Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Elementi metodologici per pianificare, gestire e valutare i percorsi assistenziali, Appunti di Scienze Infermieristiche

Gli elementi metodologici per pianificare, gestire e valutare i percorsi assistenziali attraverso il processo diagnostico, gli strumenti per la standardizzazione dell'assistenza infermieristica e i metodi di programmazione di risoluzione dei problemi. Il processo di nursing è una combinazione di arte e scienza e si basa su sei fasi: riconoscere il problema generale, raccolta dati, formulazione di una diagnosi infermieristica, preparazione del piano per verificare l'ipotesi, risoluzione del problema e valutazione. La diagnosi infermieristica è una dichiarazione di un problema reale o potenziale la cui causa è risolvibile dall'intervento dell'infermiere e si basa sui bisogni assistenziali del paziente.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/06/2024

eliana-battista
eliana-battista 🇮🇹

40 documenti

1 / 27

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Elementi metodologici per pianificare, gestire e valutare i percorsi assistenziali e più Appunti in PDF di Scienze Infermieristiche solo su Docsity! Il processo di Nursing è una combinazione tra arte (il prendersi cura) e scienza (conoscenza e processo di un Problem Solving), applicato nel contesto delle relazioni interpersonali allo scopo di favorire il benessere, prevenire la malattia e ripristinare lo stato di salute nei singoli individui, nelle famiglie e nelle comunità. Molte organizzazioni professionali ed esperte del settore hanno dato la loro definizione d’infermieristica. Florence Nightingale ➔ afferma che l’attività degli infermieri è “mettere il paziente nelle condizioni migliori perché la natura possa agire su di lui”. ANA (American Nurses Association) ➜ è l’organizzazione di tutti gli infermieri statunitensi che ha definito il processo di nursing; dice che gli aspetti fondamentali sono 4: - Identificare i bisogni di salute e promuovere la salute - Integrare l’esperienza soggettiva del paziente con i dati oggettivi - Applicare le conoscenze scientifiche al percorso di diagnosi - Stabilire una relazione assistenziale che migliora il processo di guarigione e la salute (patto di salute). Nel 1973, l’ANA ha sviluppato standard per valutare la qualità dell’assistenza infermieristica, includendo ➔ Accertamento, Diagnosi, Pianificazione, Attuazione degli interventi e la Valutazione. Nel 1980 l’ANA definisce il Nursing come “La Diagnosi e il trattamento delle risposte umane a problemi di salute reali o potenziali”. Descrivere gli elementi metodologici per pianificare, gestire, e valutare i percorsi assistenziali, tramite il processo diagnostico, gli strumenti per la standardizzazione dell'assistenza infermieristica e i metodi di programmazione di risoluzione dei problemi Il Processo di nursing ➜ è una combinazione fra arte e scienza (è un processo logico) e si basa su fasi: 1) Riconoscere il problema generale 2) Raccolta dati da tutte le fonti 3) Formulazione di una diagnosi infermieristica 4) Preparazione del piano per verificare l’ipotesi 5) Risoluzione del problema cercando delle attività idonee all’ipotesi 6) Interpretazione dei risultati I vantaggi del Processo di nursing: - Promuove la collaborazione tra colleghi e migliora la comunicazione. - Migliora il rapporto costo-sacrificio, riducendo errori e di conseguenza i tempi di degenza. - Aiuta a capire cosa fanno gli infermieri:la cartella infermieristica e il piano assistenziale documentano il reale lavoro svolto; - Promuove l’autonomia del paziente e l’autocura - Aumenta la gratificazione professionale:aiutare il paziente a risolvere i suoi problemi di salute gratifica il personale che ha fornito assistenza, ciò previene il burnout, conseguenza di un lavoro ripetitivo, rutinario e/o esecutivo. - Promuove l’efficacia e l’efficienza - Promuove un’assistenza personalizzata. Scopo del Processo di nursing ➜ Acquisire un quadro concettuale che consenta agli infermieri di identificare le condizioni dell’assistito (stato di salute ) e di come è possibile aiutarlo a soddisfare i propri bisogni di salute. Questo richiede la disponibilità di dati sulla persona assistita, sulla sua famiglia e sui comportamenti della comunità verso la salute e la malattia, sulle deviazioni dalla norma, le risorse, le capacità di coping e infine sui fattori di rischio per la salute. L’infermiere si concentra prima di tutto su i sintomi che influiscono sulla sua capacità di prendersi cura di sé, sulle sue aspettative verso l’intervento, su come la fase di guarigione influirà sulla sua vita e su ciò che attualmente lo preoccupa di più. Costituisce una guida predefinita per pianificare, attuare e valutare l’assistenza. Lo strumento che utilizziamo per applicare il processo di nursing è il piano assistenziale. Caratteristiche del processo di nursing: • Dinamico e ciclico ➜ gli infermieri valutano l’evoluzione delle risposte dell’assistito a seguito degli interventi infermieristici ed eventualmente modificano il piano di assistenza. Le fasi già sviluppate vengono riesaminate continuamente per valutarne l’accuratezza e l’adeguatezza. • Incentrato sull’assistito ➜ promuove l’autonomia del malato, stimola a partecipare alle decisioni che lo riguardano. • Pianificato e direIo al conseguimento dei risultati ➜ gli interventi infermieristici vengono stabiliti sulla base delle conoscenze scientifiche e dei risultati attesi per la singola persona. (Ebn, linee guida) • Flessibile ➜ può essere modificato continuamente. • Applicabile universalmente ➜ può essere utilizzato nell’assistenza di ogni età, con qualsiasi diagnosi medica e in qualunque momento, in ogni tipo di struttura e di settore specialistico. • Incentrato sullo stato di salute del paziente ➜ i piani di assistenza sono elaborati sulla base dell’enunciazioni che riguardano lo stato di salute dell’assistito. • Di natura cognitiva ➜ in quanto si devono usare tutte le nostre capacità intellettuali per risolvere il problema e assumere decisioni. Gli infermieri utilizzano il pensiero critico per applicare in modo sistematico e logico le conoscenze del nursing, Processo di nursing ha 6 fasi: 1) Accertamento ➜ comprende la raccolta dati, l’organizzazione e la validità dei dati e la loro registrazione. 2) Diagnosi (formulazione) ➜ valutare stato di salute del paziente e la risposta del paziente ad una condizione. 3) Pianificazione degli obbiettivi (con paziente) ➜ verificare qual è lo stato di salute atteso dal paziente perché l’obiettivo è il suo. 4) Pianificazione degli interventi ➜ stabilire quali sono gli interventi per raggiungere gli obiettivi prestabiliti. 5) Attuazione (metto in pratica cosa ho pianificato) ➜vagire, delegare, attribuire e documentare, se quella attività può essere attribuita ad un personale di supporto e documentare tutto. 6) Valutazione (ha funzionato? chiudo la diagnosi se tutto è andato bene oppure modifico il piano o tutta la diagnosi se c’è qualcosa che non va) ➜ si va a valutare se quello che abbiamo fatto ci ha fatto raggiungere l’obiettivo. Le fasi del processo infermieristico sono sequenziali, in quanto ognuna di esse dipende dalle attività svolte nelle fasi precedenti. Non sempre le fasi si susseguono in ordine, per esempio in uno stato di emergenza, le fasi possono essere anche sovrapposte (procedono in parallelo). Il processo di nursing nasce dal PROBLEM SOLVING SCIENTIFICO (metodo di risoluzione dei problemi), è un metodo scientifico, che utilizza un approccio logico e sistematico al fine di risolvere problemi dell’assistito. Problem Solving ➜ è il processo di identificazione di un problema, e quindi di pianificazione e attuazione delle fasi per risolverlo. Non si limita ad affrontare problemi ma considera anche la condizione di benessere e i punti di forza dell’assistito. • Metodo scientifico ➜ è un approccio sistematico e logico alla soluzione dei problemi, basato sui dati e sulla verifica dell’ipotesi. • Intuizione ➜ è la comprensione diretta di una situazione, basata su un bagaglio di conoscenze riguardanti situazioni simili e dissimili, nonché sull’intelligenza e sulle competenze in esso applicate. Fasi del Problem Solving: - Riconoscere e definire il problema - Raccogliere informazioni sul problema - Analizzare i dati e formulare le ipotesi - Individuare soluzioni ed elaborare un piano d’azione - Attuare il piano d’azione - Valutare il piano e le azioni per assicurarsi della sua efficacia - Conclusione. Qualità richieste dall’infermiere Competenza cognitiva ➜ sono la capacità di prendere decisioni, di utilizzare il Problem Solving e il pensiero critico. La capacità di assumere decisioni stabilire l’azione migliore, e include riflessione, valutazione e scelta. Creatività e curiosità ➜ è necessario sviluppare capacità di osservazione e di analisi per individuare modi nuovi e migliori di fare le cose. Competenza relazionale ➜ la gestione efficace della relazione interpersonale con l’assistito e i suoi familiari richiede il possesso di diverse capacità. Gestione della comunicazione verbale, scritta e non verbale. Saper ascoltare, comunicare, esprimere compassione, interesse e trasmettere informazioni. Mantenere un atteggiamento positivo, essere aperto, onesto, pazienti e sinceri, dimostrare umiltà, disponibilità e affidabilità. Competenza culturale ➜ saper lavorare all’interno del contesto culturale dell’assistito per risolvere i suoi problemi di salute. L’infermiere deve conoscere le analogie e le differenze tra culture e che sa sensibile agli aspetti culturali implicati nell’assistenza. Capacità psicomotorie ➜ si utilizzano specialmente nella fase di attuazione. Capacità tecniche ➜ capacità di utilizzare strumenti e apparecchiature elettroniche computerizzate. L’uso del processo infermieristico non è limitato alla sola assistenza dei malati. Spesso gli infermieri lavorano con individui sani, concentrando la loro attività sulla promozione e la tutela della salute e sulla prevenzione della malattia. Le attività di promozione della salute hanno la funzione di aumentare il livello di benessere della persona, non di evitare l’insorgere di una particolare malattia. La tutela della salute si concentra invece sulle attività che riducono i fattori ambientali di rischio per la salute. La prevenzione della malattia implica azioni finalizzate a prevenire specifici problemi di salute o malattie. Viene utilizzato il pensiero critico per valutare che impatto ha una patologia sulla persona ma anche sulla società (considerare la vita della persona una volta dimessa dall’ospedale). L’infermieristica utilizza il pensiero critico: - Verificare strumentazioni e presidi (la sacca delle urine, la pompa d’infusione endovenosa, l’ossigeno, il monitor) - Osservare la stanza (le persone che sono presenti) - Osservare l’assistito più da vicino per raccogliere dati quali la temperatura, rumori respiratori, odore dei drenaggi, stato delle medicazioni, delle lenzuola, e postura. B. Esame fisico ➜ È un accertamento sistematico dei sistemi e degli apparati dell’organismo. Il suo obiettivo è l’identificazione delle risorse e dei deficit nelle capacità funzionali dell’assistito, fornisce dati oggettivi. Una modalità di approccio consiste nel procedere dalla testa ai piedi, vi è anche l’approccio per sistemi ed apparati. Serve ad identificare funzionalità e disfunzionalità dei modelli funzionali, si raccolgono dati oggettivi per validare quelli soggettivi. Per l’esame fisico si utilizzerà 4 tecniche: 1)ISPEZIONE ➔ Esaminazione del corpo del paziente. Mediante la vista ad occhio nudo o con strumenti quali l’otoscopio (distensione addominale e pallore cutaneo). 2)AUSCULTAZONE ➔ Per mezzo dell’udito; tramite l’auscultazione diretta, senza l’aiuto di strumenti di amplificazione è possibile udire la tosse. Per auscultazione indiretta usando lo stetoscopio è possibile udire i rantoli e i sibili polmonari. 3)PERCUSSIONE ➔ Con l’utilizzo delle dita per creare suoni. Consistere nel battere la superficie corporea con le punte delle dita, per provocare suoni o vibrazioni. I suoni variano da una cavità piena o vuota di aria o di acqua. 4)PALPAZIONE: Viene usato il tatto. Vengono usati i polpastrelli perché sono le aree più sensibili (distensione vescicale e misurare la frequenza e la forza del polso radiale). I dati pertinenti vengono raccolti attraverso un’intervista (con le relative tecniche e la relativa relazione) e tramite apposite apparecchiature che abbiamo a disposizione (es. fonendoscopio, elettrocardiografo, ecc.). Durante la raccolta dati si parte sempre dal sintomo principale che ha manifestato il paziente ➔ motivo per il quale il paziente si è presentato al ricovero. Non compilare il modulo in maniera meccanica, non mettere in bocca al paziente le parole. Importante è anche cercare di non mettere in imbarazzo il paziente; se necessarie allora chiedere alla fine. Fino a 16 anni non si può mandare via il genitore. Eliminare i propri pregiudizi. Una volta raccolti tutti i dati, vanno validati (vanno confermati) attraverso gli strumenti. → Intervista: Al ricovero viene usata un'intervista formale mentre quelle successive possono essere informali. È un colloquio mirato e strutturato per ottenere i dati soggettivi. Elementi dell’intervista iniziale ➜ dati anagrafici, contatti utili, motivo della visita, principali disturbi, condizioni di salute pregresse, autonomia del paziente, storia sociale e familiare, stile di vita e benessere spirituale, dati relativi alla sfera psichica e percezione del proprio stato di salute . L’intervista può essere: a) Direttiva o formale ➜ domande a risposta chiusa, in cui la domanda è chiara. Utilizzata all’inizio della relazione. Viene definita così perché viene utilizzata la cartella infermieristica, è complessiva. Dati rilevanti ➔ dati anagrafici, residenza, numero di telefono, numero delle persone che diventano i numeri di riferimento, la storia clinica della malattia in corso (anamnesi recente) e le storie pregresse (anamnesi remota). Poi esiste anche l’anamnesi familiare (es. diabete). Storia familiare per capire di cosa avrà bisogno il paziente una volta dimesso. Lo stile di vita, le abitudini. - Domande chiuse ➔ usate nell’intervista direttiva, basate sul fatto che diamo informazioni specifiche, particolarmente efficaci in situazioni di emergenza o quando la persona è molto tesa, ansiosa o ha difficoltà a comunicare. b) Non direttiva ➜ domanda generica che lascia il paziente libero di condurre il colloquio e di esprimere o propri sentimenti, le proprie emozioni, ecc. - Domande aperte ➔ associate all’intervista non direttiva, invitando le persone a scoprire e a esplorare pensieri e sentimenti. È sempre importante utilizzare l’ascolto attivo (prestare attenzione ai messaggi verbali e non verbali dell’assistito) e il metodo SOLER: S ➜ a sedere davanti al paziente per esprimere interesse ➔ Sit or Stand. ➔ alzarsi in piedi o sedersi in base la situazione. O ➜ mantenere una postura aperta ➔ Open posture ➔ tenere le braccia aperte, accogliere. L ➜ protendersi in avanti verso il paziente ➔ Learn forward ➔ apertura in avanti, come un senso di avvicinamento. E ➜ stabilire e mantenere un contatto visivo ➔ Eye contact R ➜ rilassarsi per esprimere al paziente senso si vicinanza e di tranquillità ➔ Relax ➔ Non avere fretta *Prima di un’intervista ➜ Prepararsi (leggere cartella clinica, mettere il paziente a suo agio, garantire la privacy , eliminare le fonti di distrazione) e creare l’ambiente adatto (chiamare il paziente per nome, presentarsi e utilizzare SOLER). Durante un’intervista ➜ Raccogliere i dati (iniziare con il sintomo principale per poi esaminarli tutti e non in maniera meccanica) e usare tecniche di comunicazione efficaci. Rispettare la privacy, chiudere la porta, mandare via le persone di troppo, spegnere le tv, mettere il paziente a proprio agio. Creare un ambiente adatto ➔ chiamare il paziente per nome, parlare in prima persona (presentarsi), usare un linguaggio comprensibile. Non usare termini affettuosi ma essere empatici. ➢ Obiettivo intervista ➜ È ottenere dati soggettivi per l’anamnesi infermieristica. Essa comprende dati relativi agli effetti della malattia sulle attività quotidiane dell’assistito e sulla sua capacità di gestirle. Il contenuto dell’anamnesi infermieristica comprende aree generali: dati anagrafici, principali disturbi o motivo della visita, storia pregressa, storia sociale, esame della funzionalità di organi, apparati e sistemi, benessere spirituale, stile di vita, sfera psichica, percezione del proprio stato di salute. Durante l’intervista l’infermiere dovrebbe attenuare lo stato d’ansia. Prepararsi all’intervista. Esaminare il contenuto della cartella clinica in modo da capire chi è l’assistito, non sviluppare preconcetti, programmare l’intervista in un momento libero da fattori di disturbo, garantire la riservatezza, assicurarsi chela persona si senta a proprio agio, considerare anche lo stato emotivo del paziente. L’intervista può essere suddivisa in 4 fasi: 1. Fase preparatoria ➜ Decide quali dati sono necessari e quale modulo di raccolta usa; rivede la letteratura pertinente all’età, agli aspetti psicosociali e alle considerazioni psicopatologiche accerta i propri sentimenti o reazioni verso il paziente richiede aiuto a infermieri più esperti o a superiori e ricerca un ambiente adeguato e tranquillo. 2. Fase introduttiva (o fase di orientamento) ➜ L’infermiere si presenta e spiega il contenuto dell’intervista Inizia la relazione infermiere-paziente basata sulla fiducia Osserva i comportamento del paziente e ascolta Fa sapere al paziente quanto si aspetta che duri la relazione. Informa il paziente sul modo in cui le informazioni raccolte saranno utilizzate Inizia con domande specifiche e continua con domande aperte Stabilisce un contratto verbale con il paziente in cui sia precisato lo scopo dell’intervista. 3. Fase di mantenimento (fase di lavoro) ➜ Si concentra sui compiti e sugli obiettivi. Incoraggia il paziente a esprimere i suoi sentimenti problemi e domande usa tecniche che facilitano la comunicazione, osserva i comportamenti non verbali valuta la capacità del paziente di continuare l’intervista passa al successivo argomento di discussione dopo che sono stati raccolti i dati necessari. 4. Fase conclusiva (o terminale) ➜ Rivede gli obiettivi e i compiti eseguiti sintetizza i punti salienti dell’intervista incoraggia il paziente ad esprimere i suoi sentimenti sulla conclusione del rapporto usa un linguaggio congruente con il background del paziente. Atteggiamenti durante un’intervista: • Prepararsi per l’intervista • Preparare l’ambiente • Raccogliere i dati • Usare tecniche di comunicazioni efficaci • Atteggiamento di ascolto • Parlare in prima persona • No termini affettuosi • Cercare lo sguardo • Moderare il tono di voce • Contenere la gestualità • Non esprimere giudizi • Non dare consigli • Rispettare la distanza • Favorire il contatto • Favorire la comunicazione non verbale. Validazione dei dati È la duplice azione di controllo e di verifica dei dati. Ci si assicura che le informazioni siamo complete, attendibili e reali; eliminare i propri errori, pregiudizi e dispercezioni dei dati; evitare di trarre sbrigativamente conclusioni che possono rivelarsi erronee. L’accettazione acritica di ipotesi è detta conclusione prematura. Metodi di validazione dei dati La comparazione delle informazioni con le funzioni normali - Fare riferimento a testi, pubblicazioni scientifiche, evidenze scientifiche - Controllare la consistenza delle informazioni - Chiarire le affermazioni del paziente - Cercare il consenso dei colleghi sulle inferenze. Organizzazione dei dati Si organizzano i segni clinici a essi connessi in categorie predefinite. La maggior parte delle strutture sanitarie utilizza per l’accertamento dei moduli standard così da non omettere nessun dato e che l’accertamento sia più efficiente. Si utilizza un modello concettuale ➜ è un modo, molto semplice, di guardare qualcosa che forniscono uno schema ed un insieme di riferimenti per erogare assistenza infermieristica; aggrega i dati tra loro connessi, aiutando l’infermiere a trovare i metodi per identificare i punti di forza, i problemi e i fattori di rischio dell’assistito. Vi sono diversi modelli: • Modello funzionale di Gordon ➜ mette in evidenza i modelli funzionali prevalenti e determina, per ognuno di essi, se il comportamento dell’assistito è appropriato o disfunzionale. • Modello della cura di sé di Orem ➜ focalizza le diverse capacità dell’assistito di svolgere le attività finalizzate all’autocura, a preservare la vita, la salute e il benessere. • Modello dell’adattamento di Roy ➜ descrive gli assisti come esseri biopsicosociali, in continuo adattamento alle richieste interne ed esterne. È possibile mettere in evidenza moduli comportamentali che denotano l’incapacità dell’assistito di ricorrere a modalità di adattamento. • Tassonomia II della NANDA ➜ fornisce un quadro concettuale utile per l’accertamento e la diagnosi. Classifica i dati e le diagnosi infermieristiche in 13 domini: promozione della salute, nutrizione, eliminazione, attività/riposo, percezione/cognizione, auto percezione, ruoli e relazioni, sessualità, coping/tolleranza allo stress, princìpi di vita, sicurezza/protezione, benessere, crescita/sviluppo. Registrazione dei dati Lo standard dell’ANA richiede che i dati dell’accertamento siano registrati in un formato che li renda recuperabili. Il database infermieristico entra a far parte della cartella clinica dell’assistito. Occorre scrivere in modo leggibile, usando solo le abbreviazioni approvate dalla struttura. Quando è possibile, registrare i dati soggettivi usando le parole dell’assistito tra virgolette. Accertarsi di registrare i dati, e non il significato loro attribuito, occorre quindi registrare i segni, non le inferenze. È inoltre necessario evitare espressioni vaghe come: buono, normale, adeguato, ben tollerato. → Modelli per l’accertamento ➜ 11 Modelli funzionali di Gordon • Modello testa-piedi ➜ Il paziente viene osservato dalla testa fino ai piedi. • Modello dei sistemi corporei ➜ Centrato sulla fisiopatologia di specifici sistemi corporei. • Modello funzionale ➜ Organizza i dati in base agli 11 modelli funzionali di Gordon che sono: 1. Percezione/Gestione della salute ➔ Del paziente (usa droghe, alcol, norme di sicurezza?, quando si è sottoposto all’ultima visita?) 2. Nutrizione/Metabolismo ➔ Comportamento alimentare (rilevo peso corporeo e chiedo come è variato negli ultimi sei mesi, chiedo se ha problemi a deglutire o a masticare, chiedo info riguardo alle abitudini alimentari e ai bisogni metabolici e in seguito do una dieta adeguata) 3. Eliminazione ➔ Urinaria ed intestinale (valuta: integrità della funzione intestinale ed urinaria, fattori di rischio o alterazioni. Bisogna poi valutare se queste alterazioni influiscono sulla vita quotidiana e se esso si adatto o meno a tali alterazioni ed eventualmente come si adatta.) 4. Attività/Esercizio fisico ➔ Mobilizzazione, funzione respiratoria e cardiocircolatoria (osservo la persona nella postura e nella capacità di compiere movimenti naturali, se ci sono problemi procedo con un accertamento mirato.) importante perché influisce sulla autonomia! 5. Cognizione e percezione ➔ Riguardano i 5 sensi (ci vedo bene?, ci sento bene? ,riguarda la funzionalità dei 5 sensi. Valutare i deficit sensoriali e importante per calcolare l’impatto che possono avere sulle attività di vita quotidiana. 6. Sonno e riposo ➔ (percezione della qualità e della quantità del sonno e se utilizza farmaci per il sonno) 7. Percezione e concetto di sé ➔ Autostima e Stato emotivo (benessere corporeo, stato emotivo/psichico) 8. Ruoli/Relazioni ➔ (ruolo nella famiglia e nei rapporti interpersonali) 9. Sessualità/Riproduzione ➔ (storia di gravidanze , se prende contraccettivi ) 10. Coping/Tolleranza allo stress ➔ La patologia modifica la vita delle persone, cambio abitudini (meccanismi di adattamento, capacità di gestire o meno lo stress) 11. Valori e Convinzioni ➔ (credo religioso e alimentazione, valori di vita, obiettivi e decisioni dell’assistito) → Scopo dell’accertamento: Lo scopo dell’accertamento è descrivere chiaramente lo stato di salute del paziente, identificando i problemi e le disfunzionalità in modo che infermiere e assistito possano pianificare strategie per il mantenimento dei modelli funzionali in buono stato, prevenire i potenziali problemi di salute e per gestire i problemi di salute già esistenti. - Aggregare i segni e identificare i dati mancanti ➔ aggregare i segni rilevanti e cercare modelli e relazioni utili a interpretarli; classificare i gruppi di dati secondo il modello concettuale utilizzato; identificare i dati mancanti e le incongruenze. - Trarre conclusioni sullo stato di salute attuale ➔ per ogni gruppo di dati, pensare a quante più spiegazioni possibili, quindi stabilire quale ipotesi li interpreta meglio; identificare il problema; identificare le risorse dell’assistito e dei famigliari. - Determinare le cause e classificare i problemi ➔ determinare i fattori eziologici dei problemi; classificare i problemi in base al modello concettuale utilizzato. • Validazioni delle diagnosi infermieristiche ➜ è necessario verificare le proprie conclusioni con l’assistito, i famigliari gli altri professionisti e referenti. • Formulazioni e registrazione delle diagnosi ➜ si sceglie le definizioni standard dei problemi. Si scrive l’enunciazione formale dello stato di salute: diagnosi infermieristiche e di benessere, problemi collaborativi e risorse; stabilire un ordine di priorità; si registrano le definizioni dei problemi nell’apposita documentazione: piano della persona, cartella clinica ecc. Pensiero critico e diagnosi ➜ Pratica riflessiva (qual è il problema fondamentale per questa persona?) Si cerca il modo migliore per descrivere lo stato di salute dell’assistito. Individuare il problema centrale aiuta a definire le priorità assistenziali e a stabilire su quali problemi dovrebbe essere focalizzato il piano d’assistenza. È indispensabile dapprima riflettere sui gruppi di segni, trovando un equilibrio tra l’omissione di alcuni di essi e l’acquisizione di numerose categorie di dati sovrapposti. → Linguaggio diagnostico Sistema di classificazione (tassonomia): identifica e classifica idee o oggetti in base alle loro analogie. Il linguaggio infermieristico è necessario per: - Espandere il sapere infermieristico. - Dare fondamento alla documentazione computerizzata. - Definire e diffondere il sapere proprio dell’infermieristica, un linguaggio condiviso permette a tutti gli infermieri di dialogare tra loro e con chi è esterno alla professione infermieristica, e li metterebbe in condizione di descrivere che cosa essi fanno realmente per gli assistiti e di evidenziare come le prestazioni infermieristiche migliorino i risultati conseguiti dai loro assistiti. - Migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica. - Influenza sulle decisioni di politica sanitaria. → Registrazione delle diagnosi infermieristiche Dopo aver formulato e validato le diagnosi infermieristiche, esse andranno riportate in ordine di priorità nell’apposita documentazione, nella cartella clinica dell’assistito e/o nel piano di assistenza. In molte strutture, al momento della dimissione, il piano di assistenza diventa parte della documentazione permanente dell’assistito, perciò le diagnosi dovrebbero essere scritte in modo indelebile. Se una diagnosi è superata o modificata vi si può tracciare una riga. → Stabilire l’ordine di priorità delle diagnosi Le priorità sono definite in base al giudizio dell’infermiere e alle preferenze dell’assistito. Deve essere attribuita una priorità a quello che lui percepisce più importante, finché questo non interferisce con i bisogni di sopravvivenza o con i trattamenti medici. Dedicarsi ai problemi che hanno la priorità per l’assistito aumenta la probabilità che essi siano superati efficacemente: egli collaborerà con il massimo impegno per risolvere problemi che giudica importanti. Si possono scrivere le priorità in ordine decrescente, oppure si può assegnare a ogni problema una priorità alta, media, bassa. Definire un ordine di priorità dei problemi contribuisce a fare in modo che l’assistenza sia diretta in primo luogo ai problemi più importanti. Si stabilisce la priorità in base al criterio di tutelare la vita: alta (pericolo di morte), media (cambiamenti fisici o emotivi con conseguenze distruttive), bassa (necessità connesse allo sviluppo, che richiedono un supporto infermieristico minimo). ⌦ NANDA → Due libri della NANDA: NANDA International (North American Nursing Diagnosis Association) Secondo la NANDA, la diagnosi infermieristica è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute/processi vitali in atto o potenziali. La Tassonomia NANDA è specifica per l’infermieristica e si competa con i: o. NIC (nursing interventions classification): interventi in base al codice presente nel NOC. a. NOC (nursing outcames classification): obiettivi infermieristici codificati. Si consulta prima il NOC e poi il NIC. Tassonomia ➜ sistema di classificazione che offre una struttura alla pratica infermieristica, con lo scopo di fornire un vocabolario per la classificazione dei fenomeni di una disciplina. Ogni diagnosi NANDA ha 6 componenti: 1. Il titolo che descrive lo stato di salute del paziente (il problema). 2. I descrittori che specificano meglio il titolo. 3. La definizione del titolo 4. Le caratteristiche definenti (segni e sintomi) 5. Fattori di rischio (nelle diagnosi di rischio o potenziale) 6. Fattori correlati (cause, elemento da rimuovere) La formulazione PES ➜ (problema, eziologia, segni/sintomi) non deve mancare nella diagnosi infermieristica inserita nella cartella infermieristica. Gli elementi fondamentali di un’enunciazione diagnostica sono: 1. Problema ➔ il problema descrive in modo chiaro e sintetico lo stato di salute dell’assistito. 2. Eziologia ➔ l’eziologia descrive fattori che causano o contribuiscono a determinare i problemi in atto. 3. Segni e sintomi. → ▶︎ 3 - Pianificazione degli obiettivi È la terza fase del processo di nursing. L’obiettvo ➜ è un piano di assistenza olistico, concepito in base ai problemi e alle risorse del singolo assistito. La fase di pianificazione si conclude con l’elaborazione di tale piano. L’infermiere con il contributo del paziente e della famiglia formula , partendo dalla diagnosi ,identifica i risultati attesi e gli interventi finalizzati al conseguimento di tali obiettivi. La fase di pianificazione dipende da accertamento e diagnosi. L’enunciazione degli obiettivi attesi guiderà poi la pianificazione degli interventi. Nella fase di pianificazione, l’infermiere è impegnato nelle seguenti attività: 1. Decidere quali problemi richiedono piani personalizzati e quali possono essere affrontati ricorrendo a percorsi critici, standard di assistenza, linee guida e procedure e altre forme prestabilite e standardizzate di assistenza. 2. Scegliere e adattare, quando è opportuno, interventi e piani di assistenza standard prestampati. 3. Stabilire e scrivere i risultati e le prescrizioni infermieristiche personalizzati per i problemi che richiedono all’infermiere un’attenzione che va oltre l’assistenza abituale, precodificata. → La pianificazione può essere: La pianificazione è flessibile perché gli obiettivi si possono sempre aggiungere o comunque modificare. A) INIZIALE ➜ Immediatamente successivo all’accertamento al fine di ridurre i tempi di degenza. Generalmente viene fatta dall’infermiere referente ed ha inizio al primo contatto con l’assistito; questa procede fino alla conclusione della relazione infermiere-assistito. B) CONTINUA ➜ Può essere effettuata da qualsiasi infermiere associato al paziente e si attua con la raccolta di nuove informazioni e con la valutazione delle risposte del paziente all’assistenza ricevuta fino a quel momento. Man mano che approfondiscono la loro conoscenza del paziente, gli infermieri possono personalizzare ulteriormente il piano di assistenza iniziale. Stabilisce le priorità, se lo stato di salute è cambiato c) DELLA DIMISSIONE ➜ Deve essere istruito il paziente o il familiare che si prenderà cura di lui affinché le cure siano continuate anche a casa e si riescano a raggiungere nuovi obiettivi. È importante farlo da subito poiché le degenze durano poco. → Pianificazione della dimissione È la preparazione del paziente per la fuoriuscita dalla struttura sanitaria(dimissione). Questa pianificazione inizia durante la prima intervista e la prima pianificazione. Acronimo M.O.D.E.L.: - M ➜ scrivere un piano scritto e prevedere come sarà faAa la dimissione. - O ➜ offrire risorse e servizi, anche materiali. - D ➜ individuare le strategie per aumentare la compliance, far aderire il paziente e la famiglia alla terapia da eseguire. - E ➜ verifica di ciò che ho insegnato al paziente ed eventualmente la famiglia. - L ➜ documentare le complicazioni di natura legale. → Obiettivi per le diagnosi infermieristiche reali, di rischio e possibili Per una diagnosi infermieristica reale gli obiettivi si focalizzano sul ripristino di risposte funzionali e sulla prevenzione di altre complicanze. Gli obiettivi per una diagnosi infermieristica di rischio sono finalizzati alla prevenzione del problema. Le diagnosi infermieristiche possibili rappresentano un’eccezione alla regola, infatti non sono enunciate in termini di risposte attese dell’assistito. L’obiettivo di questa diagnosi è in realtà un obiettivo infermieristico: la conferma o l’esclusione della diagnosi. Non è necessario scrivere obiettivi per le diagnosi infermieristiche possibili. Si può stabilire una data entro la quale confermare o escludere il problema. Per i problemi collaborativi sono enunciati sui piani di assistenza standard oppure sui percorsi critici in uso. I piani di assistenza non richiedono l’enunciazione di obiettivi per i problemi collaborativi, questo consente di sapere con certezza quali sintomi osservare, nonché di riconoscere se il problema si sta sviluppando oppure no. L’assistenza infermieristica si concentra sulla prevenzione e sull’identificazione precoce della complicanza. → Gli obiettivi possono essere: A) BREVE TERMINE ➜ Entro pochi giorni o ore. Possono essere raggiunti entro pochi giorni o poche ore. Gli obiettivi di sopravvivenza possono essere anche enunciati in termini di minuti. Gli obiettivi a breve termine sono utili in contesti di assistenza acuta. Possono servire anche per valutare i progressi verso obiettivi a lungo termine. Il raggiungimento di più obiettivi a breve termine fornisce all’assistito un rinforzo che lo incoraggia a mantenere il proprio impegno per superare il problema. B) MEDIO TERMINE ➜ Una settimana o alla fine della dimissione. C) LUNGO TERMINE ➔ Descrivono cambiamenti dei risultati dell’assistito che si realizzano in un periodo più lungo, di solito in una settimana o più (es: intervento educativo a persone con problemi di salute cronici). Mirano al ripristino della normale funzionalità nell’area interessata dal problema; qualora questo non sia possibile, tali obiettivi descrivono il massimo livello di funzionalità raggiungibile in relazione alle condizioni e alle risorse dell’assistito. Gli obiettivi a lungo termine sono utili per persone con problemi di salute cronici o che si trovano in case di cura, centri di riabilitazione e strutture per lungodegenti. Esempio: Diagnosi, problema ➔ Stipsi. Cause ➔ inattività e insufficiente apporto di liquidi. Obbiettivo ➔ evacuazione regolari con feci morbide entro una/due settimane. → Obiettivo e’ formato da: Ogni enunciazione di obiettivo deve contenere: un soggetto, un verbo d’azione, dei criteri di risultato e un tempo entro il quale l’obiettivo deve essere raggiunto ed eventuali condizioni particolari. 1) SOGGETTO ➜ è un sostantivo che indica l’assistito, una sua parte qualsiasi, o una proprietà o caratteristica. 2) VERBO DI AZIONE ➜ saprà, raggiungerà ecc. Descrive l’evento atteso dall’assistito. 3) CRITERI DI RISULTATO ➜ dove voglio arrivare ( es: febbre da 39 a 37), deve essere oggettivo, descrive misura attesa. Sono standard usati per valutare la qualità del comportamento prodotto dall’assistito. Descrivono la misura attesa del comportamento che egli deve mettere in atto. I criteri di risultato possono specificare quantità, qualità, velocità, distanza, attendibilità…; indicano come, cosa, quando o dove. 4) TEMPO ➜ Tempo entro il quale ci si aspetta realisticamente un cambiamento nella risposta dell’assistito. I risultati previsti per i problemi potenziali non richiedono la definizione di obiettivi temporali. 5) CONDIZIONI PARTICOLARI ➜ Potrebbero essere necessario aggiungere ai criteri di risultato uno o più modificatori. I modificatori descrivono la quantità di assistenza di cui la persona avrà bisogno, le risorse disponibili, le condizioni ambientali o le esperienze che la persona dovrebbe fare prima che possa produrre il comportamento atteso. I modificatori descrivono come, quando, dove e quanto. → Classificazione de risultati infermieristici La tassonomia NOC definisce gli obiettivi come una condizione/percezione del paziente misurabile ,concettualizzata come variabile influenzata dagli interventi infermieristici. Dopo aver formulato la diagnosi si condividono gli obiettivi col paziente che ci aspettiamo. • 260 obiettivi ➜ divisi in 6 aeree del NOC salute funzionale, salute fisiologica, conoscenze sulla salute, salute percepita, salute della famiglia e salute della comunità. Non sempre un piano corrisponde a un programma scritto di assistenza infermieristica. Può essere un piano mentale che l’infermiere applica per raggiungere un certo risultato, oppure una sequenza standard di procedure che rispondono a bisogni comuni a determinati tipi di assistiti. → Pianificazione dei risultati Dopo avere determinato lo stato di salute dell’assistito, il passo successivo consiste nello stabilire obiettivi per modificare o mantenere le condizioni di salute. Un obiettivo descrive le risposte che ci si aspetta che l’assistito raggiunga a seguito degli interventi attuati. Un risultato sensibile all’infermieristica è tale quando può essere raggiunto mediante interventi infermieristici o con il loro contributo. Quando gli obiettivi sono definiti in termini generali il piano di assistenza deve includere sia gli obietti che i risultati. Dapprima di enuncia l’obiettivo seguito da “come evidenziato da” e quindi da un elenco delle risposte osservabili che dimostrano il raggiungimento dell’obiettivo. → Scopo dell’enunciazione dei risultati (obiettivi) L’enunciazione dei risultati guida la pianificazione dell’assistenza e la valutazione dei cambiamenti dello stato di salute dell’assistito. Le enunciazioni degli obiettivi/risultati dovranno essere specifiche e descrittive, per essere utili alla pianificazione e alla valutazione → ▶︎ 5 - Attuazione L ’attuazione è la fase in cui l’infermiere svolge, delega o attribuisce le attività necessarie al conseguimento degli obiettivi dell’assistito. Le attività dell’attuazione sono: - Agire; - Delegare/attribuire; - Documentare (nella cartella infermieristica interventi e risposta del paziente). Agire, Attribuire, documentare ■ Si comunica il piano di assistenza agli altri operatori sanitari, si effettuano gli interventi indicati sul piano o si attribuiscono ad altri la loro attuazione ■ L’attività finale consiste invece nel registrare le prestazioni assistenziali erogate al cliente e l’effetto che hanno determinato. Possono essere utilizzati gli interventi che sono stati classificati nella NIC In questa fase è fondamentale la partecipazione del paziente, soprattutto per richiedere il consenso orale o scritto. Prima di una attuazione è fondamentale assicurarsi della propria preparazione e di quella del paziente. → Preparazione infermiere: 1) Stabilire se posso svolgere l’attività da solo o no. 2) Mettere in discussione qualsiasi attività pericolosa, inadeguata o incompresa. 3) Stabilire dei momenti di verifica e valutare la reazione dell’assistito durante l’attuazione (provi dolore?). 4) Programmare l’attività affinché si abbia tempo per portarla a termine. 5) Delegare/attribuire ad altri compiti al fine di usare al meglio il proprio tempo. 6) Migliorare la propria preparazione di base cercando continuamente nuove informazioni. → Preparazione assistito: • Rilevare condizioni del paziente. • Accertarsi che l’intervento sia ancora necessario. • Accertarsi che il paziente sia preparato e informarlo su ciò che faremo e ciò che ci attendiamo da lui • Assicurare privacy e confort. → Durante l’attuazione controllare sempre: 1) Reazione del paziente all’intervento. 2) Adattare l’attività all’età, ai valori, alla cultura e allo stato di salute del paziente. 3) Incoraggiare il paziente alla partecipazione 4) Svolgere le attività con precisione e attenzione adottando gli standard e le procedure adottate dalla struttura. → Competenze dell’infermiere necessarie per l’attuazione: • Competenze cognitive ➜ sapere le sue procedure e le informazioni scientifiche correlate a queste. • Competenze relazionali ➜ ascolta attivamente, esprime interesse e fornisce spiegazioni (saper essere). • Competenze psicomotorie ➜ utilizza capacità manuali come fare prelievi o medicazioni. saper fare). → ▶︎ 6 - Valutazione È la sesta fase del processo di Nursing. È definita come il giudizio sull’efficacia dell’assistenza infermieristica in relazione al raggiungimento degli obiettivi . La valutazione dovrebbe essere attuata usando l’approccio funzionale ossia deve essere analizzato il funzionamento di ogni modello e non solo il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. • Valutare i risultati dell’assistito; • Valutare il processo infermieristico; • Modificare il piano di assistenza. La valutazione è un’attività pianificata, intenzionale, continua, nella quale l’assistito, i familiari, l’infermiere e altri professionisti sanitari stabiliscono: L’andamento dell’assistito verso il raggiungimento dei risultati. L’efficacia del piano di assistenza infermieristica Ha funzionato? Dopo l’ attuazione del piano di assistenza, si confronterà lo stato di salute del paziente con gli obiettivi definiti. Si valuteranno quali interventi pianificati sono stati efficaci o meno per il raggiungimento dei risultati attesi e se necessario si modificherà il piano. → Motivi che rendono necessaria la valutazione: 1. Esprimere un giudizio sull’assistenza infermieristica erogata ed esaminare le risposte del paziente. 2. Comparare le risposte ottenute con quelle predeterminate e valutare il livello di risoluzione del problema. 3. Offrire una base per la revisione della valutazione del piano di assistenza. La valutazione ha inizio con l’accertamento iniziale e continua a ogni interazione con l’assistito. Una valutazione efficace dipende dall’efficacia delle fasi che la precedono. I dati dell’accertamento devono essere attendibili ed esaustivi, in modo che gli obiettivi formulati duramente la fase di pianificazione risultino appropriati per l’assistito. Gli obiettivi, per essere utili alla valutazione dei risultati effettivi raggiunti dall’assistito, devono essere enunciati in termini di comportamento concreto. Infine senza la fase di attuazione non vi sarebbe nulla da valutare. La valutazione si sovrappone all’accertamento. La valutazione dei risultati si basa soprattutto sull’andamento dell’assistito verso il raggiungimento degli obiettivi di salute. Dopo aver erogato assistenza, l’infermiere confronta lo stato di salute dell’assistito con i risultati previsti, identificati durante la fase di pianificazione, ed esprime un giudizio sul loro conseguimento o meno. Per valutare l’assistenza infermieristica è necessario conoscere gli attuali standard di assistenza i quali guidano la pratica professionale e servono come modello per la valutazione sono: Le abilità richieste dall’infermiere sono: - Conoscenza delle normali risposte del paziente ➜ (conoscenza delle discipline scientifiche aiuta a valutare le normali risposte di una persona) - Conoscenze dei modelli concettuali e delle teorie ➜ (offrono informazioni che facilitano la valutazione poiché descrivono gli obiettivi specifici della persona e dei criteri di risultato) - Abilità di monitorare l’efficacia degli interventi infermieristici ➜ (intellettuali e tecniche - Conoscenza della ricerca clinica ➜ (usiamo i risultati delle ricerche per sviluppare metodi innovativi che servono a migliorare accertamento e diagnosi). La valutazione dei risultati dell’assistito può essere: • La valutazione continua ➜ si svolge durante l’attuazione di un intervento, permettendo di apportare modifiche in tempo reale • La valutazione discontinua ➜ effettuata in momenti specifici, evidenzia il livello di evoluzione rispetto al conseguimento degli obiettivi; essa consente di correggere eventuali insufficienze nell’assistenza erogata alla persona e di modificare il piano di assistenza infermieristica secondo il bisogno. La valutazione prosegue fino a quando gli obiettivi di salute dell’assistito non siano stati raggiunti, o fino alla dimissione dalla presa in carico. • La valutazione finale ➜ descrive le condizioni dell’assistito al momento della dimissione; essa include la comprensione da parte dell’assistito della necessità di assistenza successiva e il livello di raggiungimento dei risultati, specialmente riguardo alle capacità di autocura. → Processo di valutazione dell’andamento dell’assistito 1. Rivedere gli obiettivi della persona assistita e i criteri di risultato ➜ si guarda quali erano gli obiettivi della persona assistita. Riesaminare i risultati attesi (indicatori). 2. Raccogliere i dati ➜ si raccolgono dati da fonti primarie e secondarie ricavati da osservazione, documentazione e vari accertamenti per provare a capire se sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati. 3. Misurare il raggiungimento degli obiettivi ➜ dopo aver raccolto i dati si ha un quadro generale e si può determinare se l’obiettivo è stato completamente, parzialmente o non è stato raggiunto. Oppure potrebbero essere sorte altre complicanze che hanno portato alla formulazione di una nuova DI. Confrontare le condizioni dell’assistito con i risultati attesi e trarre una conclusione. 4. Registrare i giudizi o la valutazione del raggiungimento degli obiettivi ➜ Redigere l’enunciazione di valutazione nella cartella infermieristica. 5. Rivedere o modificare il piano di assistenza: ➜ Nel caso non siano stati raggiunti gli obiettivi per puntare ad una strada alternativa. Mettere in relazione gli interventi infermieristici con i risultati. → Valutazione/ modifica del piano di assistenza Ultimata la valutazione dei risultati, è necessario esaminare il piano di assistenza infermieristica per verificare se è necessario modificarlo. Probabilmente il piano verrà modificato se si modificano le condizioni dell’assistito, oppure se gli obiettivi di salute non sono stati raggiunti. Tutte le fasi vengono riesaminate criticamente Riflettere criticamente sulla valutazione Prima di operare specifici cambiamenti, è necessario stabilire perché il piano di non è stato efficace. Questo richiede il riesame dell’intero piano di assistenza e delle fasi del processo infermieristico implicate nel suo sviluppo. → Tipi di valutazione La certificazione di qualità richiede la valutazione di tre fattori costitutivi dell’assistenza: - Struttura; - Processo; - Risultato. Ogni tipo di valutazione richiede criteri e metodi diversi e ognuno di essi mette a fuoco un aspetto specifico. • Valutazione di struttura ➜ Centrata sulle caratteristiche dell’ambiente che influenzano la qualità dell’assistenza erogata. Focalizza il contesto in cui l’assistenza viene erogata. Implica la domanda: “che effetto hanno le caratteristiche dell’ambiente e dell’organizzazione sulla qualità dell’assistenza?” questo tipo di valutazione utilizza informazioni su linee guida, procedure, risorse economiche, strutture, apparecchiature, dotazione e qualifica del personale. • Valutazione di processo ➜ Centrata sulle performance dell’infermiere e sull’appropriatezza e competenza dell’assistenza infermieristica erogata. Focalizza la modalità di erogazione dell’assistenza, le attività degli infermieri. Risponde a domande come: “l’assistenza è adeguata ai bisogni dell’assistito?”, “l’assistenza è appropriata, completa e tempestiva?” • Valutazione di risultato ➜ Centrato sull’assistito e sulle sue funzioni. Determina il grado di raggiungimento degli obiettivi. Focalizza i cambiamenti dimostrabili dello stato salute dell’assistito come esito dell’assistenza erogata. → Misure di valutazione della qualità 1. Appropriatezza ➜ pertinenza e la congruenza tra le caratteristiche di una prestazione sanitaria e gli scopi per cui viene assicurata - Implicazione organizzativa (impiego risorse). - Criterio fondamentale per l’analisi di costo opportunità. 2. Efficacia ➜ rapporto fra gli obiettivi formulati e i risultati effettivamente raggiunti. 3. Efficienza ➜ definisce il rapporto fra risorse e risultati. → Misurare l’efficacia e l’efficienza • Criterio ➜ la variabile che deve essere osservata per formulare un giudizio sono qualità misurabili misurabili che descrivono specifici comportamenti • Indicatore ➜ parametro che fornisce informazioni sulla descrizione di un fenomeno (particolare espressione empirica del criterio, significativa per formulare il giudizio) • Standard ➜ valore di riferimento a cui rapportare l’indicatore ai fini del controllo descrivono l’assistenza di qualità e usati come termine di paragone per valutare l’esecuzione di una prestazione. → ▶︎ Cartella clinica Va inserito tutto nella cartella infermieristica, ovvero un documento ufficiale del paziente che non può essere distrutto. Dopo la morte del paziente diventa degli eredi. La cartella clinica è ➜ un insieme di documenti che registrano un complesso eterogeneo di informazioni sanitarie, sociali, aventi lo scopo di rilevare il percorso diagnostico-terapeutico di un paziente al fine di predisporre gli opportuni interventi sanitari e di poter effettuare indagini scientifiche, statistiche e medico-legali poiché è un atto pubblico e ha valenza giuridica. ➜ Lo strumento informativo individuale finalizzato a rilevare tutte le informazioni anagrafiche e cliniche significative relative ad un paziente ed a un singolo episodio di ricovero. Per tale motivo è importante scrivere solo ciò che è stato realmente constatato nel momento in cui si fa altrimenti è definibile come FALSO PUBBLICO, anche le correzioni e le aggiunte se non fatte in maniera opportuna rappresentano un falso . Ogni cartella è riferita ad un singolo episodio di ricovero. Nasce con accettazione e muore con dimissione. La cartella favorisce quindi l’esercizio ella assistenza infermieristica e la ricerca scientifica. Diventa necessaria con l’evoluzione della professione quando gli infermieri prendono autonomia. È stata riconosciuta negli anni ’90 attraverso il D.P.R. 384 in cui viene formalmente riconosciuta come un atto pubblico, giuridico, in quanto viene compilato da un infermiere che è un incaricato di pubblico servizio. ART.3 Comma 3/b - l’infermiere identifica i bisogni di salute della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi Comma 3c- pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico Comma 3d- garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche Per professione intellettuale si intende l’attività, anche organizzata, diretta al compimento di atti, ovvero alla prestazione di servizi e opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e in via prevalente con lavoro intellettuale, per la quale è richiesto un titolo di studio universitario o equipollente avente valore legale. proseguire analizzando le 6 fasi del processo di Nursening: *Accertamento ➜ possiamo notare scarsa igiene, incapacità di svolgere attività relative alla cura della propria persona . accertamento si fa mediante dati soggettivi ( attraverso interviste di persone e pazienti . si identificano le aree in cui vi sono problemi e si valuta quanto sia motivato a migliorare dove ci sono difficoltà. Nella apposita tabella poi è indicato il grado di autonomia. *D.I = Titolo ➜ per la NANDA è “ sindrome da deficit nella cura di se”, devo poi specificare l’attività interessata “ alimentazione, bagno, vestiti”. Definizione = indica la compromissione della capacità di svolgere da solo le attività segnate alla cura di se . Caratteristiche definenti ➜ incapacità di lavarsi, mangiare, vestirsi autonomamente. Fattori Correlati ➜ dolore , malessere, compromissione cognitiva o percettiva ecc. *Pianificazione degli obiettivi ➜ parteciperà attivamente alle attività relative alla cura della sua persona. *Pianificazione e attuazione degli interventi ➜ pianificare le cure igieniche dopo un riposo in modo che la persona non sia stanca, fornire nuove tecniche e procedure per superare le difficoltà e adattarsi alla nuova situazione. Ci sono vari tipi di bagni terapeutici quali : semicupio (per zone genitali e rettali ) bagno molto caldo (per alleviare spasmi o dolori muscolari ), bagno caldo (per rilassamento ), bagno tiepido (per diminuire la tensione muscolare e abbassare la temperatura corporea), impacchi (per ammorbidire e rimuovere secrezioni per ridurre dolore e edema in caso di infiammazione). Un altro esempio di D.I è “deficit della cura di se: alimentazione” es disfagie , “ deficit della cura di se : bagno “ o deficit della cura di se : eliminazione”. 2) Mobilità e meccanica corporea ➔ quando c’è una alterazione della mobilità si può arrivare fino alla sindrome da immobilizzazione , ossia il complesso di segni e sintomi che si presentano quando una persona è costretta all’immobilità. Fattori che influenzano sulla mobilità sono : integrità del sistema muscolo-scheletrico, controllo del SN , funzione cardio polmonare e circolatoria e problemi congeniti. L’allettamento può causare complicanza quanto riguarda : apparato cardiovascolare (trombosi venosa profonda, ridotta tolleranza allo sforzo, intolleranza ortostatica ), apparato respiratorio, apparato urinario (incontinenza , litiasi renale ), apparato muscolo-scheletrico (contratture muscolari, atrofia muscolare e perdita di forza), apparato gastroenterico (stipsi), apparato tegumentario (ulcere da decupito ), apparato neurosensoriale (allucinazioni, stato confusionale , agitazione psico-motoria ) . 3) Ossigenazione ➔ funzione respiratoria e cardiocircolatoria FUNZIONE RESPIRATORIA ➔ serve per gli scambi gassosi nei polmoni, è regolata dal SN che stimolato dalla concentrazione di CO2 e della pressione parziale di O2 nel sangue. (ipercapnia: elevata dose di co2). Fattori che influenzano sulla respirazione sono posizione del corpo, ambiente, stile di vita e abitudini(fumo),aumento del lavoro respiratorio. Manifestazioni delle alterazioni della funzione respiratoria sono : tosse, espettorato, dispnea ( può causare dolore toracico, rumori respiratori anomali, impiego muscoli respiratori accessori, cianosi, dita a bacchetta di tamburo o ippocratismo digitale dovuto dal cancro polmonare. Alcuni respiri possono essere patologici. In caso di alterazione di questa parte del modello funzionale si procede con le 6 fasi del processo di Nursening: ・ Accertamento ➔ identifico dati soggettivi ( identificazione del modello respiratorio normale o anomalo, molti definiscono “normale” la propria respirazione anche se non lo è poiché sono abituati, identificazione dei rischi e identificazione dei problemi ) e dati oggettivi ( accertamento fisico con ispezione attraverso EGA e valutazione espettorato) ・ D.I ➔ valutando i dati soggettivi e oggettivi si può arrivare alla determinazione di varie diagnosi: Es1: Titolo → modello di respirazione inefficace . Definizione → identifica uno stato in cui l’espirazione e/o l’ispirazione non garantiscano una ventilazione adeguata. Caratteristiche definenti → dispnea, tachipnea, livelli di gas nel sangue anomali, cianosi, tosse e uso dei muscoli accessori. Fattori correlati → obesità, dolore, ansia, lesione del midollo spinale. Es2: Titolo → inefficace liberazione delle vie aeree. Definizione → identifica uno stato in cui l’individuo non è in grado di rimuovere le secrezioni o le ostruzioni del tratto respiratorio al fine di mantenere la pervietà delle vie aeree. Caratteristiche definenti → rantolii, crepiti, sibili, tosse ,produzione di espettorato, cianosi, dispnea, irrequietezza e occhi sbarrati. Fattori correlati → fumo, broncospasmo, presenza di un corpo estraneo, asma, allergie ecc. Es3: Titolo → compromissione scambi gassosi. Definizione → identifica un eccesso o un deficit di ossigenazione e/o eliminazione di CO2 negli alveoli. Caratteristiche definenti → confusione mentale, sonnolenza, agitazione, irritabilità, ipercapnia , dispnea. Fattori correlati → squilibrio del rapporto ventilazione/perfusione e alterazione della membrana alveolo capillare. ・ Diagnosi correlate ➔ rischio di infezione, nutrizione inferiore al fabbisogno, dolore acuto, dolore cronico, disturbo del modello del sonno, deficit della cura di sé, ansia e autostima scarsa, coping inefficace. ・ Pianificazione degli obiettivi ➔ la persona dimostrerà di conoscere la prevenzione dei problemi respiratori, riceverà un’adeguata ossigenazione, l’assistito mobilizzerà le secrezioni polmonari e affronterà in modo efficace i cambiamenti del concetto di sé e del proprio stile di vita. ・ Pianificazione e attuazione degli interventi ➔ gli interventi che si possono attuare sono di promozione della salute (prevenire le infezioni respiratorie, aiutare a smettere di fumare e ridurre l’esposizione agli allergeni) o sono finalizzati a risolvere un problema reale(spirometria incentivante, fisioterapia respiratoria, aeseosol terapia e ossigeno terapia che può essere attuata mediante vari tipi di presidi quali: occhialini, maschera di venturi, maschera facciale semplice, cannule trans tracheale, nebulizzatore, incubatrice e tenda a ossigeno). SISTEMA CARDIOVASCOLARE → funzione principale è quella di trasportare O2 ai tessuti o CO2 ai polmoni per eliminarlo. Fattori che influiscono sono: fumo, ipertensione arteriosa, alimentazione, sedentarietà, diabete, obesità, storia familiare e sanitaria, farmaci, uso di droghe e stress. Quando c’è una alterazione della funzione cardiovascolare c’è: variazione parametri vitali, variazione cute, riduzione della gittata cardiaca, alterazione flusso ematico, riduzione della perfusione dei tessuti. In caso di alterazione di questo modello funzionale si procede con il processo di Nursening. *Accertamento → dati soggettivi (identificazione del modello funzionale, ossia l’infermiere deve valutare la tolleranza all’attività fisica in quanto la capacità di svolgere normale esercizio fisico è indice di buona salute. Molto spesso i pazienti cardiopatici riferiscono normale la riduzione dell’attività in quanto si sono adattati alla condizione di malato. Identificazione del rischio, ad esempio fumo, alimentazione, uso di alcol e droghe e infine identificazione dei problemi ,ossia riduzione dell’attività fisica, variazione del colorito e della sensibilità della cute.) e dati oggettivi ( attraverso ispezione: in cui si deve osservare la funzione cognitiva e si può osservare lentezza nel linguaggio, confusione, apatia, ansia, ulcere, cianosi e disorientamento. Palpazione: cute fredda in modo cronico è segno di ridotta perfusione. ascultazione: mediante fonendoscopio). L’accertamento prosegue mediante esami e procedure diagnostiche quali esami di laboratorio, ECG a riposo e sotto sforzo ecc. *D.I → Es1: Titolo → riduzione della gittata cardiaca . Definizione → descrive una condizione o un rischio elevato in cui il sangue pompato è inadeguato a soddisfare il fabbisogno metabolico dell’organismo. Caratteristiche definenti → alterazione della frequenza del ritmo cardiaco , alterazione della contrattilità , alterazioni comportamentali ed emotive ,alterazione della gittata sistolica. Fattori correlati → ipertensione, storia di cardiopatia e vascolopatia, fumo, ipercolesterolemia, sesso maschile, età, sedentarietà, obesità, stress e aumento del lavoro cardiaco. Es2: Titolo → inefficace perfusione tissutale. Definizione → descrive uno stato in cui aumenta il rischio che si verifichi una diminuzione dell’ossigenazione con conseguente inadeguato nutrimento tissutale. Caratteristiche definenti → edema, alterazione della caratteristica della cute, polsi arteriosi ridotti o assenti, cianosi, alterazione della sensibilità. Fattori correlati → ipervolemia, ipovolemia , interruzione del flusso ematico venoso e arterioso. Es3: Titolo → intolleranza all’attività . Definizione → descrive uno stato in cui l’energia fisica o psicologica non è sufficiente per continuare e completare le attività quotidiane necessarie o desiderate. Caratteristiche definenti → aritmie, malessere e dispnee dopo uno sforzo, affaticamento e debolezza. Fattori correlati → sedentarietà, presenza di problemi circolatori o respiratori, allettamento. *D.I correlate ➔ eccessivo volume di liquidi, nutrizione squilibrata, dolore acuto o cronico , disturbo del modello del sonno, coping inefficace , ansia, compromessa gestione della salute . * Pianificazione degli obiettivi ➔ l’assistito dimostrerà di conoscere adeguatamente la malattia, la prevenzione e la cura, manterrà una adeguata gittata cardiaca, mostrerà una adeguata perfusione e un’adeguata ossigenazione ecc. * Pianificazione degli interventi e attuazione ➔ gli interventi possono essere di promozione della salute ( modifica fattori di rischio quali sedentarietà ) o possono essere interventi infermieristici mirati a risolvere problemi reali ( applicare calze elastiche per stasi venose). 5. QUINTO MODELLO FUNZIONALE ➜ COGNIZIONE E PERCEZIONE ➜ Analizza le funzioni cognitive come l’orientamento, il linguaggio, la memoria, il ragionamento, e le abilità sensoriali/percettive come l’udito, le vista, l’olfatto, il gusto e il tatto. I parametri dell’accertamento sondano le funzioni cognitive (perdita di memoria), la presenza del dolore e di altre sensazioni. La nostra raccolta dati intende verificare: · adeguatezza delle funzioni sensoriali · percezione e trattamento del dolore · capacità funzionali nell’ambito cognitivo Tale valutazione ci permette di valutare i deficit sensoriali e l’impatto che possono avere sulle attività di vita quotidiana. Nell’anziano è importante valutare i deficit sensoriali che possono compromettere sicurezza, piacere e indipendenza . le domande da porre durante l’accertamento sono: vede bene? Utilizza occhiali?, sente bene?, utilizza apparecchi acustici?, nota alterazioni nella sensibilità di mani e piedi?, ha notato cambiamenti della percezione del gusto o dell’olfatto? 6. SESTO MODELLO FUNZIONALE ➜ SONNO E RIPOSO ➜ Descrive i modelli di riposo, sonno, rilassamento; i parametri dell’accertamento comprendono la percezione che la persona ha della quantità e della qualità di sonno e di riposo e del suo livello di energia. Vi sono incluse poi le abitudini notturne e gli eventuali ausili utilizzati per dormire, come farmaci. La nostra raccolta dati intende verificare: · modello di sonno, riposo e rilassamento · percezione della quantità e qualità del proprio riposo · aiuti e problemi relativi al sonno. 7. SETTIMO MODELLO FUNZIONALE ➜ PERCEZIONE DI SE’ CONCETTO DI SE’ ➜ Si focalizza sui sentimenti riferiti al valore di sé e alla propria immagine corporea; i parametri dell’accertamento indagano gli atteggiamenti della persona nei confronti di se stessa, la percezione che essa ha delle proprie capacità (cognitive, affettive, fisiche), della propria identità, del valore di se stessa e del suo grado di partecipazione emozionale in genere. La raccolta dati intende verificare: · atteggiamenti verso se stessi · percezione delle proprie capacità · immagine corporea, identità, modello emozionale generale · modello di postura e di linguaggio. 8. OTTAVO MODELLO FUNZIONALE ➜ RUOLI/RELAZIONI ➜ Descrive il modello degli impegni legati ai ruoli e il tipo di relazioni con gli altri. I parametri dell’accertamento indagano la percezione che la persona ha dei propri ruoli e delle proprie responsabilità nella situazione di vita attuale. Sono comprese gratificazioni e problemi in famiglia, nelle relazioni sociali e nel lavoro con le responsabilità correlate a tali ruoli. La nostra raccolta dati intende verificare: · impegni di ruolo (famigliari, professionali, sociali) · percezione delle proprie responsabilità In sintesi descrive il suo ruolo nella famiglia e nei rapporti interpersonali. 9. NONO MODELLO FUNZIONALE ➜ SESSUALITA’/RIPRODUZIONE ➜ Valuta l’espressione sessuale del paziente in relazione al suo stadio di sviluppo, alla sua soddisfazione e al modello riproduttivo; i parametri per l’accertamento comprendono la percezione da parte del paziente del proprio ruolo e della propria salute sessuale, lo stadio riproduttivo della donna (pre-post menopausa), e in rapporto ad esso gli eventuali problemi percepiti. La nostra raccolta dati intende verificare: · soddisfazione o disturbi nel campo della sessualità · fase relativa alla riproduzione (pubertà, menopausa, ecc.) · modello riproduttivo (desiderio di avere figli, uso di contraccettivi, ecc.). In sintesi valuta storia di gravidanze, sessualità soddisfatta e utilizzo di contraccettivi . 10. DECIMO MODELLO FUNZIONALE ➜ COPING/TOLLERANZA ALLO STRESS ➜ Si concentra sui modelli di stress e di adattamento del paziente; i parametri si focalizzano sulle capacità di sostenere le sfide dell’integrità del sé, sulla percezione che la persona ha delle proprie capacità di controllare e gestire le situazioni, sul sostegno che riceve da altre risorse (famigliari o di altro tipo),e sulle modalità per affrontare lo stress. La raccolta dati intende verificare: · modo generale di affrontare le situazioni e sua efficacia · capacità percepita di gestire le situazioni · capacità e risorse personali su cui poter sempre contare In sintesi descrive meccanismi di adattamento, capacità di gestire o meno lo stress. 11. UNDICESIMO MODELLO FUNZIONALE ➜ VALORI E CONVINZIONI ➜ Analizza i valori e le credenze che guidano la persona nella vita: I parametri per l’accertamento valutano le convinzioni, le aspettative e gli eventuali conflitti correlati alla salute; inoltre comprendono l’orientamento del paziente nella ricerca di persone significative per il sostegno e la pratica religiosa. La raccolta dati intende verificare: · valori, scopi, credenze che guidano le scelte · conflitti relativi allo stato di salute CRAVEN (ORALE) ⌦ SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE → ▶︎ Definizioni Si definisce Sindrome da immobilizzazione o da allettamento il complesso di segni e sintomi a carico dei vari apparati, che si manifesta quando una persona è costretta all’immobilità (a letto o altro tipo di decubito obbligato) per un lungo periodo. Stato in cui la persona è a rischio di deterioramento dei sistemi e degli apparati dell’organismo, o di alterazioni delle loro funzioni, in conseguenza di una inattività muscolo-scheletrica prescritta o inevitabile. Sindrome morbosa che insorge in un soggetto fino ad allora indipendente, a seguito di prolungata inattività e/o degenza a letto, indipendente dalla malattia che ne è a monte; determinata da un complesso di segni secondari, quasi sempre iatrogeni, per lo meno in termini di omissione. Alla base di tutte le alterazioni che potenzialmente si possono presentare in un soggetto affetto da Sindrome da Immobilizzazione vi è: IPOCINESIA ➜ La grave riduzione della capacità di muoversi di un individuo determina un’alterazione del rapporto tra individuo e ambiente. L’individuo è frutto del suo patrimonio genetico, degli stimoli che provengono dal mondo e dal suo modo di decodificare e rispondere a tali stimoli. → Obiettivi ● ILLUSTRARE ➜ i meccanismi fisiopatologici che configurano la sindrome clinica da immobilizzazione ● DESCRIVERE ➜ i principali quadri clinici a carico dei vari organi e apparati che conseguono all’immobilizzazione e valutarne i rischi ● INDICARE ➜ i criteri e le metodologie utili per la diagnosi precoce delle complicanze dell’immobilizzazione ● SUGGERIRE ➜ le scelte terapeutiche più efficaci per combattere i rischi della sindrome da immobilizzazione ● IDENTIFICARE ➜ le strategie preventive per ridurre il rischio delle complicanze da immobilizzazione I fattori che influiscono sulla mobilità sono: - Lo stile di vita (i giovani hanno molta più mobilità degli anziani, più una persona sta ferma e più si impigrisce). - Integrità del sistema muscolo scheletrico - Controllo del sistema nervoso - Funzione cardio - muscolare - Energia - Problemi congeniti (i bambini che nascono con patologie gravi) - Disturbi affettivi (depressione) - Terapie (interventi tipo alle fratture). Nell’anziano si ha una predisposizione alla scarsa immobilità in quanto ha scarsa energia, riduzione della capacità polmonare, si atrofizza il sistema nervoso e si ha un insieme di cofattori che incidono nella scarsa mobilità che sono: riduzione dell’apparato visivo e uditivo, ipertensione ortostatica, paura di cadere perché non vedono bene o hanno vertigini per lo scarso udito, un altro fattore è l’isolamento sociale (perdita di amici, moglie quindi non hanno nessuno con cui uscire). L’immobilizzazione colpisce tutti gli apparati. L’immobilità può essere prescritta o obbligata. • Prescritta ➜ esempio frattura del bacino ➔ l’unica soluzione per guarire è stare un mese fermi a letto. • Obbligata ➜ dovuta da una patologia come ad esempio la frattura del femore in una persona molto anziana in cui l’anestesista decide che non si può operare per vari motivi come ad esempio una patologia cardiaca. Questa sindrome determina a lungo tempo un deterioramento di tutti gli apparati che porta alla morte. → Cause di riduzione della mobilità: Patologie PSICO-SOCIALI •Abitudini alla sedentarietà •Stato depressivo del tono dell’umore •Riduzione alla partecipazione alla vita sociale •Supporti familiari carenti o iperprotettivi •Fattori di rischio modificabili ➔ (postura inadeguata, pressione, macerazione, frizione) •Fattori di rischio non modificabili ➔ (età, alterazione coscienza, diabete, patologie degenerative). POSIZIONE SEDUTA: •Riduce il ritorno venoso •Riduce il lavoro cardiaco •Facilita la ventilazione polmonare •Previene l’intolleranza all’ortostatismo •Migliora la stimolazione sensoriale •Facilita il torchio addominale •Migliora il controllo degli sfinteri •Migliora l’alimentazione • Le gambe del paziente devono essere in posizione declive rispetto al corpo o indossare calze elastiche (ricondizionamento cardiovascolare) • Appoggio sotto i piedi (<forze di frizione) •Esercizi volti al mantenimento della flessibilità articolare; • Esercizi volti al mantenimento e recupero del trofismo osseo (esercizi contro resistenza di tipo isotonico e isometrico); • Esercizi respiratori finalizzati al miglioramento della ventilazione polmonare e degli scambi gassosi alveolari. L’immobilizzazione a letto è spesso causa di malnutrizione! Aspetti metabolici ➜ ● Malnutrizione ● Diminuzione dell’escrezione di azoto e creatinina (alterazione della funzionalità renale) ● Ridotta tolleranza al glucosio ● Perdita di sodio, K+ e altri elettroliti ● Riduzione della massa corporea anche a peso corporeo mantenuto e con nutrizione adeguata ● Obesità o anoressia Modificazioni della sessualità ➜ Intesa nel senso più generale delle relazioni affettive che possono essere alterate dalla dipendenza e dalla immobilità. Modificazioni psichiche e sociali ➜ ● Il distacco e il disinteresse per il mondo esterno, la riduzione importante o l’assenza di interazioni con l’ambiente può determinare un atteggiamento passivo con un livello eccessivo di dipendenza dagli altri o un atteggiamento aggressivo nel tentativo estremo di controllo quale espressione di rabbia o di impotenza. ● Modificazione negativa del concetto di sé. ● Ansia, collera, paura, risentimento anche immotivato verso gli altri Modificazioni nell’apprendimento ➜ ● L’apprendimento può essere penalizzato dalla diminuzione della motivazione, del tempo di attenzione, della capacità di applicazione, ● Riduzione della stimolazione all’apprendimento per riduzione effettiva delle informazioni provenienti dal mondo esterno → Punto di vista infermieristico - Raccolta dati ➜ età e patologie che può avere. - Dati oggettivi ➜ cioè la capacità che può avere nel girarsi nel leAo oppure di mettersi seduto o la capacità di attaccarsi al triangolo sopra al letto di ospedale - Controllare ➜ il tono muscolare, la forza che ha di spingere o aggrapparsi - Diagnosi ➜ reale o diagnosi di rischio - Interventi: 1. Posizione del paziente allineata altrimenti c’è il rischio di contratture. 2. No sostegni che provocano compressioni. 3. Evitare l’appoggio del lenzuolo sui piedi. 4. Far si che la persona stia con la mano aperta altrimenti si atrofizzano. 5. Consulenza con un fisioterapista. 6. Prevenire la stasi urinaria (idratare il paziente 1L\1.5L) trovare strategie per farlo bere tipo mettere una bottiglia da mezzo litro con una cannuccia e sollecitarlo ripetutamente a bere. 7. Evitare cibi tipo latticini\ formaggi in quanto contengono calcio. 8. Cambiare posizione nel letto spesso. 9. Insegnare gli esercizi respiratori (aiuto del fisioterapista) se la persona è integra mentalmente. (tre respiri profondi e poi trattenere il respiro uscirà un colpo di tosse) ciò porta le secrezioni in altro e quindi la loro fuoriuscita. Utilizzo di incitatori inspiratori e espiratori. 10. Pasti piccoli e frequenti per aiutare l’espansione del diaframma per una miglior respirazione senza riempire troppo lo stomaco 11. Somministrare varie terapie tipo l’ossigeno e ogni tanto asportare dalla base dei polmoni le secrezioni se sentiamo dei rumori. 12. Mantenere eliminazione intestinale ottimale 13. Evitare lassativi, purghe e clisteri il loro abuso provoca stipsi (più si utilizzano lassativi e più la persona non evacuerà più autonomamente) → stipsi perenne. → Accertamento sui modelli funzionali specifici • Attività ed esercizio fisico ➜ descrive tutto quello che può essere il tempo libero e lo svago ma comprende anche tutte quelle attività di vita della nostra giornata (es. andare in bagno, fare la spesa, ecc). Sono compresi la qualità dell’esercizio ma anche la quantità dello stesso (resistenza allo sforzo). - Cura della persona e l’igiene di sé ➔ capacità di svolgere in maniera autonoma le funzioni che permettono di soddisfare i bisogni preliminari (Piramide di Maslow). o. Lavarsi → serve per prevenire le infezioni, pulizia della cute, evitare cattivi odori, stimolare la circolazione e la mobilità degli arti e favorire il rilassamento. Per gli infermieri l’igiene è un momento di osservazione perché riusciamo a vedere il paziente in tutte le sue sfaccettature; bisogna relazionarci col paziente cercando di ricavare anche delle informazioni. Questo processo comprende ➔ igiene dei piedi e cura delle unghie, igiene dei capelli, igiene del viso (occhi, orecchie, naso) ed igiene del cavo orale. o. Alimentarsi → capacità di alimentarsi in modo autonomo, capacità di scegliere e di desiderare un alimento. Saper eseguire l’atto proprio del mangiare, del masticare e del deglutire. o. Vestirsi → scegliere vestiti idonei. o. Eliminare → uso del bagno, spogliarmi e rivestirmi. ➢ Fattori che influiscono la cura della persona: 1) Cultura, valori e credenze 2) Ambiente 3) Motivazione 4) Salute mentale 5) Capacità cognitive 6) Energia 7) Patologie acute ed interventi chirurgici 8) Dolore 9) Funzione neuromuscolare 10) Deficit sensoriali. Scale di valutazione: ▪ Scala Barthel ➔ ricovero ospedaliero e dimissione del paziente che va valutare le a;vità di vita di base. ▪ Activity Daily Life (ADL) ➔ es. mangiare bene, pulizie personali, eliminazione, mobilità, fare la spesa, cucinare, ecc. ▪ Instrumental Activity Daily Life (IADL) ➔ es. u<lizzo del telefono, contare i soldi. - Mobilità: - Ossigenazione (funzione respiratoria): - Ossigenazione (funzione cardio-circolatoria): Appunti (da non guardare) Deficit nella cura di sé Diagnosi: Deficit della cura di sé (+ specificazione di dove il paziente ha un deficit). Segni e sintomi: caratteristiche… Gli interventi infermieristici sono: - Fornire delle procedure e delle tecniche per superare le difficoltà adattarsi alla nuova situazione. - Comunicare con la persona con un linguaggio semplice Agenzia di continuità ospedale e territorio (ACOT) Infermiere, medico, assistente sociale, fisioterapista, psichiatra. Valutano la persona e decidono tutte le possibili soluzioni, elaborano un piano Deficit della cura di sé: alimentazione - Eliminare il dolore se presente - Alimentazione che prevede tanti piccoli pasti - Garantire igiene del cavo orale Disfagia: difficoltà a deglutire. Cause: ictus, intervento chirurgico, SLA Può essere di 3 livelli: lieve (sì solidi e no liquidi), medio (no semi liquidi), grave (no liquidi e no solidi).
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved