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Intro - Public Economics 2022/2023, Appunti di Economia Pubblica

Prime lezioni di economia pubblica - M. Di Giacomo

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 04/10/2022

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Scarica Intro - Public Economics 2022/2023 e più Appunti in PDF di Economia Pubblica solo su Docsity! Economia Pubblica Lezione 0 - 20/09 - Intro Prima dello stato Contratto sociale Gli obiettivi dello stato Analisi positiva e normativa Equilibrio economico parziale, equilibrio economico generale ed economia del benessere Public choice e Political Economy: government failure - Corso di scienza delle Finanze (Bosi), cap. 1, sez. 1.1-1.2 - Microeconomia (Pindyck-Rubinfeld), cap. 16, sez. 16.1 Prima dello stato Che cosa succederebbe se non ci fosse lo Stato? Che cosa succederebbe in una società “senza regole” per la convivenza civile (lo stato di natura nella concezione hobbesiana)? Le rivoluzioni sono “endogene” e non ci aiutano molto. Abbiamo bisogno di un evento esogeno - Golding, Lord of the Flies. Un esperimento naturale: il terremoto ad Haiti del 2010. Chi e come alloca l’acqua? I generi alimentari rimasti? Chi e come fa rispettare le regole? Quali regole? Le domande precedenti rappresentano un problema economico: Come si svolgeranno le relazioni fra i soggetti? Come verranno allocate le risorse scarse con usi alternativi? Le risposte non sono confortanti: O si arriva all’autarchia (caso dei cacciatori-raccoglitori) oppure alla “loegge del più forte” (Bellum omnium contra omnes). Oppure ad una soluzione alternativa alla guerra: - Definizione di regole - Leviatano/“contratto sociale”/Stato per cui limitazione dello spazio di scelta individuale tramite differenti ‘contratti’ C’è bisogno del contratto sociale che limita le nostre scelte imponendo regole e leggi per allocare le risorse scarse. CONTRATTO SOCIALE L’obiettivo è l’allocazione di risorse scarse. Tramite due meccanismi ad esempio. Due meccanismi allocativi “tradizionali”: 1. Stato: coordinamento attraverso decisioni politiche “comando” 2. Mercato: decisioni “decentrate” coordinamento tramite il sistema dei prezzi • Economie “pianificate”: problema economico risolto totalmente dallo Stato. • Economie “di mercato”: problema economico risolto generalmente dai mercati. Le economie pianificate e lo stato minimale sono agli antipodi, mentre la maggior parte delle economie moderne si trovano tra i due estremi. Le economie pianificate sono rare (nemmeno più la Cina) ma gli stati minimali sono ancora più rari, sono inesistenti. Lo stato minimale Definisce un insieme di regole per la convivenza civile ed un sistema giudiziario che ne garantisca il rispetto (Nozick e il “libertarismo”) i “beni pubblici puri”. - Ruolo rilevante del mercato nell’allocazione dei beni e dei servizi. - Grande importanza associata alla libertà di scelta dei soggetti economici, anche in campo politico. - Come si finanzia lo Stato Minimale? Non basta l’azione spontanea degli individui -> il free-riding (Il problema del free rider si verifica quando un individuo beneficia di risorse, beni, servizi, informazioni, senza contribuire al pagamento degli stessi, di cui si fa carico il resto della collettività.) Devo comunque limitare lo spazio di scelta con imposte (perciò lo il potere dello Stato, seppur minimo, c’è) Nella realtà dei sistemi economici moderni delle democrazie occidentali, gli Stati non si limitano a “stabilire le regole del gioco”. Esempi di attività svolte dallo Stato sono: • Definizione di una cornice di regole • Definizione di un sistema fiscale per il prelievo coattivo • Produzione di servizi di interesse collettivo • Attività di regolamentazione Esperimento Germania Est/Ovest (Stato vs Mercato): Germania Est ed Ovest erano simili sia nella struttura produttiva, che negli standard di vita. In un «esperimento naturale» si identificano due gruppi: Un gruppo di «trattati» (Ovest) che ha subito un cambiamento, e un gruppo di «controllo» (Est) simile al gruppo di trattamento prima dell'esperimento e dove il trattamento non si verifica. Gli esperimenti naturali sono usati per testare ipotesi in molti campi di studio. Il grafico dell’andamento del PIL mostra come nella parte trattata, il PIL è nettamente più basso, per cui non è solo importante che lo Stato intervenga ma COME interviene (qui l’intervento nell’Est è stato sbagliato) Le giustificazioni dell’intervento pubblico Quali giustificazioni per spiegare il peso economico dello Stato nei sistemi economici moderni “di mercato”? Come tracciare un confine tra ciò che dovrebbe fare lo Stato e ciò che dovrebbero fare i mercati? Partiamo classificando gli obiettivi dello Stato (secondo Musgrave): A. Allocativi (ce ne occuperemo) B. Distributivi (solo accennati) C. Stabilizzazione e Sviluppo (non li tratteremo) Obiettivi Allocativi Utilizzando il paradigma dell’equilibrio economico generale, ci si chiede come lo stato influenza l’efficienza economica. L’equilibrio economico generale spiega come si formano i prezzi e le quantità prodotte in un’economia di mercato (concorrenziale), sotto l’assunzione che i soggetti siano razionali (ovvero massimizzano la propria funzione di utilità o di profitto). Tuttavia alcuni beni / servizi (i beni pubblici puri), che le imprese non hanno incentivo a produrre perché non possono imporne il pagamento agli acquirenti, devono essere offerti dallo Stato, che garantendo l’offerta di tali beni / servizi influenza l’allocazione delle risorse tra gli agenti economici, ovvero dei redditi tra i consumatori e dei fattori di produzione tra le imprese. Obiettivi distributivi Lo stato con il suo bilancio può intervenire sulla distribuzione dei redditi e dei patrimoni nella società. Alcuni esempi di azioni redistributive sono i trasferimenti monetari verso certe categorie (es. sussidi di disoccupazione, sussidi per le start-up, imposte, ecc.). La redistribuzione può anche essere svolta intervenendo sui prezzi dei beni (agevolazioni per studenti, anziani, ecc.) Obiettivi di stabilizzazione ciclica (la politica fiscale) La terza funzione dello stato è garantire un livello di produzione vicino a quello del pieno impiego. Secondo la teoria keynesiana la spesa pubblica e le imposte possono modificare la domanda aggregata e l’andamento del ciclo economico. Analisi positiva e analisi normativa ● Analisi positiva: una teoria che ha una finalità puramente conoscitiva è detta positiva. (perché esiste la disoccupazione? Perché un kg di mele costa 2 euro, mentre un’auto di media cilindrata 20.000 euro? Che cosa succede alla quantità prodotta da un monopolista se introduciamo una tariffa regolamentata? ) La teoria positiva costruisce modelli, ovvero semplificazioni della realtà, con l’obiettivo di spiegare le ragioni di un fenomeno sociale ● Analisi normativa: per raggiungere una situazione ‘desiderabile’ o ‘ottimale’ e arrivare all’‘ottimo sociale’. (è bene o no introdurre ticket sanitari per le prestazioni mediche (co-payments)? Come ridurre la disoccupazione? Quale tariffa è meglio imporre al monopolista per massimizzare il benessere collettivo? La teoria o analisi normativa presuppone una teoria o analisi positiva, ma occorre capire quale sia l’ottimo sociale che si vuole raggiungere; (ii) trovare un modo per raggiungere tale ottimo sociale. Il problema è che non vi è unanimità di consensi: oltre ai concetti di efficienza, vi sono le nozioni di giustizia ed equità che riflettono giudizi di valore. Dall’equilibrio economico parziale, all’equilibrio economico generale, all’economia del benessere Un mercato è concorrenziale se (i) il bene è omogeneo (indifferenziato); (ii) vi è un gran numero di venditori (imprese) che non influenzano il prezzo (price taker); (iii) tutti gli operatori hanno le stesse informazioni; (iv) vi è libertà di entrata / uscita e perfetta mobilità dei fattori; (v) gli operatori sono guidati da egoismo razionale (la mano invisibile di Smith). Le analisi dei mercati concorrenziali finora svolte sono di tipo parziale: sul mercato di un prodotto, si analizza la domanda, l’offerta e l’equilibrio. Inoltre, a fronte di un intervento esterno (es.l’introduzione di un’imposta su di un bene) ci si chiede come varia l’equilibrio iniziale. Equilibrio parziale Nell’equilibrio economico generale si prendono in considerazione tutti i mercati (concorrenziali), perché ci possono essere effetti di ‘feedback’ (o retroazione): si assume che tutti i mercati sono tra di loro interdipendenti. X es. l’introduzione di un’imposta sul biglietto dei cinema, ha effetti sull’equilibrio del mercato del cinema, ma anche su altri mercati, per es. il mercato dei dvd o dei film in streaming, on demand. Per verificare gli effetti ‘generali’ di politiche economiche in concorrenza perfetta occorre trovare simultaneamente i prezzi che portano all’equilibrio di domanda e offerta di tutti i mercati tra loro correlati o interdipendenti. L’equilibrio economico generale è una teoria positiva. Miglioramento paretiano Data un’allocazione come H nella figura 4, tutti i punti compresi tra le allocazioni F ed E sulla frontiera delle utilità rappresentano «miglioramenti paretiani». Ovvero riallocazioni delle risorse che migliorano la condizione di un individuo senza peggiorare quella dell’altro, rispetto al punto di partenza H. Per cui ogni punto nel triangolo grigio formato da HEF (E ed F inclusi) migliorerebbe potenzialmente la situazione iniziale. I miglioramenti paretiani assicurano utilità più alte ad entrambi gli agenti rispetto ad H o quantomeno non riducono l’utilità. Invece l’allocazione G nella figura 4: È un’allocazione pareto efficiente, perché sulla frontiera; tuttavia, non rappresenta un miglioramento paretiano rispetto ad H, perché Guido vede aumentare la propria utilità, mentre Francesca la riduce. ECONOMIA DEL BENESSERE Lezione 2 - 21/09 Primo e Secondo Teorema dell’economia del benessere Funzioni del benessere sociale Ottimo sociale Riferimenti bibliografici - Microeconomia, cap. 16, sez. 16.3-16.6 - Scienza delle Finanze (Bosi), cap. 1, sez. 1.2-1.3-1.5-1.6 Primo teorema dell’economia del benessere Qualunque equilibrio di concorrenza perfetta rappresenta un’allocazione pareto-efficiente, ossia se lasciamo operare un mercato in condizioni di concorrenza perfetta, l’allocazione finale di beni (e fattori produttivi) che ne emerge è sempre Pareto efficiente. Un’economia di mercato di concorrenza perfetta possiede caratteristiche di ottimalità paretiana. In altri termini, in concorrenza perfetta qualunque allocazione sulla curva dei contratti (o sulla frontiera delle utilità) è raggiungibile e sarà una soluzione efficiente in senso paretiano. (La concorrenza perfetta ti porta sulla frontiera, ma non c’è garanzia riguardo il punto preciso dove si fa a finire, non c’è garanzia di equità). L’economia del benessere prova a rispondere al quesito normativo (non più positivo) se c’è qualche allocazione pareto efficiente (ossia, sulla frontiera) preferita alle altre? Tramite due strumenti: la funzione del benessere sociale e il concetto di ottimo sociale. La soluzione raggiunta, ovvero il punto Pareto efficiente effettivamente raggiunto dal mercato concorrenziale, dipenderà dalla distribuzione iniziale (dall’allocazione iniziale) delle risorse: partendo da una diversa distribuzione, si arriva ad una diversa soluzione sulla curva dei contratti (o sulla frontiera delle utilità). Equità Si pone a questo punto la questione normativa: ma qualunque punto sulla frontiera delle utilità (o sulla curva dei contratti) è ugualmente «desiderabile» da un punto di vista sociale (della collettività)? Confrontiamo i punti H-E-F-G della figura 1. I punti E-F-G sono efficienti in senso paretiano, H invece no. Immaginiamo che l’economia concorrenziale, data l’allocazione iniziale delle risorse porti l’economia nell’allocazione G che è pareto efficiente (come prescrive il primo teorema dell’economia del benessere), dove l’utilità di Guido è alta, quella di Francesca è più bassa. L’allocazione F può essere considerata più equa di G? L’allocazione H, seppure non efficiente, può essere considerata più equa di G? Occorre un giudizio di valore o un’analisi di tipo normativo, che dipendono da fattori ideologici, interessi, motivazioni pre-scientifiche Funzione del benessere sociale È una funzione matematica che misura il livello di benessere (welfare o wellbeing) di una società o collettività. Dal punto di vista sociale il mercato di concorrenza perfetta permette di realizzare l’efficienza paretiana, non può risolvere il problema della distribuzione ottimale del benessere tra gli individui. L’ottimo sociale, ovvero la distribuzione ottimale del benessere tra gli individui, non è univoco: dipenderà dai giudizi di valore, dalle nozioni di equità e giustizia che la collettività riconosce come meritevoli. Un possibile strumento per la definizione (matematica e grafica) dell’ottimo sociale è la funzione del benessere sociale. Una funzione del benessere sociale è il criterio in base al quale è possibile ordinare tutti i possibili stati sociali. Rappresenta i giudizi di valore di una società (ovvero di chi la governa) sulla distribuzione delle utilità tra i cittadini.. Si tratta di una funzione che ha come argomento le utilità degli individui dell’economia. • Per una economia con soli due individui (Guido e Francesca): W = f(UG , UF ) Per un’economia con n individui: W = f(U1 , U2 , U3 ,…,Un ) A seconda della forma funzionale di W, possiamo rappresentare (matematicamente e graficamente) diverse «concezioni» di equità e a seconda della forma funzionale di W, a parità di tutto il resto, avremo diverse allocazioni di ottimo sociale. Rappresentiamo graficamente funzioni del benessere sociale per due individui attraverso curve di indifferenza sociale. Quattro tipi di funzioni del benessere sociale a) Tipo Cobb-Douglas Funzione del benessere sociale del tipo: W=U1 α U2 β Dove 1,2 indicano il consumatore 1 e 2 rispettivamente. Tale funzione è rappresentabile con un sistema di curve di indifferenza decrescenti e concave verso l’alto, nello spazio U1 - U2. Alfa e Beta sono due pesi (maggiori di zero). Tutte le allocazioni su una stessa curva di indifferenza offrono lo stesso livello di benessere sociale. Man mano che mi sposto da una curva di indifferenza più bassa a più alta aumenta il livello di benessere collettivo b) Funzione del benessere sociale benthamiana o utilitarista • W=U1 +U2 (Qui non è moltiplicativa ma è additiva) Dove 1-2 indicano il consumatore 1 e 2 rispettivamente. Tale funzione è rappresentabile con un sistema di curve di indifferenza costituite da rette negativamente inclinate con pendenza pari a -1, nello spazio U1 - U2 c) Funzione del benessere sociale egualitaria • Funzione del benessere sociale del tipo: U1 = U2 Opposta alla benthamiana, ossia c’è utilità collettiva solo se l’utilità dell’individuo 1 è pari al 2 (mentre per Bentham era importante la somma solamente). Dove 1-2 indicano il consumatore 1 e 2 rispettivamente. Tale funzione è rappresentabile con un sistema di curve di indifferenza costituite da tutti i punti sulla bisettrice, nello spazio U1 - U2 d) Funzione del benessere sociale rawlsiana Sorta di via di mezzo tra b e c. Funzione del benessere sociale del tipo: W=min(U1 ; U2 ) Il livello di soddisfazione della collettività è uguale al minimo tra i due. Dove 1-2 indicano il consumatore 1 e 2 rispettivamente Tale funzione è rappresentabile con un sistema di curve di indifferenza a gomito, nello spazio U1 - U2 Chi ha la minor utilità influenza il livello di benessere collettivo fissandolo al suo livello. Ottimo sociale Utilizzo una delle 4 possibili funzioni del benessere sociale per scegliere l’allocazione ottima socialmente sulla frontiera delle utilità. Data una funzione del benessere sociale, l’obiettivo è massimizzare tale funzione, sotto i vincoli costituiti dalle preferenze individuali, dalle tecniche di produzione, dalle dotazioni: ovvero trovare l’ottimo sociale. L’ottimo sociale è l’allocazione ottenuta nel punto di tangenza tra la più alta delle curve di indifferenza sociali e la frontera delle utilità. Graficamente l’ottimo sociale consiste nel trovare il punto di tangenza tra la più alta delle curve di indifferenza sociali e la frontiera delle utilità possibili in questo modo si ottiene un’allocazione che è efficiente in senso paretiano (si trova sulla frontiera delle utilità) e che è equa (si trova sulla più alta delle curve di indifferenza sociali, sottostante la quale vi è la funzione di benessere sociale ‘scelta’ dalla collettività) Ottimo sociale: funzione del benessere Cobb Douglas Data la funzione del benessere sociale decisa dalla società (in questo caso è la Cobb Douglas) sceglierà la curva più alta che la interseca. Ottimo sociale: funzione del benessere benthamiana Se ho una visione del mondo differente, userò la funzione benthamiana oppure la rawlsiana) Ottimo sociale: funzione del benessere rawlsiana (“rolsiana”) Secondo teorema dell’economia del benessere • Una volta individuato l’ottimo sociale, per es. l’allocazione C nella figura 6, oppure le allocazioni in E nelle figure 7 e 8: come raggiungerlo? • Secondo il primo teorema dell’economia del benessere, la concorrenza perfetta permette di raggiungere l’efficienza paretiana, ovvero un punto sulla frontiera che non necessariamente sarà quello che riteniamo ottimo sociale. • Immaginiamo che date le allocazioni iniziali dell’economia il mercato concorrenziale consenta di raggiungere l’allocazione A della figura 6 come raggiungere il punto C, che si trova sulla più alta delle curve di indifferenza sociali e contemporaneamente sulla frontiera delle utilità? • È necessario una qualche forma di intervento pubblico per realizzare gli obiettivi di equità sottostanti la funzione di benessere sociale ‘preferita’ dalla collettività. • Tale intervento consisterà in una riallocazione / redistribuzione di reddito e beni tra gli individui attraverso la leva fiscale (imposte e sussidi). Modificando opportunamente le dotazioni iniziali con imposte o sussidi in somma fissa (lump sum taxes), un’economia concorrenziale consente di raggiungere qualunque allocazione pareto efficiente sulla frontiera dell’utilità. • Definizione Lump sum taxes: si tratta di imposte / sussidi che consentono di redistribuire le risorse dell’economia, evitando qualunque distorsione nei comportamenti dei soggetti economici si tratta di imposte / sussidi che non modificano le scelte economiche degli individui (ovvero non modificano le scelte di consumo, produzione, i prezzi, ecc.) Interpretare il primo e secondo teorema dell’economia del benessere • Occorre lasciare operare il mercato concorrenziale che consente un impiego efficiente delle risorse in modo da raggiungere sempre la frontiera delle utilità 1 teorema dell’economia del benessere • Se la soluzione raggiunta dal mercato non è ottimale da un punto di vista sociale (es. punto A figura 9), lo stato può intervenire con lump sum taxes che hanno l’obiettivo di modificare le dotazioni iniziali degli agenti economici, senza però modificare i loro comportamenti. Dopo la riallocazione delle dotazioni iniziali, si lascia operare il mercato concorrenziale, il quale assicurerà il raggiungimento della frontiera dell’utilità, e, in particolare, del punto di ottimo sociale (es. punto C, figura 9) 2 teorema dell’economia del benessere
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