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Inghilterra - Germania - Francia, Appunti di Storia

Un'analisi della situazione politica e sociale dell'Inghilterra in età vittoriana, con particolare attenzione alla questione dei diritti femminili e alla politica estera. Inoltre, viene descritta la politica di Bismarck in Germania, caratterizzata da un sistema autoritario finalizzato a garantire la stabilità sociale del Reich tedesco.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 08/10/2022

tetiana.galan
tetiana.galan 🇮🇹

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Scarica Inghilterra - Germania - Francia e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’inghilterra in età vittoriana Nella seconda metà del XIX secolo, la Gran Bretagna vide un gran incremento della popolazione sostenuto da un netto calo della mortalità infantile in quanto le condizioni igieniche e l’alimentazione migliorarono e le malattie si ridussero. Dunque ci fu il fenomeno dell’urbanizzazione e i migranti appena arrivavano in città abbandonavano la pratica religiosa. Inoltre, tra i praticanti, erano in calo gli anglicani e in crescita il gruppo protestante, in cui le donne occupavano spesso ruoli di rilievo. La questione dei diritti femminili fu sollevata per la prima volta nel 1869 da John Stuart Mill; egli proponeva che alle donne fosse concessa la completa parità nei diritti, compreso il suffragio e da qui nasce il movimento delle suffragiste (denominate suffragette dai avversari). Nel 1867 vi fu il Reform Bill, ovvero una riforma elettorale che raddoppiò il numero dei cittadini che potevano esercitare il diritto di voto, ma non si trattava ancora del suffragio universale. Nel caso delle donne e degli operai il diritto di voto sarebbe arrivato negli anni 20 (donne con almeno 30 anni). L’estensione del diritto di voto non venne ben vista dagli esponenti della tradizionale classe dirigente. Nel 1867 Robert Lowe criticò i gentiluomini di Inghilterra che stavano per votare la riforma elettorale e difese il suffragio censitario: se il voto fosse stato dato ai nullatenenti, se ne sarebbero approfittati per imporre la forza del numero privandoli, così, dei loro possedimenti dei loro beni. I conservatori vedevano il suffragio universale come il 1° passo nella direzione della rivoluzione e dell’apocalisse sociale. Tra i sostenitori della riforma vi è Lord Derby; sostenevano che ora c’è la riforma elettorale il parlamento sarebbe diventato un patrimonio comune di tutti gli inglesi, da difendere e sostenere e verso cui non provare ostilità (in modo che le istituzioni si avvicinassero alle masse popolari). Le 1° elezioni 1869 furono vinte dai liberali, guidati da William Ewart Gladstone. Al centro del suo programma vi era la pacificazione dell’Irlanda in cui era molto diffusa la povertà, carestia e un malcontento generale (1845-1848). Il 1° provvedimento di Gladstone fu disestablishment che prevedeva che la chiesa anglicana cessasse di essere religione di Stato in Irlanda. Questo provvedimento fu protestato tra i conservatori e alla camera dei Lords. Le elezioni del 1874 furono vinte dai conservatori. L’incarico di Primo Ministro fu ricoperto da Benjamin Disraeli che si dedicò principalmente alla politica estera e al rafforzamento dell’impero britannico e vedendo come l’impero zarista il principale avversario della Gran Bretagna. Nel 1881 Gladstone tornò al potere e riportò la questione dell’Irlanda che era sempre più tesa. Nel 1880 l’amministratore della tenuta di Gladstone, Charles Boycott, era noto per i suoi metodi violenti e di conseguenza fu organizzata una campagna per danneggiarlo; infatti il contadino accettò di lavorare sulle sue terre nessuno lo salutava o gli vendevano prodotti. Da questo episodio nasce il termine boicottaggio. Nel 1886 Gladstone concesse all’Irlanda di avere un governo locale restando legata alla Gran Bretagna solo in caso di guerra. Gladstone cercò di far approvare la legge al parlamento, ma ancora una volta trovò opposizione dei Lords. Gladstone fu costretto a dimettersi nel 1895 fu sostituito da Lord Salysbury, che era ostile all’autonomia irlandese. Di conseguenza l’Irlanda volle ottenere sempre di più la completa indipendenza da Londra. Lo scontro esplose nel 1916 e proseguì fino a che l’Inghilterra non riconobbe l’indipendenza dell’Inghilterra nel 1922. La politica di Bismarck in Germania e la salita al trono di Guglielmo II L’impero tedesco era l’opposto del regno unito a livello politico. Era stato costruito da Otto Von Bismarck, il cancelliere del re di Prussia Guglielmo I: il sovrano venne proclamato Kaiser il 18 gennaio 1871 Varsavia dopo la sconfitta dell’esercito francese a Said Anna (1870). Bismarck era riuscito a garantire stabilità sociale e politica: - A livello sociale, gli Junkers (aristocrazia terriera) conservarono prestigio nell’amministrazione e nell’esercito; - a livello politico, riuscì a impedire che la nuova Germania diventasse uno Stato liberale. Bismark, infatti, non aveva alcuna stima per il sistema parlamentare inglese; secondo lui questioni che riguardano la politica estera, guerre e questioni militari dovessero essere di competenza dell’imperatore e del governo, ma non del parlamento. L’impero tedesco può essere definito uno Stato autoritario che però non era una monarchia assoluta (come in Francia). Il calo dei prezzi agricoli danneggiò i guadagni dell'aristocrazia prussiana, per questo gli Junkers chiesero al governo una politica protezionistica che, però, fu osteggiata dalla borghesia. Bismark però, per difendere gli interessi e privilegi dell'aristocrazia, elaborò un disegno finalizzato a garantire la stabilità sociale del Reich tedesco. La 1° mossa riguardò il partito operaio tedesco che fu oggetto di una pesantissima legislazione repressiva; la legge del 1878 vietò le associazioni con lo scopo di provocare il rovesciamento dell’ordinamento statale o sociale e proibiva le riunioni e la stampa che si ispirasse alle concezioni di Marx, Inoltre impedì gli scioperi in modo che non vi siano ostacoli alla produzione. Bismark si rese conto che queste leggi antisocialiste avrebbero incontrato l’opposizione di chi voleva un Reich liberale. Di conseguenza riuscì a far entrare in vigore una serie di norme che potenziavano il sistema di assicurazione dei lavoratori (malattia o infortuni). In questo modo Bismarck voleva dimostrare che lo Stato non era nemico delle masse popolari. Tutto ciò era finalizzato affinché non incontrasse difficoltà con l’adozione della tariffa protezionistica sui cereali (1879) avvantaggiando così gli Junker. In parlamento, l’adozione del protezionismo fu possibile solo con il voto favorevole del partito cattolico centro e per ottenerlo Bismarck accettò di attenuare la lotta per la civiltà: si trattava di provvedimenti restrittivi ai danni delle scuole e organizzazioni cattoliche. Non si trattava di una persecuzione religiosa, ma di una mossa politica finalizzata a rafforzare il Reich. Nel 1888 Guglielmo II salì sul trono (fino a novembre del 1918). Tra lui e il cancelliere Bismarck vi fu una tensione a causa del desiderio di protagonismo dell’imperatore. Nel
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