Scarica Il terzo spazio dei vinti di Romano Luperini (testo critico su Giovanni Verga) e più Esercizi in PDF di Italiano solo su Docsity! Domande e commento "Il 'terzo' spazio dei vinti" 1) Luperini sostiene che nel mondo esista un cosiddetto "terzo spazio" in cui i vinti all'interno di una società, i diversi e gli esclusi si muovono ("o avrebbero dovuto muoversi") liberamente. Stiamo parlando di coloro che l'autore del testo definisce "sradicati in cerca di realizzazione" (righe 19 e 20) e dunque di coloro che sono emarginati dalla propria condizione sociale. Questi, appunto, muovendosi nel cosiddetto "terzo spazio" possono costruire da zero una nuova cultura, "reinventandola" (usando il termine di Luperini). Questa la tesi di Luperini, esplicitata tra la riga 25 e la riga 31 del testo. 2) La caratteristica dei personaggi verghiani è che generalmente sono considerati i vinti, i marginali della società. I personaggi verghiani sono i "diversi" come Rosso Malpelo, 'Ntoni, Gesualdo o la duchessa di Leyra. Luperini afferma che essi "vivono sulla frontiera fra mondi diversi senza appartenere a nessuno di essi" alle righe 22 e 23. Questo significa che non è individuabile il vero spazio a cui apparterrebbero. Con la affermazione alle righe 22 e 23 Luperini intende sottolineare che tutte le classi sociali sono interessate dalla presenza dei "vinti" ma tuttavia questi sono esuli della propria condizione sociale e non appartengono veramente a questa. Potremmo paradossalmente dire che i "vinti" appartengono a tutte le classi sociali ma nello stesso momento a nessuna, poichè ne sono allontanati e emarginati. 3) Luperini ritiene che le incarnazioni moderne dei "vinti" verghiani siani i colonizzati nell'ottica dei dominatori e dei dominati. Citando Homi Bhabha, Luperini afferma che questi "rivendicano l'urgenza di un 'terzo spazio'". Oppressi dai colonizzatori, che impongono il loro potere, i colonizzati necessitano appunto di un "terzo spazio" dove poter condividere la propria cultura, le proprie ideologie e valori che vengono sovvertiti in quanto "vinti". 4) Il pessimismo di Verga è dovuto al fatto che è inevitabile la negazione della miserabile condizione dei "vinti" nei confronti dei più forti. Non possiamo evitare di "prendere atto duramente di una distruzione", riferendoci alle parole di Luperini, ma è soprattutto necessario che da queste "macerie" si possa intravedere un nuovo "fragile spazio" che permetta ai "vinti" un riscatto sociale. L'attualità del pessimismo di Verga sta nel fatto che anche ai nostri giorni si presenta questo fenomeno per il quale i "vinti" si trovino in qualche modo espulsi dal proprio stato sociale. E' necessario quindi, preso atto del problema, dare voce ai vinti facendo loro capire la possibilità di un loro terzo spazio. 5) Nel testo possiamo individuare un'obiezione e una confutazione. L'obiezione è esplicitata alla riga 35 e 36 "Un'utopia, si dirà". Questa affermazione, infatti, obietta il fatto che possa esistere veramente uno spazio in cui i vinti possano "incontrarsi e dialogare", scambiando quindi idee tra di loro. Tuttavia, possiamo osservare la confutazione di questa obiezione dalla riga 36 alla riga finale. Infatti, presupponendo l'attualità del pessimismo di Verga, dobbiamo prendere atto di questa condizione all'interno delle classi sociali e permettere ai vinti di individuare il loro "terzo spazio", in cui possano sentire la libertà di espressione. Commento) La società contemporanea è vile e spietata e purtroppo ancora esistono gruppi di persone che sono vittima di emarginazione sociale. Prestandoci attenzione non è possibile individuare una vera e propria categoria soggetta all'esclusione: se ci fermassimo un momento a ragionare potremmo sicuramente notare che nella società odierna esistono tantissime sfaccettature di "vinti". Tuttavia, ogni motivo di esclusione converge in una stessa conclusione: una persona (che sia maschio o femmina, alta o bassa e potremmo continuare all'infinito) è vittima di esclusione nel momento in cui si trova ad esprimere delle idee che non sono conformi alla morale o semplicemente al pensiero comune. Tutto questo, come direbbe la maggior parte delle persone, è vergognoso.