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Immanuel Kant (XVIII - XIX secolo d.C.), Appunti di Storia Del Pensiero Politico

La vita e il pensiero filosofico di Immanuel Kant, padre del Criticismo. Egli ritiene che l’uomo agisca sulla base di imperativi ipotetici e categorici, che riguardano il giudizio morale. Kant applica il modello giusnaturalistico alle relazioni internazionali, affermando che la pace è un artificio politico che necessita di essere edificato. Nel “Progetto per una pace perpetua”, egli si interroga sulla possibilità di edificare una pace duratura. anche la concezione kantiana dello stato civile e della proprietà privata.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 17/09/2022

AuroraAlt
AuroraAlt 🇮🇹

4.7

(12)

74 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Immanuel Kant (XVIII - XIX secolo d.C.) e più Appunti in PDF di Storia Del Pensiero Politico solo su Docsity! Immanuel Kant Immanuel Kant, vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, nasce in Prussia orientale e riceve un’educazione estremamente rigorosa, per la quale sarà sempre grato ai propri genitori. Egli è particolarmente riconoscente alla madre, protestante radicale, che era stata capace di trasmettergli l’amore per la conoscenza e il sentimento nei confronti della bellezza della natura. Uomo profondamente abitudinario, che scandisce rigorosamente la propria quotidianità, egli rifiuta molte proposte di lavoro come docente presso prestigiose università e muore affetto da cecità e demenza senile, una morte drammatica per tutti coloro che avevano avuto modo di apprezzarne la grandezza. In perfetta linea con i canoni dell’Illuminismo, la riflessione kantiana si fonda sulla ragione, ritenuta in grado di liberare l’uomo dai pregiudizi e dalle superstizioni. Operatore di una vera e propria rivoluzione in campo filosofico pari alla rivoluzione copernicana in campo astronomico, Kant è il padre del Criticismo, che intende analizzare la ragione attraverso la ragione stessa in modo da chiarirne le possibilità, le validità e i limiti. Egli ritiene che l’uomo agisca sulla base di: • imperativi ipotetici che ammettono dei “se” (esprimibili nella formula “devi perché vuoi” ➔ “se vuoi A, devi fare B”), ossia dei comportamenti obbligatori solo se si vuole raggiungere un determinato obiettivo; • imperativi categorici che non ammettono dei “se” (esprimibili nella formula “devi perché devi”), ossia dei comportamenti sempre obbligatori. Gli imperativi ipotetici sono particolari e provengono dall’esterno; al contrario, gli imperativi categorici sono universali e provengono dall’interno dell’uomo. Quest’ultimi riguardano il giudizio morale, che esige il dovere per il dovere. Per agire moralmente, l’uomo deve agire razionalmente e deve chiedersi se la propria azione possa essere universalizzata. Se un’azione soggettiva può diventare una legge oggettiva, allora è sicuramente un’azione morale. Il modello giusnaturalistico kantiano si fonda sulla concezione di uno stato di natura come una condizione di “insocievole socievolezza”. Secondo Kant, infatti, l’uomo tende naturalmente a associarsi e poi a dissociarsi per perseguire il proprio interesse individuale, in quanto spinto comunque da un certo antagonismo. Gli uomini hanno il dovere morale di istituire lo stato civile affinché: • la giustizia provvisoria vigente nello stato di natura diventi perentoria; • la proprietà privata nata nello stato di natura sia tutelata. A tal proposito, Kant distingue: • il possesso noumenico, ossia il possesso sostanziale; • il possesso fenomenico, ossia il possesso accidentale. Egli afferma che occorre agire presupponendo che ciascun individuo abbia dato il proprio consenso all’istituzione dello stato civile, frutto di un ipotetico patto di unione che contemporaneamente crea la società e la sottomissione. Dunque, egli ritiene illecita la ribellione al sovrano che ripristinerebbe lo stato di natura (ma ritiene i sudditi liberi di denunciare le iniquità da lui operate) e condanna ciò che si è verificato nella Francia a lui contemporanea. Lo stato civile deve fondarsi su tre principi a priori: • la libertà legale di ogni membro della società in quanto uomo; • l’uguaglianza civile di ogni membro della società in quanto suddito; • l’indipendenza economica di ogni membro della società in quanto cittadino. Kant distingue: • il cittadino attivo (“citoyen”), economicamente indipendente, che è padrone di sé e gode quindi del diritto di voto; • il cittadino passivo (“bourgeois”), economicamente non indipendente, che non è padrone di sé e non gode quindi del diritto di voto. La mobilità sociale dev’essere comunque garantita dalle leggi elaborate dai cittadini attivi. Kant distingue la forma regiminis (modo in cui si regge il potere) dalla forma imperii (numero di persone che reggono il potere). Forme regiminis • Costituzione repubblicana Si tratta dell’unica forma che consente di garantire la pace e che si fonda sul principio di rappresentanza e sulla separazione dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) • Costituzione dispotica Forme imperii • Autocrazia (governo di uno solo) • Aristocrazia (governo di pochi) • Democrazia (governo di molti) Si tratta di una democrazia rappresentativa e non diretta (dove i governanti coincidono con i governati instaurando il dispotismo della maggioranza). Kant applica il modello giusnaturalistico alle relazioni internazionali, affermando che lo stato di natura della nazioni è quello di guerra e che la pace, come lo stato civile, è un artificio politico che necessita di essere edificato. Nel “Progetto per una pace perpetua”, il cui titolo è da lui tratto dall’insegna di un’osteria sulla quale era disegnato un cimitero, egli si interroga sulla possibilità di edificare durante la vita terrena una pace duratura come quella eterna. Egli scrive l’opera in occasione del Trattato di Basilea, firmato nel 1795 dalla Francia e dalla Prussia, da lui considerato come l’ennesima tregua temporanea per il Vecchio Continente. Kant modella il proprio trattato sulla struttura di un documento diplomatico con 6 articoli preliminari, chiaramente anti-machiavellici (secondo Kant, infatti, la politica deve piegare le ginocchia dinanzi alla morale e al diritto), e 3 articoli definitivi, che instaurato una relazione fondamentale tra il diritto interno, il diritto internazionale e il diritto cosmopolitico. 1° art. (diritto interno) ➔ ogni Stato deve darsi una costituzione repubblicana in modo tale che il popolo, sul quale si ripercuoterebbero interamente le conseguenze devastanti di una guerra, sia poco propenso a dichiararla. 2° art. (diritto internazionale) ➔ gli Stati repubblicani devono edificare una “Repubblica mondiale”, ossia una federazione (secondo, ad esempio, Giuliano Marini) o
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