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Inattualità pedagogiche, Dispense di Pedagogia

Appunti del libro Inattualità pedagogiche. Introduzione + 3 capitoli a scelta: VIVERE NEL TEMPO DELLE DISTOPIE: SULL’INATTUALITÀ DEL PENSIERO UTOPICO IN EDUCAZIONE (di Pierangelo Barone), QUATTRO PASSI NELLA SPERANZA: INTERVENTI EDUCATIVI PER RAGAZZI DIFFICILI (di Elvira Lozupone) e SENTIMENTI E FORMAZIONE. IL CONTRIBUTO “INATTUALE” (di Maria Zambrano). Completi per superare l'esame.

Tipologia: Dispense

2021/2022
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Caricato il 24/08/2022

pit_chiara
pit_chiara 🇮🇹

4.1

(18)

27 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Inattualità pedagogiche e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Inattualità pedagogiche Questo libro è il frutto di un gruppo di lavoro chiamato “gli inattuali”. Essi si sono interrogati sul concetto di inattuale in pedagogia. Perché si chiamano inattuali? Per inattuale non si intende vecchio, non si intende rimpiangere il passato, loro come Serres affermano che oggi sia meglio di ieri. Loro parlano di inattuale come ne parlava Nietzsche (pag.9): dice che intendiamo ascoltare e assecondare la storia e riflettere sui pregi e i difetti dei tempi. Quello che accade nella storia contemporanea bisogna prenderne il meglio ma bisogna avere uno spirito critico. Gli inattuali quindi vogliono parlare di una realtà concreta ma riflettere anche sulle criticità del tempo, senza adagiarsi. Stanno cercando di capire l’educazione, criticando anche il contro il prescrittivismo critico. L'idea che l’educazione debba essere oggettiva che è invasa nelle educazioni contemporanee tende a farsi discipline scientifiche (verificabili). → Processo storico e culturale: Positivismo → corrente filosofica nata alla fine dell’800, secondo la quale bisogna agire in base alla verificabilità. Essa penetra nei vari settori del pensiero. I positivisti hanno un’attenzione per il dato quantitativo, per la verificabilità. Sempre nella seconda metà dell’800 nasce Nietzsche, che è contrario al positivismo in quanto ritiene che vi siano elementi che sfuggono alla verificabilità (= prima critica al positivismo). I primi del 900: la scienza positivistica entra in crisi per vari fattori ma in particolare per due motivi: lo scienziato Einstein che dovrebbe applicare i 3 criteri del sapere scientifico, invece di applicarli elabora teorie nuove come quella della relatività, inserendosi nel 900 con questa idea di relatività, secondo cui il tempo e lo spazio dipendono dall’universo in cui ci troviamo. Chiaramente le sue teorie pervadono anche l’ambito filosofica e nell’opinione pubblica. Questa idea di relatività andò a creare dibattito tra gli scienziati. Un altro elemento è Freud, che elabora una teoria secondo la quale l’essere umano non è perfettamente conoscibile all’essere umano. Questa parte si chiama inconscio. Opposto di quanto proponevano gli scienziati positivisti secondo i quali tutto è conoscibile e verificabile. Questa idea di inconscio va a influenzare vari aspetti della cultura, si pensi ad esempio alla pittura, alla musica o alla letteratura. La crisi del soggetto inizia ad affermarsi ad esempio con Picasso o Dalì che spesso rappresentano il diverso modo di rappresentare l’essere umano, il sogno, i punti di vista che definiscono il soggetto. [soggetto: sub+jjectum = che sta sotto e sostiene tutto e in quanto tale deve essere forte è un certo senso paragonabile alle fondamenta di un palazzo] Nella crisi, il soggetto quindi inizia a sentire la pesantezza e non riesce a sostenere il palazzo. Seconda metà del 900 → la scienza accetta poi l'idea di essere diversa dalla scienza classica (tre principi) e accetta l’idea di essere complessa, in cui anche gli elementi non verificabili possono essere inclusi. Infatti, scienziati come Popper parlano della casualità della scienza (scoperta scientifica secondo Popper e altri scienziati può avvenire anche in maniera casuale, per puro caso). Nel periodo del positivismo (800) → la pedagogia è a sua volta positiva. Primi del 900 → Montessori è una grande pedagogista che, però, è ancora legata alla pedagogia positivista. In Italia poi c’è l’avvento del fascismo, Giovanni Gentile che si allontana dalla pedagogia, che secondo lui è la quintessenza della pedanteria; se uno sa anche insegnare (ciò per dire che per Gentile era importante solo la filosofia). Si cerca di abolirla totalmente e di recuperare invece una pedagogia nuovamente positivista. Si cerca in questo modo di dare un sostegno scientifico alla pedagogia che però non ingloba tutto l’essere umano. La pedagogia non può essere solo quantitativa ma deve essere anche qualitativa. Nell’essere umano non è tutto verificabile e quantificabile. Per i greci ci sono 4 tipi di follia non logiche: Follia profetica (il profeta fa intuizioni per il futuro); Follia misterica (feste in cui, generalmente sotto l’effetto di alcol, si festeggiava nei boschi in onore di qualche dio); Follia poetica (il poeta greco parla perché il dio lo ha posseduto e gli ha messo dentro la verità poetica: parla e racconta ciò che è accaduto agli dèi e agli eroi dell’antica Grecia); Follia erotica (senso di pienezza, capacità di conoscere attraverso il corpo). Sono 4 modi di concepire il sapere, 4 modi di conoscere ma non sono logiche. Questi due esempi, ci fanno capire, agli inizi del 900 che c’è qualcosa nell'essere umano che sfugge alle regole, che esiste il sogno, che esiste il ricordo, che esiste la memoria. Esiste dunque nell’essere umano una dimensione non razionale, si pensi ad esempio all’amore. La scienza sta ragionando sui suoi presupposti. Se il caso entra nella scoperta scientifica, significa che la scienza non è sempre così rigorosa, c’è una parte che non è verificabile. Se la pedagogia vuole essere solo scienza si perde una dimensione dell’essere umano fondamentale: si perde l’amore, il sogno, la speranza, l’utopia. La polemica, dunque, degli inattuali è proprio questa: parlare dell’essere umano nei termini di paideia (nella sua globalità). La loro idea di inattuale quindi parte dalla considerazione della pedagogia che vuole rendersi attuale. Cosa significa scienza? Vi sono 3 fattori: 1. È un modo di procedere del pensiero che mette in relazione causa ed effetto; 2. Prevedibilità: prevedere un fenomeno; 3. Replicabilità: le cose avvengono sempre nella stessa maniera. Questo fa sì che se utilizzo questi 3 parametri avrò un sapere scientifico. Conoscere l’essere umano è già più difficile secondo questi parametri scientifici. Nonostante ciò, anche la pedagogia ha cercato a tutti i costi di diventare scienza, allontanandosi dall’umano che si esprime in tutte le sue forme. La pedagogia è una scienza empirica perché parte dall’esperienza. In questo caso scienza diventa solo sapere. La pedagogia ha due radici: teorica e pratica e l’una prescinde dall’altra. Karl Popper scrive la fallibilità della scoperta scientifica causalità, anarchia (senza leggi), altri scrivono la casualità delle scoperte scientifiche. Il titolo è provocatorio “inattualità pedagogiche”. Si sono chiesti se non si stava andando troppo incontro all’utile, su ciò che serve. Al gruppo degli inattuali sembra che la riflessione pedagogica sia la pratica dell’educare siano un po’ troppo orientate sulla dimensione di spendibilità immediata e che la scuola sia troppo lontana dal mondo del lavoro, dal concreto. L'educazione vive in una doppia veste: chi ritiene che l’educazione possa fare tutto (come gli illuministi) chi ritiene invece il contrario, ovvero che l’educazione non prepari e formi al lavoro. Introduzione (pag.7) → Inattuale non è usato come per dire torniamo al passato. La ratio che anima l’intero volume non è quella di ancorarsi alle certezze del passato. L’ironico Michel Serres non teme di elogiare l’attualità del mondo occidentale dichiarando che: “è molto meglio oggi: la pace, la longevità. la pace, gli antidolorifici…” (Citazione pag.7). pag.8 → Edgar Morin dice che se si vuole essere estremamente attuale adesso, si rischia di essere inattuale in un momento immediatamente successivo. QUATTRO PASSI NELLA SPERANZA: INTERVENTI EDUCATIVI PER RAGAZZI DIFFICILI (di Elvira Lozupone) Il lavoro si struttura in sequenze di quattro tappe riflessive: 1. I principali caratteri del desiderio in Heidegger, concentrandosi sui presupposti di nuda vita e bisogno, introducendo il carattere pedagogico di desiderio, inteso come motore del sapere e della conoscenza. 2. Presenza di Dio sviluppata nella concezione di Agostino, in cui la speranza trova una sua via e un suo approdo: la via è Cristo, e l’approdo è il riposo confidente in Dio. 3. L’individuo adulto, che abbandona la fonte del senso dell’esistere, tende a inaridire e si perderà nel processo di individualizzazione. 4. Alfonso Alfano, ha formulato un intervento educativo per minori con procedimenti penali. 2. Il desiderio: una mancanza incolmabile Il desiderio rimanda a un bisogno astrale suona auguro futuro, motivo che lo Lega direttamente alla speranza. L’esperienza empirica mostra che non si può vivere senza speranza. Ciò che spinge nella relazione reciproca è il bisogno. Questo processo conosciuto come appetito si contraddistingue per il suo essere indispensabile per la sopravvivenza dell'individuo. La ricerca della relazione porta l'individuo a concepire l'altro sempre e solo per sé, per alimentare il bisogno di essere, di mantenersi in vita, di esistere, configurando anche una relazione di potere che rende l'altro mio possesso e mio dominio. Il bisogno non può essere il motore dell'esistenza umana; ciò consente di delineare la presenza di qualcosa ad altro: il desiderio. “Il desiderio è caratterizzato da una mancanza incolmabile rispetto alla quale il soggetto non ha alcun sapere”. Il soggetto sa che desidera, ma non sa cosa desidera, dando vita ad una frenetica ricerca che forse esaudisce il bisogno ma non il desiderio. La ricerca diviene circolare e insensata, a meno che non si ipotizzi una direzione ulteriore: rifugiarsi in Dio, anche se sarebbe errato concepire Dio come “onnipotente tappabuchi”. 3. Memoria e desiderio Sant’Agostino postula un legame inscindibile tra la speranza e il bene; ciò che cerca incessantemente l'uomo è proprio questo bene, che rimane indefinito, espressione di una tensione verso una verità piena e non parziale e di una felicità duratura e non temporanea. La strada della speranza è una strada di esperienza interiore che il Santo stesso ha percorso, e che si rispecchia in generazioni di cercatori della verità. Siamo stati originati in pienezza di verità e di vita, e verso questa pienezza ci orientiamo anche inconsapevolmente, in un costante auto trascendimento. Ciò che amiamo, consideriamo buono e bello, riflette l'immagine di Dio che è tutto questo in pienezza. L’uomo “divorato dal tempo” viene travolto dalle più piccole preoccupazioni e la speranza perde il suo senso. Per ri-aprirsi alla speranza è necessario “dilatare il proprio cuore affinché vi penetri la luce”. Se la speranza è via, allora Cristo, via e mediatore, è la nostra speranza, che indica l’approdo: “Il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te”. 4. Bertolini e i ragazzi difficili I ragazzi difficili, sono minori considerati considerati problematici, relativamente a un contesto socioculturale, al cui interno avviene la costruzione intersoggettiva dei comportamenti accettabili e non, frutto di concezioni di carattere socio- sanitario, pedagogico, ma anche di (buon) senso comune. La necessità di conoscere la storia del soggetto risponde a questi criteri fondativi e basilari: “dietro ogni fatto c'è un diario, dietro ogni azione c'è una biografia, dietro ogni comportamento una visione del mondo”. Bertolini, osserva che l'incidenza dei fattori richiamati non determina il “loro essere condizioni necessarie e sufficienti di un comportamento deviante”. È possibile formulare una nuova classificazione dei ragazzi difficili, configurata sulla base dell'intenzionalità; come assenza di intenzionalità, che si traduce in non voler essere se stessi: il soggetto si percepisce incapace di incidere in sulla propria realtà e sul mondo che gli appare dotato di una forza autonoma e soverchiante: il giovane sviluppa passività, un fatalismo devastante, un pessimismo cronico. La distorsione dell'intenzionalità nasce da una sorta di eccesso dell'io. Il soggetto ha una visione del mondo onnivora e una soggettività onnipotente. La conseguenza è una incapacità comunicativa e relazionale che si traduce anche in cecità verso se stesso e indifferenza verso la propria esistenza. Sarà necessario che l'educatore attivi una capacità entropica che guarda il mondo con occhi del minore, per coglierne la visione del mondo e la sua capacità di intenzionare come assunzione di una prospettiva che ricerchi nei comportamenti. Il tema della dinamica tra autonomia e dipendenza è al cuore del percorso ri- educativo. Le proprie dipendenze per quanto dolorose vanno riconosciute e accolte; l'autonomia va vissuta con la consapevolezza dei limiti che essa implica. 5. Ragazzi difficili: intrecci educativi Vi è la necessità di far nascere nel giovane un desiderio di cambiamento che si veda non solo offerto, ma già vissuto, e realizzato nell’educatore; il tema portante è la vera molla del processo di cambiamento: quello che vedo realizzato in te non è pura aspirazione, posso pensarlo anche per me. Nella pedagogia di Alfano la speranza, fondata sull'amore, è testarda e prospettica. L’educatore non si arrende; è “l’uomo delle grandi sfide, è un uomo di speranza” la speranza si fonda sulla trascendenza e sul lavoro educativo che richiama gli operatori a lavorare con coraggio e pazienza, sopportando le provocazioni di giovani talvolta ostili. 6. Conclusione: con la speranza dentro La vita dei ragazzi difficili appare come nuda vita, volta alla soddisfazione di bisogni immediati che forse saziano, ma non nutrono. Una parvenza di desiderio si manifesta il loro ma, generando una smania esistenziale che porta alla ricerca di oggetti e persone da consumare mediante le condotte antisociali. Vi è la necessità di introdurre un elemento perturbativo dell'esistenza che scuota il già dato a favore di una direzione, che l'educatore in come compiuto e realizzato in sé tramite l'educazione. La grande sfida è trasferire la speranza dell'educatore al ragazzo. La pedagogia che emerge è progettualità che intende creare nel soggetto un'intenzionalità propria e una propria visione del mondo. SENTIMENTI E FORMAZIONE. IL CONTRIBUTO “INATTUALE” (di Maria Zambrano) 1. Maria Zambrano, “messaggera” dell’aurora L’inattuale spagnola Maria Zambrano ha Elaborato una particolare riflessione filosofica: ritiene necessario correlare il pensiero all'emotività, la filosofia alla poesia. Dà vita al concetto di ragione poetica in cui logos e pathos possono convivere in una simbiosi vivente.  Mediano sugli approcci filosofico e poetico, la Zambrano sottolinea come entrambi ricorrono alla parola, ma in un modo differente: • il filosofo vuole possedere la parola e diventarne quindi il padrone; • il poeta e invece lo schiavo della parola: si consacra e si consuma in essa.  La Zambrano rileva inoltre che anche se in alcuni “fortunati” momenti la poesia e il pensiero si sono incontrati coincidendo e in altri momenti “ancora più fortunati” si sono fusi in un'unica forma espressiva, nel contesto storico- culturale poesia e pensiero/ filosofia si contrappongono con nettezza: • poesia= incontro, dono, scoperta venuta dal cielo; • filosofia= è ricerca, è un'urgente domanda guidata da un metodo. Zambrano spera in un nuovo incontro tra la filosofia e la poesia; ma per fare ciò c'è bisogno che la filosofia si ricongiunga alla vita e riconosca la verità come parziale, avvicinandosi in questo modo alla poesia che a sua volta deve avvicinarsi alla ragione. 2. Viaggio autobiografico nell'anima: la nascita, l'amore e la pietà Zambrano ama dar voce a quella parte oscura dell'esistenza, ormai esiliata, che non dice ma sente. Al fine di tracciare un'originale autobiografia dei sentimenti, ovvero un viaggio autobiografico nell'anima, bisogna ripercorrere tre momenti che sono continuamente in dialogo tra loro e costantemente intrecciati: 1. La nascita; 2. L’amore= sentimento che permette all'essere umano di uscire da sé in quanto apre il futuro (futuro come apertura senza limite a un'altra vita che ci appare come la vita in realtà). Proietta la persona fuori di sé affinché si diriga verso l'oggetto amato. 3. La pietà= rivela il suo carattere “inattuale” perché contrastante con i valori dominanti del tempo. È da intendere come patria di tutti gli altri sentimenti; è la chiave di accesso all'umano poiché è l’andare verso l'altro e si declina concreta come attenzione e cura dell'alterità. L’eclissi della pietà comporta l'eclissi della parola (perdita del confronto dialogico) e di conseguenza l’eclissi dell'umano→ l'assenza della pietà conduce all'affermazione dell'inumano: la sua presenza permette invece all’Io di ospitare nel proprio intimo il Tu, il diverso. 3. Per una paideia del sentire Nella contemporaneità è da ormai troppo tempo la vita emotiva è stata poco considerata in riferimento alla formazione, va considerato comunque che in un contesto socio- culturale retto prevalentemente da una razionalità strumentale non è semplice provvedere alla formazione emotiva e non è facile quindi proporre e coltivare una pedagogia del cuore.  Nonostante questa premessa, si è comunque consapevoli del fatto che l'esistere è fatto al contempo sia di razionalità che di emotività. Con il portare avanti una vita neutra e priva di connessione con il punto di vista affettivo, l'uomo smarrisce la propria identità divenendo un essere irreale; nonostante ciò (a seguito dell'influsso cartesiano e della prospettiva positivistica), gli educatori hanno assunto il paradigma del distacco emotivo (assenza di coinvolgimento), con l'intento di risultare maggiormente professionali, e il processo paideutico si è radicato sempre più nel pensiero razionale.
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