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Introduzione 4 giornata, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Introduzione 4 giornata, novella Filippo Balducci, novella n.1 e novella n.8

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 27/02/2023

virginiaiello
virginiaiello 🇮🇹

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Scarica Introduzione 4 giornata e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! INTRODUZIONE ALLA 4 GIORNATA L’introduzione alle 4°giornata è il terzo intervento diretto di Boccaccio. Lo scopo di Boccaccio in questo suo intervento è quello di difendersi dalla accuse che gli hanno mosso. Prima di analizzare nello specifico le critiche, bisogno analizzare la presenza delle stesse. La loro presenza implica che le novelle erano conosciute e diffuse. Ciò vuol dire che le giornate, non appena erano terminate, erano diffuse al pubblico. La prima critica che gli è stata mossa è che lui è troppo attratto dalle donne e che il suo unico scopo è quello di compiacerle. Lui, che aveva circa 35 anni nel periodo di scrittura dell’opera, viene considerato troppo vecchio per poter amare una donna. Gli viene detto che dovrebbe stare più con le grazie che con le donne, cioè dovrebbe pensare più a scrivere che alla passione. Boccaccio dice: ne noi poeti possiamo stare sempre con le muse e ne le muse sempre con noi poeti. Questa non è una cosa da biasimare e se avvolte ci allontaniamo dalle muse e ci avviciniamo alle donne, che assomigliano alle muse, è una cosa buona. Le muse sono donne, e benché le donne non valgono quanto le muse, pure le donne assomigliano a loro. E se a me le donne non piacessero, mi dovrebbero piacere proprio perché somigliano alle muse; senza aggiungere che le donne mi hanno ispirato a scrivere versi e, invece, le muse non mi hanno mai stimolato a farlo. Certo le muse mi hanno aiutato e mi insegnarono come si fa a scrivere una poesia. (Boccaccio distingue le muse dalle donne. Seguire le muse aiuta ad essere un buon poeta. Le donne ispirano a fare la poesia) Per difendersi da questa prima critica, egli utilizza una mezza novella, ovvero quella di Filippo Balducci. Egli scrive una mezza novella e non una intera perché non vuole mettersi in competizione con i novellatori dell’opera. Con questa novella Boccaccio vuole dirci che l’attrazione per le donne è istintiva, non è il frutto di concezioni culturali, perciò la forza biologica è più forte di qualsiasi strategia. Secondo Boccaccio la forza erotica è insita negli uomini, e che per quanto tentiamo di reprimerla, non appena entriamo in contatto con qualcosa che ci attira, questa si scatena. Da questo punto di vista Boccaccio si sente più forte, questo perché ha dimostrato che coloro che amano le donne sono spinti dalle leggi della natura, alla quale, per opporsi ci vogliono forze enormi, e opporsi a ciò provoca dei danni enormi. Lo novella di Filippo Balducci rientra nella strategia della metanovella. Inoltre Boccaccio cita come altri esempi di amori senili le figure di: Dante, Guido Cavalcanti e Ciro da Pistoia. La seconda critica che gli viene mossa è quella secondo cui, al posto di perdersi in chiacchiere dovrebbe pensare a come guadagnarsi il pane. Questa seconda critica è attuale ancora ai nostri giorni: quando si fa capire alla società che ci si occupa di letteratura, si pensa che non si possa avere un futuro. Boccaccio risponde polemicamente a coloro i quali affermano che con la poesia non si potesse guadagnare il pane. Boccaccio dice che il vero pane lo hanno trovato di più i poeti che hanno reso gloriosa l’epoca in cui hanno scritto i loro poemi, mentre coloro i quali avidi di guadagno e di pane hanno perduto la vita giovanissimi perché si lanciavano in imprese più grandi di loro. Coloro i quali si sono dati alla poesia hanno offerto alla società un contributo molto più alto, perché hanno fatto fiorire quei secoli. Le presenza di queste critiche ha ferito profondamente Boccaccio. Egli era convinto che l’invidia potesse essere scatenata solamente dalle persone che si trovano ad un rango più alto, ma così non è. Lui ha cercato di tenersi il più umile possibile, ma ciò non è servito a nulla. Gli elementi che esprimono umiltà all’interno dell’opera sono: - L’utilizzo del genere novella; - La mancanza della firma dell’autore; - La mancanza di un titolo pomposo; - La varietà dei temi trattati. Per Boccaccio coloro che lo hanno criticato sono coloro che non amano le donne. Boccaccio dice: mi potranno accusare, condannare, mordere, ma fin da piccolo io vi ho sempre amato, sentendo questa virtù che veniva dagli occhi vostri, dalla fiamma accesa dai vostri sospiri, sono stato attratto da voi fin da piccolo come un romitello che non vi ha mai visto e si innamora della vostra bellezza. Certamente le persone che mi criticano sono coloro i quali non vi amano e da voi non desiderano di essere amati, persone che non sentono le fiamme amorose e quindi sentono la libertà di dire e criticare quello che gli pare. (qui fa un riferimento alla 10 novella della 1 giornata) Boccaccio sente la necessità di difendersi perché non è nemmeno a metà dell’opera, quindi se lasciasse moltiplicare queste critiche, queste diverrebbero pressappoco infinite. Alla fine Boccaccio dice che si lascerà le critiche alle spalle e continuerà per la sua strada: in fondo a me cosa può succedere? La cosa identica alla polvere che sta a terra e viene sollevata da un turbine. (viene fatto un paragone) l’invidia è come un turbine che prende la polvere e la solleva molto in alto. E allora se anche la polvere dovesse cadere, io a terra ero e a terra ritornerò: le critiche ti sollevano e quando mi avranno sollevato, pazienza ritornerò dov’ero prima. Boccaccio conclude dicendo che se loro vogliono continuare a non soddisfare i propri appetiti che facessero pure, ma a lui lo lasciassero stare. Boccaccio ci dice che quando tu vuoi far credere di saper di più in genere sei colui che sa di meno; e a volte questi che presumono di sapere non solo si oppongono ai consigli degli uomini ma soprattutto alle cose contro natura (es. quello che Balducci imponeva al figlio era contro natura); e quando si forza la natura si provocano cose gravissime e mai si può scaturire il bene. NOVELLA DI FILIPPO BALDUCCI La novella di Filippo Balducci viene inserita da Boccaccio all’interno dell’introduzione della IV giornata. Esse serve a Boccaccio per difendersi dalle accuse secondo cui pensa troppo alle donne, spiegando che l’attrazione verso le donne è del tutto normale e naturale, e quindi lui è contento di ciò perché non va contro natura. La novella narra del fiorentino Filippo Balducci. Egli era immensamente innamorato della moglie, da cui ebbe anche un figlio. Quando il figlio aveva circa due anni, Filippo resta vedovo. Dilaniato dal profondo dolore per la perdita della moglie, decide di ritirarsi a vita privata, in particolare di ritirarsi in preghiera ed in ascesi, per tale motivo si trasferì sul monte Senario. Nel suo eremitaggio portò con se anche il figli. Filippo, nonostante questa vita di ascesi, ogni tanto doveva comunque tornare a Firenze per procurarsi dei viveri. Quando il figlio aveva ormai compiuto 18 anni, pensa che sia arrivato il momento di portarlo con se in città, lui stava diventando vecchio, quindi doveva insegnare al figlio come sopravvivere. Arrivati in città il figlio resta stupito da tutto ciò che vede. Ad un certo punto incontrano un gruppo di ragazze, ed il padre al posto di chiamarle “femmine”, che il loro nome proprio, le chiama papere, e gli dice anche che sono delle cose cattive. Il figlio, di tutte le cose viste a Firenze, desidera più di ogni altra una donna, tant’è che il padre si pentì di averlo portato con lui.
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