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Il Videoclip, dai Pinkfloyd a youtube, Sintesi del corso di Musica

Riassunto del libro il videoclip

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 04/10/2021

nena7
nena7 🇮🇹

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Scarica Il Videoclip, dai Pinkfloyd a youtube e più Sintesi del corso in PDF di Musica solo su Docsity! Riassunto Il videoclip dai Pink Floyd a youtube di Andrea Del Castello Capitolo 4 L'analisi Cinemusematica L’analisi musematica di Philip Tagg si basa principalmente sull’utilizzo di brani di musica popolare come oggetti di analisi, con l'obiettivo di comprendere "come la musica comunica, cosa, a chi e con quale effetto" nel mondo di oggi. Uno dei primi punti dell’analisi Musematica è quello di trovare delle unità musicali, detti anche musemi, nell’oggetto di analisi che comunichino lo stesso significato anche in altri brani in cui imusemi compaiono. Per fare ciò bisogna analizzare ogni singolo musema nei diversi brani per capirne il significato e trovare un denominatore comune paramusicale ( verbale o visivo); dopo averli considerati singolarmente bisogna capire il significato dei musemi che si trovano all’interno di aggregati. L'analisi cinemusematica dunque, applica gli stessi obiettivi al videoclip musicale diventando quindi un’analisi interdisciplinare. Se nell’analisi musematica si analizzano i musemi, nell’analisi cinemusematica si analizzano i cinemusemi ovvero un unità minima dotata di senso compiuto che unisce le unità musicali e quelle visive in movimento. Il cinemusema può cambiare in base se si considera l’aspetto filmico (inquadratura, luci) o l’aspetto profilmico (tutto quello davanti alla cinepresa). Per quanto riguarda il cinemusema filmico (musema + inquadratura) si analizza sempre l’elemento più lungo ottenendo quindi: @ Cinemusema filmico a base audio quando ad un musema corrispondono diverse inquadrature @ Cinemusema filmico a base video quando ad una inquadratura corrispondono una stringa di musemi @ Cinemusema filmico perfetto quando ad una inquadratura corrisponde un musema Per i cinemusemi profilmici invece non è possibile fare determinate distinzioni a priori ma va considerato di contesto in contesto. Esempio pratico: is there anybody out there? Pink Floyd © Sinestetico, il materiale sonoro evoca caratteristiche di altre modalità sensoriali (es. video la luminosità sonora delle strofe approfondisce il sentimento d’amore) @ Fisiognomico, il suono evoca caratteristiche emotive o psicologiche (es. la vivace accelerazione sonora è rappresentata con la risoluzione del conflitto tra padre e figlia) In questo ambito anche l'aspetto tecnologico è molto importante da considerare, non si può valutare la diffusione di tecniche come il fish-eye e simili che si basano sulla distorsione visiva se non si tiene conto della parallela nascita in campo musicale del grunge, genere musicale caratterizzato da distorsioni sonore. Un'altra caratteristica principale del montaggio è che molto spesso i registri compongono un video ricalcando le costanti musicali nelle carriere delle band. Per fare un esempio mettiamo a confronto la musica dei Pet Shop Boys, costituita generalmente da un frase di sintetizzatore e ripetuta più volte nella canzone e dall’inconfondibile timbro vocale di Neil Tennant (cantante), e dei Dire Straits, caratterizzate dal timbro della chitarra e con melodie vocali che si muovono in ambiti molto limitati. Ora, analizzando i rispettivi videoclip, si può notare come corrisponda un montaggio più blando e quindi inquadrature più lunghe sulle rispettive sezioni principali. 5.2 La comunicazione non verbale Il videoclip si avvale delle potenzialità espressive della comunicazione non verbale, i cui cinque elementi principali sono: il viso, l'aspetto esteriore, lo sguardo, il comportamento spaziale e imovimenti del corpo. Gli scopi della comunicazione non verbale sono esprimere emozioni, comunicare atteggiamenti interpersonali, presentare se stessi. Per quanto riguarda gli scopi bisogna fare una distinzione tra scopi intrinseci (ciò che è) e scopi estrinseci ( il significato nascosto) Per esempio nel videoclip di Pink Get the party started, la cantante fa una linguaccia, questo è un elemento della comunicazione non verbale ed ha uno scopo intrinseco ovvero generalmente è un segnale di antipatia oppure uno scopo estrinseco con l'obiettivo di mettere in mostra il proprio modus vivendi poco formale. 5.3 Le macrostrutture I videoclip musicali sono caratterizzati da delle macrostrutture musicali e macrostrutture visive che, unite, danno vita a macrostrutture videomusicali. Per approfondire questo argomento, si è presa in considerazione la canzone In the flash dei Pink Floyd. Questa canzone fa parte dell’album The Wall, che oltre al disco, è stato una rappresentazione dal vivo e un film. L’idea, avuta da Rogers Waters allora leader dei Pink Floyd, fu quella di creare un'opera polimorfica dove ogni canzone costituisse un racconto di un'unica storia. La storia in questione è quella della rockstar Pink che vive un’infanzia difficile e una vita problematica a causa dell’assenza del padre morto in guerra, di un errato sistema scolastico e di un matrimonio fallimentare. Ognuno di questi elementi rappresenta un mattone di un muro dietro il quale il cantante decide di isolarsi. Il manager per combattere questa apatia decide di dargli delle sostanze stupefacenti che portano Pink a sentirsi un dittatore e a trattare i suoi fan come dei sudditi. Terminato l’effetto Pink si rende conto dei suoi errori e il muro viene abbattuto. In the flash rappresenta l'inizio dello show e le indicazioni che si sentono alla fine del brano indicano che Pink sta per cominciare a raccontare la storia della costruzione del "muro". Nel videoclip la macrostruttura musicale iniziale corrisponde ad un sound caratterizzato da chitarre suonate con distorsione ed una batteria vigorosa che vengono unite agli effetti sonori delle esplosioni degli aerei e delle bombe; questo perchè per quanto riguarda la rispettiva macrostruttura visiva vengono rappresentati dei fan che corrono indemoniati verso il palcoscenico e in alternanza appaiono scene di soldati che corrono tra le bombe che esplodono. Questa associazione nasce da una riflessione di Rogers che inizia ad associare i fan accecati dal fanatismo con i sudditi dei regimi totalitari. Segue la scena di Pink vestito da dittatore che inizia a cantare e gli spettatori che lo ascoltano assorti, in questo caso il clima diventa più tranquillo e la timbrica molto più sobria. Per concludere questo è un chiaro esempio di come le caratteristiche visuali riflettono quelle musicali. 5.4 La musica e i giovani. L’elemento più significativo nel rapporto tra musica e giovani sembra essere quello della ricostruzione di un universo giovanile parallelo a quello reale per poter offrire allo spettatore delle situazioni in cui esso possa riconoscersi. Le canzoni degli 883 sono degli esempi lampanti in quanto raccontano di storie di giovani, delle uscite in pizzeria o in discoteca o dei primi innamoramenti. Un'altro aspetto significativo nel rapporto tra giovani e musica all’interno di un videoclip consiste nel contrasto tra genitori e figli. In generale, le storie descritte sono manipolate, sia a livello filmico che a livello profilmico, in modo che lo spettatore si schieri sempre dalla parte dei giovani. 6. Arte Elettronica Per arte elettronica si intende tutta l’arte basata sull'impiego delle nuove tecnologie e quindi ne fanno parte: la videoregistrazione, le videoperformance o le videoinstallazioni. I primi video artisti provenivano dal mondo musicale quindi la musica ha sempre avuto un ruolo di primo piano. I primi ad intuire delle affinità tra l’immagine elettronica, il suono e la musica furono Steina e Woody Vasulka che fin dalla fine degli anni ‘60 creano interazioni tra immagini e suoni. Negli anni ‘70 si mise in luce l’artista Laurie Anderson, che lavorò sui video musicali e verso la metà del decennio successivo il MOMA fu il primo museo a collezionare videoclip musicali. Il videoclip è definito da Pier Vittorio tondelli come “il vecchio sogno di arte totale che può unire musica, teatro, poesia e tecnologia” e proprio l’unione di questi elementi artistici permette al videoclip di sviluppare una propria estetica. Molti artisti, nel senso comune del termine, si sono dedicati alla realizzazione di videoclip come nel caso di Andy Warhol che diresse nel 1981 “Movie” di Loredana Bertè. Generalmente nella produzione di un videoclip musicale la figura del musicista è in secondo piano rispetto alla casa discografica, al management o al regista. Naturalmente la volontà di queste figure è quella di creare un prodotto che faccia vendere bene. Gli unici poteri dei musicisti derivano dal loro successo già acquisito che li portano ad avere un più forte peso contrattuale e decisionale. Un caso d’esempio è quello dei Subsonica che hanno avuto per la prima volta la possibilità di imporre alla casa discografica la loro non presenza nel video “Incantevole” lasciando maggior spazio creativo al regista e vincendo così il Premio Italiano del Videoclip. Molti videoclip sono stati girati da cineasti le cui enormi capacità però, molto spesso, rimangono confinate all’ambito cinematografico altre volte invece, essi riescono a realizzare videoclip estremamente interessanti.
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