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INRODUZIONE AL PARADISO, DANTE ALIGHIERI. CANTI 1, 3, 6., Appunti di Italiano

chiara introduzione e spiegazione dell'ultima cantica della divina commedia. Presenti anche analisi e riassunti del primo, terzo e sesto canto.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 21/09/2021

gemma--
gemma-- 🇮🇹

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11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica INRODUZIONE AL PARADISO, DANTE ALIGHIERI. CANTI 1, 3, 6. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Paradiso Nella descrizione poetica del terzo regno dell'Oltretomba Dante si discosta nettamente dalla tradizione letteraria precedente e sceglie una strada del tutto nuova, che differenzia la IIl Cantica anche dalle due precedenti. Inferno e Purgatorio, infatti, erano luoghi fisici la cui raffigurazione aveva tratti plastici e materiali, dal momento che il primo era una voragine che si apriva nel sottosuolo e il secondo una montagna altissima che si ergeva su un'isola; il Paradiso, invece, pur avendo una precisa collocazione spaziale, è rappresentato da Dante in modo astratto, immateriale, con una descrizione che si fa più rarefatta man mano che si sale e ci si avvicina a Dio. L'autore rinuncia quindi volutamente all'iconografia tradizionale che era associata al Paradiso, alla descrizione di angeli dalle ali bianchissime o dei santi che circondano Dio assiso su un trono (una simbologia ancora piuttosto presente per certi aspetti nel Purgatorio), per affidarsi invece a effetti di luce e di musica, a figure geometriche e immagini matematiche che sono quanto di più lontano da ogni descrizione materiale. +Il paradiso viene ancora presentato da Dante come uno show, suddiviso in scene. +Mentre inferno il Purgatorio sono luoghi tangibile fatta di esperienze fisiche e sensoriali, l’unico senso fisico che a Dante resta nel paradiso è quello dato dalla vista (luce). Prevalgono metafore e la sensazione della luce. >Quando Dante torna casa ha la memoria debole poiché dall’intelletto non si può sprofondare della divinità. La memoria è umana, ciò che Dante ha vissuto, non lo è.Di per sé l’esperienza del paradiso è infatti inesprimibile, non si può infatti descrivere a parole la visione di Dio.è una sfida perduta in partenza (non si può raccontare con un linguaggio umano), ciò di cui Dante scrive è soltanto un’approssimazione di quello che ha realmente vissuto. Data l'impossibilità di descrivere bene una descrizione di ciò che lo circonda,La narrazione si sposta da descrizione della realtà esterna alle impressioni soggettive, poiché Dante non può descrivere il vero paradiso ma ne fornisce una rappresentazione teatrale quasi virtuale. +Per entrare nelle varie scene e personaggi scendono dall’empireo per parlare con Dante. +La comunicazione non è più efficace, non si tratta più di un vero dialogo in quanto i personaggi sanno già quello che Dante vuole sapere. | personaggi sono statici e non si scompongono. la comunicazione. Non è più dunque informativa ma diventa espressiva, si basa su l’espressione di immagini e sensazioni. Ma allora perché ci sono dei dialoghi? Per due motivi principali: 1.Narrativa, c'è bisogno di un interlocutore. 2. La comunicazione non è solo uno scopo comunicativo ma è anche un fatto emotivo e affettivo.il paradiso è un luogo di di emozioni. Inoltre anche la scelta di posizionare gli spiriti con una sorta di gerarchia nonostante essi si trovino tuttiNell’empireo e abbiano tutti la stessa importanza è dovuta proprio a un intento narrativo. Infatti nell’inferno e nel purgatorio i dannati avevavni una sede precisa in cui restavano puniti in eterno o in cui si fermavano per espiare un particolare peccato commesso. Nel paradiso invece le anime beate sono totalmente libere e possono andare dovunque, le varie sedi del paradiso sono tutte collegate e accessibili. Paradiso struttura: mentre il purgatorio e l'inferno sono molto simili alla terra, il paradiso no. Per Dante il paradiso non si basa su una struttura concreta ma spirituale, fatto di luce e sensazioni visive. Dante immagini la terra separata dal regno dei cieli da un enorme sfera di fuoco. Attorno alla terra ruotano nove cieli disposti in maniera concentrica. Una parte di questi cieli é rappresentata da alcuni pianeti del sistema solare ( i primi sette,e sono luna, mercurio, venere, sole, Marte, Giove e Saturno) e gli ultimi due cieli sono invece le stelle fisse e il primo mobile. In questi cieli la luce di dio penetra con diverse intensità. Ricorda che Dante fa riferimento al sistema tolemaico aristotelico, che vede la terra al centro dell’universo. Oltre i nove cieli c'è l’empireo, dove risiede dio circondato dai beati come petali di rosa, infatti è detta rosa dei beati. | cieli sono composti da etere e muovendosi essi brillano e emettono suoni soavi e influenzano tutto ciò che accade sulla terra. Virgilio non può entrare in paradiso: perché? 1. Nonè Cristiano 2. Rappresenta l’intelletto umano, che non bAsta per arrivare a dio, occorre lo slancio amoroso, la passione pura che ti porta ad amare il creato, rappresentato proprio da beatrice. C'è un altra guida: San bernardo di Chiaravalle. Beatrice e Bernardo rappresentano due modi diversi di porsi davanti alla fede. Beatrice rappresenta la teologia, materia che non basta all’uomo per capire e raggiungere dio, manca la contemplazione mistica delle stati che è rappresentata proprio da San Bernardo. Beatrice spiega a Dante posizione cieli e la posizione momentanea dei beati. Beatrice: simbolo dell'amore puro e irrazionale che innalza l’anima a dio. Virgilio: era simbolo dell'intelletto che porta a studiare dio. CANTO 1 Poesia si innalza, deve descrivere cose che umanamente non sono comprensibili. La sua poesia, anche se è elevata non riesce pienamente a descrivere quello che lui sta vedendo, ma solo una piccola parte. Il canto inizia dicendo che la gloria di dio che risplende nell’universo in alcune parti di più e in alcune di meno, lui camminando per il paradiso l'ha potuta ammirare a pieno, ed è arrivato fino all’empireo. Lui ha visto cose che sfuggono all’intelletto umano, quindi sarà difficile riscriverle è missione impossibile ma ci proverà. Fa invocazione a dio Apollo, dio del sole dell’arte della medicina e chiede di assisterlo. Dice che gli servono entrambi i versanti del Parnaso sia l’elicona , che la cirra . Su un versante vi erano le muse, sull'altro la dimora del dio Apollo. Finora gli sono servite solo le mise ispiratrici, ora gli anche serve l’aiuto del dio. Dante gli chiede di ispirare dentro lui la poesia, é una dichiarazione di umiltà, gli serve il suo aiuto per riuscire a descrivere la sua esperienza in paradiso. Per questo Vi è inoltre il richiamo al mito di marsia , infatti Apollo quando gareggio contro il satiro Marsia e vincendo lo scuaiò ( metamorfosi Ovidio). Marisa aveva sfidato il dio. Il dio ha un potere troppo potente, e il suo aiuto gli é indispensabile. Dante si mette in guardia dal suo più grande nemico, la superbia. Apollo deve essere contento se qualcuno cerca ancora il suo alloro, non c’è più nessun poeta c’è lo desidera. Dante inizia a descriverci quello che succede intorno a lui. Siamo nell’ equinozio di primavera infatti il sole nasce insieme alla costellazione dell’ariete e scalda molto di più la terra e separa nettamente il giorno dalla notte. É importante dire che ci troviamo ancora nel paradiso terrestre, ambiente alpino fatto di boschi. Tutto ha un tratto questo ambiente scompare, inizia l'ascesa di Dante verso il mondo dei cieli. Dante vede che Beatrice ha gli occhi fissi dentro il sole, non le dà fastidio. Allora Dante imita Beatrice e guarda anche lui il sole, capisce che riesce a guardarlo per un tempo maggiore che se fosse sulla terra, questo perché nell’Eden le capacità degli uomini vengono amplificate. Si accorge che la luce aumenta e guarda di nuovi Beatrice che guarda verso il cielo. Dante subisce talmente Dante la visione di bea che si sente trasformare. Il poeta Si sente trasumanare, diventare qualcosa di più che un essere umano e non può descrivere questa sensazione se non con l'esempio mediante il pastore glauco. Per trasumanar si intende il passare ad una condizione, o un modo di essere superiore a quella normalmente propria dell’uomo. Usa l'esempio di glauco che Mangia erba che lo tramuta in una divinità Marina. Dante si sta trasformando, si sente trasumanare. Dante anche alza gli occhi al cielo e si rende conto che cieli sopra di lui girano con attività e armonia l’effetto è esce anche una musica indescrivibile. Ma da dove viene tutta questa luce e musica? Bea che legge nel pensiero di Dante gli risponde e gli dice che lui le sa male, non siamo più sulla terra. La luce aumenta perché stiamo andando incontro a dio. Ha subito un altro dubbio , come faccio col mio corpo umano a passare la sfera del fuoco, perché sto salendo? Chi lo vuole? Bea lo guarda come una mamma che guarda il figlio che che fa una domanda sciocca, prova pietà per bambini con febbre. Bea dice che nell'universo regna un ordine che è voluto da dio è in quest'ordine ci sono creature razionali, gli uomini e gli angeli, e poi tutte le altre anime. Tutte le anime del creato per istinto tendono a tornare verso dio, come il fuoco che bruciando sale verso il cielo. Il fuoco non lo brucia perché é legge metafisica. Le anime razionali a volte deviano percorso, e invece di guardare a dio e alla perfezione guardano alle cose materiali come fulmine che si scaglia sulla terra. Beatrice dice a Dante di non stupirsi perché la divina provvidenza che illumina il cielo, vuole che noi saliamo e andiamo verso Dio. Ti stai comportando come è nella natura della tua anima, non ti devi stupire di fiume che dalla montagna scende a valle. É tutto nella norma, lo vuole la provvidenza,. CANTO 3 Dante incontra due donne. La prima é piccarda donati. Dante aveva incontrato suo fratello fosco nel purgatorio, e aveva detto a Dante che suo fratello corso sarebbe finito all'inferno, mentre sua sorella picarda in paradiso. Dante aveva appena finito di ascoltare la spiegazione di Beatrice sulle macchie lunari e alza lo sguardo è contento di aver capito, Beatrice gli ha mostrato quale è la guasta strada per arrivare alla verità cioè la teologia.
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