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il tempo collegamenti maturità, Appunti di Italiano

tematica del tempo collegamenti per la maturità : italiano scienze latino fisica storia filosofia arte inglese

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 02/07/2023

viviana-gargiulo-1
viviana-gargiulo-1 🇮🇹

4.3

(20)

42 documenti

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Scarica il tempo collegamenti maturità e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! TEMPO INTRODUZIONE Che cos’è il tempo ? È questa la domanda che, nel corso dei secoli, numerosi scienziati, filosofi e letterati si sono posti e alla quale hanno risposto in modo diverso l’uno dall’altro. Il tempo è tiranno, ce ne accorgiamo ogni giorno quando siamo di fretta (e il tempo che abbiamo non ci sembra abbastanza) o quando ci annoiamo (e il tempo sembra che non passi più). Il tempo determina e guida le nostre vite, ci costringe a prendere delle scelte e a giungere a compromessi. Tuttavia comprendere la vera struttura del tempo non è cosi facile e immediato, poiché appunto non esiste un’interpretazione comune, ma varie teorie e considerazioni. Lo scorrere del tempo inoltre ci permette di dividere il corso della nostra vicende in passato, presente e futuro, anche se poi, come vedremo, ci saranno varie interpretazioni su quest’argomento da parte di numerosi pensatori. ITALIANO : LEOPARDI : In un primo momento per il Leopardi il tempo è una forza negativa, antagonista delle speranze umane, che distrugge in continuazione e senza motivo ciò che creiamo e tutto quello in cui crediamo. In seguito però si distaccherà da questa visione "foscoliana" e troverà nel tempo un prezioso alleato per arrivare alle risposte che sta cercando, infatti diviene l'elemento che gli permette di vedere l'inutilità del presente e dimostrare lo sbaglio del passato e, di conseguenza, l'inganno della vita. L'uomo può ingannare il tempo impossessandosi di quella parte di passato che ci interessa particolarmente conoscere e poi, grazie al ricordo, conservarla e mantenerla viva, sottraendola alla istantaneità che il tempo conferisce a tutte le cose. Per il Leopardi assume particolare importanza il concetto di "rimembranza", per usare un suo termine, intendendo che nel ricordo c'è qualcosa in più, di struggente e suasivo, che rende piacevoli anche le cose negative. In effetti con il ricordo possiamo fermare il tempo e in questa ideale situazione tanto le gioie come i dolori perdono la loro consistenza, diventano puri, oggettivi modi di essere e non possono pertanto farci soffrire. Il tempo inizia ad assumere il ruolo del vero responsabile dei nostri piaceri ed affanni. Nel "Sabato del villaggio" il Leopardi descrive una situazione di festa: la vecchierella è contenta "novellando del suo buon tempo" la donzelletta è entusiasta per quello che deve ancora venire, abbiamo due esempi in cui la felicità del momento poggia su delle certezze che risiedono nella dimensione del passato e del futuro. Ma il tempo, cosi carico di aspettative che noi con la nostra fantasia costruiamo nel prima o nel poi, non solo non viene mai, ma, se messo alle strette, ci sopprime, a riprova del fatto che non sa e non può perdere, come vediamo in "A Silvia", la quale "crolla all'apparir del vero". Da queste considerazioni nasce la conclusione che sarebbe saggio non vivere il tempo, ma lasciar scorrere la vita standosene seduti su di un sasso, come fanno gli orientali, e lasciarla passare senza provare alcuna speranza o emozione, in maniera apatica, poiché solo cosi evitiamo la delusione di vedere annullato tutto quello che di bello abbiamo immaginato. A questo punto però abbiamo la svolta: il crudele tempo ci ha, si, distrutto le speranze del passato, ma ci ha anche svelato la verità, quella oggettiva, che generalmente è nemica della poesia, ma che per lui, a quel punto, rappresenta l'unica certezza, l'unica strada da seguire per dare un senso ed un fine ad una, ricerca che gli è costata il prezzo della vita: se il tempo distrugge con il presente tutte le speranze del passato, il poeta può ragionevolmente affermare l'inutilità del futuro e addirittura usarlo come strumento di verifica della sua teoria. L'INFINITO La poesia esprime mirabilmente l'ansia romantica di superare il limite razionale delle cose materiali per proiettarsi nella dimensione parallela ed irrazionale delle nostre emozioni.In questo componimento il Leopardi si getta in una sensazione metafisica, atemporale, grazie all'effetto oscurante di una siepe la quale, lasciando immaginare al di là "interminati spazi ... sovrumani silenzi e profondissima quiete", determina la verticalizzazione "io nel pensier mi fingo"; il poeta esce cioè dalla realtà dello spazio e del tempo. Il poeta vuole percepire la sensazione di assenza dal tempo nel momento in cui ci si trova e non dopo, quando, avendo ripreso il contatto con la realtà temporale, è automaticamente uscito da quella sensazione atemporale. Leopardi riesce perfettamente a vivere la sensazione cosmica dell'infinito: quando il rumore delle piante (realtà fisica) attiva la percezione acustica, il poeta, che si trova nella realtà metafisica, al di là della siepe, riesce a rimanere in bilico ("vo comparando") tra le due realtà, di qua e di là dalla siepe. Ecco allora la percezione dell'infinito: riuscire ad essere fuori dal tempo con il pensiero, ed avere la prova tangibile (grazie al rumore delle piante) di esserci. Quello che il Leopardi scopre in questa nuova dimensione, è un infinito pieno, dentro al quale il poeta naufraga piacevolmente spaziando nel passato e nel futuro. padrone della situazione, alla scoperta di un mondo nuovo, enorme, affascinante, smisurato che in seguito, purtroppo, si dimostrerà vuoto, privo di un senso logico e di un senso storico. Sembra che l'ansia romantica di vivere la vita analizzando a fondo tutte le emozioni e il rigore illuminista di perseguire scrupolosamente il vero, abbiano incanalato il Leopardi in una lotta drammatica e suicida contro il tempo, il vero responsabile delle nostre emozioni quelle che danno un senso alla vita. Senza il tempo ogni sensazione non avrebbe inizio né fine e sarebbe un0 normale stato di essere senza distinzione da altre sensazioni. La stessa sensazione (bella o brutta che sia poco conta) diventa piacevole, se inserita nel tempo passato, nel ricordo; pessima nel presente, perché cosi rivela la sua vera natura; ambigua se riferita al futuro, perché da una parte la fantasia la concepisce bella, dall'altra la ragione non può prescindere dal dato oggettivo del passato. SVEVO : Nella letteratura italiana, un autore che riesce a costruire una narrazione riscrivendo il concetto di tempo, è Italo Svevo nel suo romanzo "La coscienza di Zeno." Italo Svevo è lo pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz, nato a Trieste nel 1861. Grazie all'amicizia con James Joyce, si awicina alla letteratura. Si interessa delle teorie della psicoanalisi di Freud, ed egli stesso si sottopone a trattamento analitico. Nel romanzo, Svevo fruga con indulgente ironia nella coscienza stessa del protagonista, l'inetto e nevrotico Zeno Cosini, indotto dal suo psicana lista a raccontarsi per meglio comprendere la propria malattia; malattia che si rivela la condizione stessa dell'uomo contemporaneo, reso incapace, dai suoi progressi e dalla sua sterile problematicità, di ogni impulso positivo, "sano", all'azione. Un testo psicologico, costituito da episodi che non sono in successione cronologica ma che scaturiscono dalla voce interiore del suo protagonista. Nel romanzo non vi è una successione cronologica del tempo, bensi il passato del personaggio riaffiora continuamente e si intreccia al presente, a riprodurre l'esatto movimento incessante e non lineare della coscienza e della memoria di Zeno. Da qui ne deriva una struttura per niente limpida e uniforme, ma al contrario, si spezza in tantissimi momenti distinti e alla ricostruzione del trascorso del protagonista è dedicato un intero capitolo assai ampio ed esteso. Il tempo nella Coscienza di Zeno viene così definito "tempo misto". Narrando oggi i fatti di ieri, l'autore scarta le categorie temporali in quanto l'accaduto e l'atteggiamento psicologico non sono univoci, bensì poliedrici, con una continua contaminazione di passato e presente. Nel romanzo di Svevo si fonde dunque una molteplicità di prospettive per cui il ricordo non è mai oggettivo poiché esso muta in base alle progressive modificazioni che i ricordi subiscono nel tempo. Per concludere, il concetto di "tempo misto" in Svevo non è altro che il tempo della coscienza che pretende di recuperare i ricordi passati, i quali sono però alterati e contaminati alla luce delle nuove esperienze. dai nazisti. La “Morte di Dio”, uno dei capitoli più eccitanti e importanti della filosofia di Nietzsche, venne distrutta e stravolta per ridurla in smanie di potere da parte di qualche gerarca nazi-fascista. La morte di Dio di Nietzsche non è qualcosa di politico o sociale ma è qualcosa di altamente esistenziale che rappresenta il punto del divenire completo verso il raggiungimento dell’oltre-uomo. I nazisti intesero la “Morte di Dio” come la distruzione culturale e fisica dei valori, ritenuti da loro stessi, fittizi e non necessari; ponevano il passaggio della morte di Dio necessario per creare sulle macerie della vecchia morale, dei vecchi valori, delle vecchie certezze, una nuova etica e morale, degna di un superuomo; un etica capace di far raggiungere lo scopo della volontà di potenza. La volontà di potenza in Nietzsche è l’ergersi d’innanzi al caos della vita, è l’affermazione totale del proprio io verso l’esterno, è la consapevolezza di riuscire a vivere la propria vita. per comodità si cercò di dare una lettura politica e sociale, e si identificò nell’uomo che raggiunge la volontà di potenza, cioè il superuomo, quell’uomo che è capace per la sua forza di sopprimere gli altri e comandare sul mondo intero. L’ambiguità filosofica degli aforismi, le manipolazione postume degli scritti nietzschiani portarono all’affermazione del filosofo di Rocken come profeta del nazismo Un esempio esplicito potrebbe essere il seguente aforisma << I greci ci offrono un modello di razza e civiltà divenute pure: e speriamo che un giorno si riescano a realizzare anche una razza e una civiltà europee pure >>Nietzsche prova avversione verso la politica e lo dimostra in vari frammenti, questo aiutò molto agli anarchici ed antidemocratici nazisti nel fondare la propria ideologia, ma il filosofo stesso in un aforisma sembra fare un’analisi della situazione tedesca durante il regime nazista e del suo leader Hitler :<< Quando i tedeschi, non molto tempo fa, cominciarono a divenire interessanti per gli altri popoli europei, ciò avvenne in virtù di una cultura che oggi non possiedono più, in quando se la sono scrollata di dosso con furia ceca, come si se trattasse di una malattia; ma poi per sostituirla non hanno trovato di meglio che il delirio politico e nazionalista >> Nietzsche era il primo dispregiatore dello spirito nazionalista, razzista e bigotto che si stava sviluppando in Germania, come poteva una persona simile essere il profeta di un’ideologia che incarna nella propria essenza quelle caratteristiche ? Nietzsche-nazista è il più grande errore che abbiano potuto fare gli studiosi e i politici nel tempo del Terzo Reich. STORIA : NAZISMO : Dopo la Grande Guerra, la Repubblica tedesca di Weimar, che è appena nata, deve pagare debiti e risarcimenti così alti da provocare una devastante crisi economica. Crescono i partiti estremisti, di sinistra e di destra. Nasce il Partito Nazionalsocialista, poi Nazista, che vuole andare incontro alla volontà degli imprenditori, spaventati dalle idee socialiste e comuniste, e della piccola borghesia, che è distrutta dall’inflazione. Tra il 1925 e il 1929 la Germania riesce ad affrontare le difficoltà economiche, ma dopo il 1929 l’economia torna a peggiorare. Nelle elezioni del 1930 perdono voti i socialdemocratici e i partiti moderati a favore dei comunisti e dei nazionalsocialisti, ormai diventati il secondo partito. Il Partito Nazista sembra a molti l’unico capace di risolvere i problemi del Paese. Adolf Hitler, il capo, promette di restituire alla Germania l’antica potenza e di vendicare l’umiliazione di Versailles; al centro del suo pensiero sono il concetto della superiorità della razza germanica e la teoria dello “spazio vitale”, che il popolo tedesco ha il diritto di conquistare espandendosi verso l’Est dell’Europa, abitato da popolazioni di “razza inferiore”. Nel 1933 il Partito Nazista vince le elezioni. Hitler diventa cancelliere e forma un Governo con altri partiti, ma dopo poco scioglie le Camere e organizza nuove elezioni. La campagna elettorale vede i nazisti scatenati contro gli avversari politici, che vengono arrestati e torturati. Malgrado questa campagna di terrore, nel marzo del 1933 i nazisti non ottengono la maggioranza assoluta; Hitler però accentra su di sé tutti i poteri e inizia la sua personale dittatura: si nomina anche capo dello Stato, si fa chiamare Führer e annuncia la nascita del Terzo Reich tedesco. Grazie alle SS e alla Gestapo, la polizia politica segreta, crea un regime di terrore. Nel 1935, con le Leggi di Norimberga, i nazisti privano gli Ebrei della cittadinanza tedesca e li perseguitano e umiliano in ogni modo. Il primo obiettivo della politica interna di Hitler è la ripresa economica. Egli dà perciò una forte spinta ai lavori pubblici e attua la politica del riarmo grazie alla quale la produzione industriale raddoppia e la disoccupazione è quasi sconfitta. Si crea così una situazione di diffuso benessere e di consenso verso Hitler. Nel 1933 i Tedeschi escono dalla Società delle Nazioni e nel 1935, violando il Trattato di pace di Versailles, rimettono il servizio militare obbligatorio. Nel 1936 si alleano con l’Italia. Dal 1936 al 1938 Hitler invade la Renania, s’impadronisce dell’Austria e della Saar, occupa la Cecoslovacchia. La reazione delle potenze democratiche è debolissima, e fra i politici europei c’è chi pensa che una Germania forte possa servire da barriera contro il comunismo sovietico. FISICA : Mancavano ancora sei anni all'inizio della seconda guerra mondiale. Ma nel gennaio del 1933 Hitler e i nazisti presero il controllo del Parlamento tedesco e non passò molto tempo prima che le prime ombre minacciose di una dittatura fascista si insinuassero da Berlino. Il primo campo di concentramento fu costruito quel marzo fuori dalla città di Dachau. I cosiddetti "nemici dello stato" hanno iniziato a scomparire dall'oggi al domani. Quando Einstein salì alla ribalta nei circoli accademici, divenne apertamente critico nei confronti dei nazisti e le tensioni tra lo scienziato e il Terzo Reich si intensificarono rapidamente. Il mese successivo i libri pubblicati da Einstein furono tra quelli bruciati nelle proteste di piazza da teppisti e simpatizzanti nazisti. Alla fine, il governo ha sequestrato i suoi conti bancari personali, e con questo bastava. Einstein annunciò al mondo che avrebbe rinunciato alla cittadinanza tedesca e avrebbe lasciato per sempre il suo paese natale. Essendo ebreo, si sarebbe rivelata una mossa prudente. Più Einstein attaccava pubblicamente Hitler, più la stampa nazista reagiva, scrivendo articoli calunniosi sul fisico, arrivando a pubblicare una sua foto con la grottesca didascalia: “NON ANCORA IMPICCATO”. RELATIVITÀ : Verso la fine del XIX secolo, i due fisici Larmor e Lorentz scoprirono che, sebbene corrette e verificate sperimentalmente, le leggi di Maxwell non erano invarianti rispetto alle trasformazioni galileiane. Significava che tali equazioni, cambiando il sistema di riferimento, mutavano forma. Questo ovviamente contraddiceva il principio di relatività. Tale scoperta sconvolse il mondo della fisica dell’epoca, poiché se l’equazioni di Maxwell non erano invarianti, significava che non rispettavano l’invarianza di tempo e spazio. A quell’epoca, infatti, tempo e spazio continuavano ad essere ritenuti assoluti. Nel 1897, Lorentz pubblicò un saggio in cui riformulava le trasformazioni galileiane, definendo delle nuove relazioni, dette appunto trasformazioni di Lorentz. Nel corso della sua trattazione, il fisico cercò di sostituire al principio di relatività galileiana il concetto di etere. Egli lo definì come una sorta di sistema di riferimento immobile e immutabile che viene attraversato dalle onde elettromagnetiche. Nel 1905, fu un giovane che lavorava all’ufficio brevetti di Berna a risolvere l’incongruenza, riuscendo a trovare l’anello mancante. Tramite un articolo dal titolo “Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento“, Einstein rivoluzionò il mondo della fisica, segnando il passaggio alla fisica moderna. Egli rivalutò e ampliò le trasformazioni galileiane, utilizzando le trasformazioni di Lorentz. Ma il suo grande contributo fu quello di postulare che in ciascun sistema di riferimento inerziale la velocità della luce è pari a \(c = 300000 Tale postulato fu la vera rivoluzione nel mondo della fisica, poiché obbligò a riformulare il concetto di tempo. Sappiamo ormai che nei sistemi riferimento inerziali, ossia sistemi in moto rettilineo uniforme tra loro, si ottengono misurazioni diverse della lunghezza dei corpi. In particolare la lunghezza a riposo, ossia la lunghezza misurata da un osservatore in un sistema di riferimento solidale con il corpo, è sempre maggiore della lunghezza misurata da un osservatore moto relativo rispetto al corpo (o rispetto a cui il corpo è in moto). La lunghezza a riposo inoltre è la massima lunghezza misurabile per il corpo. Uno dei principi da cui siamo partiti per scrivere le equazioni di Lorentz prevedeva di considerare il tempo come una coordinata relativa, impostando cosi un tempo t per il sistema S e un tempo {' per il sistema S' Tale presupposto è un'assoluta novità rispetto alla Meccanica Classica, in cui abbiamo sempre considerato il tempo come una coordinata assoluta, cioè uguale in qualunque sistema di riferimento. Immaginiamo di sederci su un'astronave (sistema S”) e supponiamo che essa sia viaggi a una velocità prossima alla velocitá della luce, ad esempio 0, 7 c. Accendiamo per un istante un accendino ad un tempo e poi riaccendiamolo qualche istante più tardi al tempo t. Nel nostro sistema di riferimento la posizione dell’accendino non è cambiata, quindi non abbiamo modificato le coordinate spaziali in S'. Per noi e per un qualsiasi osservatore solidale con l'astronave è trascorso un intervallo di tempo dato da : . Ci chiediamo adesso quale sia l'intervallo di tempo misurato da un osservatore esterno nel sistema in quiete S. Dalle trasformazioni di Lorentz esplicitate per le coordinate di S', abbiamo: dove : . Poiché l'accendino non si è mai mosso all'interno dell'astronave, vale ovviamente . Ricaviamo dove è il tempo proprio, cioè l'intervallo di tempo che intercorre tra due istanti e che viene misurato nello stesso punto del sistema di riferimento da un orologio solidale rispetto all'osservatore. ARTE : PICASSO, CUBISMO E LES DEMOISELLES D’AVIGNON Sulla scorta delle nuove teorie di Enstein, lo spazio non andava più misurato soltanto attraverso l’altezza, la larghezza e la profondità ma tenendo conto di un nuovo fattore, il tempo, senza più prescindere dall’idea di movimento. È quindi lecito affermare che Picasso si fece, come Einstein, partecipe dello spirito di quegli anni e che il pittore e il fisico, separatamente, giunsero con le loro due opere – il quadro e l’articolo – alle due medesime conclusioni: che non esistono sistemi di riferimento privilegiati e che la concezione plurimillenaria dello spazio classico andava ricusata. Einstein, attraverso un nuovo modello matematico, e Picasso, attraverso una geniale intuizione artistica, elaborarono, nella sostanza, lo stesso concetto di relatività. LES DAMOISELLES D’AVIGNON : Indubbiamente, la potenza deflagrante di questo quadro, al netto dei precedenti cezanniani, sta nel definitivo e radicale abbandono del sistema prospettico tradizionale. La prospettiva decostruita di Picasso, in opere in cui l’immagine veniva scomposta e ricomposta in una sola ma complessa visione multicentrica, stava non soltanto mandando in frantumi la concezione classica dello spazio ma proponendo una nuova, rivoluzionaria concezione di dimensione spazio-temporale. Per quanto potesse, a quella data, non esserne ancora del tutto consapevole, Picasso applicava alla sua nuova pittura la teoria della quarta dimensione. Ma cos’è la quarta dimensione? La questione è scientificamente molto complessa, ancora oggi non è pienamente risolta e il dibattito resta aperto. La quarta dimensione è una direzione diversa da tutte le direzioni dello spazio normale. Alcuni dicono che la quarta dimensione è costituita dal tempo e, in un certo senso, questo è vero. Altri affermano che la quarta dimensione è una direzione dell’iperspazio affatto diversa dal tempo. la quarta dimensione venne riferita al tempo. Fu nel 1905 che Einstein rivide completamente la concezione classica del tempo e dello spazio. Einstein, asserendo che non esistono sistemi di riferimento assoluti, teorizzò una nuova forma di spazio-tempo quadridimensionale unificato, a cui riferire tutti gli eventi del nostro universo. IL CUBISMO E I DIVERSI MOMENTI.
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