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Il simposio - Platone, Schemi e mappe concettuali di Filosofia Della Comunicazione Di Massa

Il Simposio di Platone, descrizione di eros e giudizio da vari punti di vista dei presenti al banchetto.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 12/02/2019

turcanu_cristina
turcanu_cristina 🇮🇹

4.6

(7)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il simposio - Platone e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia Della Comunicazione Di Massa solo su Docsity! Simposio – Platone INTRODUZIONE: di Umberto Galimberti Nel Simposio Platone parla dell’amore, ma non bisogna leggere il tutto in modo ‘cristiano’. Non bisogna intendere la mortificazione del corpo come mortificazione dei piaceri. I due innamorati vogliono qualcosa l’uno dall’altro che però non sono in grado di esprimere. Per questo Platone va oltre, a parlare e analizzare il dicibile e l’indicibile. L’amore appartiene all’enigma e l’enigma alla follia. 1. MANIA Follia è per Platone la chiusura del senso, per quanto provo ad ordinare le idee, le cose, esse mi sfuggono. L’anima sente che la totalità è sfuggente, che il non-senso contamina il senso. Platone riconosce il chaos come minaccia e dono, come dimora degli dei. P. inaugura l’anima razionale, sa da dove viene, sa che bisogna sacrificare agli dei perché è da quel mondo che vengono le parole che poi la ragione ordina in sequenza non oracolare e non enigmatica (quel mondo = divina follia). Ne ha distinte 4 forme di follia divina ciascuna collegata ad una divinità: a) follia profetica = Apollo; b) follia iniziatica = Dioniso; c) follia poetica = Muse; d) follia di amore = Afrodite. 2. EPISTEME Socrate sa di non sapere, quindi il suo dialogo procede per interrogative. Quello che sta cercando di fare è ottenere una de-finizione della cosa che ponga fine all’oscillazione continua del suo significare. Poi procede a mettere in piedi un discorso che si regga da solo (senza persuasione o figure autoritarie di chi lo pronuncia) = episteme. Nei dialoghi di Platone, Socrate ha sempre ragione grazie al metodo univoco del linguaggio. L’anima abbandona l’inquietudine dell’enigma per la quiete del sapere = dialogo genere logos e nel logos i significati stanno fermi : episteme. La parola impiegata da Socrate è riferita al disordine che l’anima patisce fra le cose d’amore. Socrate non è un uomo comune perché, disponendo di un’episteme sulle cose d’amore, non le riduce a vicende tra uomini (ma tra uomini e dei). Ogni volta che abbiamo a che fare con l’amore non siamo solo uomini (perché la follia e gli dei ci abitano) perché abbiamo a che fare con questa follia. Socrate è un uomo demoniaco. 3. ATOPIA Amore= possessione di un Dio. Quindi in queste condizioni non è l’anima razione a proferire parola, ma il dio. Pulsioni e desideri producono nel senso quel controsenso che fa ruotare i discorsi senza immobilizzarli intorno a un dispositivo ideale che l’anima ha raggiunto come sua con-nessione. Per capire gli atti di amore, devo partire dall’amore in sé e non dall’io che compie gli atti (dislocazione dell’anima). L’atopia di Socrate viene meglio tradotta con ‘dis-locazione’. L’amore è atopos, quindi porta fuori-luogo. L’irruzione del divino (amore, follia) separa l’io dal possesso di sé. Il fanatismo con cui tutto il pensiero greco si getta sulla razionalità tradisce una condizione penosa: o andare in rovina, o essere assurdamente razionali. Il loro pensiero era condizionato: ragione = virtù = felicità. Gli uomini hanno fatto riferimento alla ragione per proteggersi dallo spazio vuoto intorno: ragionare = mettersi al riparo. L’anima razionale si mette tra la cosa e il suo senso rendendo possibile abitare lo spazio vuoto perché a tutto si trova un senso. Nasce così la verità che getta nella follia tutto ciò che non si accorda con le linee tracciate (nesce per esclusione). 4. PENIA Socrate aveva raccontato la nascita di Eros a casa di Agatone. Eros nasce da Penia (povertà) e Poros ( passaggio, via, entrata, acquisto). Eros è quindi il farsi strada della mancanza, la ricerca dell’espediente per soddisfarla. Eros rende impossibile l’adeguamento ad un modello. E. è un movimento verso un punto di perdita, forma eventi il più delle volte tra loro irrelati. Eros si muove al di fuori di ogni contesto che imprigiona il senso dell’interrogazione, e sfugge la logica dell’opposizione. Nel gioco dell’Eros le mosse non rispondono a un calcolo e non hanno un esito determinato. Eros concede anche alla follia il suo transito. Eros si fa interprete tra la ragione che l’uomo ha costruito e la follia che lo abita. 5. ERMENEIA = Colui che interpreta, che avvicina eros a ermes. Il congedo dagli dei fu soltanto apparente, che cacciato dal mondo esterno riapparvero in quello interno dove l’uomo gli riconosce come eventi pulsionali = minaccia dell’ordine stabilito. Lo spettacolo che si apre è quello della follia. La sessualità che Eros inaugura è ritmica come un passo di danza tra sacro e profano. Come gesto che riguarda che i confini dell’io, limite ed erotismo devono l’un l’altro la densità del loro essere. L’erotismo è la glorificazione del limite nel momento stessa della sua infrazione. L’io cede il suo limite per ribadirlo ad un livello superiore = raggiunge l’immenso vuoto. Eros colma questo immenso vuoto che separa i due mondi. 6. MAIEUSIS Eros è amore di qualcosa (=Socrate). Socrate ama definire maieutica l’educazione, ritiene di non trasmettere una verità ma di aiutare gli altri a partorirla da sé. L’avvinghiarsi al corpo dell’altro è dunque in sé una presa, un avvicinamento al mondo reale. Assistendo al cedimento del nostro io l’altro aiuta la nostra nascita. Ruotando intorno alla morte, l’individualità è uccisa dalla semplice intensità di godimento che la percorre e che la sottrae al sistema del tempo per immergerla in quella del tempo astorico dove il soggetto non è più l’io, ma la dialettica della materia giocata da un corpo non più in nostro possesso. L’io e il tu si dissolvono nel nulla. La fiducia però garantisce il ritorno. 7. OMILIA = divino e umano entrano in rapporto ma non si mescolano,scansione violenta del divieto e della trasgressione. L’omilia non dimentica che divieti sessuali e divieti contro la violazione dei cadaveri fecero la loro comparsa ovunque c’era l’uomo e la trasgressione non elimina la proibizione ma semplicemente la sospende. Anche i rapporti sessuali sono proibiti all’interno della società arcaica. Posti a difesa della natura umana, i divieti, oltre a separare l’uomo dall’animale che non li osserva, circoscrivono il territorio non- umano della trasgressione (territorio del sacro). Lo spirito della trasgressione è lo spirito del dio animale che muore rafforzando l’ordine dei divieti. C’è un’affinità tra il sacrificio e l’atto d’amore: la carne dell’animale sacrificato e la carne dell’atto d’amore eccede i limiti posti dalla società. Nell’orgia (tradizione antica) si esprime il lato nefasto di una religione, dove il sacro non è ancora diviso dal male, ma lo trattiene per quel tanto che è costitutivo della natura umana. Lo spettacolo dell’erotismo serve a rilanciare un ordine. 8. SUMBOLON Socrate -- > in principio gli uomini erano interi e il loro aspetto era rotondo = unione con la terra. Zeus, castigandolo, lo taglio in due. Da allora ciascuno di noi cerca l’altra metà. Ciascuno di noi è simbolo di un uomo che cerca la metà corrispondente per la sua ricomposizione. L’erotismo è dunque connesso alla condizione simbolica dell’uomo che cerca di riunirsi con altri uomini e non più con la terra come avveniva in principio. APOLLODORO, AMICO Apollodoro incontra un amico per strada che gli chiede di raccontargli quanto successo al banchetto di Agatone a cui era stato invitato anche Socrate. La storia quindi viene narrata nel dialogo tra i due. E l’argomento principale della conversazione del banchetto erano le questioni d’amore ed Eros. Apollodoro è contento perché ha l’occasione di parlare di filosofia. La storia viene raccontata ad Apollodro da un certo Aristodemo, che vi partecipò al banchetto al fianco di Socrate. A. reputa tutti infelici tranne Socrate, e procede a raccontare quanto riferitogli da Aristodemo. Dice che Socrate si era fatto bello per andare bello da uno che è bello (culto della bellezza nella tradizione greca). Aristodemo non era stato invitato, ma si dice che ai banchetti di uomini valorosi vanno senza invito uomini valorosi, per questo Aristodemo chiede a Socrate di invitarlo lui. Così non sarebbe arrivato senza invito. Camminando Socrate rimaneva sempre indietro, però intimava l’amico a proseguire anche senza di lui. Una volta in casa di Agatone, il servo avanza varie richieste di entrata a Socrate, che però non lo calcola e sta là imbambolato nel cortile della casa affianco. Aristodemo spiega che è un’abitudine di Socrate, e di
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