Il tema della follia in Pirandello e Svevo, Appunti di Italiano

Scarica Il tema della follia in Pirandello e Svevo e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! FOLLIA Uno, nessuno e centomila Il tema del relativismo sulla pazzia attraversa buona parte della produzione di Pirandello, ma è evidente soprattutto nel romanzo Uno, nessuno e centomila, e nella novella Il treno ha fischiato. I personaggi pirandelliani sfuggono ai canoni classici del romanzo soprattutto per quanto riguarda l’univocità della loro identità e Vitangelo Moscarda ne è il rappresentante più completo e complesso. Un elemento accomuna la vicenda di Moscarda e quella di Belluca: il personaggio ha (o meglio ritiene di avere) inizialmente un’identità ben definita e confermata dal mondo che lo circonda. Un accadimento fortuito ed estremamente banale mette in moto un processo di riflessione che porta il personaggio a una revisione della propria condizione, identità e relazione con il mondo. Questa nuova prospettiva porta il protagonista amutamenti radicali nel comportamento che, non riconosciuti dalla società, sono considerati sintomi di pazzia. Il relativismo consiste nel mettere in luce come il mutamento del personaggio, se osservato dal suo punto di vista, è un’assunzione di responsabilità, è un percorso verso la conoscenza di sé e della propria condizione, è la causa di scelte che sono sempre più consapevoli e profonde, mentre per gli altri sono i sintomi di una patologia, di un disturbo psichico. In Pirandello molti aspetti di quella che viene definita pazzia spesso non hanno nulla a che vedere con disturbi psichici, anzi, sono tutto l’opposto. La Coscienza di Zeno Il protagonista del romanzo, anticipato nel titolo, è la “coscienza”; la trama, frantumata in episodi scollegati rispetto all’ordine cronologico, si basa sul vissuto osservato dalla lente deformante della percezione del personaggio. Nel romanzo, scritto in forma di autoanalisi, Italo Svevo diventa, nella finzione del racconto, Zeno Cosini. Due elementi biografici aiutano a comprendere il rapporto tra Svevo e il mondo dell’inconscio: l’incontro con Joyce nel 1907 che lo incoraggia a scrivere un nuovo romanzo, e quello con la psicoanalisi nel 1910, attraverso Edoardo Weiss. Nel romanzo, la psicoanalisi ha un ruolo fondamentale, ne costituisce la cornice strutturale. È, infatti, il dottor S. (nome che allude a Sigmund, cioè Freud) il committente e, insieme, il destinatario del diario di Zeno. Tuttavia, nonostante l’interesse nei confronti della nuova disciplina, al tempo stesso Svevo era scettico rispetto alle sue potenzialità curative; per lui era uno strumento utile a mettere a fuoco quelle zone segrete della volontà e degli istinti, strumento quindi più “letterario” che terapeutico. Per questo, alla fine, Zeno si dimostra estremamente critico verso la pretesa del dottor S. di poter dedurre dai racconti del paziente una diagnosi sicura e una terapia risolutiva: Zeno “guarisce” grazie alla pratica del commercio che gli fa acquisire consapevolezza delle sue qualità. La riflessione sul sano e sul malato, che Svevo propone, esprime una nuova forma