Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il sistema finanziario e l'offerta di servizi finanziari dopo la crisi, Appunti di Economia degli Intermediari Finanziari

Il ruolo della finanza e del sistema finanziario dopo le tre grandi crisi globali degli ultimi quindici anni. Si pongono domande sulle possibili interpretazioni della crisi, le cause e le responsabilità, i rimedi e gli sforzi ancora da compiere e gli attori rilevanti nella prospettiva di uscita dalla crisi. Si sottolinea l'importanza di considerare i profili etici della finanza e di riaffermare il funzionamento socialmente e ambientalmente sostenibile del mondo della finanza.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 01/02/2024

gloria.brogliato
gloria.brogliato 🇮🇹

3.8

(8)

358 documenti

1 / 12

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il sistema finanziario e l'offerta di servizi finanziari dopo la crisi e più Appunti in PDF di Economia degli Intermediari Finanziari solo su Docsity! IL SISTEMA FINANZIARIO E L’OFFERTA DI SERVIZI FINANZIARI DOPO LA CRISI, A COSA SERVE LA FINANZA? A che cosa serve la finanza? Questo mondo e gli attori che ne fanno parte generano più costi o benefici? Queste domande assumono ancora più rilievo alla luce delle tre grandi crisi globali che ha vissuto la società e l’economia negli ultimi quindici anni: la Grande Crisi Finanziaria (GCF) del 2007-2008, la crisi dei Debiti Sovrani del 2011- 2012 e la crisi causata dalla pandemia Covid-19 del 2020-2021 (l’unica con origini esogene da quelle della finanza). La particolarità delle crisi è che rappresentano (a differenza, per esempio, della costante evoluzione tecnologica) dei salti repentini, dei cambiamenti improvvisi, non prevedibili (nemmeno nelle loro conseguenze una volta successi). Esse, inoltre, non sono periodiche, ma ricorrenti! La finanza e il suo mondo, come il denaro, dovrebbero essere sempre un mezzo per soddisfare e migliorare il bene comune, e non assurgere a un fine in sé e a strumento di dominio di pochi su tanti. La attuale crisi sociale e economica, indotta da cause esterne (la pandemia) e trasmessa al mondo dell’economia e della finanza, sta mettendo alla prova le critiche rivolte alla finanza da larghi strati della società, per cui è oggi più che mai importante considerare i profili etici della finanza. La crisi di fiducia e lo scetticismo diffuso nei confronti del mondo della finanza in seguito alla Grande Crisi Finanziaria impone la necessità di dare nuove risposte alle seguenti domande principali: 1. Quali sono le possibili interpretazioni della crisi? 2. Quali ne sono le cause e le responsabilità? 3. Quali sono i rimedi e gli sforzi ancora da compiere? 4. Quali sono gli attori rilevanti nella prospettiva di uscita dalla crisi? (1) QUALI SONO LE POSSIBILI INTERPRETAZIONI DELLA CRISI? La GFC può essere interpretata da diversi punti di vista: economici, normativi e culturali. Adottando il punto di vista economico, la GCF si è manifestata inizialmente come finanziaria, legata in particolare all’eccessivo indebitamento privato e all’esposizione in strumenti derivati collegati al credito degli intermediari finanziari. Il disallineamento tra crescita reale e crescita finanziaria ha messo in dubbio i benefici apportati dalla crescita dimensionale del sistema finanziario. In estrema sintesi, la grande disponibilità di liquidità, nei quindici anni precedenti la crisi, e la crescita delle attività finanziarie e del credito ha finito per distribuire in modo sbilanciato costi e benefici. (2) QUALI NE SONO LE CAUSE E LE RESPONSABILITÀ? La narrazione prevalente ha puntato il dito contro, da un lato, sugli effetti perversi dell’utilizzo speculativo degli strumenti derivati, dall’altro sugli ingenti debiti sovrani di molti Stati e sulle risposte di politica economica sin qui sicuramente inefficaci. Il mondo della finanza, in particolare, appare in buona compagnia sul banco degli imputati, in quanto non ha sostenuto adeguatamente lo sviluppo economico, a causa sia fattori sia interni che di contesto che hanno agevolato comportamenti poco virtuosi: 1. FATTORI INTERNI: deregolamentazione, sviluppo dei sistemi di trading, carenza di educazione finanziaria, fraudolenta selezione del merito di credito, collusione tra sistemi politici e intermediari (…); 2. FATTORI DI CONTESTO: lunga fase di stagnazione e recessione dell’economia (…). La GFC ha, tuttavia, riconfermato la centralità del sistema finanziario per la società e l’economia nel suo insieme. La crisi pandemica ha reso ancor più necessaria la cooperazione, avviata per la GCF, sia tra Paesi, sia tra i diversi portatori di interessi e ha rafforzato la comprensione diffusa dell’utilità del sistema finanziario (che, dopo una crisi, procede ad una nuova regolamentazione, cerca di evitare nuove crisi e prova a ristabilire la fiducia con gli operatori) e della necessità di una sua guida verso obiettivi socialmente ed economicamente utili e sostenibili. (3) QUALI SONO I RIMEDI E GLI SFORZI ANCORA DA COMPIERE? Le istituzioni pubbliche, le autorità e i governi hanno assistito e fornito supporto a tutti gli operatori economici, favorendo la ripresa dei mercati finanziari e il contributo degli intermediari finanziari all’allocazione delle risorse finanziarie per la ripresa dalla recessione. Tuttavia, sono ancora molte le azioni che devono essere intraprese per arrivare a prevenire (piuttosto che curare) questo tipo di situazioni, le quale hanno come una delle principali conseguenze quella di minare la fiducia dei risparmiatori/investitori, fondamentale per non bloccare il sistema finanziario (e, come vedremo, anche quello reale). (4) QUALI SONO GLI ATTORI RILEVANTI NELLA PROSPETTIVA DI USCITA DALLA CRISI? Gli attori rilevanti per uscire dalla crisi e per riaffermare il funzionamento socialmente e ambientalmente sostenibile del mondo della finanza sono molteplici: essi sono tradizionalmente suddivisi in categorie (mercati, intermediari, autorità, governi, consumatori, …), ma sono in realtà molti di più. IL SISTEMA REALE & IL SISTEMA FINANZIARIO Il SISTEMA ECONOMICO è un insieme di soggetti, strumenti, attività e regole strettamente interrelati tra loro per la produzione, lo scambio e il consumo di beni e servizi nel tempo e nello spazio. Le principali categorie nelle quali tutti i soggetti vengono classificati sono: (1) Famiglie; (2) Imprese; (3) Autorità di governo politico ed economico; (4) Pubblica amministrazione. All’interno del sistema economico, da un lato si scambiano beni, servizi e forza lavoro, dando luogo al CIRCUITO (O MERCATO O SISTEMA) REALE; dall’altro, in contropartita, si trasferisce la moneta o, in sua sostituzione, altri mezzi di pagamento o strumenti finanziari, la cui complessiva gestione dà luogo al CIRCUITO FINANZIARIO. Pertanto, circuito reale e circuito finanziario sono legati da un rapporto di interdipendenza in quanto generati da qualunque tipologia che da un lato prevede il trasferimento del bene o la produzione del servizio e, dall’altro, il trasferimento del relativo prezzo. Si potrebbe dire che il sistema finanziario rappresenta l’infrastruttura che aiuta il sistema economico reale in tutte le sue funzioni. In particolare, la STRUTTURA FINANZIARIA dell’economia individua l’insieme dei CIRCUITI DIRETTI (MERCATI) E INDIRETTI (INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA) attraverso i quali avviene il trasferimento delle risorse connesse al sistema dei pagamenti e al finanziamento degli investimenti, in funzione delle preferenze e del comportamento degli agenti economici. In sostanza: 1. CIRCUITO DIRETTO: investimento nel mercato in azioni e obbligazioni. Il risparmiatore conosce dove vengono investiti i suoi risparmi; 2. CIRCUITO INDIRETTO: i risparmi vengono depositati in banca (o qualunque altro intermediario finanziario) che li investe, prestandoli a coloro che li necessitano. Il risparmiatore non conosce dove vengono investiti i suoi risparmi. Il SISTEMA FINANZIARIO, ossia la “sovrastruttura finanziaria dell’economia”, costituisce l’ambito attraverso il quale si svolge l’attività di intermediazione, cioè la produzione e l’offerta di mezzi di pagamento e di servizi e strumenti finanziari. Il processo di trasferimento delle risorse è necessario in quanto nel sistema economico si registra la contemporanea presenza di soggetti in avanzo finanziario (surplus) e in disavanzo finanziario (deficit): pertanto, è necessario un soggetto in grado di traghettare tali saldi da una parte dall’altra per bilanciare il sistema. Inoltre, il sistema finanziario influenza, in termini sia quantitativi ((valore assoluto) sia qualitativi (composizione e modifiche nel corso del tempo) le: 1. DECISIONI DI DISTRIBUZIONE DEL REDDITO fra consumo e risparmio, ossia il volume dell’accumulazione; 2. DECISIONI DI INVESTIMENTO delle unità con saldo finanziario positivo (in avanzo); 3. DECISIONI DI FINANZIAMENTO delle unità con saldo finanziario negativo (in disavanzo). Per agevolare gli scambi finanziari occorrono strumenti finanziari, ossia contratti che rappresentano per il detentore forme di investimento finanziario e per l’utilizzatore forme di raccolta di risorse finanziarie. Per realizzare in modo efficiente il trasferimento di risorse, il sistema finanziario deve: 1. Consentire ai datori di fondi lo smobilizzo degli strumenti finanziari acquistati anche prima della loro naturale scadenza; 2. Svolgere un’attività di diversificazione e riduzione (trasformazione) del rischio a vantaggio dei datori di fondi; 3. Elaborare e diffondere con continuità informazioni la cui disponibilità consenta una corretta gestione del rischio. Tornando al rapporto tra sistema reale e sistema finanziario, si deve fare attenzione al seguente fatto: nell’analisi della recente evoluzione dei moderni sistemi economici, in effetti, il volume degli strumenti emessi e negoziati, la tipologia dei servizi offerti e le quantità intermediate dagli operatori mostrano valori in continuo aumento, spesso slegati rispetto alla crescita e all’evoluzione dell’economia reale, a scapito dell’importanza e del peso della 2. Il trasferimento di risorse connesse a forme di “dissociazione” tra risparmio accumulato e decisioni di investimento, che necessitano di finanziamento (in modo tale che le risorse risparmiate dalle unità in surplus diventino disponibili per le unità in deficit); 3. La gestione dei rischi e la loro copertura (non contempla che le famiglie che depositano siano soggette a rischio di insolvenza), mediante l’operatività sui mercati a termine (rischi finanziari → sia compagnie assicurative, con limite delle operazioni finanziarie, che tutti gli altri soggetti finanziari) e lo svolgimento dell’attività assicurativa (rischi puri → sole compagnie di assicurazione per attività al di fuori dell’ambito finanziario). Per comprendere la struttura e il funzionamento dei mercati finanziari è necessario focalizzare l’attenzione sull’oggetto dello scambio e sugli attori degli scambi, i quali sono appartenenti a diversi SETTORI ISTITUZIONALI. Quest’ultimi possono essere definiti come raggruppamenti di singole unità economiche/istituzionali che manifestano autonomia e capacità di decisione in campo economico-finanziario. Di essi è interessante e utile analizzare i loro SALDI FINANZIARI SETTORIALI, i quali ci consentono di comprendere le interazioni di scambio finanziario a livello di sistema, e i diversi ruoli prevalenti dei settori istituzionali. Analizzando, in ottica contabile, una singola unità economica (ad esempio, la famiglia in un determinato intervallo di tempo), si evidenziano le due dimensioni complementari di flussi (registrati nel Conto economico) e stock (registrati nello Stato patrimoniale). Consideriamo il seguente esempio. Una famiglia può destinare parzialmente il proprio risparmio all’acquisto di attività reali o finanziarie. Il differenziale tra la quota di risparmio e la parte di risparmio investito (in attività reali) viene definito saldo finanziario: 𝑆𝐹 = 𝑆 – 𝐼 Per riflesso tale quantità (il saldo finanziario) misura la quantità che le famiglie possono destinare agli investimenti finanziari, in quanto la quota di risparmio è già stata depurata dalla parte destinata agli investimenti in attività reali (S – I). Tale quantità può essere positiva (S > I), negativa (S < I) o nulla (S = I). In termini tipicamente contabili, gli stock e i flussi accumulati a fine periodo ad da una famiglia sono: 1. FLUSSI (CONTO ECONOMICO): a. In entrata: i. ricavi da lavoro; ii. interessi e dividendi; b. In uscita: costi per acquisti. → ENTRATE – USCITE = RISPARMIO (S di periodo) 2. STOCK (STATO PATRIMONIALE): a. Fonti → P + PF i. Patrimonio (P) = risparmio (S tot) cumulato nel tempo ii. Indebitamento (PF) b. Impieghi → AT = AR + AF i. Investimenti reali (AR) come la casa…; ii. Investimenti finanziari (AF) come titoli, depositi bancari... Consideriamo che l’investimento in attività reali e finanziarie è reso possibile dal patrimonio e dall’indebitamento. 𝐴𝑅 + 𝐴𝐹 = 𝑃 + 𝑃𝐹 Inoltre, l’investimento aggiuntivo in attività reali (I) e la variazione in attività finanziarie (∆ AF) devono essere coperti dal risparmio aggiuntivo (S periodo) e dalla variazione dell’indebitamento aggiuntivo (∆ PF). I + ∆ AF = S + ∆ PF Consideriamo un altro esempio. Una famiglia in un anno ha risparmiato (S) 20.000 euro e decide di ripartirlo nel seguente modo: 1. Comprare una macchina (I) per 15.000 euro pagando: a. subito 10.000 euro in contanti; b. 5.000 euro l’anno successivo. 2. Sottoscrivere titoli per 10.000 euro (considerato che nel corrente anno deve pagare la macchina solamente 10.000 euro e non 15.000 euro). 15.000 (I) + 10.000 (∆ AF) = 20.000 (S) + 5.000 (∆ PF) Come si può notare la famiglia è costretta ad indebitarsi in quanto l’acquisto della macchina sommato agli investimenti in attività finanziare che desidera compiere sono maggiori rispetto al risparmio che aveva accumulato. I + ∆ AF = S + ∆ PF Invertendo tale formula si ottiene l’equazione del saldo finanziario (SF) S – I = ∆ AF – ∆ PF Dalla differenza delle variazioni in attività e passività finanziarie si ottiene il saldo finanziario, che risulta essere uguale al risparmio del periodo (S) meno gli investimenti aggiuntiti effettuati in attività reali (I). La relazione tra i movimenti dei flussi reali e finanziari di un’attività economica deve anche considerare la possibilità di compiere disinvestimenti (vendite) delle attività reali o finanziarie o riduzioni (rimborsi) delle passività finanziarie. Pertanto, l’equazione di riferimento sarà: I + ∆ AF + rimborsi (– ∆ PF) = S + ∆ PF + disinvestimenti (– ∆ AF – ∆ AR) Riprendendo e integrando l’esempio: 1. La famiglia vende titoli (già in portafoglio perché precedentemente acquistati) per 10.000 euro; 2. Rimborsa un prestito contratto con una banca per 8.000 euro; 3. Deposita in c/c 2.000 euro. Il saldo finanziario risulterà essere pari a: 15.000 (I) + 10.000 (∆ AF) + 2.000 (∆ AF) + 8.000 (rimborso prestito) = 20.000 (S) + 5.000 (∆ PF) + 10.000 (disinvestimento) (∆ AF + riduzione del debito) – (∆ PF + disinvestimento) = 12.000 + 8.000 – (5.000 + 10.000) = 5.000 In linea generale, gli operatori economici presentano le seguenti caratteristiche in termini di saldo finanziario aggregato: 1. FAMIGLIE: Avanzo finanziario → Possibilità di investire; 2. IMPRESE: Disavanzo finanziario → Necessità di indebitamento; 3. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: Disavanzo finanziario (spesa pubblica superiore alle entrate pubbliche); 4. ESTERO: il saldo dipende dai flussi derivanti da importazioni-esportazioni e dai movimenti di capitale. L’approccio macro ci consente di affermare che esistono stretti legami di interdipendenza tra sistema reale e sistema finanziario. Infatti, in un determinato Paese, risparmio, investimenti reali, attività e passività finanziarie dipendono per livello e composizione da: 1. Modello di distribuzione dei redditi; 2. Politica di finanza pubblica e imposizione fiscale; 3. Andamento del ciclo economico e suoi effetti sulla politica economica, monetaria e l’inflazione; 4. Struttura del sistema previdenziale pubblico e privato. 3. INTERMEDIARI: le istituzioni specializzate nella produzione e negoziazione di strumenti finanziari e nell’offerta di servizi, che attuano una ‘trasformazione’ delle caratteristiche degli strumenti; 4. ORDINAMENTO: l’insieme delle norme che deve assicurare lo svolgimento delle funzioni assegnate al sistema finanziario in modo efficace ed efficiente in un dato contesto politico-amministrativo. Se si considera, inoltre, l’inevitabile componente fiduciaria, le norme possono essere viste come l’opportunità di fissare regole alle quali devono sottostare tutti i soggetti che offrono forme di investimento ai risparmiatori che li vedono, pertanto, più affidabili. Si distinguono due differenti normative: a. NORMATIVA PRIMARIA: disegna il grado istituzionale complessivo definendo il quadro di regole base per tutte le componenti del sistema (norme comunitarie e statali). b. NORMATIVA SECONDARIA: assume e realizza finalità di regolamentazione più specifica, tipicamente di vigilanza, attraverso istruzioni e regolamenti emessi dalle Autorità di controllo indipendenti. L’intervento pubblico si manifesta a livello legislativo, esecutivo, amministrativo. A livello esecutivo, sono definiti i poteri di intervento attribuiti al Governo, a comitati di ministri (in Italia, il CICR, Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio), a singoli ministri e che si traducono in politiche di indirizzo rivolte al livello istituzionale e tecnico; a livello amministrativo, le Autorità di controllo indipendenti sono competenti per specifiche materie e operano fondamentalmente sul terreno tecnico. In Italia, la normativa di riferimento è rappresentata da due testi unici: 1. TESTO UNICO BANCARIO (TUB – 1993): banche e intermediari creditizi; 2. TESTO UNICO DELLA FINANZA (TUF – 1998): mercati e intermediari mobiliari. Passando a trattare l’ORIENTAMENTO del sistema finanziario, secondo l’analisi di Rybczynski (1997), nella sua evoluzione storica, si è configurato con tre diverse strutture: 1. ORIENTAMENTO ALLE BANCHE (BANK-ORIENTED): le imprese finanziano i loro investimenti e le loro necessità a breve, oltre che con il capitale proprio e con il credito commerciale, facendo ampio e prevalente ricorso al credito bancario. L’intermediazione delle banche può essere: a. PESANTE: la banca acquista il risparmio garantendone sia la restituzione sia la remunerazione contrattualmente stabilita (raccolta diretta); b. LEGGERA: la banca governa, indirizza e amministra il risparmio incanalandolo verso strumenti di debito emessi dai soggetti in disavanzo (raccolta indiretta). Nel servizio che le banche possono offrire ai clienti e in base al tipo di rapporto che possono instaurare, si distinguono: a. TRANSACTION BANKING: legame tra banca e impresa caratterizzato dalla convenienza oggettiva ad effettuare una o più operazioni. Il rapporto che emerge è complessivamente è asettico e distaccato: per qualunque operazione, infatti, si guarda esclusivamente alla qualità e al prezzo dei prodotti/servizi offerti. In sostanza, l’impresa individua la banca che offre il tasso più conveniente, mentre la banca valuterà esclusivamente la capacità della singola azione di generare il massimo reddito possibile al minor rischio associabile. L’unità produttiva, pertanto, tenderà a moltiplicare i rapporti con le banche, le quali non assumeranno particolari responsabilità e interesse verso una singola impresa; b. RELATIONSHIP BANKING: legame intenso tra banca e impresa con l’obiettivo di massimizzare la redditività nel lungo periodo ponendo maggiore attenzione al rapporto prezzo-qualità non solo alla singola operazione. Pertanto, la banca tenderà ad offrire all’impresa tutti i suoi prodotti per l’intero suo ciclo di vita (riducendo i costi informativi), mentre l’impresa tenderà ad avere una sola banca o comunque una banca di riferimento per tutte le operazioni finanziarie che necessita (ricevendo un aiuto dall’intermediario anche nei momenti difficili). 2. ORIENTAMENTO AL MERCATO (MARKET-OREINTED): le imprese finanziano i mezzi propri e il debito esterno ricorrendo al mercato dei capitali con emissione di titoli rispettivamente azionari e obbligazionari. Ne consegue che il finanziamento bancario ha un’incidenza, se non marginale, comunque inferiore a quelle del finanziamento esterno. Si sviluppa il modello della public company, dove il controllo dell’impresa è fortemente parcellizzato ed esercitato soprattutto dal mercato; 3. ORIENTAMENTO ALLA TITOLARIZZAZIONE/CARTOLARIZZAZIONE (SECURITIZATION): le imprese si finanziano smobilizzando dall’attivo i crediti presenti e futuri ricorrendo alla loro trasformazione in titoli negoziabili (non lo sarebbero). Le banche non solo continuano a partecipare direttamente al finanziamento delle imprese che non ricorrono al mercato o per garantire credito a breve, ma finiscono per essere acquirenti dei titoli (ora negoziabili) emessi dalle imprese. Va evidenziato, comunque, che nella realtà difficilmente gli schemi di orientamento dei sistemi finanziari e i modelli di rapporto banca-impresa tendono ad essere perfettamente differenziati e catalogabili sulla base delle tipologie sopra esposte. I PROBLEMI DI REGOLAMENTAZIONE La REGOLAMENTAZIONE può intervenire per aumentare l’informazione disponibile e disciplinare il comportamento degli intermediari per facilitare l’incontro tra datori e prenditori di risorse. Si pone, pertanto, l’esigenza di assicurare particolari tutele ai piccoli investitori, al fine di proteggere il loro risparmio ed evitare che un crollo di fiducia possa compromettere il corretto funzionamento del sistema finanziario e la conseguente realizzazione del trasferimento di risorse da soggetti in surplus a soggetti in deficit. Ad oggi, i principali PROBLEMI legati alla regolamentazione sono i seguenti: 1. COMPLESSA ARCHITETTURA DELLE AUTORITÀ DI VIGILANZA EUROPEE: l’elevata complessità procedurale che ne deriva, comporta un rischio di inaction bias. Sono necessarie una semplificazione delle competenze e un efficace coordinamento tra autorità e frammentazione del mercato; 2. PROBLEMI DELL’ACCOUNTABILITY: chi controlla i controllori? È doveroso prestare attenzione alle autorità di vigilanza; 3. INCREMENTO DEI COSTI DI IMPLEMENTAMENTO E DI COMPLIANCE (= costi da sostenere per essere conformi alle normative imposte in un certo tempo e luogo): tali costi si riflettono in parte nella riduzione dei margini economici e in parte nell’aumento complessivo del costo di intermediazione per il sistema economico; 4. GESTIONE DELLE CRISI DI SINGOLE ISTITUZIONI: forte confusione tra l’armonizzazione delle norme a livello europeo e la volontà di valorizzare l’autonomia e l’imprenditorialità degli intermediari vigilati (internal governance); 5. TEMA DELLA SEPARATEZZA (RING-FENCING) ABBANDONATO: non si parla più della possibilità di isolare certi rami di attività di un’istituzione finanziaria (che presumibilmente non vanno a gonfie vele) al fine di evitare contagi nelle altri intermediari (es. Titoli di stato della Grecia); 6. PARADIGMA DI BANCA “IMPLICITO” IN BASILEA 3: una banca che continua ad essere un’impresa “speciale” perché in sostanza “produce” moneta ma può allo stesso tempo svolgere tutte le possibili attività di intermediazione finanziaria e, di conseguenza, assumere rischi di varia natura purché abbia tanto capitale da rispettare i requisiti di adeguatezza; 7. SHADOW BANKING: complesso di mercati, istituzioni e intermediari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione in quanto posti al di là del perimetro di applicazione delle relative norme. Si rende necessario ed urgente un ripensamento dell’assetto generale finanziario; 8. FINTECH: necessità di una maggiore attenzione verso i fenomeni innovativi al fine di garantire parità di condizioni competitive (il fenomeno viene approfondito nel paragrafo che segue). IL FENOMENO FINTECH Lo sviluppo delle tecnologie digitali e la diffusione della rete internet hanno avuto un primo forte impatto nel mondo dei servizi finanziari alla fine del secolo scorso (trading online, pure internet banks,…). Per il Financial Stability Board FinTech (il nome deriva dall’associazione di Fin-anza e Tech-nology) è qualsiasi “innovazione basata sulla tecnologia nei servizi finanziari, con collegati nuovi modelli di business, applicazioni, processi di produzione, i quali tutti hanno un effetto concreto sulla fornitura di servizi finanziari” (FSB, 2019). Il concetto di FinTech è assai ampio, perciò qualsiasi analisi dell’impatto della tecnologia, e delle connesse variabili socio-economiche mosse da tale impatto, deve essere svolta con una prospettiva olistica, aperta e interdisciplinare. Le innovazioni (es. criptovalute, blockchain, nuovi sistemi di trading, machine learning, peer-to-peer lending, equity crowdfunding, …) possono cambiare radicalmente (disruption) la struttura del settore dei servizi finanziari, cambiandone i confini, facilitando la disintermediazione, rivoluzionando le modalità di produzione e distribuzione dei prodotti/servizi, … Allo stesso tempo, però, tali innovazioni possono creare problemi di privacy e di intervento delle norme primarie e secondarie. In generale, gli intermediari FinTech hanno inizialmente spaventato gli intermediari tradizionali, dato il forte risparmio di costi, la velocità, la comodità e la possibilità di offrire gli stessi servizi a cui siamo abituati. Successivamente, però, le banche, disponendo di ingenti forme di denaro, hanno capito che investendo negli strumenti tecnologici delle FinTech o direttamente nelle FinTech stesse si riesce a passare dalla competizione alla cooperazione. SOSTENIBILITÀ ED ETICITÀ DEI PROCESSI DI INTERMEDIAZIONE L’attenzione crescente del mondo della finanza rispetto ai temi della sostenibilità e della eticità, è giustificata ampiamente dallo stato del mondo dal punto di vista ambientale, sociale e dei modelli di governo (ESG – Environment, Social, Governance). L’idea è che bisogna articolare la finanza non solo in termini di rischio/rendimento (sia dal punto di vista dell’intermediario che del risparmiatore), ma anche in termini di essere environmental-friendly. Ma è veramente possibile creare ed investire in attività che rispettino il principio del rischio/rendimento e allo stesso tempo tengano conto degli aspetti dell’ambiente/sociali/culturali? Sì, è possibile! Esempio: obbligazioni verdi (green bot). Hanno lo stesso funzionamento delle obbligazioni tradizionali, con l’aggiunta che nel foglio informativo si scrive che il ricavato delle obbligazioni (finanziamento) verrà investito in progetti verdi, i quali devono rispettare certi requisiti. Non si tratta di un cambiamento dal punto di vista funzionale, ma dal punto di vista culturale! A fianco sono indicati i “17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile” (Agenda 2030) redatti dall’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite. Quando si parla di sostenibilità ed eticità dei processi di intermediazione è necessario parlare di: 1. FINANZA ETICA: banche che limitano le loro attività che sono reputate etiche secondo determinati requisiti (esiste già da molto tempo); 2. FINANZA SOSTENIBILE: si basa su principi come quelli esposti riguardo alle green bot. 3. IMPACT INVESTING: scelta da parte dell’investitore che considera non solo il rischio/rendimento, ma anche l’impatto del suo investimento. In particolare, si parla di Investimento Sostenibile e Responsabile (SRI), il quale mira a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso, attraverso una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo (criteri ESG - Environmental, Social and Governance). La misurazione della sostenibilità è una questione molto complessa e c’è il rischio di fenomeni c.d. di GREENWASHING: l’emissione, ad esempio, di green bot da parte di un intermediario finanziario (ma la stessa cosa vale anche per le imprese e le PA) genera nel mercato un impatto positivo e l’obbligazione automaticamente aumenta di valore dal punto di vista del prezzo. Questa cosa, se fatta da intermediari che sono realmente attenti alla sostenibilità, non comporta alcun tipo di problema; il fenomeno del greenwashing nasce dal momento in cui ad emettere strumenti finanziari sostenibili sono soggetti che ne abusano soltanto. La regolamentazione risulta estremamente importante in questi casi.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved