ciò, gli uomini devono sottostare a norme sociali, che impongono una disciplina organizzativa (es. legge della divisione del lavoro; legge del minimo sforzo). Però, poiché la materia che l’uomo lavora è limitata, sorge la competizione e agiscono le “deviazioni” dell’individuo, generatrici di conflitti. La “brama di possesso” non ha limiti; esso domina l’amore, sostituendolo con l’odio. Il b. vive materialmente accanto all’adulto e si trova, in ogni famiglia, associato alle più diverse condizioni di vita. Egli rimane tuttavia estraneo all’attività sociale dell’adulto, poiché la sua attività non può applicarsi alla produzione sociale. Il b. è quindi un “extra-sociale” per eccellenza, che disturba sempre là dove si trovano gli adulti. La sua mancanza di adattamento è aggravata dalla circostanza di essere attivo e incapace di rinunciare alla propria attività; si tende perciò a combatterla, obbligando il b. a non intervenire, a non dar fastidio, cercando di ridurlo alla passività. Il lavoro del bambino Anche il b. è un lavoratore e un produttore: egli deve produrre l’uomo, e l’adulto non può intervenire in questo lavoro. È un lavoro incosciente, realizzato da un’energia spirituale che si sta sviluppando, ed è fatto di attività, poiché egli crea con il suo continuo lavoro, nel quale utilizza anche l’ambiente esterno, ovvero lo stesso che l’adulto utilizza e trasforma. L’adulto perfeziona l’ambiente, ma il b. perfeziona l’essere. Noi adulti dipendiamo dal b. Confronto tra le due specie di lavoro Il lavoro del b. è costituito da azioni in relazione con oggetti reali del mondo esterno, e l’adulto potrebbe farne materia di studio. Entrambi, adulto e bambino, svolgono a spese dell’ambiente un’attività immediata, cosciente e volontaria, ma con finalità non direttamente cosciente e volontaria. Ciascun adulto è prodotto dal lavoro creatore di un essere infantile, e questo può essere studiato in tutte le sue parti dall’adulto; entrambe le finalità implicano un lavoro a spese dell’ambiente. Quando un b. lavora non lo fa per raggiungere uno scopo esteriore; egli esce dal lavoro rafforzato e pieno di energia. Il b. non segue la legge del minore sforzo, bensì una legge contraria, poiché consuma una quantità enorme d’energia in un lavoro senza scopo, impiegando energia potenziale nell’esecuzione di tutti i particolari; egli non ammette ricompense né concessioni (lavorando cresce, e perciò il lavoro aumenta la sua energia). L’uomo invece non si preoccupa delle cose esterne, e la usa soltanto nel momento opportuno per il perfezionamento interiore; egli deve aiutare il bambino a fare da solo, ad agire e effettuare il proprio lavoro nel mondo. Conclusione: è necessario preparare l’adulto affinché aiuti il bambino. GLI ISTINTI- GUIDA Anche nella natura, esistono due forme di vita, quella dell’adulto e quella dell’infante, diverse a contrastanti tra loro. Vita dell’adulto  caratterizzata dalla lotta (lotta dell’adattamento all’ambiente e lotta della concorrenza e selezione naturale, che si svolgono sia per la sopravvivenza della specie che per la selezione della conquista sessuale). L’uomo compie continui sforzi per conservare la vita e difendersi dai nemici, lotta e fatiche per adattarsi all’ambiente, l’amore e la conquista sessuale. “Istinti-guida” (istinti che guidano interiormente gli esseri viventi): essi guidano e
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