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Regole della Concorrenza Economica: Libertà d'Impresa e Concorrenza Sleale, Appunti di Diritto

Le regole della concorrenza economica in Italia, in particolare la libertà d'iniziativa economica privata e i limiti alla concorrenza sleale. Viene inoltre esplorato il concetto di atti di concorrenza sleale e come essi sono disciplinati dalla normativa civile. Il documento include esempi di atti di confusione e denigrazione, e spiega come un imprenditore può reagire se subisce un atto di concorrenza sleale.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 01/09/2021

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Scarica Regole della Concorrenza Economica: Libertà d'Impresa e Concorrenza Sleale e più Appunti in PDF di Diritto solo su Docsity! RICHIAMI COSTITUZIONALI IN MATERIA DI CONCORRENZA TRA IMPRESE. 1) Il principio di iniziativa economica e la concorrenza. 1.1) Principio di iniziativa economica e riferimenti costituzionali. La costituzione nella prima parte “Diritti e doveri dei cittadini” - titolo Ill intitolata “rapporti economici” fa riferimento al principio di iniziativa economica e alla concorrenza, la quale è tutelata dalla stessa costituzione, anche se sono posti alcuni importanti limiti. Art. 41. Cost. L'art. 41 cost, primo comma stabilisce che l'iniziativa economica privata è libera, cioè che qualsiasi individuo può cominciare ad esercitare una determinata attività d'impresa purché questa non sia in contrasto con l'utilità sociale o crei danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (2° comma). (la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali - 3° comma) Contenuto art. 41 cost.: 1) principio di iniziativa economica (primo comma); 2) limite al principio di iniziativa economica (secondo comma); 3) programmazione statale diretta a rendere utili le attività economiche a scopi sociali. Art. 42 cost. Il principio di iniziativa economica privata è consolidato dal successivo articolo della costituzione, l’art. 42, secondo il quale la proprietà è pubblica o privata, e i beni economici possono appartenere allo Stato, ad enti o a privati (primo comma). Il presente articolo stabilisce che la proprietà privata può essere espropriata, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, per motivi d'interesse generale (secondo comma). Contenuto art. 42 cost.: 1) riconoscimento sia della proprietà privata sia della proprietà pubblica; 2) tutela funzione sociale della proprietà; 3) espropriazione della proprietà privata. Art. 43 cost. Con lo scopo di tutelare l'interesse generale, la legge può riservarsi originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, determinate imprese o categorie di imprese (che si riferiscono a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di interesse generale) allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti. 1.2) Principio di libertà alla concorrenza. Dal principio di iniziativa economica deriva il principio di libertà alla concorrenza, secondo cui un individuo può esercitare un'attività economica, anche se quest’ultima è già esercitata da un altro imprenditore o da più imprenditori. La concorrenza è generalmente libera, anche se in alcuni casi la legge pone dei limiti dirette a tutelare interessi di natura generale: 1.3) Lim La normativa vigente dispone, tuttavia, alcuni limiti alla concorrenza tra alla concorrenza: introduzione. imprese poste a tutela primariamente degli interessi degli imprenditori e, secondariamente, a tutela dei consumatori. | limiti della concorrenza possono essere classificati in: — Convenzionali, che sono quei limiti posti in essere liberamente da due o più imprenditori ai fini di instaurare un rapporto collaborativo tra di essi; — Pubblicistici, che sono quei limiti posti in essere dal soggetto economico pubblico e che fanno riferimento ai monopoli legali e alle nazionalizzazioni; Esempio. Un'impresa che esercita un'attività di produzione di scarpe copia esattamente lo spot pubblicitario di un'altra. impresa concorrente operante nel medesimo mercato. Atti di denigrazione. (che sono chiamati anche atti di discredito). Sono considerati atti di denigrazione qualsiasi atto che consiste nella diffusione di notizie e/o apprezzamenti falsi, e cioè che non rispecchiano la realtà, o veri, qualora siano esposti in modo non corretto, al fine di arrecare danno alla reputazione di un'impresa concorrente. Esempio. Un'impresa finanzia e trasmette uno spot pubblicitario in televisione che si preoccupa di diffondere la notizia secondo cui il prodotto finito di un altro imprenditore è di bassa qualità. N.B. Un atto è di denigrazione è vietato esclusivamente se le notizie sono state “diffuse”, cioè portate a conoscenza di una pluralità di consumatori. Si parla a tal proposito di pubblicità negativa. Atti di vanteria. Sono considerati atti di vanteria qualsiasi atto che consiste nell’appropriarsi di qualità o caratteristiche dei prodotti di un altro imprenditore (art. 2598? c.c.). Costituiscono atti di vanteria la pubblicità superlativa, che consiste nella pubblicazione di notizie che esaltano le caratteristiche e la qualità dei prodotti finiti realizzati, e la pubblicità per riferimento, che invece si ha quando un imprenditore dichiara di produrre un prodotto finito che è simile a quello di un altro imprenditore concorrente. Atti contrari alla correttezza professionale Sono considerati atti contrari ai principi di correttezza professionale, qualsiasi atto che trasgredisce le norme comportamentali (etica commerciale) generalmente osservate dagli operatori economici di un determinato settore economico (art. 2498° c.c.). Sono atti contrari alla correttezza professionale: A) Storno di dipendenti: cioè la pratica sistematica attuata da un imprenditore che consiste nel sottrarre il personale di un altro imprenditore concorrente; (es. se si considera un'impresa che opera nel campo della fornitura di medicinali. Se detta imprese propone ai lavoratori di un'impresa concorrente operante nel medesimo settore produttivo una retribuzione superiore rispetto a quella che percepiscono attualmente, e riesce ad assumere una quantità di lavoratori cospicua, è uno storno di dipendenti). B) Spionaggio industriale e commerciale: cioè l'appropriazione di segreti di fabbrica o di notizie riservate di un altro imprenditore concorrente; (es. poniamo che un'impresa che produce bibite gassate rubi, manipolando i database della Coca & Cola inc, venendo a conoscenza della ricetta speciale per la produzione della Coca- cola, si parla di spionaggio industriale; se lo spionaggio riguarda informazioni segrete che non riguardano i metodi di produzione di un bene, si ha spionaggio commerciale). C) Boicottaggio: stipulazione di contratti che include condizioni contrattuali assai gravose o è idoneo ad escludere un imprenditore da alcuni rapporti contrattuali. (es. un insieme di imprese concorrenti stipulano un contratto con il quale si impegnano a non compare una certa quantità di materie prime da un determinato fornitore; in questo caso, si è in presenza di un boicottaggio, siccome si esclude un imprenditore da alcuni rapporti contrattuali). D) Dumping: ribasso dei prezzi di vendita dei prodotti finiti realizzati al disotto del costo unitario di produzione. (es. un'impresa riduce il prezzo dei suoi prodotti finiti al disotto dei loro costi unitari di produzione, così da attirare la clientela e aumentare successivamente i profitti; in tal caso, si è in presenza di dumping. Si ricordi che detto atto è vietato non solo perché considerato “sleale”, ma anche perché è contrario al principio di economicità). Tutela imprenditore che ha subito un atto di concorrenza sleale. Un imprenditore che ritiene di aver subito un atto di concorrenza sleale può: + Richiedere la cessazione dell'atto illecito (azione inibitoria); — Richiedere la rimozione degli effetti dell'atto, quando possibile (azione di rimozione); — Richiedere il risarcimento dei danni, anche con pubblicazione della sentenza condanna. Presunzione relativa di colpa in caso di concorrenza sleale. La normativa vigente riconosce una presunzione relativa di colpa a carico di chi ha compiuto presumibilmente un atto di concorrenza sleale (art. 2600 c.c.). Qualora un'impresa ritenga che abbia subito dei danni da un concorrente che ha compiuto un atto di concorrenza sleale, è il concorrente (colui che presumibilmente ha arrecato il danno) che deve provare che effettivamente il suo comportamento non ha dato luogo ad un atto di concorrenza sleale, se intende evitare che debba procedere al risarcimento dei danni a favore del danneggiato. Si verifica la cosiddetta inversione legale dell'onere della prova. N.B. Il principio di presunzione relativa di colpa si differenzia dalla presunzione assoluta di colpa. e il patto di non concorrenza può avere una durata non superiore a 5 anni; se stipulato per 5 anni o a tempo indeterminato, è efficace solo ed esclusivamente per 5 anni. Se un patto di non concorrenza viene violato: — l'imprenditore è responsabile per risarcimento dei danni verso le controparti; — gli atti giuridici compiuti dal trasgredente con i terzi sono comunque validi. Limitazioni legali della concorrenza. Sono considerati limitazioni legali della concorrenza i divieti e le restrizioni della libertà di concorrenza tra imprenditori disposti dalla normativa vigente a tutela della collettività. Sono limitazioni legali della concorrenza: — le nazionalizzazioni e i Monopoli legali; — le autorizzazioni amministrative; — divieti legali di concorrenza. Nazionalizzazioni. Una nazionalizzazione consiste nel trasferimento di un’impresa (o insieme di imprese) allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti, mediante espropriazione e contro pagamento di indennizzo (es. costituzione Enel - Ente nazionale per energia elettrica). Secondo la costituzione italiana, l'espropriazione di un'attività economica può essere disposta per motivi di preminente interesse generale o per imprese riguardanti servizi pubblici essenziali, fondi di energia o situazioni di monopolio (art. 43 cost.). Monopoli legali. Si ha una situazione di monopolio legale nel caso in cui lo Stato si riserva l'esercizio di una determinata attività economica, per motivi economici o socio-assistenziali, che potrà essere svolta solo ed esclusivamente da: e imprese pubbliche; e imprese private in base a una concessione amministrativa. N.B. | monopoli legali sono in riduzione a casa della normativa antitrust comunitaria, la quale ha come principale obbiettivo quello di favorire al massimo la piena concorrenza tra imprese. Obblighi del monopolista (art. 2597 c.c). Con lo scopo di evitare che ci siano abusi o discriminazioni da parte del monopolista, la normativa vigente impone alcuni importanti obblighi: =» contrarre con chiunque ne faccia richiesta, nei limiti dei mezzi ordinari dell'impresa (art. 1679 c.c., in materia di servizi pubblici di linea); (es. Una società di trasporto privata che gestisce il settore pubblico dei trasporti dietro concessione amministrativa, non si può rifiutare le richieste da parte dei consumatori di abbonarsi al servizio di trasporto). =» osservare la parità del trattamento, cioè praticare condizioni di vendita diverse da cliente a cliente. (es. Una società di trasporto pubblica non può rifiutarsi di concedere abbonamenti a persone che, a parere della società, non hanno le disponibilità liquide sufficienti per pagare gli abbonamenti). Autorizzazioni amministrative, La legge può prevedere che alcune attività economiche possano essere esercitata solo in presenza di valide autorizzazioni amministrative, in relazione all'importanza del loro interesse economico e sociale, diretta ad accertare determinati requisiti (es. attività bancarie). (es. le attività bancarie possono esercitate solamente previa autorizzazione dalle autorità competenti, in quanto considerata di grande importante e di grande interesse economico e sociale). Divieti legali di concorrenza. La legislazione attualmente in vigore dispone, poi, altri importanti divieti di concorrenza: l'alienante dell'azienda: non può cominciare una nuova attività economica d'impresa per cinque anni che è idonea a sviare o sottrarre clientela a colui che ha acquistato l'altrui azienda (art. 2557 c.c.); (es. Se un imprenditore aliena l'azienda, in relazione al codice civile, il venditore non può avviare una nuova attività economica d'impresa che è concorrente con quella dell'acquirente). i lavoratori subordinati: in relazione all'obbligo di fedeltà con il datore di lavoro, non possono esercitare un'attività economica d'impresa in concorrenza con l'attività dell’imprenditore (art. 2105 C.C.). (es. Se si considera un'impresa e un suo lavoratore dipendente. Un lavoratore dipendente non può avviare un'attività economica con l’attività economica dell'impresa in cui lavora). i soci illimitatamente responsabili di una società di persone e gli amministratori di una società di capitale non possono esercitare un'attività economica in concorrenza, per conto proprio o per conto di terzi, con quella della società (art. 2390 c.c.). (es. Se si considera una ipotetica Paoli & Co. Snc, poiché si è in presenza di una società di persone, il Socio A non può avviare un'attività economica che è in concorrenza con quella di un’altra di società). all’interno del mercato comune (in questo caso, le intese sono consentite e, dunque, producono effetti giuridici); (es. intesa che ha come oggetto compiere ricerche di sviluppo per migliorare la produzione o la catena di distribuzione dei prodotti e/o la promozione del progresso tecnico ed economico, può essere consentita). Se il procedimento è diretto ad accertare se c'è stato uno sfruttamento di una posizione dominante sul mercato comunitario da parte di un concorrente, quest’ultimo può richiedere: * Un'esenzione individuale (e cioè una esenzione dalla procedura che porta a sanzioni per aver falsato la concorrenza), se la sua posizione dominante non elimina completamente la concorrenza sul mercato, ma produce anche effetti positivi (in questo caso, l'imprenditore può richiedere il riconoscimento di detti effetti, in quanto contribuiscono, ad esempio, il progresso tecnico del sistema economico); * Un'attestazione negativa (dichiarazione da parte della Commissione che assolutamente non c'è alcun sfruttamento della posizione dominante a livello comunitario), se ritiene che la sua condizione non origina un abuso di posizione dominante nel mercato comunitario (quando lo sfruttamento abusivo non da luogo a livello comunitario); 3) Quali sono i poteri istruttori riconosciuti alla Commissione europea? La Commissione europea è dotata di ampi poteri di indagine o istruttori (hanno la possibilità di reperire informazioni che possono essere utili a verificare se un'impresa agisce in modo da pregiudicare la concorrenza sul mercato comunitario), che può esercitare anche coattivamente (se le imprese non forniscono le informazioni richieste dalla Commissione europea), cioè indipendente dalla volontà dell'impresa che si presume abbia falsato la concorrenza sul mercato comunitario. 3) Il contenuto del diritto di difesa del convenuto in un procedimento. La legislazione antitrust comunitaria riconosce a coloro che sono assoggettati ad una procedura di accertamento di infrazione delle norme antitrust un ampio diritto di difesa. La commissione europea deve comunicare per iscritto gli eventuali addebiti (cioè ciò che è contesto all'impresa da parte della Commissione) che, dopo aver preso visione di dette accuse, possono inviare memorie scritte (documentazione che attesta di quanto sostengono) e chiedere un'audizione individuale (cioè di essere convocati e ascoltati dai funzionari della Commissione che stanno portando avanti l'indagine), con assistenza di un legale. Il procedimento si può concludere secondo due casi: e Compos e immediatamente si impegnano a cessare la condotta precedentemente adottata, ione amichevole (le imprese riconoscono le proprie responsabilità che in qualche modo pregiudicava la concorrenza a livello comunitario): le imprese interrompono immediatamente l'intesa o l’abuso di posizione dominante, a la Commissione europea non procede all'attribuzione di alcuna sentenza di condanna; * Decisione formale (le imprese non riconoscono la propria responsabilità): se le imprese non interrompono l'intesa o l'abuso di posizione dominante; la Commissione accerta la violazione della normativa comunitaria e applica sanzioni comunitarie (corrispondenza di una sentenza pecuniaria, cioè di pagamento di una somma di denaro, di importo al massimo al 10% del fatturato annuo conseguito) 4) Concentrazioni di imprese secondo la normativa europea. Si ha concentrazione di imprese quando si presenta almeno uno dei seguenti casi: = Fusione tra due o più imprese concorrenti; = Acquisizione del controllo di un'impresa concorrente; = Costituzione di un'impresa comune. Le operazioni di concentrazioni di imprese sono vietate solamente quando (regolamento del Consiglio n. 1/2003, 16 dicembre 2002 e successive modificazioni): 1. Le concentrazioni sono di dimensioni comunitarie (cioè che fanno riferimento ad imprese di grandi dimensioni, che rivestono un importante ruolo all’interno del sistema economico europeo, in relaziona all'entità del loro fatturato); 2. Creano o rafforzano una posizione dominante (sono idonei a far sì che un'impresa acquisisca un maggior potere di mercato che, in modo inevitabile, aumenta il rischio di far uscire concorrente dal mercato, oltre a provare una contrazione della concorrenza sul mercato comunitario); (es. sono operazioni di concentrazione tra imprese l'acquisto di una partecipazione rilevante nel capitale di una società o la conclusione di uno o più contratti (di fornitura, di assistenza tecnica ecc. ecc.) quando consentono a un'impresa di esercitare un'influenza determinante, di diritto o anche soltanto di fatto, su un’altra impresa o su altre imprese). La Commissione europea, successivamente ad opportuni accertamenti, può decidere che: a) l'operazione non è soggetta alla normativa comunitaria, in relazione alle dimensioni, o non è incompatibile con il mercato comune; b) l'operazione è incompatibile con il mercato comune (la commissione attribuisce sanzioni di condanna alle imprese interessate, e ordina la separazione delle imprese o la cessazione del controllo). La decisione presa dalla Commissione europea deve essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (indicano le imprese interessate e il contenuto essenziale) e può essere impugnata con ricorso davanti alla Corte di giustizia. Le operazioni di concentrazioni di imprese devono essere comunicate ancora prima di essere compiute all'Autorità garante qualora le imprese interessate siano di grandi dimensioni (in relazione al fatturato e/o superano i limiti espressi dalla legge) (art. 16. L. n. 287 10/1990). Successivamente, l'Autorità garante inizia un'istruttoria per accertare che l'operazione non comprometta la concorrenza sul mercato nazionale. Se si decide che l'operazione pregiudicata la concorrenza sul mercato nazionale (art. 18 I. n. 287 10/1990), può essere ordinato: - il divieto di porre a termine l’operazione, se l'operazione di concentrazione non è stata ancora compiuta; - alcune misure opportune dirette a ripristinare la concorrenza sul mercato, se l'operazione era stata già compiuta. Altre norme antimonopolistiche italiane. - Art. 33 I. n. 287, 10 ottobre 1990: l'impresa a cui è stata applicata una sentenza di condanna da parte dell'Autorità garante ha diritto di fare ricorso alle decisioni prese (giudice amministrativo). - Art. 23 I. n. 287, 10 ottobre 1990: il garante deve presentare ogni anno una relazione sull'attività che ha svolto al Governo che, a sua volta, deve trasmetterla al parlamento. I CONSORZI, LE SOCIETA’ CONSORTILI E LE JOINT VENTURE. 1) Nozione di consorzio (artt. 2602 ss c.c.) e principali caratteristiche. Il consorzio è il contratto con il quale più imprenditori (consorziati) creano un'organizzazione comune per disciplinare e/o esercitare in comune alcune fasi della loro attività. Le principali caratteristiche di un consorzio sono: - prevedono regole comuni, che i consorziati devono rispettare; - sono anche un'organizzazione comune, e cioè formata da assemblee e altri organi. Caratteristiche contratto di consorzio. (artt. 2603, 2606 c.c). Il contratto di consorzio: - deve contenere gli elementi essenziali richiesti dalla legge; - richiede la forma scritta o a pena di nullità; - non può avere una durata superiore a 10 anni (ma può essere prorogato ad unanimità dei consorziati). Il contratto di consorzio costituisce l'atto costitutivo del consorzio stesso. Organi consorzio. Il principale organo di un consorzio è l'assemblea, che la funzione di deliberare le decisioni prese in sede di consulta tra i consorziati (altri organi consorzio: il presidente e il direttore). Gli organi di un consorzio esercitano funzione dedite alla gestione e all'amministrazione del consorzio. | loro principali compiti sono: = coordinare l’attività delle imprese consorziate; = accertare che i consorziati rispettano gli obblighi assunti (se si ha il sospetto che un consorziato non ha adempito agli obblighi posti a suo carico, possono compiere ispezioni o controlli); (art. 2605 c.c); Deliberazioni consorzio. - le deliberazioni richiedono la maggioranza dei voti favorevoli dei consorziati, per le decisioni di ordinaria amministrazione (art. 2606 c.c); - in caso di decisioni rientranti nella straordinaria amministrazione (modificazioni dell'atto costitutivo) è richiesta l’unanimità dei consorziati (art. 2607 c.c). Classificazione dei consorzi. (art. 2612 c.c.) IL GRUPPO EUROPEO DI INTERESSE ECONOMICO. 1) Nozione di Gruppo europeo di interesse economico. Il Gruppo economico europeo di interesse economico (Geie) è una forma particolare di associazione tra imprenditori o anche liberi professionisti che operano in due Stati dell’Unione Europea diversi (organismo transnazionale). Il Geie è disciplinato da un regolamento comunitario (regolamento del Consiglio n. 2137 del 25 luglio 1985) e, per quanto non disposto, dalla legge nazionale dello Stato nel quale viene stabilità la sede del gruppo (art. 1 d.Ig. 23 luglio 1991, n. 240). Forma e contenuto del contratto. Il contratto costitutivo del Geie deve essere redatto in forma scritta essenziale, a pena di nullità (la forma scritta è richiesta anche per successive modificazioni del contratto). Gli elementi essenziali del contratto sono: = le generalità dei membri (cioè degli imprenditori o liberi professionisti del Geie); = la denominazione (che deve essere preceduta o seguita da “geie”, abbreviazione o meno); = la sede principale e secondarie del Geie; = l'oggetto (attività per il quale viene costituito il Geie - non può essere finanziaria o di investimento); =» la durata (termine finale, se il gruppo non è costituito a tempo determinato). Il Geie non richiede un minimo di capitale. Membri di un Geie, Possono entrare a far parte di un Gruppo europeo di interesse economico, in quanto organismo transnazionale (anche imprese che operano in stati membri dell’Unione europea): =» due o più società o enti, privati o pubblici, con_sede sociale amministrativa in due o più stati diversi dall'Unione europea; = dueo più persone fisiche che esercitano la loro attività principale (industriale, artigianale, agricola, professionale, servizi), in due o più Stati diversi dall'Unione europea. Attività vietate. (art. 3, regolamento del Consiglio). Secondo il regolamento del Consiglio europeo n. 2137 del 25 luglio 1985, un Gruppo europeo di interesse economico non può: »_ esercitare un'attività di direzione o controllo sui suoi membri o altre imprese (impossibilità di detenere quote o azioni di imprese membri o altre imprese non facenti parte del Geie); = non può essere membro di un altro Gruppo europeo di interesse economico (ciò viene fatto sempre a tutela della concorrenza sul mercato comunitario); Qualora il Geie sia costituito tra liberi professionisti, non può esercitare un'attività “protetta”, cioè riservate solamente ai professionisti intellettuali iscritti agli albi appositi, ma solo attività ausiliari e di supporto rispetto a quella svolta dai singoli professionisti. Deliberazione del Geie., Salvo se disposto diversamente dal contratto costitutivo, le deliberazioni relative a un gruppo devono essere prese ad unanimità da tutti coloro che lo costituiscono. N.B. Generalmente, ogni membro ha diritto ad un voto, anche se il contratto costitutivo può riconoscere più voti ad alcuni membri (ma un solo membro non può ottenere mai la maggioranza da solo). Trasferimento della quota. Un membro di un Geie può trasferire interamente o anche solo parzialmente la propria quota di partecipazione ad un altro imprenditore o professionista. Il trasferimento deve essere autorizzato ad unanimità da tutti i membri del Geie, Responsabilità per obbligazioni assunte. Sono responsabili per le obbligazioni assunte dal Geie il gruppo stesso e anche i suoi membri, solidalmente e illimitatamente. Tuttavia, i creditori possono agire nei confronti dei membri solamente dopo aver sollecitato gli amministratori di adempiere entro un termine concordato. La responsabilità dei membri di un Geie riguarda anche: = la responsabilità riguarda anche le obbligazioni assunte prima che si è entrati a far parte del Geie, salvo patto contrario, e le obbligazioni estranee al Geie (a meno che non si prova che i terzi erano a conoscenza o avrebbero dovuto essere a conoscenza del fatto che gli amministratori hanno agito per uno scopo estraneo a quello del gruppo); = la responsabilità riguarda anche le imprese che sono uscite dal Geie, per le obbligazioni assunte precedentemente dal gruppo; la responsabilità dei membri si applica in modo inderogabile per un periodo di 5 anni;
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