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"Il teatro e il suo doppio" - Antonin Artaud, Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Riassunto schematico ed essenziale del testo "Il teatro e il suo doppio" di Antonin Artaud

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 27/01/2019

EmanueleCellini
EmanueleCellini 🇮🇹

4.4

(333)

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Scarica "Il teatro e il suo doppio" - Antonin Artaud e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! Il teatro e il suo doppio Artaud «Dal dedalo di gesti, atteggiamenti, grida lanciate nell'aria, da evoluzioni e giravolte che non lasciano inutilizzata nessuna parte dello spazio scenico, si sprigiona il senso di un nuovo linguaggio fisico basato su segni e non più su parole» (A. Artaud) «Il Teatro Balinese ci rivela l'esistenza sotterranea di una sorta di vero linguaggio scenico, di una tale efficacia che sembrerebbe abolire perfino i movimenti spirituali che sembrano avergli dato nascita, e tale da rendere impossibile e inutile ogni traduzione in parole ... C'è dell'assoluto in questa sorta di costruzioni nello spazio, uno stile di vero assoluto psichico che solo degli Orientali possono rivelarsi capaci di ricercare» (A. Artaud, lettera a Jean Paulhan, 5 agosto 1931) «Il pensiero mi abbandona a tutti i livelli. Dalla pura essenza del pensiero fino al fatto esteriore della sua materializzazione attraverso le parole. Parole, forme di frasi, direzioni interiori del pensiero, reazioni semplici dello spirito, sono alla costante ricerca del mio essere intellettuale» (A. Artaud) Artaud considerava tale opera come una critica alle convenzioni teatrali allora vigenti e all'importanza che veniva data al linguaggio drammatico. L'autore si mostra critico verso chi considera le opere teatrali quali pure opere letterarie (privilegiando quindi la loro forma artificiosa). L'autore contrappone a questo modo di intendere il teatro la vitalità dell'esperienza sensoriale dello spettatore. La raccolta ha avuto e ha ancora una certa influenza sul mondo del teatro: a essa si sono ispirati figure quali Peter Brook e il Living Theatre. Nel libro Il teatro e il suo doppio, Artaud espresse la sua ammirazione verso le forme orientali di teatro, in particolare quello balinese. L'ammirazione ispiratagli dalla fisicità ritualizzata e codificata della danza balinese gli ispirò le teorie esposte nei due manifesti del "Teatro della Crudeltà". Per crudeltà non intendeva sadismo, o causare dolore, ma intesa come pura catarsi. Per poter giungere a ciò, si deve ricorrere a tutto ciò che possa disturbare la sensibilità dello spettatore, provocando in lui una sensazione acuta di disagio interiore per cui vivesse con agitazione tutta la rappresentazione proposta. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, ed in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola Il libro, uno dei testi fondamentale del teatro contemporaneo, è una raccolta di saggi pubblicata nel 1938. Il primo saggio è la recensione stesa da Artaud dopo lo spettacolo di danza orientale a cui assistette nel 1931. Seguono altri scritti, tra cui i manifesti (1932-33) del teatro della crudeltà. Artaud aspira a un teatro non più psicologico e letterario, qual è quello degradato dell’occidente: esso ha smarrito ogni legame con gli aspetti più importanti dell’esistenza, in primo luogo l’inconscio. Questa sottolineatura dell’inconscio accomuna Artaud con il Surrealismo. E’ precisamente la vita (e soprattutto la vita dell’inconscio) il doppio del teatro, ed è questo cio che, secondo il regista e teorico francese, bisogna sforzarsi di riportare a teatro. L’arte scenica va rimessa sul piano di una creazione autonoma e pura, sotto la prospettiva dell’allucinazione e della paura: filtrati attraverso questa ottica, i processi distruttivi, come l’odio e la violenza, potranno risultare purificati e superati. Per realizzare tale esperienza magica e liberatoria, occorre un nuovo linguaggio fisico a base di segni e non più di parole. La crudeltà scenica diviene il mezzo privilegiato per superare le barriere innalzate dalla ragione e innescare il meccanismo liberatorio. Proprio questo accadeva nel dramma I cenci, allestito da Artuad nel a935: in uno spazio disadorno gli spettatori venivano circondati dall’azione e colpiti con rumori e suoni dissonanti, insopportabili, mentre la stessa voce umana diveniva uno strumento di tortura sonora. Anche l’attore, secondo Artaud, di fronte al pubblico deve sprofondare nel suo inconscio, scoprendo l’interezza del suo essere. Alla fine, scrive l’autore, gli spettatori usciranno dalla sala teatrale spossati e stanchi, ma purificati. IL TEATRO DELLA CRUDELTA’ – Primo manifesto Lungo gli anni trenta Artaud, riflettendo sulle proprie esperienze nei teatri d’avanguardia parigini, elaborò una serie di saggi teorici, che poi raccolse nel teatro e il suo doppio. Alla base della poetica di Artaud vi è il rifiuto del teatro tradizionale: un teatro letterario, imperniato su relazioni sentimentali private, lontanissimo dalle dimensioni antropologiche profonde dell’umanità. Questa è la premessa in base a cui Artaud contesta, nel testo letto, il primato della parola scritta, l’evento spettacolare deve valorizzare, a suo avviso, altre componenti, come spazio, costumi, luci, scene, musiche, oggetti: tutte dimensioni in grado di realizzare il teatro come creazione totale a cui egli aspira. Dalle avanguardie di primo Novecento Artaud riprende diverse idee: • Estrarre da ciò che chiamiamo cultura delle idee la cui forza sia pari a quella della fame. • Cultura come protesta contro la cultura stessa come concetto a se stante- La cultura deve essere un mezzo per comprendere ed esercitare la vita. Vita e cultura non possono essere separate. • Ciò che ci ha fatto perdere il senso della cultura è la nostr idea occidentale dell'arte, e il beneficio che ne ricviamo. La vera cultura agisce attraverso l'esaltazione e la forza, mentre l'ideale estetico europeo tende a gettare lo spirito in uno stato di separazione dalla forza e a farlo assistere alla propria esaltazione. • Decadenza teatro legata al fissarsi su un unico tipo di linguaggio. 2) Il teatro e la peste: • Tra i sintomi della peste non sono presenti il disfacimento e la distruzione della materia; l'appestato può essere spacciato senza che alcun membro imputridisca. I due soli organi realmente colpiti e lesi dalla peste (cervello e polmoni) sono entrambi alle dirette dipendenze della coscienza e della volontà. • Il teatro e la peste hanno in comune la spinta verso l'esterno di un fondo di crudeltà latente attraverso il quale si localizano in un individuo o in un popolo tutte le possiblità perverse dello spirito. C'è una sorta di strano sole, una luce di anormale intensità, dove sembra che il difficile e persino l'impossibile divengano d'un tratto l nostro elemento normale. • Attore come appestato--- l'attore deve essere interamente penetrato e sconvolto dai propri sentimenti,simile al male totalmente astratto che coinvolge l'appestato. 3) La messa in scena e la metafisica • Scena- Luogo fisico e concreto con il suo proprio linguaggio che si rivolge ai sensi. Da ciò deriva la poesia dello spazio, capace di creare immagini equivalenti alle immagini delle parole. • Linuaggio di segni, gesti (pantomima non preventiva, diretta), che costituiscono autentici geroglifici a cui l'uomo riesce ad aggiungere singolare prestigio. Questi gesti rappresentano idee, concetti astratti. • Il teatro è in decadenza perchè ha rotto con il Pericolo, con quello spirito di anarchia che è alla base di tutta la poesia. • La metafisica del linguaggio considera tutti i modi con cui il gesto può entrare in conttto con il tempo e con il movimento. La metafisica induce ad esprimere ciò che di solito non si esprime., considerare il linguaggio sottoforma di Incantesimo. 4) Il Teatro della Crudeltà: • Rifiuto idea teatro occidentale. • Nuovo linguaggio fatto di gesti, costruito intorno alla regia. • Spezzare la soggezione del teatro al testo. • Strumenti musicali usati come oggetti ed elementi scenografici; producono suoni e rumori inusuali, insoportabili e lancinanti. • Illuminazione violenta. • Si evita il più possibile l'abito moderno. • Scena come luogo unico senza dvisioni. Spettatore al centro dell'azione, da essa circondato e in essa coinvolto- Molte scene contemporanee • No scenografia. • Non si rappresenteranno testi scritti ma saggi di regia diretta. • All'attore viene negata qualsiasi iniziativa personale. • Crudeltà come fme di vita, sentimento puo e conscio. • Il teatro e la scienza devono avvicinarsi: ogni emozione ha basi organiche e se l'attore sa in anticipo quali unti del corpo deve toccare, riuscirà a gettare lo spettatore in trances magiche.
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