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Teatro Politico e Teatro dell'Assurdo negli Anni '20 e '50 del Novecento, Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Il ruolo del teatro durante gli anni '20 e '50 del Novecento, quando diventa un'arte di nicchia ma anche un'arma politica. Si introduce il teatro agit-prop, il teatro per bambini politicamente orientati e la politicizzazione della vita sociale e culturale. Vengono presentati casi di intellettuali come Majakovskij e Mejerchol'd, che combinano l'arte e la militanza rivoluzionaria. Inoltre, si discute del Teatro d'Arte privato e la sua nazionalizzazione, e del nuovo movimento d'avanguardia del teatro dell'assurdo e i suoi esponenti Eugène Ionesco e Samuel Beckett.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 05/01/2022

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Scarica Teatro Politico e Teatro dell'Assurdo negli Anni '20 e '50 del Novecento e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! ANNI '20-'50: DAL TEATRO POLITICO AL TEATRO DELL'ASSURDO Con gli anni '20 e '50 del '900, soprattutto con la grande novità dell'avvento del cinema sonoro, ilteatro si rassegna a diventare un' arte di nicchia per poche persone colte; tuttavia il'900 oltre a decretare il ridimensionamento del teatro nei gusti del pubblico ne decreta anche dei momenti intensi di protagonismo sociale date per esempio durante la rivoluzione russa del 1917 , dove il teatro si riscopre importante per la possibilità che ha di poter essere usato come un' arma politica. Rispetto al cinema, che è un mezzo freddo per via della presenza solo virtuale degli attori, il teatro è invece un mezzo caldo data proprio la presenza viva degli attori di fronte a un pubblico. Così in questi anni nasce il teatro agit-prop, che sarebbe l'abbreviazione per "agitazione e propaganda", che interviene fuori dagli spazi dei tradizionali edifici teatrali e dove non si trova il criterio del professionalismo, infatti ora sono soprattutto operai, impiegati e militari politici che utilizzano il teatro per determinare la presa di coscienza sulle masse. Quindi ci si trova di fronte a un fenomeno di intensa politicizzazione della vita sociale e culturale. Proprio nella Russia sovietica poi sorgono anche i primi teatri per bambini, politicamente orientati, per coinvolgere anche loro come soggetti attivi all' interno del gioco teatrale. In questa situazione inoltre molti intellettuali russi cercano di essere contemporaneamente artisti e militari rivoluzionari, come nel caso di Majakovskij, massimo esponente del futurismo russo che cerca di proseguire una doppia battaglia da un lato portanzo avanti la militanza comunista e, dall' altro, portando avanti la ricerca al rinnovamento del linguaggio artistico. Alla fine il suo suicidio sigillerà in qualche modo la difficoltà di questo doppio impegno. Un altro esito più tragico fu quello di Mejerchol'd che fu l'allievo migliore di Stanislavskij, ma lontano dalle sue idee di adesione al naturalismo. Mejerchol'd è completamente dentro all' ambito delle avanguardie storiche che dopo il 1917 diventa un grande sostenitore della Rvoluzione diventando anche il fautore dell' Ottobre teatrale, che sarebbe l'equivalente in campo artistico della Rivoluzione d'ottobre. Per questi motivi Mejerchol'd morirà fucilato durante le purghe staliniane. In particolare invece il Teatro d' Arte era un' istituzione privata, sostenuta soprattutto dagli industriali moscoviti, a cominciare dalla famiglia di Stanislaviskij. In seguito Lenin deciderà di nazionalizzare questo tipo di industrie ma deciderà allo stesso tempo di finanziare con i soldi dello stato il Teatro d' Arte poichè si voleva acculturare il pubblico, facendogli apprezzare meglio la cultura borghese. A teatro Mejerchol'd però sosteneva che l'attore deve conservare un atteggiamento ironico e scettico nei confronti degli avvenimenti a cui prende parte perchè deve arrivare a denigrare il suo personaggio e a smascherarlo. Cioè, l'attore sovietico non deve rimanere neutrale ma deve essere portatore di una determinata concezione del mondo , di un determinato sguardo politico che deve essere rivolto al personaggio, soprattutto se come personaggio si tratta di una "canaglia". Quindi l'attore deve riuscire a smascherare il personaggio per impedire che lo spettatore vi si identifichi. Da queste considerazioni si muoverà in seguito Bertolt Brecht e la linea Mejerchol'd-brechtiana non è casuale perchè rimanda allo storico tentativo di allargare l'onda rivoluzionaria della rivoluzione russa sul presupposto che il socialismo non sarebbe potuto sopravvivere isolato in un solo paese che per di più era anche quello più arretrato a livello economico. Quindi tutto questo ha rappresentato il nodo fondamentale degli anni 20 partito dalla russia dei soviet per arrivare alla Germania, cioè il paese con il più forte movimento operaio di quell' epoca. Anche qui poi compaiono le varie forme di teatro agit-prop e anche qui si definiscono le modalità per un teatro per bambini. In questa situazione inizia a nascerfe anche il teatro politico, chiamato anche teatro epico, dove, nella rappresentazone teatrale, i personaggi si presentano da soli, direttamente in faccia allo spettatore e non hanno bisogno del tramite di un narratore. Quindi il teatro epico presuppone una sorta di lo epico al centro dello spettacolo. Altra figura importante in questi anni sarà poi Erwin Piscator a cui si deve il primo tentativo di teatro politico nel 1925, quando allestisce l'opera Ad onta di tutto! sulle vicende dalle politiche che vanno dallo scoppio della prima guerra mondiale fino all' insurrezione berlinese. In particolare poi Piscator anticipa di qualche anno Brecht per quanto riguarda un rinnovamento radicale sulla struttura del teatro, anche se Brecht insisterà di più sul combattere il fatto che bisogna combattere l'aspetto psicologico-emozionale della recitazione. Brecht infatti si oppone all' immedesimazione dell' attore nel personaggio prendendosela in particolare con Aristotele che riteneva come il responsabile di questo processo. Secondo Brecht, se l'attore si immedesima nel personaggio , anche lo spettatore poi si va ad immedesimare a sua volta. Per questo Brecht è conosciuto per la sua tecnica dello straniamento, che consente all' attore e allo spettatore di essere estranei alla rappresentazione. Lo spettatore , così facendo, nell' accadimento teatrale deve arrivare a una crescita intellettuale e sociale e di una sua consapevolezza critica maggiore. Brecht inoltre porterà avanti per pratricamente tutto l'arco della sua vita la riflessione su questa tecnica, sia durante gli anni dell' esilio, sia a capo del suo teatro, il Berliner Ensamble, in cui svolge un' importante azione di regista. Per portare avanti la sua tecnica della straniazione a teatro utilizza per esempio titoli e cartelli proiettati con funzione di anticipazione delle scene, canzoni che spezzano la parlata recitativa per commentare i personaggi e le loro vicende, ma anche attraverso l'utilizzo di fonti luminose e musicali. Tutto questo per ricordare allo spettatore che si trova a teatro e per impedirgli l'illusione scenica. Ovviamente poi ci sono momenti diversi nella drammaturgia brechtiana. Per esempio, la produzione giovanile è ancora molto espressionista mentre in seguito avranno importanza i drammi didattici, composti e pansati per il pubblico operaio berlinese nel momento di massimo scontro col nazismo che era ormai prossimo alla conquista dell' intero paese. Infine ci sarà la stagione dell' esilio dove si ritrovano i suoi capolavori come: Madre Courage e i suoi figli, Vita di Galileo e L'anima buona del Sezuan. Il suo teatro avrà poi una grande diffusione durante il periodo della guerra fredda e soprattutto durante il periodo del crollo del muro di Berlino (1989). In questo clima la drammaturgia di Brecht sembra però risultare meno stimolante e tende a cadere presto nel dimenticatoio. Tuttavia contunia a rimanere la sua lezione sullo straniamento che rappresenta una sorta di eredità per tutti i futuri attori. A partire dai primi anni '50 si evidenzia invece un nuovo movimento d'avanguardia che si manifesta nel teatro dell'assurdo e che per certi versi richiama al movimento del dadaismo. QUI i due principali esponenti sono Eugène lonesco e Samuel Beckett. Entrambi esprimeranno attraverso le loro opere il disagio della civiltà occidentale di quegli anni che ha vissuto per esempio il trauma della shoah e della bomba atomica ma che ingenerale si tratta di artisti che evitano l' impegno politico e che si soffermano su temi come: la falsità dei rapporti sociali, la solitudine, la mancanza di valori e l'insensatezza del vivere. | loro contenuti si accompagnano sempre a una messa in discussione del linguaggio della forma teatrale. Beckett in particolare sarà una rivoluzione per il teatro con la sua opera Aspettando Godot, ambiantato in una strada di campagna dove due vagabondi aspettano l'arrivo di questo misterioso Godot che però non arriverà mai e nei due atti del testo non succede praticamente niente. L'opera rappresenta il tema dell' attesa e l'inutilità dell'esistenza umana percepita come assenza senza scopo. Con il teatro dell' assurdo, soprattutto con Beckett, l'atto unico del testo smette di essere una forma
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