Scarica Inno di Mameli (storia e significato) e più Sintesi del corso in PDF di Educazione musicale solo su Docsity! L’Inno di Mameli In questi giorni stiamo vivendo dei momenti molto difficili. Il coronavirus si è propagato a macchia d’olio dalla Cina in tutto il mondo e le conseguenze sono state terribili. Sono state imposte molte limitazioni alle nostre libertà individuali per poter contenere il contagio da questo virus molto aggressivo e per evitare altre ingiuste morti. Ci è stato imposto di stare a distanza gli uni dagli altri, di evitare baci e abbracci, di non uscire se non per comprovate necessità. Abbiamo dovuto rinunciare a tante, troppe cose, ma il fine è più importante dei mezzi. Nonostante le barriere ci tengano lontani dai nostri amici e dai nostri affetti, il popolo italiano ha trovato il modo di restare unito anche a distanza. Da diversi giorni ormai, si sente risuonare per le strade una canzone, l’Inno di Mameli, che unisce in un unico coro i cittadini anche del più piccolo paesino d’Italia. Sentirsi italiani, si sa, non è facile. Come paese unito siamo una delle più giovani repubbliche del mondo occidentale; le differenze locali sono ancora sotto i nostri occhi ad ogni livello, e non è insolito chiedersi se davvero esiste un’identità nazionale in cui rispecchiarsi, in cui credere. L’Inno di Mameli resta però il simbolo più forte di come si sviluppa il senso di identità e patriottismo dell’essere italiano. È il nostro inno, l’inno di una patria che ora più che mai ha bisogno di restare unita per sentirsi più forte. Lo cantiamo con orgoglio perché siamo fieri di essere italiani e di appartenere ad una patria che con tenacia, caparbia e senso di responsabilità sta affrontando questa incombente emergenza. È proprio questo il momento di cantare tutti insieme per ricordare a noi e agli altri di cosa è capace il popolo italiano. È il momento, dunque, di urlare tutti insieme quel “Si!” finale, perché solo così vinceremo anche questa battaglia. Dal 12 ottobre 1946, l’inno nazionale d’Italia è il Canto degli Italiani, scritto nell’autunno del 1847 dallo studente e patriota genovese Goffredo Mameli, e musicato a Torino da un altro genovese, Michele Novaro. Nato in un clima di fervore patriottico che preludeva alla guerra contro l’Austria, l’inno presenta numerosi riferimenti storici del passato. Basta analizzare i primi versi per carpire il senso profondo di questo canto. Fratelli d’Italia L’Italia s’è desta, Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa. Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano (253-183 a. C.), fu il generale e uomo politico romano vincitore dei Cartaginesi e di Annibale nel 202 a. C. a Zama (attuale Algeria); la battaglia decretò la fine della seconda guerra punica, con la schiacciante vittoria dei Romani. L’Italia, ormai pronta alla guerra d’indipendenza dall’Austria, si cinge figurativamente la testa dell’elmo di Scipione come richiamo metaforico alle gesta eroiche e valorose degli antichi Romani. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò.