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Lo Studio del Fascismo: Distinzione tra Fascismo Movimento e Regime, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

Storia del fascismoStoria italianaStoria tedescaStoria del XX secolo

L'interesse dell'autore per il fascismo attraverso lo studio degli ebrei sotto il fascismo. Egli ha condotto ricerche in archivi dello stato fascista, italiani e delle comunità ebraiche per capire l'atmosfera del tempo, gli stati d'animo e le personalità. Distinguo tra fascismo movimento e regime, e discuto sulla importanza del discorso, il corporativismo, il nuovo tipo di uomo, e la mobilitazione delle masse. Il fascismo movimento è un insieme di elementi culturali e psicologici, che costituiscono l'autorappresentazione del fascismo proiettata nel futuro.

Cosa imparerai

  • Come il fascismo ha influenzato la creazione di una nuova classe dirigente?
  • Quali sono le responsabilità della classe dirigente italiana e tedesca nel fascismo?
  • Quali sono le differenze tra fascismo movimento e fascismo regime?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2017/2018

Caricato il 16/12/2018

MlLl-2018
MlLl-2018 🇮🇹

4.2

(6)

9 documenti

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Scarica Lo Studio del Fascismo: Distinzione tra Fascismo Movimento e Regime e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Ho incominciato ad interessarmi di fascismo attraverso lo studio degli ebrei sotto il fascismo, feci molte ricerche su di esso in archivi dello stato fascista, gli archivi italiani e delle comunità ebraiche… le testimonianze mi han fatto capire l’atmosfera del tempo, gli stati d’animo in modo tale da capire gli atteggiamenti delle persone, per avere un’idea dei personaggi. Distinzione tra fascismo movimento e fascismo regime. Il discorso è fondamentale perché il fascismo movimento è una costante della storia del fascismo; costante che perde via via di importanza e di egemonia e che diventa sempre più secondaria, ma che è sempre presente. Ci sono delle fasi, dei periodi, ma sono un continuum, nonostante la loro diversificazione. Nel fascismo regime invece ci sono delle fratture più nette. Il fascismo movimento è un insieme di elementi culturali e psicologici, che in parte sono quelli del fascismo intransigente e pre-marcia su Roma, ma in parte sono qualche cosa di nuovo e di diverso, che costituisce l’autorappresentazione del fascismo proiettata nel futuro. Il fascismo regime è la politica di Mussolini, è il risultato di una politica che tende a fare del fatto del fascismo solo la sovrastruttura di un potere personale, di una dittatura, di una linea politica che per molti aspetti diventa sempre più eredità di una tradizione. Il fascismo movimento è stato idealizzazione, la velleità di un certo tipo di ceto medio emergente. Il fascismo quindi fu il tentativo del ceto medio, della piccola borghesia ascendente di porsi come classe, come nuova forza. In questo senso il fascismo movimento fu un tentativo di prospettare nuove soluzioni “moderne” e più “adeguate”. Il corporativismo ha un suo valore ideologico e culturale, che si può accettare o non accettare, ma che non può essere preso sottogamba. Il corporativismo dannunziano è molto più un corporativismo movimento che regime; infatti il fascismo regime lo rifiuta e riduce la corporazione ad uno strumento amministrativo che non ha più l’incidenza che il fascismo movimento gli dava. Il fascismo movimento è un fatto molto legato alla guerra e va anche considerato da un punto di vista ideologico. Non è solo un movimento di autodifesa, ma è un movimento di difesa contro la presunta minaccia rivoluzionaria proletaria. I fascisti di Salò dicevano che il fascismo regime aveva tradito le premesse del fascismo movimento. È il problema del rapporto che esiste tra la realtà e l’idea di questa realtà. Il movimento è l’idea di questa realtà; il partito, il regime è la realizzazione di questa realtà, con tutte le difficoltà obiettive che ciò comporta. Il fascismo movimento doveva essere realizzato giorno per giorno, in una società dove non c’erano solo i ceti medi emergenti. L’andata al potere di Mussolini nell’ottobre 1922 fu frutto di un compromesso tra fascismo e classe dirigente tradizionale. In tutta la prima fase del governo Mussolini, esistette una contrapposizione tra intransigenti che volevano la “seconda ondata” e fiancheggiatori che volevano la “normalizzazione”. I fiancheggiatori scelsero Mussolini, cercando di ripetere l’operazione che era loro fallita tra la Marcia su Roma e il delitto Matteotti. Il fascismo è un fenomeno rivoluzionario, perché è un regime e ancor di più un movimento che tende alla mobilitazione delle masse e alla creazione di un nuovo tipo di uomo. Esso non ha nulla in comune con i regimi conservatori che erano esistiti prima del fascismo e con i regimi reazionari che si sono avuti dopo. Il regime fascista ha come elemento che lo distingue dai regimi reazionari e conservatori, la mobilitazione e la partecipazione delle masse. I regimi conservatori hanno un modello che appartiene al passato, un modello che essi ritengono valido e che solo un evento rivoluzionario ha interrotto. I regimi di tipo fascista vogliono creare qualcosa che costituisca una nuova fase della civiltà. Si fa una distinzione tra fascismo nella sua versione italiana e nazionalsocialismo; da un lato tende alla creazione di una nuova società, dall’altro però i valori più profondi su cui questa società deve costruirsi sono valori tradizionali, antichi, addirittura immutabili. L’idea di creare un nuovo tipo di uomo non è del nazismo. Per i tedeschi l’uomo del futuro esisteva già ed era sempre esistito. Però esso finiva con l’essere soffocato dalla modernità: gli ultimi due secoli pesavano sull’uomo ariano, la missione del nazionalsocialismo tedesco era quella di distruggere questi elementi moderni, di liberare l’uomo ariano; mentre i fascisti avevano un altro scopo. Le responsabilità della classe dirigente tedesca sono inferiori a quelle della classe dirigente italiana. L’unico punto in cui la classe dirigente tedesca è responsabile è che sapeva che cosa era il fascismo, perché aveva già l’esperienza del fascismo italiano da dieci anni. In Germania però vi fu la crisi della società, la crisi politica in senso storico e infine il processo di nazionalizzazione delle masse. In Italia la situazione economica era in miglioramento, la minaccia di una presa di potere da parte delle sinistre era ormai sfumata; il pericolo di una frattura del blocco delle forze nazionali era sempre meno reale. La possibilità che Turati e Matteotti potessero far parte di un governo democratico borghese era molto forte. Le gravi responsabilità della classe dirigente italiana stavano nel non aver avuto il coraggio di portare avanti una politica ardita e nell’aver ripiegato sul costituzionalizzare il fascismo. Il fascismo è stato favorito da quasi tutte le forze politiche di tipo liberal-democratico. Il fascismo ebbe il massimo sostegno e l’aiuto economico dagli agrari, ma questo discorso vale molto meno per le città e per il mondo economico industriale e finanziario. Si giunse a sperare di formare un governo Salandra con Mussolini ministro degli interni. il fascismo è considerato come lo strumento per evitare al paese delle difficoltà sul piano internazionale. Il fascismo si presenta come un regime pacifico, un regime che non sente la sirena del Fuhrer, anzi gli si oppone. La stessa guerra in Etiopia fu vista con preoccupazione perché si pensava potesse determinare delle difficoltà internazionali con l’Inghilterra e la Francia. Il nazionalismo italiano che sta dietro la guerra etiopica, il nazionalismo di massa, non è di tipo classico, imperialistico, bensì populistico. È un imperialismo che tende all’emigrazione, che spera che grandi masse di italiani possano trapiantarsi in quelle terre per lavorare e trovare quelle possibilità che non hanno in patria. Non si parte dall’idea di sfruttare le colonie, quanto soprattutto dalla speranza di potervi trovare terrea e lavoro. Il “duce” aveva molto spiccata la dote di capire le masse. Capiva perfettamente questo condizionamento del consenso. È da qui che nasce la necessità di doverli amministrare giorno per giorno con delle iniziative di tipo demagogico. Vi è la necessità di proiettarsi su una visione di tipo completamente diverso: bisognava creare un tipo completamente diverso di italiano. Lo stato attraverso l’educazione crea un nuovo tipo di cittadino. Mentre i nazisti volevano eliminare il progresso degli ultimi due secoli, i fascisti volevano fare una cosa completamente nuova. Sia il nazismo che il fascismo però hanno visto nelle grandi metropoli una grossa minaccia per lo spirito del popolo, un nemico del progresso fascista. Era necessaria una fascistizzazione. Quale era il mezzo per questa trasformazione? L’educazione. Bisogna dire che i risultati che si andavano delineando nelle nuove generazioni erano indubbiamente risultati insoddisfacenti. Il fallimento del fascismo fu nella sua capacità di dar vita a una nuova classe dirigente, che subentrasse a quella al potere. Nonostante una forma di “liberalismo” nei confronti dei giovani, rimane una prospettiva predeterminata la pretesa di volerli formare secondo uno stampo. “Largo ai giovani”, Mussolini voleva favorire i giovani, ma quando cominciò la guerra tutto si riduce a “credere, obbedire, combattere”. “tecnica del potere” del fascismo in quanto regime di massa. Che importanza aveva questa tecnica? Era importante nella creazione del consenso attorno al regime? Mussolini era ben convinto che la funzione carismatica del suo potere si dovesse esprimere attraverso quella forma di contatto con il popolo, di dialogo
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