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Il videoclip. Musicologia e dintorni dai Pink Floyd a Youtube Libro di Andrea Del Castello, Sintesi del corso di Musica

Il videoclip. Musicologia e dintorni dai Pink Floyd a Youtube Libro di Andrea Del Castello

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Il videoclip. Musicologia e dintorni dai Pink Floyd a Youtube Libro di Andrea Del Castello e più Sintesi del corso in PDF di Musica solo su Docsity! Il videoclip: musicologia e dintorni dai Pink Floyd a YouTube - 45-80; 135-190 Il videoclip è un oggetto formato da testo linguistico, musica, rumore e tecnologia la cui principale funzione è quella di accompagnare un brano musicale con delle immagini. Tuttavia il videoclip si lega anche ad un espetto economico e commerciale poiché costituisce uno strumento finalizzato alla promozione pubblicitaria di un prodotto. Quando un brano viene pubblicizzato con un videoclip spesso raggiunge un pubblico molto più grande rispetto a quello che potrebbe raggiungere senza di esso. Il reparto marketing e promozione è diventato il più importante delle case discografiche e anche quello in cui si investono più soldi. Fino a poco tempo fa era la televisione il canale mediatico attraverso cui il pubblico poteva interagire maggiormente con il videoclip, ad oggi Internet ha sicuramente preso il sopravvento. L’ANALISI CINEMUSEMATICA Il modello di PHILIP TAGG 1. Secondo Tagg dato un oggetto di analisi, bisogna trovarvi delle unità musicali (musemi) in grado di comunicare lo stesso significato in diverse opere nelle quali esse compaiono. Occorre trovare dei brani che presentino somiglianze con il brano da analizzare, per descrivere la musica per mezzo di altra musica, considerando però solo quei repertori dai quali si suppone che l’autore dell’oggetto d’analisi abbia potuto attingere. 2. A questo punto bisogna concentrarsi sui singoli musemi per capirne il significato all’interno dei vari brani e per individuarne un eventuale denominatore comune paramusicale visivo o verbale (un qualcosa che è comunicabile in diversi contesti, in canzoni diverse tra loro). 3. Per capire esattamente quali sono gli elementi di un musema, si ricorre alla sostituzione ipotetica, secondo la quale si cambiano ad uno ad uno tutti gli elementi del musema: - Se il musema continua ad avere il suo significato, l’elemento cambiato non fa parte del musema; - Se il musema cambia di significato, allora l’elemento cambiato fa parte del musema. 1 Per trovare più facilmente gli elementi costitutivi del musema si ricorre all’uso di alcuni parametri, quali del tempo, melodici, orchestrali, della tonalità, della tessitura, dinamici, acustici, elettromusicali e meccanici. 4. Dopo aver considerato i singoli musemi, bisogna considerare il senso comunicato dai musemi quando si trovano in aggregati (stringhe di musemi date dalla successione di più musemi o fasci dati dalla sovrapposizione di più musemi), e questo è possibile solo se i brani sono composti dal binomio melodia/ accompagnamento. Nella cultura europea monometrica la melodia è vista come figura individuale, mentre l’accompagnamento come sfondo. —> Questo cambia quando si inizia a parlare di videoclip, poiché non possiamo basarci solo sul senso comunicato dall’aspetto sonoro (melodia e accompagnamento), ma anche sul senso comunicato dall’aspetto visivo (ad esempio, per quanto riguarda la sostituzione ipotetica dell’aspetto visivo, bisognerebbe disegnare schizzi tipo storyboard, o filmare scene varianti, o montare le scene diversamente. ANALISI CINEMUSEMATICA DI UN VIDEOCLIP Esistono quindi due chiavi di lettura a seconda dell’ambito di analisi scelto: - Una chiave di lettura musicologica nell’analisi della canzone, come visto precedentemente; - Una chiave di lettura cinemusicologica nell’analisi del videoclip (bisogna considerare suono e immagine). Diversamente da come accade nell’analisi musematica, al posto dei musemi bisogna prendere in analisi i cinemusemi, ovvero l’unione delle unità musicali (musema) e visive in movimento (cinema) che creano un’unità minima di senso compiuto. I cinemusemi a loro volta si suddividono in cinemusemi filmici, cinemusemi profilmici e cinemusemi perfetti. 1. Il cinemusema filmico è composto da musema (unità minima musicale) e inquadratura (unità minima visiva). Per l’analisi del cinemusema bisogna prendere come punto di riferimento uno dei due, i quali non coincidono quasi mai. Quindi solitamente si prende quello di durata maggiore: o Se si scegli l’inquadratura si tratta di un “cinemusema filmico a base video; o Se si sceglie un musema si tratta di un “cinemusema filmico a base audio o Se la durata del musema e dell’inquadratura coincidono si tratta di un “cinemusema filmico perfetto”. 2. Il cinemusema profilmico è composto da elementi musicali ed elementi profilmici: 2 - il pedale rappresenta il muro - il contenuto visuale del videoclip può anche rappresentare visivamente parte del significato connotativo della musica 2. nella seconda appaiono solo Pink e una stanza d’albergo figura=arpeggio=Pink ; sfondo=base=stanza Facendo rifermento ai rapporti tra figura e sfondo, nella storia esistono solo due figure, ovvero Pink e il muro, e nella canzone la voce (melodia) e il pedale (accompagnamento) —> Parallelismo. —> l’idea di questa canzone che emerge a livello musicale è un forte senso di sconforto per l’avvio di un processo psicologico di autodistruzione e incomunicabilità. L’idea di questa canzone che emerge a livello visivo è di un testo audiovisivo suddiviso in due sezioni che esprime anch’esso un senso di sconforto per l’avvio di un processo psicologico di autodistruzione e incomunicabilità espresso mediante la metafora del muro. Nel primo segmento il protagonista vive in un mondo irreale, nel secondo invece la situazione sembra più reale (stanza d’albergo) LE FINALITA’- CAP. 5 Le finalità che muovono alla realizzazione dei videoclip sono lo spettacolo, la pubblicità e l’arte. I MEZZI DELLO SPETTACOLO Ruolo principale nella produzione degli effetti spettacolari è svolto dal MONTAGGIO. Per i videoclip si usa una particolare strategia di montaggio che privilegia: o Il frammento alla compiuta unità narrativa (frammentazione estrema del montaggio esprime un linguaggio che mira ad una nuova rappresentazione della star); o Le forme della ripetizione alla successione regolare delle sequenze; o L’esibizione delle qualità imperfette della sostanza sonora e visiva alla perfezione compositiva dell’immagine cinematografica E’ comunque la maggior parte delle volte il ritmo della musica che determina il ritmo dell’immagine. Se il tempo reale coincide con quello della narrazione, allora il ritmo della musica viene fatto coincidere con quello dell’immagine durante la fase di 5 montaggio. Tuttavia può anche succedere che il montaggio rappresenti la disparità tra il tempo reale e il tempo della narrazione. In questo caso il montaggio è caratterizzato da alcune tecniche quali: o Ausilio di ellissi (allungamento) che rendono il tempo reale più lungo di quello della narrazione; o L’utilizzo multiplo di una stessa azione, magari con diverse inquadrature; o L’aumento della velocità delle immagini; o L’ausilio della slow-motion per rallentare le azioni che si stanno svolgendo. Il montaggio deve comunque la sua forza alla simbiosi che esso intrattiene con la musica, si pensi ai videoclip in cui le inquadrature sono scandite ad ogni percussione della batteria o dall’inizio di un nuovo verso. Il rapporto tra montaggio e musica del videoclip è definito come “sincresi”, ovvero sincronismo e sintesi, caratterizzata da “punti di sincronizzazione” (momenti in cui la simbiosi è massima) e “punti di desincronizzazione” (momenti in cui si creano fratture tra il visivo e il sonoro). Oltre al ritmo i montaggio si relaziona al sonoro attraverso, ad esempio, attacchi vocali e accenti melodici e al visivo attraverso artifici coreografici ed elementi diegetici. Possiamo quindi dire che nel videoclip il montaggio può esprimere tutta la sua espressività solo in connessione con la musica e le immagini. Si nota poi infine una sorta di ribellione ad una qualsiasi grammatica —> In alcuni videoclip le inquadrature sembrano casuali, ma vi sono comunque elementi che regolano ciò che dal punto di vista cinematografico appare sconnesso (es. “Certe Notti” di Ligabue, i cambi di inquadratura che ad un primo impatto sembrano casuali sono invece scanditi dagli accenti ritmici della batteria). Non sempre quindi si segue una vera e propria grammatica del montaggio, non ci si basa sempre su tutti i suoi parametri; ci sono esempi di videoclip che ne sono privi e che spiazzano l’inconscio dello spettatore (—> infinito di Raf tutto il video c’è solo la ripresa di lui che passeggia). COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) Tutti quegli elementi non includibili nel linguaggio parlato: 1. L’aspetto esteriore 2. Il volto 3. Lo sguardo 6 4. Il comportamento spaziale 5. Il movimento e i gesti Es: La mia risposta” di Laura Pausini È un brano tipico del pop degli anni ’90. Il tempo è molto lento e l’accompagnamento è sempre in secondo piano rispetto alla melodia vocale. Lo sconforto e l’incertezza delle strofe viene alternato con la reazione positiva dei ritornelli —> la vita ritrovata per mezzo della musica, la quale è riuscita a sostituire l’incertezza con la concretezza. PRIMA STROFA: Il senso di incertezza è creato sin dal primo frame. Tutte le espressioni della CNV relative al volto, allo sguardo e ai movimenti del corpo e dei gesti si aggiungono all’aspetto esteriore semplice e sobrio della cantante. Gli scopi della CNV sono esprimere emozioni (volto e sguardo), presentare sé stessi (aspetto esteriore) e comunicare atteggiamenti interpersonali (volontà di repulsione). Ritornello: Non rappresenta solo la risoluzione della tensione creata nel climax della strofa, ma anche una più energica convinzione di sicurezza e concretezza, realizzata mediante l’utilizzo della batteria, del volume canoro più alto e di una linea melodica più sinuosa e fluttuante (rispetto al quasi parlato della strofa). Questo senso di sicurezza è dato non solo dagli elementi della CNV, ma anche dalle parole del testo. Seconda Strofa: Inizia nuovamente all’insegna della tristezza, ma questa volta a causa del ricordo. È a questo punto che diventa elemento principale della CNV il campo spaziale: scorrono inquadrature di un divano su cui la cantante è posizionata sempre in modo diverso. Ritornello Il ritornello finale è ripetuto svariate volte in dissolvenza del brano e, oltre a ripresentare gli elementi precedenti, si aggiungono il gesto della cantante che apre le braccia in senso di accoglienza e un pugno che si chiude in senso di forza. MACROSTRUTTURE VIDEOMUSICALI Una notevole caratteristica dei videoclip musicali riguarda la correlazione tra macrostrutture musicali e macrostrutture visive: unite danno vita a macrostrutture videomusicali. 7 dei casi, ma esistono casi particolari in cui il musicista fa sentire la propria voce, e questo accade quando: - Il musicista rappresenta un pilastro economico per la casa discografica (artista di successo); - La musica dell’artista aspira a diventare un’espressione significativa (musica non banale). Molti videoclip sono stati girati da cineasti, con la speranza della buona riuscita del videoclip, ma è già stato messo in luce come questo stratagemma non rappresenti una strada sicura verso un buon prodotto. Le enormi capacità dei registi restano spesso confinate nell’ambito cinematografico, ma a volte essi riescono ad esprimere abilmente la loro ingegnosità, come ad esempio “Gli angeli” di Polanski è stato premiato alla mostra del cinema di venezia come vincitore per la categoria “Finestre sul mondo”. Il videoclip è stato definito da Pier Vittorio Tondelli come “il vecchio sogno di arte totale delle avanguardie”. Si tratta effettivamente di una forma audiovisiva dall’enorme potenziale culturale che ingloba molteplici caratteri propri di altre forme espressive. A volte sono veri e propri artisti dediti ad altre arti a realizzare il videoclip, come ad esempio Andy Warhol e Dan Munroe che nel 1982 diressero “Movie” di Loredana Berté. Per quanto riguarda la rappresentazione visiva in relazione ad un brano sonoro bisogna prestare attenzione ad un genere come la techno, un tipo di musica che non prevede la tradizionale figura del musicista. DIVO = MACCHINA SOGGETTO = RITMO Bisogna comunque distinguere i videoclip che presentano solo immagini astratte o paesaggi dai videoclip che non presentano il musicista ma dove vi sono comunque persone riprese. Ad esempio, in “That old pair” dei Fatboy Slim vi è un giocoliere che fa il suo numero con le palle e il soggetto/persona presente agisce come una macchina che ripete all’infinito gli stessi gesti. In “Star Guitar dei Chemical Brother vi è un’inquadratura fissa dal finestrino di un treno. I pali lungo i binari che passano in modo ciclico e costante provocano un effetto simile ai video realizzati al computer. Bisogna tener conto anche degli elementi profilmici (a sovrastrutture sonore corrispondono sovrastrutture visuali) - Incrocio di treni, pali e ponti; - Al break corrisponde il rallentamento del treno e il passaggio in stazione 10 VIDEOCLIP E PUBBLICITA’ l linguaggio della pubblicità e quello del videoclip sono molto somiglianti. Consideriamo lo spot per la macchina per il caffè “Nescafè Gusto Dolce” realizzato sulla canzone “Sex machine” di James Brown. Viene presentato un tavolo dove la macchina per il caffè e le tazze roteano come se fossero su una pista da pattinaggio. I movimenti coreografici della macchina e delle tazze sembrano seguire il recitativo di Brown (quando la canzone dice “movin” si azione la leva, quando dice “doin” esce il caffè, quando dice “one, two, three, four” vengono presentate le macchine di colore diverso). A cooperare all’efficacia sinestesica è anche la scelta del brano su cui è stato impostato lo spot: la macchina del caffè dalle rotonde forme è associata alla macchina da sesso, e quindi alla macchina della dipendenza. Bisogna anche pensare allo slogan “libera la tua voglia di caffè”: la canzone di Brown risale agli anni della liberazione sessuale e ha una forte connotazione carnale e liberatoria (nel momento in cui Brown dice “sex machine” il caricatore va a conficcarsi nella macchina del caffè esprimendo simbolicamente l’amplesso). Una canzone, più videoclip Il valore sinestesico del videoclip può essere inteso appieno se si conoscono le sue componenti sonore e visive. Ma sappiamo anche che l’aspetto visivo si adegua a quello sonoro. Videoclip relativi ad una stessa canzone possono apparentemente sembrare diversi ma si riscontrano somiglianze pressoché sorprendenti. - Tutte e tre le versioni di “One” degli U2 hanno un montaggio lento che richiama il ritmo. - Entrambe le versioni di “Porcelain” di Moby hanno un’atmosfera di indefinibilità propria di quel particolare sound. ES: Natural Blues di Moby Esistono due videoclip per questa canzone. 1. La prima versione è ambientata in un ospizio in cui, seduto su una sedia a rotelle, Moby vecchio guarda le foto e i filmati che lo ritraggono da giovane. Ad un certo punto una statuetta di un angelo prende vita, prende in braccio Moby e la salma si trasforma in un bambino; 2. La seconda versione, fatta con disegni animati, vede un uomo stilizzato e il suo cane che scendono sulla Terra da un indefinito pianeta, arrivano in Louisiana, affittano una barca e nella palude incontrano un coccodrillo, un vecchio su una sedia a rotelle e un’aliena. I personaggi arrivano in una palafitta, all’interno della quale suona la band. I protagonisti riprendono in seguito il viaggio sullo sfondo di 11 una luna enorme. Pur essendo videoclip quasi totalmente differenti, vi sono elementi che li accomunano: -Entrambi i videoclip sono narrativi; -L’intento è quello di commuovere con vicende tristi ma con uno sviluppo felice; -La presenza di un personaggio anziano costretto su una sedia a rotelle; -L’utilizzo di colori smunti che riflettono il sound malinconico e che si evolvono verso una forte luminosità tendente al bianco; -Molti stacchi (batteria) e passaggi (chorus/bridge) coincidono con determinati cambi di inquadratura Nell’ultimo break della canzone risiedono i momenti più importanti di entrambi i videoclip: la trasformazione della statuetta in angelo e l’innamoramento dell’aliena. Un musicista, più registi I registi sviluppano le caratteristiche musicali, creando isotopie videografiche che ricalcano le costanti musicali nelle carriere delle band (i registi creano i videoclip per una specifica band seguendo il genere di musica e il tipo di montaggio utilizzati nei videoclip precedenti). Prendendo come esempio i Pet Shop Boys, i loro brani sono costituiti sostanzialmente da sintetizzatori e ritornelli, strofe e bridge molto orecchiabili e distribuiti. Per i Dire Straits, invece, il timbro che si pone è quello della chitarra e quindi possiamo dire che le sezioni prorompenti sono quelle strumentali. Si nota quindi come il montaggio sia più lento e le inquadrature siano più lunghe nelle sezioni principali per i rispettivi gruppi, quindi in quelle vocali per i PSB e in quelle strumentali per il DS. Questa, naturalmente, è un’analisi molto generica, ma si può notare anche come vi sia un montaggio più veloce nelle sezioni strumentali dei PSB e nelle sezioni vocali dei DS. I registi che si sono occupati dei videoclip per i PSB e per i DS hanno applicato le stesse formule per quanto riguarda la relazione montaggio e macrostrutture musicali. Ne deriva quindi uno stile videomusicale quasi invariato per i videoclip di una determinata band (naturalmente vi sono eccezioni). La potenza di un loop “Always on my mind” dei Pet Shop Boys, diretto da Jack Bond nel 1987, è ambientato all’interno di un’autovettura. Il cantante Neil Tennant è seduto sul sedile del passeggero, mentre alla guida c’è l’altro componente del gruppo, Chris Lowe. Naturalmente Tennant è inquadrato più spesso durante il cantato e con meno assiduità durante le sezioni strumentali. Con una breve verifica si potrebbe pensare che il performer abbia più importanza della canzone stessa, ma non è così. Si prenda ad esempio il loop molto accattivante: nei lassi di tempo in cui è eseguito, l’istanza narrante tende ad allontanarsi dall’ambiente base dell’autovettura. 12 interno: Bowie non sarà divino perché non riesce a tornare indietro nel tempo, ma è pur sempre un divo. Le luci non sono solo un mezzo che garantisce l’effettiva visione, ma sono anche un vero e proprio mezzo espressivo. L’illuminazione è “contrastata” , caratterizzata da confini ben definiti tra zone di luce e zone d’ombra: è utilizzata per contribuire alla definizione della situazione drammatica e particolarmente intensa. Madonna, Frozen - Metamorfosi sincronica Le metamorfosi sono fenomeni costanti nel corso della carriera di Madonna (cambio look), ma in questo videoclip sono molto più radicali: Madonna si muta in veri e propri animali. Il videoclip rappresenta metaforicamente le parole del testo, poiché il “sentimento ghiacciato” viene espresso da una fotografia fredda (prevalenza del colore blu) e da un’oscurità diffusa che genera un’atmosfera surreale. L’unico protagonista è la cantante. I punti chiave del videoclip sono: 1. Gli sdoppiamenti di Madonna, che si verificano durante i ritornelli; 2. Le trasformazioni della cantante in animali (uccelli e dobermann), durante gli innesti della batteria; 3. La suddivisione del videoclip in due parti (giorno e notte), sottolineata dalla sezione strumentale A livello filmico il montaggio si fa più veloce man mano che si passa da una sezione all’altra, mentre avviene un’inversione di tendenza in concomitanza con le strofe e la coda. A livello profilmico la rappresentazione visiva del simbolismo musicale riguarda l’onomatopea ritmica del sintetizzatore a cui corrisponde il battito d’ali dell’uccello. La star ha quindi poteri magici e presenta un look esotico, come un’apertura alla word music riletta in chiave new age. Avril Lavigne, Hot - Metamorfosi diacronica In questo caso invece la metamorfosi va inquadrata nella carriera della cantante (da ragazza sbarazzina a diva). In “Hot”, lei è la protagonista assoluta e complessivamente presenta quattro look: 1. La diva che scende dalla limousine e si avvia verso il teatro; 2. La diva retrò, ma autoironica, con veletto e frustino in stile burlesque; 3. La star in costume di scena tar camerino ed esibizione sul palco; 4. La teenager sbarazzina 15 Il montaggio fa in modo che ad ognuna di esse sia dato maggiore o minore risalto. Guardando la percentuale di tempo in cui ogni look appare, si evince che la teenager è totalmente soffocata dalle altre “compagne”. Vi sono quindi due personaggi totalmente contrapposti: la diva e la teenager. Passando alla segmentazione audiovisiva, le strofe hanno una media simile tra loro, così come i primi due ritornelli. Con gli ultimi due ritornelli il montaggio diventa più veloce. Sembra che la canzone abbia un testo non rappresentato affatto dalle immagini ma, ad esempio, la parola “scream” corrisponde ad uno stacco e il simbolismo fonetico “scr-” che sa di graffiante viene utilizzato in “scratch”. La comunicazione non verbale aumenta il senso che ogni caratterizzazione vuole esprimere. La divizzazione, l’ambientazione, lo sdoppiamento e la rappresentazione di stili di vita comunicano un cambiamento d’immagine nella carriera di Avril Lavigne. 16
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