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il seme e la terra teologia II Varsalona non frequentanti, Appunti di Teologia II

teologia 2 varsalona non frequentanti riassunto libro completo

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 04/07/2019

lucrezia-fracchia
lucrezia-fracchia 🇮🇹

4.5

(8)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica il seme e la terra teologia II Varsalona non frequentanti e più Appunti in PDF di Teologia II solo su Docsity! Il seme e la terra – B. Maggioni Dio, la creazione e l’uomo Alla Bibbia interessa la Verità religiosa, non quella scien�fica, è per descriverla si serve del linguaggio poetico -> i raccon� rifle�ono le conoscenze popolari dell’epoca, che la Parola di Dio sfru�a per comunicare la sua Verità. Tratti principali : a) forte accentuazione antropologica : il mondo e la creazione sono per l’uomo. Il discorso sulla creazione finisce con il coincidere con il discorso sull’uomo. b) l’incontro tra l’uomo e la natura: l’uomo coglie il senso della provvidenza e del dono. Ogni giorno Dio si ricorda delle sue creature -> è fedele e presente. LA CREAZIONE come PARADIGMA dei GESTI SALVIFICI successivi Il percorso di scri�ura è stato dall’ESODO (quando Israele ha incontrato Dio nella propria storia) alla CREAZIONE. 1 0 0 0 C 6 la meditazione sugli eventi salvifici di cui Dio si è servito per liberare il suo popolo: da qui Israele ha colto che Dio è il Signore della natura e che esercita la sua signoria a favore dell’uomo, perché è un Dio misericordioso. 1 0 0 0 C 6 Questa prospe�va salva Israele dalla tentazione diffusa all’epoca di a�ribuire il male e la lacerazione che l’uomo sperimenta nel mondo a Dio, immaginandolo in una visione dualis�ca come autore del bene e del male, che ha creato il mondo per egoismo. Invece la creazione non può che essere buona. [vedi Salmo 8] L’origine delle lacerazioni che l’uomo vive è storica. La creazione svela la gratuità e l’universalità dell’amore di Dio. 1 0 0 0 7 9 Il giardino dell’Eden – La creazione descri�a in Gen 2 (più antico) e 1 Gen 1: l’uomo è al centro di una piramide. Gen 2: l’uomo è al centro di un cerchio. Dio costruisce il mondo intorno all’uomo. Angolatura antropocentrica. Dio è “come un vasaio che modella l’uomo con la creta, dalla terra (adama = tratto dalla terra). Fu Dio a piantare il giardino come dono. 1 0 0 0 C 6 l’uomo ebbe il compito di custodirlo -> cura, accoglienza del dono, lavoro. Spesso la terra appare all’uomo come nemica quando si confronta con la fa�ca e la sterilità, ma ciò non è a�ribuibile a Dio. Il peccato è il desiderio insensato dell’uomo di essere lui a piantare il giardino, solo e come vuole lui. 1 0 0 0 7 9 L’ordine delle cose – la parola di Dio e la benedizione La parola di Dio introduce nel caos informe ordine e razionalità. Il verbo benedire: Gen 1,28: Prima benedisse, poi ordinò. Dio benedice l’uomo quando gli offre i suoi doni, perché possano fru�ficare. Dio crea l’uomo e poi si ferma. Si tra�a di una creazione par�colare, unica: l’uomo fa parte della creazione, è creatura fra le creature, ma la sua identità decisiva è l’apertura a Dio. 1 0 0 0 C 6 a sua immagine e somiglianza lo creò, somiglianza fisica ed interiore, come una relazione di parentela. L’uomo è la sola creatura che può stare davanti a Dio come una persona, capace di dialogo e responsabilità. 1 0 0 0 7 9 GABE-AUFGABE: Ad ogni dono corrispondono responsabilità 1 0 0 0 C 6 l’uomo, che ha ricevuto il dono, deve anche prendersene cura, è responsabile del mondo. 1 0 0 0 7 9 “E vide che era cosa buona (tob)” “buona” ha un ampio significato: buono, bello, ragionevole. U�le. A�o allo scopo. L’ammirazione di Dio per la sua creazione: nessuna creatura vi è so�ra�a. Questo sguardo di Dio suggerisce anche come dev’essere lo sguardo dell’uomo sul mondo. L’uomo deve condividere lo sguardo ammirato di Dio. <<Occorre l’ ‘uomo estetico’ capace di guardare la terra con sguardo stupito che ne coglie la bellezza e il rinvio>>. 1 0 0 0 7 9 Il settimo giorno – tra riposo e lavoro La creazione si conclude di sabato: il giorno del riposo, della libertà, della contemplazione e del godimento. Così deve fare l’uomo che non è schiavo del suo lavoro, ma padrone, perciò lo domina e lo sospende. Il sabato è necessario come an�doto all’idolatria, alla schiavitù dell’accumulo in un contesto di a�vità frene�ca, tesa alla produzione e al guadagno. A�enzione: il lavoro non è in funzione del sabato, né il sabato è in funzione del lavoro . Non si lavora 6 giorni per riposare il 7°, né si riposa il 7° per lavorare gli altri sei. I giorni feriali e il giorno fes�vo svelano insieme le 2 facce della fa�ca dell’uomo e della sua esistenza. - la ferialità: mostra che la totalità e il compimento non sono ancora raggiun� e l’uomo deve fa�care. - 7° giorno: mostra che la totalità sarà raggiunta e già ora si può pregustare. Anche il lavoro è un dono: esprime il dominio dell’uomo sulla creazione che Dio ha fa�o per lui e al contempo il desiderio dell’uomo in cerca della pienezza che non sta nelle cose. 1 0 0 0 7 9 Sapienza: di fronte alla creazione nella sua quotidianità il sapiente è colui che, dalla ragione e l’esperienza, cerca di cogliere il senso di ciò che lo circonda, per capire come agire. È un credente consapevole che nella creazione si ritrova la sapienza “riflessa” di Dio e da Dio. La sua ricerca, che esprime una profonda religiosità, quindi, deve essere trasformata in ascolto. L’indagine sapienziale è importante perché purifica la fede liberandola dagli schemi ideologici nei quali a volte rimane intrappolata. Es. Giobbe ha potuto liberare il mistero di Dio che era stato rinchiuso in un semplicis�co schema di gius�zia retribu�va. 1 0 0 0 7 9 “E Dio si ricordò” – il male e la misericordia di Dio Per tentare di spiegare il disordine introdo�o dall’uomo: peccato di Adamo (Gen 3) e il diluvio universale (Gen 6). Dio si rende conto ad un certo punto che nel cuore dell’uomo ci sono la violenza e la sopraffazione, ma Dio si ricordò di Noè 1 0 0 0 C 6 la sua misericordia e il suo perdono superano ogni cosa, sono il fru�o di un’alleanza stabile e della Sua fedeltà. Dopo la distruzione, una nuova creazione, rinnovamento. 1 0 0 0 7 9 Creazione, Gesù e Nuovo Testamento: Gesù riconduce la creazione al proge�o originario. Sa che è già buona in sé, da ammirare e capire, ma contemporaneamente assume un a�eggiamento a�vo: Gabe- Aufgabe – sa che è necessario che l’uomo se ne occupi e la curi e che si guardi dal cadere nell’idolatria, nella convinzione che tu�o dipenda da noi, nella esasperazione del lavoro (che diventa affanno) e l’ansia dell’accumulo. La creazione condivide la sorte dell’uomo. 1 0 0 0 C 6 Inno cristologico “Tutto è stato creato in Lui, per Lui e mezzo per Lui”. Cristo è l’anima profonda della creazione e la riconciliazione di tu�e le cose, dopo che il disegno di Dio è stato alterato. La Chiesa è il luogo in cui Cristo esercita il suo dominio unificante sul mondo. L’uomo, la sua dignità e i suoi diri� Nella Bibbia si parla dell’uomo concreto e storicamente situato. Di ques� temi non si trova una tra�azione sistema�ca, ma è possibile dare una lettura fenomenologica, cioè raccogliere da� e spun� facendosi guidare da alcuni interroga�vi, senza la preoccupazione di inquadrarli. Da una parte il discorso biblico è frammentario, concreto e storicamente situato, ma dall’altra esso nasce in un’esperienza originaria, coerente, che lo guida e lo unifica , come se i frammen� obbedissero ad un unico impulso che li a�ra in avan� verso la pienezza di Cristo. Downloaded by Lucrezia Fracchia (lucry_the_best@hotmail.it) lOMoARcPSD|2208807 Antico Testamento: Israele si occupa concretamente e storicamente dei diritti di: orfano, vedova, straniero, povero . No in astra�o. Prospe�va: religiosa. Dio è fondamento e difensore del diritto, che deve poi concretizzarsi nell’impegno dell’uomo. Tu� i complessi codici legislativi sono una risposta all’interno di un dialogo, di un’alleanza Dio-popolo. C’è un’unità fra la gius�zia divina e quella umana, perché quest’ul�ma dovrebbe essere un’estensione di quella divina. Già nell’An�co Testamento, c’è una progressiva “tendenza umanitaria”. Nuovo Testamento: tu�o ciò che riguarda la “gius�zia” parte dal rapporto Dio-uomo -> la giustizia è la manifestazione di Dio, procede da Lui. 1 0 0 0 7 8 VITA: VITA è molto più che “esistenza”. Anzi, nel Vangelo si dirà che per avere la vita occorre anche saper perdere l’esistenza (Mc 8,34). è qualcosa che cresce, si sviluppa, dice pienezza e intensità. Il legame Dio-vita: Dio è il Vivente e la vita è il dono più prezioso che sgorga dal suo amore gratuito e fedele e in quanto tale dev’esser vissuta in gratitudine e letizia. 1 0 0 0 C 6 nella gratuità originaria stanno il senso e la dignità di ogni vita. Qui è racchiusa la promessa della fedeltà di Dio all’uomo. L’uomo è al ver�ce della creazione, è qualcosa di unico, perché è “creato a immagine e somiglianza di Dio”. È la Sua creatura . L’uomo biblico scorge la sua grandezza nella domanda che emerge dalla lunga meditazione del Salmo 8: “Che cos’è l’uomo perché � ricordi di lui?” -> Dio si ricorda dell’uomo e questo basta a dargli dignità. Per vivere pienamente occorre l’abbandono fiducioso alla Sua promessa e ai Suoi progetti. Nel racconto biblico ci sono anche comportamenti divergenti, ma non compromettono il discorso essenziale. Anzi, dicono la difficoltà di maturazione, la fatica di superare i “limiti” della propria cultura . Si descrive comunque lo sforzo di manifestare il rispetto per la vita . L’uomo nella Bibbia è visto nella sua unità, non c’è spazio per il dualismo. È - carne: (basar) solidarietà con gli altri e fragilità. - anima: (nefesh) respiro, vita, iden�tà, persona. - cuore: (ruach) decisione, volontà, mente, riflessione. - spirito: (leb) emozione, forza, capacità. L’uomo trova il suo equilibrio inserendosi in una rete di relazioni con Dio, gli altri uomini e la natura. S. Paolo in risposta ai Corinzi, che ragionavano in termini dualis�ci e ritenevano che la sessualità riguardasse la sfera corporea dell’uomo e non la sua realtà più profonda, scrive che le espressioni della sessualità non sono esteriori all’uomo, ma coinvolgono la persona, l’uomo intero. Persino la relazione con Dio riguarda il corpo, non solo lo spirito. Si parla anche di risurrezione dei corpi 1 0 0 0 C 6 l’uomo nella sua totalità. 1 0 0 0 7 8 LIBERTÀ: uno dei valori più lega� alla evoluzione culturale. È il risultato di un cammino lungo e faticoso. Antico Testamento: l’ESODO – il cammino di liberazione del popolo d’Israele come compimento della propria vocazione ad appartenere a Dio. Il popolo d’Israele compie 3 passaggi: liberazione (so�rarsi dalla schiavitù del faraone e degli idoli); comunione di popolo ; appartenenza a Dio . 1 0 0 0 C 6 la libertà biblica ha 2 vol�: la libertà da tutto (1) per appartenere al Signore (2). Quest’ul�ma determina la qualità e la misura della libertà. L’esperienza dell’Esodo risulta come un dono frutto dell’iniziativa gratuita di Dio che è fedele alle sue promesse [1 0 0 0 C 6 costituirà una memoria importante per il popolo d’Israele, che nei momenti più bui si ricorderà di questo]. - La libertà deve essere considerata, quindi, come dono e compito, prima ancora che “diritto”. Nuovo Testamento: la libertà evangelica si dis�ngue ne�amente dalla concezione stoica di l. come “dominio consapevole e forte di sé. Per il Vangelo la libertà si realizza solo “consegnandosi”, aprendosi all’altro, non possedendosi. GLI SPAZI DELLA LIBERAZIONE BIBLICA: - il cuore: dell’uomo, ma anche della comunità. È un movimento verso l’interno: avere il coraggio di raggiungere la radice, di guardare al cuore dell’uomo e della comunità per scoprire/accorgersi che lo scontro è tra Dio e gli idoli. - lo slancio in avanti: la liberazione non è ancora vera libertà. Questa si svela nella forza di un progetto, nella costanza e nella solidarietà di un percorso. 1 0 0 0 7 8 PROPRIETÀ della TERRA: anche la terra è un dono di Dio all’uomo, che ha il compito di curarla e custodirla. Non ne è il vero proprietario. 1 0 0 0 7 8 UGUAGLIANZA: Dio non fa differenze tra le persone. I doveri e i diritti fondamentali dei cittadini israeliti si basano sull’alleanza di Dio, che li assicura ad ogni individuo. 1 0 0 0 7 8 EMARGINAZIONE: nonostante gli sforzi da parte di Israele, si formano in Israele e altre epoche sacche di emarginazione, perché capita che il nativo e l’immigrato non godano di un’unica legge come dovrebbe essere. Esempio: orfani, vedove, stranieri, poveri erano senza protezione, abbandona�, indifesi, in situazione di inferiorità. Inoltre in Israele era presente la schiavitù, ma in proporzioni meno vistose che nelle altre società medio-orientali. Anche lo schiavo non era una “cosa”, ma godeva di dignità e diritti a) Antico Testamento: alleanza (rapporto Dio con gli uomini e rapporto tra i membri del popolo tra loro); redenzione/riscatto (Dio è il parente prossimo interviene nelle situazioni disperate in aiuto al suo popolo); giustizia e diritto (una è la virtù, l’altro è la sua concre�zzazione. La prima giustizia è verso Dio , da qui quella degli uomini); essere vicino; consolare; aver compassione; consolare; amare. b) Nuovo Testamento: - prossimo (termine che viene addiri�ura rovesciato da Gesù: Lc 10, 30-37 “Come io posso e devo farmi prossimo?” ) - redenzione; riscatto; comunione; riconciliazione; perdono; fraternità; servizio; carità. 1 0 0 0 C 6 nonostante spesso di sovrappongano, la carità indica la solidarietà di Dio e le sue trasparenze nella vita dell’uomo, mentre solidarietà è la traduzione di questa carità nell’ambito sociale, poli�co ed economico. 1 0 0 0 7 8 La radice di questa solidarietà è Dio. Essa scorre sempre verso l’universalità, sia in orizzontale (tutti gli uomini), che in profondità (gli ultimi). La solidarietà degli uomini verso gli uomini è il riflesso di quella di Dio, nei vari ambi� della vita. 1 0 0 0 8 3 Famiglia: - nella Genesi: cap 3 e 4. Adamo rompe la prima solidarietà quando, nascondendosi, tenta di so�rarsi alla presenza di Dio. A: “Dove sei?” Adamo rompe la seconda solidarietà. Dio: “Dov’è Abele, tuo fratello”. Caino non lo sa. Dio suppone che l’uomo si preoccupi del fratello, ma l’uomo vuole vivere per sé. -> contrasto tra il disegno di Dio e quello dell’uomo. Ma Dio non viene mai meno alla sua solidarietà. - parabola del padre misericordioso: il figlio maggiore vuole solo la gius�zia e non acce�a un Dio che ragioni diversamente. Non comprende la grandezza dell’amore gratuito del Padre, capace di perdonare ed accogliere. 1 0 0 0 8 3 Il Sociale e l’Economico: molto complesso. I profeti sono coloro che, riconoscono gli ostacoli e denunciano ciò che non va, trasformando la delusione del presente in speranza per il futuro, del quale danno una visione di un mondo solidale e riappacificato. I profe� proie�ano la speranza nel futuro messianico. 1 0 0 0 8 3 I peccatori: la difesa degli uomini senza dignità è l’ambito privilegiato in cui Israele deve manifestare la solidarietà di Dio. Gesù ha annunciato il Regno come azione salvifica che rivela il vero volto di Dio. Perdono, accoglienza, solidarietà con gli esclusi. Gesù sedeva a mensa con i peccatori, mangiando con loro ed acce�andone la ospitalità. Egli, tra le altre cose, offre anche vicinanza. La sua solidarietà è anche chiamata, ricerca a�va 1 0 0 0 C 6 parabola del pastore che cerca la sua percorella. Lc 15, 3-7. In 4 eventi è visibile la solidarietà di Gesù: a) CREAZIONE: Dio crea il mondo per l’uomo, non per sé. 1 0 0 0 C 6 logica del dono. b) ESODO: si colgono 3 momen� importan� – da cammino di schiavitù a libertà; dalla dispersione alla solidarietà di popolo; dall’appartenenza al faraone a Dio. c) INCARNAZIONE: ver�ce della solidarietà con l’uomo. S. Paolo, Filippesi 2, 6-11, Inno cristologico: “Si svuotò della sua condizione di Dio” per donarsi all’uomo . d) CROCE: un Dio che si prende personalmente a carico la sorte del parente prossimo. Una solidarietà os�nata più forte del rifiuto. Il dono si fa perdono . Downloaded by Lucrezia Fracchia (lucry_the_best@hotmail.it) lOMoARcPSD|2208807 1 0 0 0 8 3 “Corpo spezzato” e “vino versato” 1 0 0 0 C 6 dono e condivisione. La BENEDIZIONE: gabe e aufgabe so�raendo le cose all’uomo e affermando che sono di Dio, is�tuisce l’orizzonte del dono. [da oggetti a dono] Inoltre l’uomo resta un essere bisognoso, ma la sua iden�tà è la responsabilità di fronte all’altro . -> bisogna ridonare il dono. [condivisione] 1 0 0 0 8 3 Lo SCANDALO: paradidomai è il verbo greco che aiuta a evidenziare 2 aspe� della passione: -> tradimento: è l’altra faccia della Croce, la malvagità dell’uomo. 1 0 0 0 C 6 Dove la solidarietà di Dio è espressa, ma sconfi�a. -> consegna: del Padre, il dono di sè. Suscita scandalo una solidarietà così, perché sembra sconfi�a ed inu�le. 1 0 0 0 8 3 L’EUCARISTIA: ricorda questo scandalo. “non l’uomo deve dare la vita per Dio, ma Dio l’ha data per l’uomo”. L’evento di Gesù non solo obbliga alla solidarietà, ma dice cosa sia. Essa è un modo di porsi cara�erizzato da una responsabilità di fronte all’altro. L’impegno sociale e poli�co è l’esercizio a�vo della responsabilità che il cris�ano assume nei confron� dell’uomo. Ero straniero e mi avete visitato Antico testamento 1 0 0 0 7 8 Lo sguardo di Dio sullo straniero: Richiamo all’Esodo: Israele ha provato cosa significa vivere da straniero senza diri� e ha sperimentato che Dio si è accorto di lui, è intervenuto e lo ha liberato . 1 0 0 0 C 6 Dio si è comportato così e il suo popolo deve fare lo stesso, ridisegnare una convivenza in cui Dio può mostrare il suo volto. <<Il Signore nostro Dio non usa parzialità, ama il forestiero e gli dà pane e vestito: amate dunque il forestiero>> (Dt 10,17-19) Salmo 87: è un inno alla ci�à di Gerusalemme, vista come ci�à di Dio e di tu� i popoli, universale. Gesù ha fa�o suo questo sogno. 1 0 0 0 7 8 Quadro storico: è più complesso. Per Israele lo straniero era tendenzialmente un nemico, ma inteso più come popolo che come individuo. La paura riguardava sopra�u�o la diversità e la religione (infiltrazioni pagane). I matrimoni mis� erano proibi�. Per lo straniero sca�ava il dovere dell’ospitalità, ma era legge , per il dovere di conservare pura la propria fede più che l’interesse per la persona. Israele aveva dis�nto: - popoli stranieri: i nemici da cui difendersi; - straniero di passaggio: generalmente accolto e rispe�ato. Non godeva dei diri� né doveva rispe�are i doveri. - straniero residente: immigra�. Non avevano diri�, quindi spesso erano al servizio di un padrone, ma non era uno schiavo. 1 0 0 0 7 8 Il Dio creatore: nel guardare a Dio come Dio creatore si comprende che ad ogni uomo in quanto tale appar�ene la medesima dignità, perché la creazione è universalistica di per sé. In Genesi 1 si so�olinea che “Adam” [= ogni uomo] è a immagine di Dio: stessa dignità, stesso diri�o di godere delle cose del mondo e stesso potere di governarle. 1 0 0 0 C 6 SALMO 8: il salmista indugia sull’uomo. La contemplazione del mondo provoca ammirazione per la grandezza di Dio, mentre la visione dell’uomo provoca una domanda sconcertante, a cui solo Dio può rispondere: “Che cos’è l’uomo?”. L’uomo biblico chiede la propria identità a Dio, per conoscersi guarda in alto. È dallo sguardo di Dio che discende il senso dell’uomo. Dio si ricorda dell’uomo 1 0 0 0 C 6 dignità di tu�. La cara�eris�ca principale che ci accomuna tu�: l’essere figlio, vita come dono ricevuto. 1 0 0 0 C 6 è l’essere uomo che fonda i diri�, non la ci�adinanza o altra appartenenza. È un percorso teologico. Nuovo testamento Gesù trae i suoi criteri di giudizio e i suoi comportamen� da una profonda esperienza di Dio. Tu�o ciò che dice e fa è per rivelare auten�camente il volto di Dio. 1 0 0 0 7 8 La novità di Gesù: nel Nuovo Testamento Gesù dà una svolta decisiva. “Ero straniero e mi avete ospitato” - Mt 25,35. Anche per gli uomini del Nuovo Testamento non è stato facile capire e assumere la concezione proposta da Gesù, perché la società era ancora impregnata di una cultura religiosa e sociale dell’An�co. 1 0 0 0 C 6 Episodio di Pietro e Cornelio (At 10,34). “Davvero ora mi rendo conto che Dio non fa preferenze di persone”. Pietro era stato cri�cato dalla comunità perché era andato a casa di Cornelio, un ex pagano, per ba�ezzare lui e la sua famiglia. La non circoncisione per l’ebreo era segno di distanza razziale e religiosa (impuro = da evitare). 1 0 0 0 C 6 Pietro ebbe difficoltà a rompere la mentalità corrente. Eppure il gesto di Pietro non avrebbe dovuto sorprendere: già nell’Antico Testamento, ma soprattutto poi nelle parole e nei gesti di Gesù c’era un orientamento verso questa direzione. 1 0 0 0 C 6 I Samaritani: Vg di Luca 3 passi: a) Gesù rifiutato da un villaggio samaritano perché straniero – ma non per questo giudica nega�vamente tutti i samaritani. b) parabola del buon samaritano – interrompe il circolo del rifiuto capovolgendo la prospe�va e senza idealizzare nessuno: prende il “samaritano” come “straniero” per eccellenza come modello per la sua parabola. c) dei 10 lebbrosi da lui guariti solo il samaritano torna indietro per ringraziarlo. (con i samaritani c’era una differenza razziale e religiosa) “L’appartenenza razziale (come quella religiosa) sono una diversità, non una condizione morale o culturale da condannare o approvare in se stessa” . Per gli ebrei gli stranieri erano considera� impuri, tanto che, quando Giuda consegnò loro le 30 monete del tradimento di Gesù, gli uomini del sinedrio non misero i soldi, impuri, nel tesoro del Tempio, ma volevano adoperarli per comprare un campo per la sepoltura degli stranieri (impura) fuori dalla ci�à. Gesù vede nello straniero una persona prima di tu�o, che porta bisogni e valori come tu�, un uomo come tu�, da cui si può anche imparare. Gesù è totalmente libero da pregiudizi di qualsiasi �po. Nella sua vita, inoltre, aveva sperimentato nella fuga in Egitto (Mt 2,13-15) la condizione di profugo. Nella sua vita provò: la condizione di straniero, la fa�ca del lavoro, la povertà, il rifiuto e persino l’esperienza di esser condannato a morte ingiustamente. 1 0 0 0 7 8 Il confronto con lo straniero: a livello escatologico fa parte della speranza cris�ana sognare un’umanità riunita nel Regno di Dio. Tu�avia nella pra�ca ci furono e ci sono delle difficoltà: - inizialmente sorsero quando le prime comunità cris�ane dove�ero decidere se tes�moniare a tu� l’annuncio del Vg. 1 0 0 0 C 6 impostazione missionaria di Paolo fu giudicata male e contrastata all’inizio. - nella convivenza con gli stranieri nella stessa comunità. 1 0 0 0 C 6 Paolo scriverà nella le�era ai Gala� (3,28):“tutti voi siete uno in Cristo”. - l’ospitalità: non si tra�ava più solo di una formalità, ma bisognava essere ospitali, verso chiunque, ed esser premurosi ad accoglierlo fraternamente. Il fores�ero è da accogliere, tra�are e servire come se stessi e il Signore, con stessi riguardo e delicatezza. Dal modo in cui i cristiani guardano lo straniero, le minoranze, gli esclusi si comprende in quale Dio essi credono. Tipicamente cristiana è la spiritualità del pellegrinaggio, del sentirsi “stranieri nel mondo” 1 0 0 0 C 6 ci si aspetterebbe una particolare sensibilità dei cristiani verso gli stranieri e i loro problemi, anche se non è sempre così. Downloaded by Lucrezia Fracchia (lucry_the_best@hotmail.it)
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