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Il vecchio e il nuovo mondo di john elliott, Guide, Progetti e Ricerche di Storia Moderna

Riassunto dei 4 capitoli in maniera abbastanza dettagliata con i punti essenziali

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2023/2024

In vendita dal 06/05/2024

Lolla6783
Lolla6783 🇮🇹

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Scarica Il vecchio e il nuovo mondo di john elliott e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! IL VECCHIO E IL NUOVO MONDO J.B. ELLIOTT 1. Un Impatto problematico Con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492 in ambito europeo ci si iniziò a chiedere se questa scoperta fosse effettivamente utile o dannosa per l'umanità. Anche se in un primo momento gli europei erano molto titubanti, sarà con Adam Smith che la scoperta dell'America e di un passaggio per le Indie orientali verso il capo di buona speranza verranno considerati come i due avvenimenti più grandi e più importanti della storia dell'umanità. Un'importanza data sicuramente dai numerosi vantaggi che ne ricavarono dal punto di vista commerciale e che portò ad influenzare nettamente la politica ed economia in Europa. L'America aveva infatti posto davanti all'Europa una sfida economica, dato che si rivelò sin subito una fonte di approvvigionamento di prodotti e manufatti per i quali esisteva una richiesta nel vecchio continente e che portò anche all'estensione delle attività commerciali dell'Europa. La conseguente conquista da parte degli europei dei territori e delle risorse presenti in America aveva però posto l'Europa anche davanti ad una sfida politica, tant'è vero che questo influì nelle relazioni reciproche, modificando l'equilibrio delle forze. La scoperta dell'America ebbe però anche importanti conseguenze intellettuali, in quanto portò gli europei a contatto con nuovi paesi e nuove popolazioni e così facendo mise in discussione molte concezioni tradizionali nel campo della geografia, teologia, storia e soprattutto per quanto riguarda la natura dell’uomo. Inevitabilmente l'America ebbe un forte impatto sull'Europa, tant’è vero che anche se il tentativo degli europei era quello di imporre la propria immagine, le proprie aspirazioni, i propri valori nel mondo appena scoperto, ciò che effettivamente successe fu che la crescente consapevolezza delle caratteristiche, delle opportunità e delle sfide presenti nel nuovo mondo contribuirono alla fine a trasformare il vecchio mondo. In questo ambito, infatti, è importante avere anche la consapevolezza che il tentativo di una società di comprenderne un'altra ha come inevitabile conseguenza anche la riesaminazione di sé stessa e non significa imporre il proprio stile di vita e cultura ad un'altra società ma implica la necessità di liberarsi di molti preconcetti tradizionali e di molte idee già acquisite. Questo però sicuramente non era uno dei propositi dell'Europa rinascimentale in quanto era statica, soddisfatta di sé e convinta della propria superiorità a differenza del nuovo mondo che comprendeva popolazioni in movimento e con chiari sintomi di insoddisfazione e per questo più propensi ad assimilare nuove impressioni ed esperienze. Fu proprio per questa ragione che l'inserimento del nuovo mondo nell'orizzonte intellettuale europeo trovò davanti a sé numerosi ostacoli di tempo, di spazio, di ambiente e di lingua e si proponeva quattro processi distinti: - L'osservazione, ovvero avere la capacità di paragonare e combinare - La descrizione, ovvero trovare un modo per spiegare l’insolito a qualcuno che non l’avesse mai visto - La divulgazione, ovvero la diffusione di nuove conoscenze, immagini e idee che devono comprendere parte del bagaglio intellettuale - La comprensione, ovvero la capacità di adattarsi all’inaspettato e all’insolito Una volta raggiunge le Americhe la vera prova a cui vennero sottoposti gli europei, e in particolare i conquistadores, del 1500 fu la capacità di affrontare l'ignoto, tant'è vero che l'America era un mondo nuovo e diverso, dove le differenze erano troppo profonde, ragion per cui spesso non si riusciva neanche a descrivere ciò che si vedeva a parole né i paesaggi né i gesti o comportamenti degli indigeni. Nonostante tutti i problemi che comportava la diffusione di notizie esatte sull'America, la questione più complessa rimaneva comunque quella della comprensione e percezione, la quale era diversa a seconda del bagaglio culturale e dell'educazione dell'individuo. Diversamente da ciò che si aspettavano gli europei, le popolazioni presenti nelle Americhe non erano affatto mostruose o fisicamente anormali, ma vivevano senza leggi, senza denaro, senza giudici e senza libri, immersi nella natura. 2. Il processo di assimilazione Nell'ambito dell'Europa cinquecentesca che si confrontò con la realtà dell’America si iniziarono a sviluppare numerose ipotesi per quanto riguarda l'origine degli Indiani d'America, alcune delle quali verranno portate avanti da Gregorio Garcia, il quale sosteneva che le conoscenze che riguardavano l'umanità derivassero dalla Parola Divina, rivelata dalle Scritture e che fossero per questo infallibili, mentre quelle acquisite soltanto attraverso l'opinione comune, fossero da considerare come incerte poiché ricavate da argomentazioni facilmente confutabili. Il problema dell'origine degli indiani d'America era però che questo argomento non era discusso all'interno delle sacre scritture e per questo rientrava tra le conoscenze incerte. Fu infatti proprio per questa ragione, per il loro fare rozzo e incivile e per la loro alimentazione, che nella fase iniziale della scoperta e della colonizzazione dell'America si diffuse l'idea che gli indiani d’America non fossero umani. Queste idee verranno comunque messe a tacere con la bolla papale del 1537 sublimis deus con il quale Papa Paolo III definì gli indiani come uomini a tutti gli effetti. Nonostante questo, gli europei hanno interpretato e giustificato la loro colonizzazione e conquista delle Americhe in termini di superiorità culturale e morale. Gli europei, infatti, tendevano a considerare le civiltà indigene delle Americhe come barbare o primitive rispetto alla loro visione di civiltà europea avanzata. In questo contesto, Elliott ci dà questa visione eurocentrica e mette in discussione il concetto di barbaro citando anche Montaigne, il quale sosteneva che ognuno chiama
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