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il seicento e il settecento, Sintesi del corso di Storia

assolutismo, rivoluzione agricola, antico regime, illuminismo, dispotismo illuminato

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 28/02/2020

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giovanni-simonetti-1 🇮🇹

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Scarica il seicento e il settecento e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! IL SEICENTO: “la nascita delle monarchie assolutistiche” Il seicento è un’età di trasformazione, infatti con l’avvento del Rinascimento si passo dal medioevo alle ‘età moderna. Come tutte le fasi di trasformazione questo periodo fu un’età di crisi e di guerre (come la guerra dei cent’anni) che causarono un calo Demografico. Dal punto di vista politico, in questo periodo, La crisi economica generale e le rivolte contadine portarono ad un accentramento del potere da parte dei monarchi che cercarono in ogni modo di liberare il proprio potere da qualsiasi vincolo controllo limitazione dando vita così a un nuovo tipo di monarchia che prese appunto il nome di “monarchia assolutistica” dove tutto appartiene al re. La definizione più esaustiva di assolutismo fu proposta dal grande pensatore politico Jean Bodin, vissuto nella seconda metà del Cinquecento in Francia dilaniata dalle guerre di religione tra cattolici e ugonotti e nel quale la suprema autorità del potere regale era stato seriamente in discussione, sia sul piano teorico quanto quello pratico. Dal punto di vista teorico, infatti, il giurista protestante ginevrino François Hotman, aveva sostenuto la tesi che in Francia il potere del re fosse per sua natura revocabile dal popolo, dal momento che l ‘ istituto monarchico era nato su basi elettive e re erano controllate a loro sovranità non in modo arbitrario, ma nel rispetto di leggi consuetudini. Sul piano pratico, poi, venne messo in discussione l’autorità della corona, incapace di porre fine alle violenze e alle guerre di religione. In questo contesto drammatico nel 1576 Bodinnel suo saggio “Six livres de la Republique” affermo che secondo lui la sovranità è “il potere assoluto e perpetuo di una republica “anche se la sovranita non deve essere solo perpetua ma anche assoluta perche; "Bisogna che coloro che sono sOvrani non sono in alcun modo soggetti ai comandi altrui e che devono osare leggere ai sudditi ed abrogare o osservare le leggi inutili per farne. Bodin non nega che questa concezione della sovranità potrebbe oscurare la democrazia, ma la sua preferenza per “assolutismo” dipese dalla sua volontà di superare il particolarismo feudale. Con l’'assolutismo il re doveva concentrare su di sé tutti i poteri pubblici. Per garantirsi la disponibilità di tali poteri erano necessarie due condizioni:  la prima è che quei poteri vengano sottratti ad altre autorità;  la seconda è che il sovrano possegga gli strumenti per esercitarli in concreto. Queste due condizioni vennero soddisfatte, nei diversi stati in cui l'assolutismo si afferma nel Seicento (Spagna, Francia, Prussia, Russia). In primo luogo sono stati sostituiti i diritti dell'assemblea dei sudditi (come i Parlamenti), che controllavano l'operato del sovrano e che quindi, per esempio, votavano per approvare o meno nuove prescrizioni. Su questo punto, si riassumerà lo strappo della monarchia inglese dello Stuart e del Parlamento di Londra: sarà questo un problema prevalente, rendendo così impossibile lo stabilizzarsi dell'assolutismo in Inghilterra. Il sistema politico e sociale dell'assolutismo era fondato sull'ingiustizia sociale che nel 1789 sarà chiamato appunto “antico regime”. Nella società di antico regime i ruoli e le posizioni sociali erano definite, non tanto dalla ricchezza ma dal prestigio e dai diritti che venivano riconosciuti ai diversi gruppi sociali la società di antico regime, era una società non di classi ma di ordini. Tale struttura per ordini riguardava non solo la società, ma anche la politica. Infatti ciascun ordine dava vita a specifiche istituzioni che rappresentavano i loro interessi presso il Monarca il modello fondamentale dell'Antico regime ed è stato perfezionato soprattutto in Francia. La realtà europea in cui l’assolutismo e il modello dell’antico regime si diffuse maggiormente fu la Francia. La monarchia assolutistica Francese, però, non può essere considerata la perfetta attuazione del modello di stato assoluto perché i sovrani esercitavano una sovranità debole e contestata Infatti, tutti i tentativi di riforma della fiscalità messi in campo nella seconda metà del 700 da Luigi XIV si scontrarono contro l’Insuperabile resistenza della nobiltà feudale fino alla crisi definitiva dello Stato e della finanza pubblica che innesco la rivoluzione del 1789. La Francia Indebolita dalle guerre di religione aveva trovato prestigio con Enrico IV fondatore della dinastia dei borboni e autore dell’editto di Nantes del 1598 in favore degli ugonotti. Il suo assassinio nel 1619 riaprì tuttavia la lotta tra le fazioni nobiliari. Il nuovo re Luigi XIII, poté governare solo dopo parecchi anni, una volta maggiorenne, con l’aiuto del cardinale Richelieu. Proprio in questo periodo, tra il 1618 e il 1648, si svolse la Guerra dei Trent’anni scoppiata tra gli Asburgo d’Austria, cattolici, e i protestanti boemi. La guerra, che finì con la pace di Vestfalia, provocò grandissime devastazioni soprattutto in Germania. La sconfitta degli Asburgo di Spagna, alleati agli Asburgo d’Austria segnò la definitiva rovina economica dell’Italia spagnola. Richelieu morì quasi contemporaneamente a Luigi XIII. Gli successe un nuovo ministro, il cardinale Mazzarino, che fece da tutore al giovanissimo Luigi XIV. Il giorno stesso della morte del suo ministro, Luigi XIV convoco il Consiglio della Corona e comunicò ai ministri che da quel momento in poi avrebbe governato da solo. Quando fece questa dichiarazione Luigi aveva 23 anni e pose le basi per la formazione di un governo assolutistico all'interno della quale il potere dello Stato era concentrato tutto nelle mani del re. Infatti il motto di Luigi XIV, era “lo stato sono io” in questo sistema il re governava per grazia e volontà di Dio e tutti coloro che risiedevano nel suo regno, non sono altro che i suoi sudditi gli stessi ministri Erano semplici collaboratori o meglio esecutori degli ordini del sovrano. Infatti, Luigi 14° si fece chiamare con l'appellativo Re Sole perché proprio come il sole illumina la terra Luigi quattordicesimo con il suo potere assoluto voleva "illuminare la sua monarchia portandola a riconquistare l'egemonia europea. A tale scopo attuò una politica di Potenza molto aggressiva che lo espose a lunghi conflitti con le altre nazioni europee. Così, nel 1686, Austria, Spagna, Olanda, Svezia, assieme e molti Principati tedeschi Signorini erano in una larga coalizione allo scopo di porre fine all'espansionismo francese per oltre 9 anni la Francia del Re Sole resistente sola contro tutti e riportando numerose vittorie in Spagna e nelle Fiandre. Alla fine questi conflitti minarono le risorse finanziarie del regno e nel 1797 Luigi quattordicesimo dovete siglare la pace di Ryswick. il lungo regno di Luigi 14° si concluse con altre guerre Sanguinose il cui esito risultò sfavorevole alla Francia rafforzando invece gli Asburgo d'Austria e soprattutto l'Inghilterra. I primi anni del regno del nuovo sovrano furono resi drammatici dall’opposizione dei nobili alla monarchia. Luigi insieme ai suoi tre ministri cominciò a riorganizzare la Francia sia dal punto di vista politico ma soprattutto dal punto di vista sociale adottando il cosiddetto antico regime tipico dei governi assolutistici; divise la società Francese in tre ordini chiamati anche stato ovvero il clero la nobiltà e il terzo stato. Allora la nobiltà e il clero erano i ceti privilegiati della società francese. Infatti i nobili godevano di maggiori diritti, ad esempio pagavano meno imposte e in caso di accusa venivano giudicati solo dei loro Tribunali e inoltre ricoprivano all'interno della società i posti di comando militare o i ruoli diplomatici e di governo più prestigiosi i nobili esercitavano anche privilegi più piccoli, come ad esempio portare la spada e avere posti speciali riservate nelle cerimonie pubbliche e inoltre nel 1682 Luigi quattordicesimo, per ottenere maggiormente il favore dei nobili, ordinò che gli esponenti dell'alta Nobiltà a trasferirsi assieme alla corte e al governo nel nuovo e sontuoso palazzo di Versailles verso Parigi. Qui l'alta nobiltà viveva a diretto contatto con il sovrano illudendosi di poter esercitare un ruolo politico importante, in realtà, il Re Sole l'aveva di fatto rinchiusi in una gabbia dorata ed esautorata Luigi quattordicesimo, però sapeva che Nobili restavano una componente decisiva della società francese. Dunque ne difese le loro fonti di reddito emanando per l'aristocrazia l'esenzione da ogni Imposta. Il clero, invece, si divideva in due gradi, avevamo gli alti gradi della gerarchia all'interno della quale facevano parte i vescovi e avevano onori e ricchezze analoghi a quelli dei Nobili. Poi avevamo il clero di montagna detto anche basso, clero che condividevo invece le condizioni di vita dei contadini benestanti all'interno di ogni Stato esistevano poi una notevole distanza tra un gruppo ristretto di grandi Nobili e una quantità di piccoli Nobili. E infine abbiamo il terzo stato che era l’unico a pagare le tasse, di cui ne faceva parte appunto la cosiddetta borghesia che era il ceto emergente nato dopo la nascita dei comuni la borghesia si divideva in alta borghesia al suo interno, troviamo appunto finanzieri Banchieri e mercanti, poi abbiamo la media borghesia all'interno della quale troviamo professioni, come avvocati giudici notai e medici e infine abbiamo la bassa borghesia che era il ceto più povero ed era rappresentato principalmente dai contadini. i contadini in questo periodo godevano di condizioni diverse a seconda dell'area in cui vivevano ad esempio nell'est Europa cioè nelle aree meno sviluppate i contadini erano ancora considerati come dei Servi della gleba invece nell'Europa centrale in Francia e in Italia settentrionale i nobili avevano mantenuto solo alcuni diritti degli antichi diritti feudali come il diritto di riscuotere tributi dei loro contadini la situazione più favorevole se aveva invece in Gran Bretagna dove i nobili non esercitavano alcun particolare Diritto sui contadini. Però nonostante il terzo stato fosse l'unico a pagare le tasse nella società francese era escluso dal potere politico. Questa era appunto una contraddizione poiché il ceto sociale più dinamico su cui si reggevano le finanze degli Stati e le loro Fortune economiche non aveva posto nelle decisioni politiche più importanti così i nobili per poter partecipare alla vita politica Furono costretti ad acquistare cariche nobiliari ma ciò però rappresentava comunque una sconfitta da parte degli stessi Borghesi poiché ciò significava rinnegare la propria classe sociale per poter partecipare alla vita politica ed è per questo che verso la fine del 1700 la borghesia inizio a IL SETTECENTO “l’ILLUMINISMO” Nel Settecento in particolare nella seconda metà del secolo in Europa si verificò una forte crescita demografica infatti in 100 anni la popolazione europea passo da 118 a 193 milioni di abitanti. Con la rivoluzione demografica del Settecento ebbe inizio un Progresso di crescita della popolazione tipico dell'età contemporanea le cause che portarono questo Progresso demografico furono molteplici:  In primo luogo la diminuzione della mortalità, Infatti dopo la peste di Marsiglia del 1720 in Europa ci fu la scomparsa della peste non tanto perché si fossero compiuti progressi nell’igiene o nella medicina quanto perché si era imparato che la peste è contagiosa e può essere arrestata isolando le regioni che ne sono colpite. Inoltre anche altre malattie come il vaiolo diventarono meno pericolose Grazie all’introduzione di rimedi più efficaci infatti durante il Settecento si giunse alla scoperta di un mezzo molto efficace per prevenire le malattie infettive; la vaccinazione. Ciò a partire dal 1720 in Inghilterra alcuni medici, per combattere le epidemie di vaiolo, avevano sperimentato un sistema giunto da Costantinopoli, dove lo si praticava da tempo: pungersi con un ago infettato nel pus del vaiolo. In questo modo la persona contraeva la malattia, ma in forma benigna, e dopo un breve periodo acquisiva un'immunità definitiva nei confronti del vaiolo. Il sistema fu perfezionato dal medico inglese Edward Jenner, il quale aveva notato che alcune donne di campagna, che avevano contratto il vaiolo bovino (o "vaccino"), risultavano immuni dal vaiolo umano. Nel 1796 Jenner iniettò per la prima volta il vaccino, cioè il vaiolo ricavato da una mucca infetta, a un bambino: era nata la vaccinazione, uno strumento di difesa fondamentale nei confronti delle malattie infettive.  Infine l’altra causa che portò ad un aumento demografico su la rivoluzione agricola e fece in un certo senso anche da effetto poiché con la crescente richiesta di cibo da parte della popolazione salivano i prezzi dei prodotti alimentari spingendo di fatto i contadini ad aumentare la produzione agricola attraverso l’espansione dei terreni coltivati e l’introduzione di nuove tecniche agricole. Gli stimoli all’agricoltura giunsero anche dalle decisioni politiche Infatti diversi paesi europei decisero di abolire o ridurre le tasse sul commercio in modo da favorire la libera compravendita dei prodotti tra i vari stati ciò porto ad un incremento dei traffici commerciali portando in Europa anche nuovi prodotti provenienti dal continente americano come il mais la rapa la barbabietola e la patata. Nel contesto europeo Il paese in cui si verificarono le maggiori innovazioni in campo agricolo fu la Gran Bretagna e poi da qui si estese in altre zone europee. I primi miglioramenti riguardarono le tecniche agricole infatti furono adottati strumenti più resistenti ed efficaci e soprattutto si applicò un nuovo sistema di rotazione delle colture Passando dalla rotazione triennale al sistema di norfolk. Il sistema di norfolk consisteva in una rotazione pluriennale che sostituiva il Maggese con la coltivazione di piante foraggere oltre al frumento e l’orzo. Il sistema consentiva Una più completa rigenerazione del suolo e anche più abbondante Foraggio per gli animali di grossa taglia in modo da incentivare anche l’allevamento. Rivoluzione agricola comportò un maggiore interesse da parte dei Nobili all’agricoltura Infatti a partire dalla fine del Seicento i grandi proprietari inglesi Avevano cominciato a considerare la terra come una fonte di guadagni a patto però di effettuare i necessari investimenti. Un ostacolo a tutto ciò era però rappresentato dal sistema agricolo seicentesco che comprendeva i cosiddetti open-field ovvero ampie fette di Terre Comuni appartenenti alla comunità di villaggio, Le Terre Comuni costituivano la fonte principale di sostentamento per i contadini senza terra i cottages; Sì così nel corso del XVII secolo il Parlamento inglese approvo una serie di leggi che concedevano il diritto di effettuare le recensioni Ovvero le enclosures le recensioni portarono alla nascita della proprietà privata. In questo modo in questo modo I Borghesi inglesi avendo a disposizione grandi somme di denaro iniziarono ad acquistare terreni dei piccoli proprietari terrieri dando vita a delle vere e proprie aziende agricole con i criteri più moderni e produttivi, dando di fatto inizio al capitalismo agrario. LA NASCITA DELL’ILLUMINISMO Tra il Seicento e il Settecento in Europa in particolare in Francia ci fu una vera e propria rivoluzione culturale basata appunto sulla scienza su queste basi si sviluppò un nuovo movimento culturale che prese il nome di illuminismo il nome si fondava sulla centralità della luce (i lumi) della ragione. La ragione secondo gli illuministi condurrà l'umanità lungo una via di progresso e di felicità generale aiutandola a costruire una società organizzata razionalmente per questo il 700 sarà chiamato in seguito secolo dei lumi. L'Illuminismo non fu un movimento culturale compatto Ma si tratta di un clima culturale che accomuna intellettuale pensatori di Paesi diversi e con interessi, però, altrettanto diversi. I filosofi illuministi partendo dal comune principio della ragione diffusero in tutta Europa concetti che oggi fanno parte del nostro comune modo di pensare dando di fatto vita a una vera e propria rivoluzione culturale. Queste idee erano destinate ad esercitare un'immensa influenza sulla civiltà dell'epoca. La prima eredità dell'illuminismo è l'affermazione di una concezione Laica della vita secondo la quale il vero il giusto e il buono non sono più indicati né da Dio ne Dalla Chiesa ma dall'uomo stesso Infatti secondo gli illuministi la ragione appartiene all'uomo in quanto tale è dal momento che tutti gli uomini sono dotati di ragione, ne consegue che tutti gli uomini sono uguali Dunque devono avere gli stessi diritti e la stessa libertà di esercitarli ogni individuo e quindi libero di pensare e di sostenere le proprie idee ’illuminismo si pone quindi alcuni obiettivi critici, da condurre davanti al cosiddetto “tribunale della ragione”; tra questi: 1) Il tradizionalismo in ogni suo aspetto, che dev’essere sottoposto a stretta indagine metodologica contro il principio dell’auctoritas, in un clima culturale ed intellettuale di secolarizzazione e laicizzazione del sapere nel suo complesso. In questo senso, l’Illuminismo si pone sulla scia del razionalismo seicentesco, ed è erede dell’impostazione scientifica di Galileo Galilei (1564-1642) e di Isaac Newton (1642-1727); 2) La superstizione e il pregiudizio fanatico in ogni loro forma, cui l’Illuminismo oppone - oltre all’indagine della ragione e della conoscenza empirica - il valore della tolleranza e la critica alle gerarchie dell’Ancien Régime che collocavano aristocrazia e clero al vertice della piramide sociale; 3) Le religioni rivelate (o “positive”), intese come sistemi di dogmi, riti e regole morali imposte dall’autorità politico- religiosa in maniera normativa, ma non validate dalla ragione. L’Illuminismo rivendica l’esercizio del libero arbitrio e si fa portatore di una prospettiva antimetafisica, che non si risolve tanto nell’ateismo quanto nel deismo, una forma di religiosità razionale che rifiuta il concetto di rivelazione delle religioni “storiche”. Le religioni sono inoltre percepite come responsabili, insieme con il potere politico, della condizione di ignoranza e di schiavitù culturale di larga parte del genere umano. Enciclopedie L’Illuminismo trova la sua massima diffusione in Francia, soprattutto per opera di un gruppo di autori, che dà vita all’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri (Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, nel titolo originale). All’opera parteciparono tutti i maggiori intellettuali francesi del tempo, ma moltissime voci furono redatte dallo scrittore e filosofo Denis Diderot (1713- 1784).L’Enciclopedia nacque dall’idea del libraio parigino Le Breton di tradurre in francese il Dizionario universale delle arti e delle scienze dell’inglese Ephraim Chambers pubblicato tra il 1728 e il 1742. Diderot mutò il piano originario rendendolo assai più ambizioso: raccogliere e divulgare le conoscenze acquisite dall’uomo attraverso i secoli in tutti i campi del sapere, per diffondere nel popolo i «lumi» della ragione e della scienza e liberarlo così dall’ignoranza e dal pregiudizio, e abilitarlo ad acquisire coscienza dei suoi diritti e del suo destino di libertà. Denis Diderot fu il principale organizzatore di questa impresa editoriale. Inizialmente in questo lavoro di ideazione e coordinamento, Diderot fu afffiancato dal matematico Jean-Baptiste d’Alembert (1717-1783), che scrisse il Discorso preliminare (1751) dell’Enciclopedia, più tardi invece da Paul Henry Dietrich, barone d’Holbach (1723-1789). Il primo volume comparve il 1° luglio 1751. Dopo il secondo volume (1752) l’opera subì un arresto per le opposizioni che aveva suscitato negli ambienti religiosi: dei Gesuiti, dei Giansenisti e poi del papa in persona (l’opera venne messa all’Indice e condannata da Clemente XIII); ma grazie all’appoggio di Madame de Pompadour il progetto poté essere ripreso e nel 1753 uscì il terzo volume. Altri volumi fino al settimo si susseguirono regolarmente, finché nel 1757 l’Enciclopedia attraversò una nuova crisi, non soltanto per le opposizioni esterne, ma anche per le discordie interne dei suoi compilatori, tra i quali alcuni dei più importanti, come d’Alembert, si ritirarono dall’impresa. Dal 1758 Diderot restò solo a dirigerla e nel 1772 la condusse a termine, per un totale di 17 volumi e 11 di tavole illustrate. Fu una grande operazione, che rivela la sensibilità non solo culturale ma editoriale di Diderot. Egli riuscì comunque a trasformare un’operazione commerciale in una formidabile operazione culturale presto tradotta in ogni paese d’Europa e anche in Italia: l’Enciclopedia fu pubblicata a Lucca a partire dal 1758 e poi, in un’altra edizione, voluta dal granduca di Toscana, a Livorno a partire dal 1770. È da notare che alcuni tra i più significativi rappresentanti della filosofia illuministica non collaborarono all’Enciclopedia, oppure vi figurano con scarsi e insignificanti contributi. Così Montesquieu firma un solo articolo, sul gusto, un argomento completamente diverso dalle sue opere fondamentali.Voltaire contribuisce ai primi volumi e poi tronca la sua collaborazione. Rousseau collaborò all’Enciclopedia con articoli di argomento musicale e redigendo la voce «economia politica». Ma lo spirito di questi uomini, nonché quello di Locke, di Newton e dei filosofi inglesi del tempo, domina ugualmente l’Enciclopedia, e le dottrine che essi non presentano in prima persona ispirano ugualmente i contributi di una folla anonima di collaboratori. L’Enciclopedia non è priva di incongruenze e di errori, anche relativamente alla cultura del tempo. Tuttavia la sua efficacia e il suo merito furono immensi: l’Enciclopedia sottopose all’osservazione razionale tutti i campi dello scibile e mise a disposizione del vasto pubblico i risultati di tale operazione. Dopo la metà del Settecento l'Illuminismo dalla Francia inizio a diffondersi in tutta Europa in maniera diversa Ad esempio in Germania furono le numerose università a diffonderne il pensiero e le opere illuminate. Mentre altrove come ad esempio in Francia o in Italia le università erano troppo controllate dei governi E quindi pensieri illuministici vennero accolti nella nell'accademia l'Illuminismo mostrò grande capacità di influenzare l'opinione pubblica del suo tempo attraverso pensieri a favore dei cittadini. Nella seconda metà del Settecento gli illuministi affidarono Ai Lumi della ragione anche il compito di elaborare leggi e criteri in base ai quale regolare la vita sociale e politica. La loro riflessione Sì concentro sul benessere del Popolo sottolineando il netto rifiuto di ogni potere che avesse la pretesa di derivare direttamente da Dio o da un potere assoluto dal punto di vista delle teorie politiche della riflessione. I pensatori politici più importanti del settecento sono 3: 1. Montesquieu che nel 1748 pubblico un'opera molto importante lo spirito delle leggi in cui dopo aver esaminato le diverse forme di governo realizzate nel corso della storia teorizzò che qualsiasi stato esercitava un' autorità nella quale si possono individuare tre poteri diversi:  il potere legislativo che il potere di fare le leggi stabilite delle regole valide per tutti i cittadini  il potere esecutivo che invece il potere di governare cioè di applicare le leggi e poi abbiamo  il potere giudiziario che il potere di fare giustizia cioè di risolvere le controversie fra i cittadini Questi tre poteri secondo Montesquieu non devono mai essere concentrati nelle mani di un'unica persona poiché potrebbero derivarne abusi e soprusi di ogni tipo al contrario i tre poteri devono essere separati e gestiti da persone e organismi diversi il criterio di Montesquieu si basa in un certo senso su quello di look è il modello che più si avvicina è la monarchia parlamentare inglese. 2. Un altro grande pensatore illuminista fu Voltaire che sto le due questioni la tolleranza e il dispotismo religioso Allora secondo Volterra un governo dovrebbe evitare di costringere i suoi cittadini a seguire idee in cui non credono la tolleranza teorizzata da Voltaire è uno dei Principi guida delle attuali società aperte nelle quali non esiste una visione della vita ufficiale ma convivono più punti di vista Voltaire però si rende si rese conto che l'assolutismo era una realtà politica troppo radicate in Europa da poterla cambiare e quindi decise di formare una nuova forma politica che riprendeva si ha la monarchia assoluta ma anche il pensiero illuministico questo tipo di forma politica prende il nome di dispotismo illuminato dove il potere era concentrato nelle mani di un monarca assoluto ma il lavoro del monarca veniva costantemente controllato da un filosofo che aveva l'obiettivo di far garantire quelli che erano i diritti dei singoli cittadini il modello di Voltaire venne applicato da Federico II di Prussia 3. Il terzo grande pensatore politico dell'illuminismo fu Rousseau. Rousseau nella sua opera più importante il contratto sociale elaborò l'idea di un vero e proprio stato democratico ben più avanzato rispetto al costituzionalismo di Montesquieu secondo Rousseau gli uomini nascono liberi e uguali e si cedono poi una parte della propria Libertà allo stato perché sanno che vivere insieme è più conveniente che vivere da soli lo Stato nasce Quindi per un patto fra cittadini all'inizio della storia tutti si accordarono per rinunciare a una fetta del proprio potere e trasferirla allo stato i cittadini desiderare uno però conservare la libertà e l'uguaglianza e lo stato non ha il diritto di violarle il potere politico quindi appartiene al popolo e tutti i cittadini sono uguali di fronte allo stato Tutti devono godere di uguali
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