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Inghilterra e scozia nel 600, Esercizi di Storia Moderna

Inghilterra e scozia nel 600 storia moderna

Tipologia: Esercizi

2021/2022

Caricato il 05/04/2024

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gloria-papa-1 🇮🇹

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Scarica Inghilterra e scozia nel 600 e più Esercizi in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Inghilterra e Scozia nel Seicento: dalla monarchia assoluta a quella parlamentare Nel corso di tutto il Seicento si assiste, specie nei territori di Inghilterra e Scozia, ad una serie di trasformazioni politiche e sociali che culminarono con il passaggio da una monarchia assoluta a una di tipo parlamentare, passando per una, seppur breve, esperienza repubblicana. A gettare le basi per questa serie di trasformazioni così radicali concorsero certamente le condizioni oggettive in cui versava la popolazione inglese: il dissesto delle finanze dello Stato, le fratture all’Interno della Chiesa d’Inghilterra, le rivendicazioni degli scozzesi che si trovarono esclusi dai benefici dello sviluppo commerciale che avvantaggiava l’Inghilterra. Ad acuire il desiderio di cambiamento radicale dell’assetto politico contribuì lo straordinario fervore intellettuale che nacque e si diffuse in quegli anni, animato da dibattiti filosofici sulla natura del potere, sui diritti naturali dell’uomo e sul desiderio di autonomia di quest’ultimo che si scontra con la necessità di una coesistenza pacifica con il prossimo. Tutti questi elementi prepararono il terreno per l’inarrestabile processo di rinnovamento dell’assetto politico, che iniziò a farsi via via più urgente, a partire dalla morte della regina Elisabetta I, nel 1603. Il già fragile equilibrio che reggeva le sorti della monarchia assoluta in Inghilterra cominciò a vacillare quando alla morte di Elisabetta, in mancanza di eredi, salì al trono Giacomo Stuart, il quale ricopriva già il ruolo di Re di Scozia. Si ebbe così un’unificazione delle due corone. Giacomo Stuart, però, dovette confrontarsi con un clima di ostilità: essendo scozzese non incontrò immediatamente le simpatie del popolo, che lo considerò uno straniero in Inghilterra. Per guadagnarsi il favore dei sudditi decise di adottare una politica molto generosa nella concessione di titoli e benefici, in aperto contrasto con la regina che lo aveva preceduto. Questo tentativo, però, non si rivelò efficace e destò invece preoccupazione nella nobiltà di antico lignaggio poiché una maggiore circolazione di titoli ne svalutava il prestigio. Questa sfavorevole situazione iniziale si andò ad aggiungere ai dissesti che erano già presenti nel Regno alla sua incoronazione, dovuti al mantenimento dell'esercito anche in tempo di pace e alle tensioni religiose. In merito a quest’ultime Giacomo entrò in attrito con i puritani e gli scozzesi, dei quali non condivideva la critica alla rigida gerarchia della Chiesa anglicana. La situazione si inasprì con la salita al trono di suo figlio Carlo I, apertamente moderato e sposato con una principessa cattolica. Alle questioni religiose si unirono le ostilità del Parlamento, il quale criticava aspramente le dispotiche manovre finanziarie del re. Questi attriti culminarono con una Petizione del diritto, nella quale i membri del Parlamento denunciavano l'oppressione esercitata dal sovrano. La prima ad insorgere fu la Scozia, dove il malcontento per le pesanti imposte si unì al rifiuto di adottare un prayer book imposto dal sovrano in nome dell’uniformità dottrinaria, ma che stravolgeva totalmente l’originale impostazione calvinista.
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