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Immanuel Kant: Biografia e Opere - La Libertà di Pensiero e la Conoscenza Trasendental, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

Filosofia della menteStoria della FilosofiaFilosofia moraleFilosofia della scienza

Biografia di Immanuel Kant, filosofo nato a Königsberg, in Prussia orientale, noto per la sua difesa della libertà di pensiero e la sua teoria sulla conoscenza trasendental. le idee di Kant sulla libertà, la Rivoluzione francese e la struttura della sua opera fondamentale, la Critica della Ragion Pura.

Cosa imparerai

  • Che idee politiche propose Immanuel Kant in relazione alla Rivoluzione francese?
  • Come Immanuel Kant ha concepito la conoscenza trasendental?
  • Come Immanuel Kant ha difeso la libertà di pensiero?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 12/07/2022

salvatore-staiano
salvatore-staiano 🇮🇹

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(1)

12 documenti

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Scarica Immanuel Kant: Biografia e Opere - La Libertà di Pensiero e la Conoscenza Trasendental e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! Immanuel Kant: biografia e opere Immanuel Kant nacque nel 1724 da una famiglia di origine scozzese a Königsberg, nella Prussia orientale. Gli studiLa sua vita risulta pressoché priva di avvenimenti rilevanti o drammatici: dopo una prima formazione presso un Collegio, proseguì con gli studi di filosofia, matematica e teologia presso la sua città natale e, laureatosi, divenne precettore presso alcune case private. Ottenne dapprima la libera docenza presso l’Università di Königsberg ed, infine, fu professore ordinario di logica e metafisica presso lo stesso istituto. Fino alla morte fu ligio ai suoi doveri accademici, dedicando un’intera esistenza alla ricerca e portando avanti uno stile di vita morigerato e caratterizzato da abitudini routinarie e rigide. Morì nel 1804 a Königsberg. Curiosità La routine quotidiana del filosofo era a tal punto scandita che si racconta di come gli abitanti di Königsberg regolassero i loro orologi sulle sue passeggiate pomeridiane, compiute sempre allo stesso orario. Una sola volta, pare, mancò all’appuntamento: quando seppe della presa della Bastiglia, avvenimento che diede il via alla Rivoluzione Francese. Ritratto del filosofo Immanuel Kant Ritratto del filosofo Immanuel Kant — Fonte: Ansa La libertà di pensieroDue sono però le tappe fondamentali della vita di Kant: la prima fu segnata dalla censura a cui fu sottoposto un suo scritto sulla religione. Kant difese strenuamente la libertà di pensiero e, tale impostazione, trovò la sua massima trattazione nella Risposta alla domanda: che cos’è l’ Illuminismo? (1784). In questo scritto, che è diventato il testamento ufficiale dell’Illuminismo, Kant risponde che tale filone culturale è da considerarsi: «l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso». Un invito dunque a servirsi della propria ragione per vagliare le opinioni degli altri e superare i pregiudizi. Appunti Per la pace perpetua: relazione sull'opera di Kant Le idee politicheAltra tappa fondamentale è rappresentata dalla simpatia di Kant verso gli ideali di libertà professati dalla Rivoluzione Francese, interpretata come un passaggio positivo per tutta la storia dell’umanità. Le sue idee politiche trovarono rispondenza in un altro opuscolo molto importante: Per la pace perpetua (1795) in cui il filosofo ipotizzò che si potesse realizzare una pace duratura, superando i conflitti, sulla base di un sistema di equilibrio internazionale. Kant proponeva la creazione di una federazione mondiali di Stati, a partire dall’Europa. Rivoluzione francese Rivoluzione francese — Fonte: Getty-Images Il periodo criticoPur avendo composto numerosi scritti in gioventù, è solo durante la piena maturità che realizzò le sue opere fondamentali: la Critica della ragion pura (1781) - scritta alla soglia dei sessant’anni - , la Critica della ragion pratica (1788) e la Critica del Giudizio (1790). È a questi tre capolavori che si riconduce il suo “periodo critico”. 2Kant e la Critica della ragion pura 2.1Premesse Sir Isaac Newton (1642 - 1727), scienziato e matematico inglese Sir Isaac Newton (1642 - 1727), scienziato e matematico inglese — Fonte: Getty-Images Kant scrisse la Critica della ragion pura dopo oltre trentacinque anni di studio, al termine di una lunga elaborazione, ma stese l’opera di getto, in pochi mesi, a dispetto della grandissima mole da cui è costituita. I fondamenti del sapere e la loro analisi criticaIn quest’opera il filosofo si è posto l’arduo compito di analizzare criticamente i fondamenti del sapere, che a quel tempo erano esemplificabili nella scienza e nella metafisica. Mentre per la scienza (matematica e fisica) i risultati conseguiti non facevano porre dubbi sulla loro validità (Kant non a caso era “figlio” di Galileo e Newton), la metafisica appariva come un sapere incerto, vittima di continue contese tra pensatori e mai ancorata a dei presupposti stabili. Infatti, per Kant: «Poiché queste scienze (la matematica e la fisica) sono effettivamente date, conviene di certo domandarsi come siano possibili; infatti che esse siano possibili è dimostrato dalla loro realtà. Quanto alla metafisica, il suo cattivo andamento… fa dubitare chiunque, a ragione, della sua possibilità». Approfondisci David Hume: vita, filosofia e il Trattato sulla natura umana Gli intenti dell'operaKant si trovava a dover giustificare il valore, a chiedersi come fosse possibile la scienza, messa in discussione da filosofi come Hume (che si riteneva scettico sui suoi presupposti), e a chiedersi se esistessero delle condizioni che potessero elevare la metafisica a scienza. Sono questi, dunque, gli interrogativi fondamentali della Critica. I giudizi sintetici a prioriPer rispondere a queste domande Kant parte dall’analisi della matematica e della fisica e si chiede su cosa si fondino. Arriva alla conclusione che, alla base della scienza, risiedono dei principi assoluti e immutabili (cioè delle verità universali e necessarie, che valgono ovunque e sempre allo stesso modo): i giudizi sintetici a priori. Ma cosa sono questi giudizi? Secondo Kant: un giudizio si ha quando connettiamo un predicato ad un soggetto (Chiara - soggetto- è bella -predicato); Com'è possibile la matematica puraKant riesce dunque a rispondere alla prima domanda postosi inizialmente: com’è possibile la matematica pura (a priori, indipendente dall’esperienza)? Secondo Kanti teoremi e i postulati della geometria (il fatto che il triangolo abbia tre lati) o dell’aritmetica (la proprietà dell’addizione ad esempio) sono validi universalmente e necessariamente proprio in quanto presuppongono lo spazio e il tempo. Chi ci dice che i risultati della matematica siano validi anche per la realtà fenomenica? La matematica è valida, feconda, non smentibile dall’esperienza proprio perché quest’ultima, intuita sempre nello spazio e nel tempo, si basa di per sé su dei presupposti matematici. 2.3Kant e l'analitica trascendentale Il filosofo in un'incisione d'epoca Il filosofo in un'incisione d'epoca — Fonte: Getty-Images La riflessione sull'intellettoNella prima parte della Logica trascendentale Kant passa alla trattazione della seconda facoltà conoscitiva: l’intelletto e le sue forme a priori. Concetto empirico e la categoriaSe le intuizioni sensibili avevano una natura passiva, l’intelletto opera in modo attivo sui dati provenienti dalle intuizioni sensibili, ordinandoli e unificandoli sotto una rappresentazione comune: il concetto. Quest’ultimo può essere di due tipi: empirico se ricavato dall’elaborazione del materiale proveniente dai sensi (per esempio dalla visione di tanti uomini particolari si elabora il concetto di “uomo” che generalizza alcune caratteristiche comuni) o puro, detto anche categoria. Quest’ultimo esiste a priori nell’intelletto e corrisponde ad una casella, una “scatola vuota” in cui unifichiamo i dati arrivati all’intelletto dopo che sono stati filtrati dalle forme a priori della sensibilità (spazio e tempo). Le categorie sono le “funzioni”, gli strumenti con cui lavora l’intelletto, i concetti basilari della mente. Quali e quante sono le categoriePer Kant le categorie sono 12 e corrispondono a tutte le modalità con cui è possibile esprimere dei giudizi (in quando pensare, per il filosofo, equivale a giudicare): esisteranno categorie della quantità (si penserà sempre ad una cosa, a più cose o all’insieme delle cose), della qualità, della relazione e della modalità. Perché le categorie valgono anche per gli oggetti? La parte più impegnativa dell’Analitica è quella di spiegare come mai le categorie, forme a priori del nostro intelletto attraverso cui pensiamo la realtà, valgano anche per la realtà stessa. Si tratta di dimostrare la legittimità dell’uso delle categorie, in che modo la realtà pensata non sia un’illusione. A tal proposito Kant parla di un'identica struttura mentale comune a tutti gli uomini, il cosiddetto “io penso”. Poiché, infatti, ogni pensiero presuppone l’ “io penso” e quest’ultimo pensa tramite le categorie, tutti gli oggetti pensati presupporranno le categorie. Per dirla in parole semplici: ogni dato sensibile è già inquadrato nel pensiero; è un qualcosa di inevitabile che accade in ogni intelletto umano. La realtà fenomenica dovrà dunque adeguarsi alle forme a priori del nostro intelletto. Com'è possibile la fisica pura?In questo modo, a partire dalle categorie, per Kant l’intelletto è in grado di formulare dei principi basilari, delle leggi a priori che regolano la natura in generale e che costituiscono il nerbo della fisica. Le leggi particolari si costruiscono, dunque, sulla base delle leggi a priori calate nell’esperienza. L’io è, per usare un'espressione di Kant, “legislatore della natura”: «l’intelletto non attinge le sue leggi (a priori) dalla natura, ma le prescrive ad essa». La scienza è applicabile alla realtà poiché le leggi del nostro pensare sono le stesse che reggono la realtà. Appunti Riassunto del pensiero di Kant 2.4Dialettica trascendentale Le idee di anima, mondo e DioMentre nelle precedenti due parti dell’opera Kant ha analizzato in che modo è possibile la conoscenza scientifica, nella Dialettica il filosofo risponde all’ultimo interrogativo: se sia possibile la metafisica come scienza. Quest’ultima, a suo dire, è un prodotto della ragione. Ma cos’è questa ragione? È l’intelletto stesso, la nostra facoltà di pensare attraverso categorie unificando i dati sensibili che, in un atto di presunzione pretende di poter prescindere dall’esperienza. Come abbiamo più volte detto in precedenza, la conoscenza è sempre una sintesi di forma e materia e la realtà che conosciamo è quella fenomenica. Ma la ragione pretende di superare i limiti dettati dall’esperienza e di procedere verso una spiegazione globale di tutto ciò che esiste. In che modo lo fa? Ricorrendo a tre idee: anima, mondo, Dio. Le antinomieKant procederà dunque a spiegare i ragionamenti fallaci della metafisica, le cosiddette antinomie (i conflitti della ragione con se stessa) atte a dimostrare la realtà di fatto di questo idee. Anima, mondo e Dio sono infatti delle disposizioni naturali, delle esigenze di unificazione dell’esperienza che non hanno, né potranno mai avere, uno statuto di realtà, in quanto non ne facciamo esperienza. A cosa servono le ideeAppurato che la metafisica tradizionale non possa considerarsi una scienza in quanto cerca di avventurarsi oltre l’esperienza, a che servono le idee? Secondo Kant hanno una funzione regolativa: guidano l’uomo nella ricerca naturale, spingendolo a cercare una sempre più completa unità ed estensione in merito alle sue conoscenze. L’idea di mondo, ad esempio, mi spingerà ad intendere i fenomeni come se tutti fossero, in qualche modo, ordinati e uniti tra di loro in un rapporto di causa-effetto. Le idee servono dunque a conoscere anche se non possono essere conosciute.
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