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Intro Tesina Collateral beauty, Appunti di Lingua Italiana

Vi lascio in allegato l'introduzione alla tesina che ho portato al mio esame di maturità, che vede come tema centrale "Collateral Beauty", spero sia di vostro gradimento.

Tipologia: Appunti

2016/2017
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Caricato il 08/11/2017

lina.vigorito
lina.vigorito 🇮🇹

3.9

(62)

46 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Intro Tesina Collateral beauty e più Appunti in PDF di Lingua Italiana solo su Docsity! Collateral Beauty- Letters to Love, Time and Death. La bellezza collaterale è forse la cosa più difficile che esista al mondo. Consiste nel saper trovare qualcosa di bello anche nelle tragedie della vita. Molte volte si preferisce voltare le spalle alla vita e a prendersela con essa senza riuscire e nemmeno provare a reagire perché incatenati nel gelido vortice della sofferenza. L’abbandono al dolore diviene quel momento di stacco, di caduta che nei casi peggiori ma con molta facilità ci porta a distruggere tutto quello che abbiamo costruito nella nostra vita con tanta fatica. E’ ciò che succede nel momento in cui si perde qualcuno di molto caro, nel momento in cui si conosce quel dolore diverso dagli altri dolori, che dilania l’anima. E’ ciò che succede nel momento in cui ci si trova ad affrontare la cosa più innaturale che esista: la morte di un figlio. In un caso come questo, com’è possibile trovare la bellezza collaterale anche nella morte? Ed è il disperato tentativo di un commovente Will Smith in Collateral Beauty nei panni di un padre che perde sua figlia prematuramente stroncata da una malattia proprio nel periodo di maggior successo nel mondo del lavoro. Un uomo che si abbandona alla disperazione, che si allontana da tutti e tutto e se la prende con tre entità che per lui erano la sostanza della vita: l’amore, il tempo e la morte. Nel suo dolore, però, Howard non è solo: tre amici di tutta una vita gli sono vicini, cercano di sollevarlo. Non è più la storia di un padre schiacciato dalla morte della figlia, ma tre storie parallele: solo quando non abbiamo più tempo ci accorgiamo di quanto invece il Tempo sia importante. E' inutile che ce la prendiamo con lui perché il Tempo scorre inesorabile, quando stiamo bene sembra che voli e quando stiamo male sembra non passi più. Lo scorrere del tempo è dato dalla nostra percezione, siamo noi che lo gestiamo e che decidiamo cosa farne nella nostra vita. L’Amore, invece, lo veneriamo quando siamo felici e lo malediciamo quando siamo tristi. L'Amore è l'energia più forte che esista, è in ogni cosa. Non si può rinunciare ai sentimenti perché senza amore la vita perde il suo senso. E alla fine, quando perdiamo qualcuno, ce la prendiamo con la Morte. Davanti a lei ci chiudiamo in noi stessi, ci affatichiamo a cercare risposte, ci affidiamo alla fede per poi renderci conto che ciò che c’era non tornerà più e che bisogna trovare il senso per andare avanti cercando di cogliere anche nella perdita LA BELLEZZA COLLATERALE. FILOSOFIA: NIETZSCHE E L’ETERNO RITORNO L'eterno ritorno dell'uguale (più spesso detto soltanto eterno ritorno), è una teoria filosofica di Friedrich Nietzsche che si ritrova genericamente nelle concezioni del tempo ciclico, come quella stoica, per cui l'universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. In senso più specifico l'eterno ritorno è uno dei capisaldi della filosofia di Nietzsche. La concezione dell'eterno ritorno viene proclamata per la prima volta da un demone nel “La Gaia scienza” del 1882: « Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere! » Nietzsche ebbe l'intuizione di questa teoria durante un suo soggiorno in Engadina: « Nell’estate del 1881 Nietzsche, che all’epoca ha 37 anni, si trova a Silvaplana in Engadina, un luogo di montagna vicino a un bellissimo lago dove passeggia nel pomeriggio, mentre le sere scrive. Durante una passeggiata, Nietzsche ha questa immagine del tempo che lo spaventa e lo attrae, l’immagine dell’eterno ritorno: visto che il mondo è composto da un numero infinito di elementi e questi elementi non si creano e non si distruggono (poiché si parte dall’ipotesi che Dio non esista) è allora per forza di cose che questi elementi dovranno riaggregarsi nella stessa maniera per un numero infinito di volte. » Male e bene dell'eterno ritorno L'eterno ritorno ha una duplice natura: può "soffocarci", "strozzare" la volontà poiché se tutti gli accadimenti si ripeteranno in eterno, allora cosa mai potrà creare di nuovo la volontà umana? Ogni cosa che l'uomo crederà di aver creato sarà già stata creata, e non una volta, ma infinite volte. Se però vediamo l'altra faccia dell'eterno ritorno vedremo che ogni nostra piccola scelta entrerà nell'eternità del tempo, continuerà in eterno a vivere oltre la nostra vita. proprio per questo motivo si trovarono molto in contrasto con il darwinismo sociale che sosteneva la sopravvivenza del più forte. ITALIANO – MONTALE Ho sceso dandoti il braccio appartiene alla raccolta Satura, pubblicata nel 1971 (precisamente alla seconda serie di liriche, Xenia). La poesia, come altre di questa e della prima serie, è dedicata alla moglie, Drusilla Tanzi, (1886-1963), compagna di una vita del poeta e soprannominata “Mosca” a causa della forte miopia e della conseguente necessità di occhiali molto spessi. Montale e la Tanzi si sposeranno solo nell’aprile del 1963, pochi mesi prima della sua scomparsa, per le conseguenze di una caduta che le causò la rottura del femore. Lo stile della poesia è prosastico e usa un linguaggio colloquiale. Montale ricorda la sua vita coniugale, allegoricamente simbolizzata dalla discesa delle scale e dal viaggio dell'esistenza, che, sebbene sia stato lungo, al poeta appare breve, impressione colta dall’ossimoro al verso 3. Il poeta avverte con drammaticità l’assenza della moglie nella sua vita: “non ci sei è il vuoto ad ogni gradino” (v. 2). Dal punto di vista retorico l’anafora ai versi 1 e 8 (“ho sceso”) evidenzia proprio la ripetitività e l’importanza che assume quest’azione. Le piccole azioni quotidiane, “le coincidenze, le prenotazioni, | le trappole, gli scorni [...]” (vv. 5-6) sembrano ormai del tutto inutili, perché fanno parte di un realtà superficiale; quella più profonda non tutti riescono a coglierla. Proprio la moglie di Montale riusciva ad accorgersi di questa profondità, paradossalmente proprio grazie alla sua quasi totale cecità: “sapevo che di noi due | le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, | erano le tue” (vv. 9-11). Da qui si evidenzia il ruolo di Drusilla Tanzi e il rilievo che la sua assenza ha nella vita del poeta. Montale mette in luce l’aiuto reciproco che si portavano: la donna (solo apparentemente debole e bisognosa di sostegno) mostrandogli la profondità della realtà, il poeta sostenendola e aiutandola a scendere le scale. Al primo verso iniziale seguono versi piani e colloquiali, movimentati però da alcune rime (come "crede - vede") e dal ritmo di endecasillabi sparsi. Metro: versi liberi. LATINO – SENECA E IL TEMPO Seneca (1 a.C.-65 d.C.) affrontò nei suoi scritti frequentemente, ma in modo non organico, il tema del tempo. In più di un'occasione, gli studiosi hanno cercato di ricavare qualche indicazione risolutiva e, quindi, di fare il punto sull'intera questione. Così risultano solitamente in evidenza due precisi momenti e due opere: il dialogo De brevitate vitae (Sulla brevità della vita) e l'epistolario Ad Lucilium. Il primo fu scritto molto probabilmente al ritorno dall'esilio in Corsica (nel 48-49); il secondo fu composto dopo l'abbandono della vita pubblica (cioè tra il 62 e il 65, l'anno della morte). Circa quindici anni separano dunque queste due opere e, di mezzo, c'è la fondamentale esperienza politica dello stoico Seneca. Eppure, il modo in cui sia nel dialogo sia nella prima lettera dell'epistolario è affrontata la questione del tempo mostra una serie di costanti che ci permettono di delineare un quadro abbastanza preciso della concezione del filosofo cordovese su questo tema. Nel De brevitate vitae il tempo è visto come uno scorrere precipitoso (tam velociter, tam rapide dati nobis temporis spatia) e l'uomo è destinato a vivere un'età breve (quod in exiguum gignimur, br.v. 1.1); del resto, gli affaccendati (gli occupati: coloro che sono sempre impegnati negli affari pubblici o nell'eccessiva e maniacale attenzione per sé) non sono liberi, non sono sapienti. Nota caratteristica è quella data dalla prospettiva in cui si colloca il filosofo: si rammarica per come l'esilio abbia oggettivamente ridotto il tempo della sua vita e, insieme, è cautamente disponibile all'impegno sociale e civile cui lo avvia Agrippina, la madre di Nerone, il nuovo imperatore. Come dire: occorre fare i conti con la vita vissuta e non bisogna rinviare all’infinito le proprie decisioni (3.1 e 5); si arriverà quindi a usare bene il proprio tempo, né desiderando il domani, né temendolo (7.9: At ille qui nullum non tempus in usus suos confert, qui omnem diem tamquam vitam ordinat, nec optat crastinum nec timet). Nell'epistolario, che costituisce uno dei maggiori esempi di meditazione letteraria, Seneca ha modo di riesaminare la personale esperienza di vita, all'insegna dell’ideale filosofico di scuola stoica del quale dare testimonianza. In particolare, concluso il periodo trascorso come maestro e consigliere politico di Nerone, egli fa daccapo i conti con l'uso del tempo e con il proprio stile di vita. Lo fa già a partire dalla Lettera 1, ma poi sono da vedere in particolare le lettere 4, 8, 12, 13, 32, 49, 59, 61, 93, 101. Proprio nella prima lettera sono ripresi alcuni dei temi messi a fuoco nel De brevitate vitae; tuttavia, l’accento ora sembra spostarsi in una prospettiva più disincantata rispetto alla vita e alla fortuna; si affacciano il tema della morte e quello dell'importanza di amministrare bene il tempo che ci è stato concesso. Seneca osserva che occorre dare a esso il giusto valore e aver cara ogni ora (1, 2); soprattutto spiega all'amico Lucilio che è necessario essere padroni del proprio tempo, rivendicando sé a sé stessi: ita fac, mi Lucili, vindica te tibi (1, 1). Quella dell'epistolario sembra una prospettiva forse più serena, dalla quale emerge la consapevolezza che in fin dei conti, al contrario di tutte le altre cose, il tempo è pur sempre nelle nostre mani: omnia, Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum est (1.3). E ovviamente si tratta del tempo in cui viviamo, dato che futuro e passato non ci appartengono, non eris nec fuisti, utrumque tempus alienum est (77.11). sul paese. L’economia tedesca era infatti molto subordinata a quella americana (finanziamenti). La produzione industriale si dimezzò e aumentò la disoccupazione. L’inflazione, colpendo il potere d’acquisto dei salari, provocò intensi conflitti sindacali. In questo quadro di instabilità si colloca l’ascesa al potere di Hitler. Nato in Austria, grande ammiratore di Mussolini, ne aveva risentito molto per la sconfitta e l’umiliazione subita per i trattati di pace. * 1920 – fonda un piccolo partito di destra che, un anno dopo, prende il nome di Partito nazionalsocialista; aveva anche organizzato delle squadre d’azione militari (le SA e le SS) per colpire i militanti della sinistra. * 1923 – tenta un colpo di stato in Baviera, ma fallisce e viene arrestato. * Per tutti gli anni '20 ottenne consensi modesti. * 1928 – elezioni: 2,6% dei voti; * 1930 – elezioni: secondo partito tedesco; * 1932 – elezioni: primo partito; * 1933 – Hitler nominato cancelliere, assume la guida del governo. Ragioni dell’ascesa 1. Le ragioni che hanno favorito l’ascesa al potere di Hitler vanno ricercate nel successo del suo programma, grazie al quale ottenne ampi consensi in una società profondamente lacerata dalle conseguenze della guerra e sotto i colpi della dura crisi economica. Egli nel suo programma univa in modo confuso ma efficace, elementi che attiravano diverse estrazioni sociali. Il suo partito si basava su due elementi: uno nazionalista (per riscattarsi della sconfitta e l’umiliazione subita nella prima guerra mondiale) e l’altro socialista (ma, a differenza del marxismo, basato sui valori del popolo tedesco e sul potere di uno stato forte). Un ruolo fondamentale ebbero l’antisemitismo e il razzismo, da sempre propagandati da Hitler. Nel programma politico del Partito nazionalsocialista era già proposta la revoca dei diritti civili degli ebrei. In breve tempo gli ebrei divennero capro espiatorio della situazione di crisi: il successo di molti ebrei nelle professioni veniva sbandierato di fronte ai disoccupati. Hitler non predicava solo odio verso gli ebrei, ma li classificava come una razza inferiore, da eliminare, per creare una società pura e ariana. 2. Un altro elemento fu la crisi della repubblica di Weimar. Questa si basava su un fragile compromesso tra ceti dominanti e la classe operaia. L’equilibrio di quella situazione poté funzionare finché l’economia del paese si sviluppava , ma con la crisi del ’29 entrò in crisi e il governo di Weimar non riusciva ad elaborare strategie economiche. Ascesa La svolta decisiva si ebbe tra il '30 e il '32, quando il nuovo governo cattolico, privo di maggioranza in parlamento, era costretto a ricorrere alternativamente all’appoggio della destra e della sinistra e spesso legiferava con decreti d’urgenza, controfirmati dal presidente. In questi anni si indebolì il potere legislativo a favore di quello del presidente. Intanto Hitler stringeva rapporti con l’esercito, con l’industria pesante e con i grandi proprietari terrieri. * 1932 – Hitler pretese che gli venisse affidato il governo; ormai la situazione era ingovernabile e non si riusciva a formare una maggioranza stabile. Alle elezioni il partito nazionalsocialista risulta il primo partito. Hitler sale al potere a capo di un governo di coalizione conservatore e in poco tempo distrusse la democrazia e creò uno stato totalitario. * 1933 – Hitler nominato cancelliere, assume la guida del governo e ha la maggioranza assoluta in parlamento, dal quale ottiene pieni poteri: mette fuori legge il partito comunista, abolisce ogni libertà e garanzia costituzionale e ogni dissenso. Chiude i giornali di opposizione e le sedi sindacali. Scioglie tutti gli altri partiti tranne quello nazionalsocialista. * 1934 – Alla morte di Hindenbur, Hitler diventa capo dello stato e concentra su di sé tutti i poteri. Attua la completa fusione fra partito e stato (quindi non esistevano più gli organi costituzionali: il Führer diventa l’unica fonte del diritto e aveva potere assoluto in ogni campo. * Lo stato, ovvero Hitler, controllava tutti gli aspetti della vita lavorativa e produttiva attraverso le corporazioni e la formazione dei giovani attraverso la Gioventù hitleriana. Egli effettuava una manipolazione delle coscienze, basando il regime su rapporto diretto con le masse. Il nazismo non si servì solo del terrore, ma si sforzò di integrare le masse popolari nella sua opera. * 1933 – Simbolico rogo dei libri a Berlino. Rappresenta il rifiuto della culture creata dagli illuministi. Il nazismo nega l’uguaglianza illuminista e contrappone la disuguaglianza, che si esprimeva attraverso l’obbedienza al “capo”. Leggi di Norimberga: leggi razziste “i non ariani non sono cittadini e non possono sposare ariani”. * 1938 – Pogrom della notte dei cristalli: devastazione dei negozi ebrei, arresti e deportazioni nei campi di concentramento e poi il genocidio. Economia Il regime nazista attuò una politica di forte dirigismo in campo economico, che si basava su due obiettivi principali: 1. Raggiungere un alto livello di occupazione. Era soprattutto un obiettivo politico, perché mirato ad ottenere consenso. 2. Sviluppare una veloce politica di riarmo per preparare al meglio il paese alla guerra, al fine di conquistare lo spazio vitale, ovvero un dominio territoriale corrispondente alla sua grandezza territoriale, spettante alla Germania e per riscattarsi della sconfitta nel primo conflitto mondiale. SOCIOLOGIA – BAUMAN : “LE EMOZIONI PASSANO, I SENTIMENTI VANNO COLTIVATI.” Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925 – Leeds, 9 gennaio 2017) è stato un sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche. Studiò sociologia all'Università di Varsavia. nel marzo del 1968, la ripresa dell'antisemitismo spinse molti ebrei polacchi a emigrare all'estero; Z. Bauman, che aveva perso la sua cattedra all'Università di Varsavia, fu tra questi. Egli dapprima emigrò in Istraele per andare a insegnare all'Università di Tel Aviv; successivamente accettò una cattedra di sociologia all'Università di Leeds, dove dal 1971 al 1990 è stato professore. Sul finire degli anni ottanta, si è guadagnato una fama internazionale grazie ai suoi studi riguardanti la modernità. Si è spento il 9 gennaio 2017, all'età di 91 anni, nella città di Leeds, in Inghilterra. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto di lavoro. Il grande sociologo spiega come i legami siano stati sostituiti dalle "connessioni". E aggiunge: "Ogni relazione rimane unica: non si può imparare a voler bene". Disconnettersi è solo un gioco. Farsi amici offline richiede impegno Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di vista. Zygmunt Bauman sull'argomento è tornato più volte (lo fa anche nel suo ultimo libro Cose che abbiamo in comune, pubblicato da Laterza). I suoi lavori sono ricchi di considerazioni sul modo di vivere le relazioni: oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Amore liquido, uscito nel 2003, partiva proprio da qui, dalla nostra lacerazione tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico. L'amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame". different countries of the British Empire were exhibited. With the money raised the Natural History Museum and the Victoria and Albert Museum were built. The Victorian compromise means that despite the scientific and technological progress, the spread of industry, the birth and enlargement of many towns there were a lot of striking contradictions in society: bad hygienically conditions, overcrowded slums, exploitation of women and children, prostitution. There were also many problems of law and order: as a matter of fact in this period prime minister Robert Peel founded the Metropolitan Police (Policemen were named “Bobbies” after him). TRADUZIONE Victoria è nata nel mezzo di una crisi successionaria. Era la figlia di uno dei tredici figli di George III, il duca di Kent, che ha iniziato a corteggiare Victoire, il principe Leopold della sorella di Saxe-Coburg. Suo fratello George IV fu infuriato dal successo del fratello nel dare vita a un figlio e rovinare il battesimo. Ha negato per la nuova nata un nome associato con regine, come Charlotte, Augusta o Elizabeth, per cui è stata nominata per sua madre Victoria. Paradossalmente il suo nome ha caratterizzato l'intera età (età vittoriana). Suo padre è morto quando aveva 8 mesi ed è stata portata in Kensington Palace sotto un rigido controllo controllato dal metodo Kensington: vive isolata da tutti gli altri bambini e non è mai stata lasciata da solo. Dopo il suo diciottesimo partito di gala di compleanno, suo zio Re William IV morì e diventò regina d'Inghilterra. Fu incoronata nel 1858. Si innamorò del suo cugino principe Albert (di Saxe- Coburgo e Gotha). Le aveva proposto perché non poteva perché era la regina. Erano estremamente devoti e avevano nove figli; È diventato il suo consulente principale: Albert ha sostenuto le riforme. Ma è morto all'età di 42 anni. Si è ritirata nel castello di Balmoral in Scozia da anni in lutto. In ricordo del marito aveva l'Albert Memorial a Hyde Park. Ha regnato dal 1837 al 1901 (67 anni). Il suo regno era uno dei progressi materiali, dell'espansione imperiale, degli sviluppi politici e delle riforme sociali (ad esempio, l'azione dieci ore, che limitava orari di lavoro a dieci per giorno per tutti i lavoratori). Il successo può essere spiegato dal fatto che regnava costituzionalmente evitando la rivoluzione. Durante il suo regno i due principali partiti politici erano i liberali (ex-Wings) ei conservatori (ex-Tories). I liberali hanno promosso una forte campagna che ha portato all'abolizione della legge del mais. Durante questo periodo c'era un movimento di classe operaia chiamato Chartismo perché presentava la carta popolare che ha richiesto riforme sociali e l'estensione del diritto di voto a tutti gli adulti maschi; Questo movimento non è stato sostenuto e lentamente scomparso. Per quanto riguarda la politica estera l'Inghilterra ha partecipato alla prima guerra dell'Opium contro la Cina. La vittoria più importante è stata la Grande Mostra, che è diventata il simbolo dell'espansione dell'industria e del commercio e degli sviluppi scientifici e tecnologici. Si è tenuto nel 1851 nel Crystal Palace, un edificio in ferro e vetro in Hyde Park. Qui sono stati esposti i beni provenienti dai diversi Paesi dell'Impero britannico. Con i soldi raccolti sono stati costruiti il Museo di Storia Naturale e il Museo Victoria e Albert. Il compromesso vittoriano significa che, nonostante il progresso scientifico e tecnologico, la diffusione dell'industria, della nascita e dell'allargamento di molte città c'erano molte contraddizioni impressionanti nella società: cattive condizioni igieniche, baraccopoli sovraffollate, sfruttamento delle donne e dei bambini, prostituzione. C'erano anche molti problemi di ordine pubblico: in questo periodo il primo ministro Robert Peel fondò la polizia metropolitana (i politici sono stati chiamati "Bobbies" dopo di lui).
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