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Introduzione alla Politica Internazionale, Appunti di Politica Internazionale

Appunti completi del corso, integrati con le slide mostrate dal professore a lezione.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 18/01/2023

Margherita.chiappa.03
Margherita.chiappa.03 🇮🇹

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Scarica Introduzione alla Politica Internazionale e più Appunti in PDF di Politica Internazionale solo su Docsity! Introduzione alla Politica Internazionale - Una trama del mondo: le relazioni internazionali M. Chiaruzzi 2022 Mondadori Università - Sicurezza Globale. Le nuove minacce. P. Foradori e G. Giacomello. 2014 Il Mulino. - Collasso J. Diamond 2014 Feltrinelli - Armi, acciaio e malattie J. Diamond 1997 Feltrinelli Esame scritto con 30 domande a risposta multipla fabio.leone2@unibo.it POLITICA = arte (non scienza esatta, né capacità) di trovare soluzioni a determinati problemi. Le diverse visioni comportano diverse soluzioni. Ciò vale dal punto di vista domestico e da quello internazionale: Politica nazionale — interna al Paese, composta da attori e partiti nazionali. Politica Internazionale — esterna e superiore al Paese, perché raccoglie più Paesi, composta da attori esterni ai Paesi, che sono gli stessi attori. Esiste dal 1919, prima cattedra alla University of Wales. - Discipline fondanti: Storia, diritto, filosofia, economia. - Problemi che la politica internazionale deve risolvere: extreme weather, livelihood crisis, climate action failure, social cohesion erosion, infectous diseases, mental health deterioration, cybersecurity failure, debt crises, digital inequality, asset bubble burst (dal più al meno preoccupante). Essi sono basati sulla percezione di massa, quindi la loro percezione/posizione nei ranking cambia nel tempo; tuttavia i problemi sono una costante, sono sempre gli stessi. La politica internazionale, ≠ da quella nazionale, di cui assorbiamo nozioni anche inconsapevolmente, ad esclusione di eventi particolarmente grandi (es Ucraina) non è vicina alla nostra percezione, è lontana da noi. Anche se ci sembrano estranei, prima o poi i problemi “vengono a bussare alla nostra porta” (in tempi diversi). ATTORI/AGENTI della politica internazionale = coloro che agiscono a livello politico. Gli attori internazionali non sono solo più di un tipo, quello di stato-sovrano, ma di ≠ tipi, nonostante quello di tipo stato-sovrano sia ancora quello predominante; Mentre a livello domestico gli attori (leader) agiscono a livello locale, a livello internazionale essi agiscono nello spazio internazionale, uno SPAZIO COMUNE (commons) a ≠ attori internazionali. ≈ spazio comune di un condominio. Il contenitore è il Pianeta Terra, le aree comuni sono i cieli, l’oceano, l’atmosfera o spazio terrestre, cyberspazio. Lo spazio comune è limitato: le risorse materiali sono limitate. LE RISORSE MATERIALI SONO LIMITATE in termini relativi, non assoluti, nel senso in cui sono relative alla dimensione della popolazione umana (+ persone - risorse; - persone + risorse). — La popolazione umana è iniziata a crescere con il passaggio dall’economia di sopravvivenza all’incremento di risorse, ciò perché prima la capacità di produrre energia e distribuire risorse era limitata; grazie all’accumulazione e all’aumento delle risorse, la popolazione è cresciuta esponenzialmente. Tale problema è stato trattato per la prima volta in modo scientifico da T. R. Malthus, che è arrivato alla conclusione che mentre l’aumento della produzione agricola è aritmetico, quello umano è geometrico, esponenziale. A un certo punto della crescita lo scenario sarebbe disastroso. La teoria di Malthus è stata criticata, perché si può rendere più efficace la produzione delle risorse, perché non si tiene conto del progresso tecnologico e perché il tasso demografico varia. ≠ In realtà ciò che Malthus dice non è del tutto sbagliato perché, anche se posso sfruttarle in modo efficiente, le risorse prima o poi finiscono comunque. • Il primo rapporto delle Nazioni Unite sulla popolazione mondiale, redatto negli anni 60s, stima che se la popolazione cresce con lo stesso taglio, prima o poi non ci saranno più risorse per tutti, anche perché a differenza di altre specie la razza umana non ha limitazioni interne, intrinseche, al suo aumento demografico. In realtà ad oggi le Nazioni Unite danno uno scenario intermedio della crescita, perché esiste un equilibrio tra la crescita della popolazione umana e l’ambiente in cui vive: si assiste a una crescita smisurata e poi, nel momento in cui si raggiungono determinate condizioni di vita, a un livellamento della curva; (≠ l’Africa è l’unica area geografica dove la popolazione continua a salire). • L’impronta ecologica umana e l’Overshoot Day dimostrano che sono necessarie una terra e mezza per supportare l’umanità, quindi anche se siamo più efficienti consumiamo sempre più in fretta. Il vivere nello spazio limitato, con risorse sempre più limitate in relazioni agli utenti del pianeta terra è un dato di fatto oggettivo. Questi problemi, da soli, danno sfogo a due alternative: - cooperazione, si divide equamente la risorsa - Scontro, decido che la mia specie e più forte e espello chi utilizza le risorse: si ricorre alla forza per ottenere una soluzione. (+ raro a livello domestico). Esistono però anche altri fattori, non oggettivi, immateriali, socialmente costruiti (sociale perché l’umano ha bisogno di vivere in società, di stare un gruppo), come religione, genere, nazionalità, cultura, lingua, razza. Essi complicano ulteriormente la situazione: quando si crea una società il gruppo si dà delle regole, finalizzate a 1 preservare il gruppo; se a un certo punto le trasformiamo in qualcosa di oggettivo, immutabile e “calato dall’alto”, se le mettiamo in discussione nonostante originariamente siano state decise da noi, ciò porta a problemi di cooperazione enormi, perché non tutti sono d’accordo. I fattori socialmente costruiti sono infatti fondamentali per l’uomo, perché sono costitutivi oltre che alla sua appartenenza alla società, all’identità e unicità dell’individuo. Se si decide di vivere in società, è necessario accettare di condividere le regole interiorizzate, anche se socialmente costruite, limitando il proprio libero arbitrio. Affinché le regole vengano rispettate al fine di garantire la sopravvivenza della società, ogni società trova dei meccanismi e degli attori incaricati di riportare l’individuo nell’ambito delle regole di comportamento o a espellere l’individuo dalla società. È per esempio efficace creare un elemento giudicante indipendente. Queste figure, individuate come “il Leviatano”, a livello internazionale non esistono. Le relazioni internazionali sono state per anni chiamate relazioni interstatuali perché, per circa 300 anni, i principali attori internazionali sono stati gli Stati. Ora siamo in un periodo in cui ci sono anche altri attori, quindi le relazioni internazionali studiano i rapporti tra i diversi attori internazionali, per capire e spiegare i comportamenti degli attori. Per fare ciò è necessario innanzitutto osservare i comportamenti, collocandosi in un certo punto d’osservazione, a un LIVELLO DI ANALISI (I leader? La struttura politica interna? Il Sistema Internazionale nel suo insieme?). — Waltz, in L’Uomo, lo Stato e la Guerra (1959), individua diversi livelli di analisi: 1. Livello dell’individuo, dei leader, dei capi. 2. Livello della struttura organizzativa dell’attore (livello domestici, statale, sociale). 3. Livello del sistema nel suo insieme (interstatale, internazionale, sistemico). 4. Livello globale. • Secondo Waltz, l’unico modo per capire il comportamento degli attori internazionali è guardare il sistema nella sua interezza (3), ≠ ad oggi è riconosciuto che ciascun livello offre dati utili all’osservazione. • La teoria sociale di Waltz è così vincolata perché egli crede che i comportamenti dell’attore siano influenzati solo dalla struttura dell’ambiente in cui egli si muove, ≠ esiste un rapporto tra agente, l’individuo stesso che opera nella società, e struttura, l’ambiente in cui vive, che influenza i comportamenti dell’attore. Non è tuttavia possibile stabilire quale dei due sia più importante, la loro importanza cambia. Osservando come gli attori internazionali si muovono nel sistema, si osserva innanzitutto che manca un’autorità superiore che faccia rispettare le regole e chi metterebbe in pratica la punizione/repressione: il sistema internazionale è un sistema dove gli attori stessi, oltre a essere individui, sono giudici e carnefici allo stesso tempo, poiché non riconoscono l’esistenza di un autorità superiore (superioriorem non riconoscentes). Ciò comporta, da modello, che un Paese offeso può controbattere. IL SISTEMA INTERNAZIONALE È ANARCHICO, proprio perché non esiste un’autorità superiore che stabilisce, nel caso in cui i diritti di un attore vengano violati, la violazione e punisce chi ha violato. — Il diritto internazionale stabilisce in realtà delle regole di base per una convivenza comune tra gli Stati, stabilendo cosa è giusto e cosa no dal punto di vista formale e non contenitivo (es: stabilisce che è necessario un ultimatum prima di dichiarare guerra, ma non si interessa del contenuto). Tuttavia non presenta autorità superiori, è orizzontale; secondo il diritto internazionale: - De iure tutti gli Stati sono uguali. - De facto non tutti gli Stati hanno lo stesso peso. ANARCHIA = assenza di un’autorità superiore che risolva i conflitti e favorisca la cooperazione. — “Leviatano”di Hobbes, “Contratto Sociale” di Rousseau; il sistema tuttavia non crolla, perché, anche se non c’è un governo universale (Leviatano), esiste un sistema di governance. - Governo = struttura gerarchica - Governance = struttura orizzontale, in cui tutti devono cooperare. Per spiegare il comportamento degli attori, nel corso della storia umana si sono sviluppate diverse teorie, = spiegazioni che ipotizzo e testo sulla base delle osservazioni reali. Le teorie hanno poi dato luogo a scuole di pensiero diverse: • Realismo e varianti • Liberalismo (idealismo) • Marxismo • Costruttivismo Ad oggi le scuole di pensiero non sono più divise, esiste un approccio pluralista per comprendere il perché delle azioni degli attori internazionali; ciò perché ogni scuola spiega solo una parte dei comportamenti degli attori. ——————————————————————————————————————————————————— 2 Neorealismo o Realismo Strutturale Waltz considera l’attore-Stato sovrano come una scatola nera: ci interessa solo quello che la scatola fa nel contesto internazionale, la struttura interna non è rilevante. L’unico livello che spiega, secondo Waltz, i comportamenti internazionali, è quello del sistema nella sua interezza. — livello elementare Il liberalismo Coincide con la teoria economica di Kant e Locke. Il sistema è anarchico; esistono però dei meccanismi che favoriscono la cooperazione; mentre secondo la scuola realista il conflitto è inevitabile, per il liberalismo la normalità è cooperazione, il conflitto è la deviazione dalla regola. Autori di riferimento: Montesquieu, J. Locke, J. J. Rousseau, I. Kant, A. Smith, H. Grotius. La scuola liberale si concentra sul rapporto di cooperazione tra i diversi attori-stato. Alla base della cooperazione i liberali credono ci sia la soddisfazione del commercio internazionale; se gli attori cooperano tra loro, traggono i benefici dal commercio internazionale e accrescono la loro ricchezza. Quando tutti accrescono la loro ricchezza, nessun attore ha intenzione d interrompere il processo; il conflitto scardina il normale funzionamento di scambi, quindi nessuno ha interesse a danneggiare il sistema. — la nascita di un conflitto rappresenta però l’eccezione alla regola: alcuni attori a un certo punto vanno a danneggiare il sistema, proprio perché gli attori-Stato non sono monolitici, al suo interno ci sono tendenze che possono spingere verso il conflitto. Conflitto asimmetrico: conflitto tra due attori di status diverso, tra due attori internazionali di tipo diverso, non entrambi Stati-sovrano. Nonostante anche per la scuola liberale, come per quella realista, lo Stato sia l’attore sovrano, essa crede che ciò che sta all’interno degli attori-Stati sovrani fa la differenza. Ciò perché l’interagire di gruppi di diverso interesse sociale all’interno dell’attore fa la differenza: - se esso è istituzionalizzato, se all’interno vi è una democrazia matura, ho delle regole trasparenti e posso cambiare il comportamento dell’attore internazionale; - se è opaco, se si tratta di un’autarchia, se le regole non sono chiare, non le conosco e non posso cambiare il comportamento dell’attore internazionale. — la struttura domestica dell’attore fa la differenza. VANTAGGI RELATIVI E ASSOLUTI Per i liberali a livello internazionale conta l’aumento di ricchezza in termini assoluti, ciò che conta è che ogni Stato diventi più ricco a prescindere da quello che fanno gli altri. Per i realisti contano i vantaggi relativi, perché ciascuno stato vuole che si mantenga un equilibrio e quindi la crescita è vista in relazione a quanto crescono gli altri Stati. COMMERCIO E GUERRA Inizialmente, in contrapposizione al realismo, la scuola liberale veniva chiamata ideale, facendo riferimento all’opera Grande Illusione (N. Angell), punto di riferimento dei liberali che, visto l’alto tasso di globalizzazione e cooperazione economica nel post Prima Guerra Mondiale, ritiene la guerra obsoleta. Essendo la guerra anti- economica, non conviene a nessun attore. Questa visione è razionale, tuttavia realisti citano la violenza organizzata come scelta altrettanto razionale per raggiungere scopi economici. Marxismo e leninismo La scuola marxista ragiona in termini di lotta di classe tra classe operaia e capitalisti anche nel contesto internazionale. Quella leninista aggiunge che alcuni stati sono dichiaratamente capitalisti, che poi sviluppano il colonialismo; ciò perché, per allocare l’eccesso di produzione all’interno dei Paesi, creano delle colonie suddite allo Stato coloniale. - La guerra è il risultato della spinta imperialista del capitalismo nel dominare altre aree. Lo scontro tra proletariato e capitalisti prevede secondo Marx uno scontro, in cui le classi proletarie dei diversi stati si aggregano contro il capitalismo. ≠ La Prima Guerra mondiale smentisce questa visione, i proletari votano per l’entrata in guerra, scontrandosi con gli altri proletari. Favorisce lo sviluppo della disciplina delle relazioni internazionali, con la nascita della componente dell’International Political Economy. 5 In sintesi: - “I governi causano le guerre, non i popoli”. - Enfasi sul diritto di autodeterminazione dei popoli - Grazie all’interdipendenza economica tutti gli Stati ne beneficiano, la guerra non conviene a nessuno Stato. - Diritto internazionale = guida per risolvere le controversie - Solo nel caso di un’aggressione esplicita è consentito il ricorso alla forza; l’idea della sicurezza collettiva dovrebbe essere la linea guida degli attori internazionali per uscire dal dilemma della sicurezza. Costruttivismo sociale Nata all’inizio degli anni ’90; mentre le scuole precedenti sono quasi esclusivamente materialistiche, esistono per questa scuola elementi immateriali (identità, idee e ruoli) essenziali per gli essere umani e quindi per gli attori- Stato, in quanto governati da essere umani. Essi non sono definibili precisamente né pienamente razionali, tuttavia hanno un importante impatto sul processo decisionale. Qualsiasi fenomeno osservato è interpretato dall’osservatore in modo intersoggettivo. Anche il contesto internazionale è frutto di questa interpretazione intersoggettiva della realtà. Anarchy is What States Make of It A. Wendt: se gli Stati interpretano l’anarchia internazionale come elemento negativo, essa verrà interpretata come negativa e influenzerà il comportamento degli attori-Stato. All’estremo si può concludere, secondo il post-modernismo, che la realtà non esiste. ——————————————————————————————————————————————————— La Governance Globale Governance, sistema orizzontale in cui gli attori contribuiscono tramite la cooperazione. I conflitti sono l’anormalità, la cooperazione è la regola. — Il sistema internazionale attuale ha diversi tipi di attore: - Stati, per conto dei quali i governi agiscono. - Organizzazioni Governative Internazionali, di cui solo gli Stati possono fare parte (OGI). - Organizzazioni Internazionali Non-Governative, che agiscono per conto di collettività di individui (ONG). - Aziende Multinazionali MNC. - Organizzazioni informali e gruppi di individui (es: movimenti transnazionali o terroristi o crimine). Lo Stato Oggetto di studio principale della scienza politica. Ha varie definizioni: 1. M. Weber: entità politica con il monopolio legittimo della forza. Definizione riduttiva ma originariamente corretta, secondo cui lo Stato ha un potere di coercizione nei confronti degli individui, grazie al quale può costringere gli individui a certi comportamenti e limitare la loro libertà personale in modo considerato legittimo dai suoi membri. 2. Organizzazione politica con una burocrazia che consente di sfruttare le risorse materiali e immateriali che la comunità possiede. 3. É un’istituzione composta da istituzioni, set di regole di comportamento esplicite. 4. Le forme assunte da tale organizzazione possono essere le più diverse: monarchie, dittature, democrazie deboli o mature. Il sistema degli Stati nasce nel 1648, con la Pace di Westfalia, che determina, con la fine della Guerra dei Trent’anni, la supremazia dell’autorità temporale su quella spirituale. In realtà, già da prima Francia, Inghilterra e Spagna nel 1300/1400 erano riconosciuti come Stati sovrani + anche le città-stato greche sono entità politiche equiparabili allo stato “westfaliano”. Lo stato sovrano è caratterizzato da 4 elementi: - Territorio con chiari confini - Popolazione: comunità di individui che vivono sul territorio - Governo: forma di autorità indipendente, riconosciuta superiore dalla comunità, che ha il controllo del territorio e della sua popolazione. - Sovranità: Weber lo definisce monopolio legittimo della forza, è l’uso legittimo della forza in un dato territorio, un’autorità esclusiva riconosciuta dagli altri Stati. La sovranità è un concetto controverso: di fronte alla volontà di indipendenza di una parte di popolazione, lo Stato deve concederla o applicare la legge? DEMOCRAZIA ONG Freedom House, Mappa che studia il tasso di libertà nel mondo, dividendole in 3 macro categorie - liberi, se le regole per cambiare la forma di governo sono trasparenti e consentono alla popolazione un intervento sulla direzione dello sfruttamento delle risorse. - Parzialmente liberi - Non liberi Tale divisioni dipendono da vari indicatori: la democrazia non comprende solo la partecipazione alle elezioni o all’elezione dell’esecutivo, ma è un insieme di vari elementi. Si osserva un trend in ascesa dei paesi considerati non liberi, in discesa dei paesi considerati liberi. — malessere della democrazia. Le aree in cui si nota di più l’erosione della democrazia sono: - Elezioni - Estensioni della durata dei limiti dell’esecutivo (Russia e Cina) - Libertà di espressione - Diritti dei migranti 6 - Sicurezza degli espatriati - Pulizia etnica Grafico che mette in relazione la ricchezza con il livello di democrazia: più un paese è democratico, più è ricco. Esiste una correlazione tra le due variabili, che non spiega però cause ed effetti né quale delle due variabili venga prima e determini poi quella successiva. Grafico che mette in relazione il livello di ricchezza e il tasso di corruzione: più un paese è ricco, più è basso il livello di corruzione. La ricchezza (PIL/GDP) dell’attore internazionale-Stato è il risultato di successo dei fattori di produzione: risorse (materiali, umane e organizzative) e capitale. Non tutti i paesi ricchi sono democratici (Cina), ma la maggior parte delle democrazie reali sono ricche. Teoria della Pace democratica I. Kant arriva alla conclusione che se il mondo fosse composto da Repubbliche (= democrazie di oggi) , esse non avrebbero interesse a fare la guerra tra loro e si raggiungerebbe una pace generale. — Si arriva alla teoria storicamente: osservando i conflitti “tradizionali” tra due attori-Stato, è estremamente raro che entrambe siano democrazie consolidate. Si arriva alle prime formulazioni, che affermano che le democrazie reali sono più pacifiste rispetto agli altri attori Stato. Tali formulazioni vengono però criticate e si arriva a formulare che le democrazie reali sono riluttanti ad entrare in guerra contro altre democrazie. (=Kant.) L’evidenza empirica della teoria porta quest’ultima ad essere al centro dell’interesse negli anni Novanta. Vengono formulate alcune ipotesi che spieghino la correlazione, tuttavia nessuna riesce a spiegarla, è un dato di fatto. CONCEZIONI DI STATO I 3 POTERI Il rapporto tra gli individui e lo Stato è regolato da regole comuni (istituzioni), sulla base di un contratto sociale. Lo Stato è una struttura organizzativa che serve a far funzionare il rapporto tra i due; esiste una divisione tra 3 organi comuni: - Esecutivo: mette in atto le decisioni politiche > Governo. - Legislativo: approva/modifica le regole generali di comportamento degli individui > Parlamento, che ha la funzione di esprimere la volontà popolare. - Giudiziario: verificare l’applicazione e il corretto comportamento. > Dovrebbe essere indipendente dalle altre due organizzazioni che, in quanto gestite da esseri umani, avranno delle imperfezioni e daranno luogo a errori e conflitti. La tripartizione determina il tipo di struttura interna dell’attore-stato. J. Locke è il primo che identifica che la condizione migliore per gli individui della comunità è quella in cui i tre poteri sono indipendenti gli uni dagli altri e possono quindi limitarsi e controllarsi. — checks and balances. Tradizionale Alternativa Istituzioni che garantiscono diritti, sicurezza, libertà, ordine, giustizia, benessere ai cittadini. Problemi disfunzionali, lo Stato non regola gli squilibri e chiede ai cittadini più di quanto offre. I cittadini beneficiano del sistema degli stati attraverso un contratto sociale Lo Stato crea più problemi di benefici Il senso di appartenenza non va allo stato-nazione ma ad altre comunità (tribù..) 7 Le organizzazioni internazionali svolgono parte della loro attività attraverso summit internazionali che diventano sempre più numerosi. + il proliferare delle organizzazioni internazionali come effetto della maggiore cooperazione internazionale porta a un maggior numero di accordi e trattati. Essi servono a vincolare i membri a norme di comportamento, riducendo il rischio di conflitto. The evolution of cooperation, Robert Axelrod, si chiede le motivazioni che spingono gli individui a cooperare tra loro; secondo un esperimento dimostra che conviene cooperare e che chi non coopera viene punito, per poi ricominciare a cooperare. Anche in altri ambiti si nota che tutte le strutture complesse che tendono spontaneamente a operare secondo cooperazione e defezione di chi trasgredisce sono quelle che funzionano meglio. Multinazionali • Attori non statuali né organizzazioni internazionali: Aziende che possiedono o controllano strutture di produzione e servizi al di fuori del paese d’origine. • Produzione (non export) in almeno 2 paesi diversi, anche se spesso sono molti di più. • Circa il 25% del fatturato proviene da ciò che viene prodotto all’estero. • Alcune aziende multinazionali hanno inizio nel XX secolo, la diffusione si osserva però dopo il 1945. Le multinazionali sono aziende private che hanno come scopo produrre profitto, che vengono identificate come attori internazionali a partire dagli anni ’70, quando ci si accorge che un attore privato ha una ricchezza superiore al PIL di attori stato. Motivazioni che spingono un’azienda a diventare multinazionale: • Migliorare l’assistenza clienti • Tagliare i costi • Massimizzare profitti • Aumentare le vendite e la conoscenza a livello globale • Accedere a nuovi mercati • Attirare nuova staff, diversificata • Aumentare l’efficienza Motivazioni che spingono un paese a ospitare una multinazionale; in linea di massima i paesi accolgono con entusiasmo l’instaurarsi di una multinazionale. • Aumento delle assunzioni • Competizione dei business locali • Trasferimento di tecnologia e competenze • Vantaggi finanziari, più accesso a beni e servizi, sviluppo economico Le multinazionali sono quasi sempre originarie di NordAmerica, Europa o Giappone. Quelle cinesi non sono considerate multinazionali perché non hanno azioniste che non siano lo Stato e quindi all’estero. Le principali sono Walmart, Royal Dutch Shell, PetroChina, Exxon Mobil, Toyota Motors, Volkswagen. Per quanto riguarda l’industria alimentare, il grosso della produzione e dei marchi è di proprietà di poche società (Nestle, Coca Cola, Mondelez, Kellogg, Johnson and Johnson…). La diffusione delle MNC è strettamente collegata agli investimenti esteri diretti (FDI), considerati uno degli indicatori della salute economica del Paese. Funzioni Fisse Confederazione Stato (federale) 10 TEORIA DELLA DIPENDENZA Teoria di International political economy nell’ambito delle relazioni internazionali, che afferma la distinzione tra: - Centro: USA, Canada, Europa occidentale, Giappone. Nel centro sono stanziati il management, e la ricerca e sviluppo (=cervello). - Semi periferia: Europa centrale - Periferia: SudAsia, SudAmerica, alcuni stati dell’Africa. Nella periferia c’è la manodopera (=braccia). Il centro è più importante degli “arti” periferici, che sono più facili da rimpiazzare o localizzare altrove. Oltre ad affermare la distinzione tra centro e periferia, afferma che il centro trae vantaggio dallo sfruttamento della Periferia. Tale affermazione è particolarmente influenzata dalla condanna dell’imperialismo, secondo il modello liberale e marxista che tratta gli Stati imperialisti. ≠ In realtà a livello di multinazionali lo sfruttamento della periferia non è immediato. — Critica: una teoria dovrebbe essere oggettiva per poter essere un buon elemento di analisi, ma la componente ideologica comporta un giudizio valoriale. In realtà, anche se comporta un giudizio di valore, è un buon elemento di analisi. Organizzazioni Internazionali non Governative (ONG) Organizzazioni che aggregano e organizzano su scala internazionale le domande che provengono dalla società nelle quali operano. Operano in aree o su temi normalmente non coperti dalle OIG e integrano quindi quanto queste ultime fanno. A differenza delle OIG, i membri sono individui su base volontaria. Nelle ONG gli individui hanno la rappresentanza diretta, non mediata come nelle OIG e nello Stato. Dalla fine della guerra fredda la crescita delle OING aumenta. Cioè implica che: - il grado di cooperazione tra i diversi attori internazionali aumenta - tramite la libera aggregazione e la cooperazione tra gli attori internazionali è possibile risolvere i mali del nostro Pianeta. CARATTERISTICHE • rappresentatività: numero di individui che la ONG rappresenta ed estensione geografica operativa della ONG. Una membership più grande permette di operare in un maggior numero di aree geografiche. • Autorità morale: dato che le ONG cercano di risolvere problemi su base volontaria, che altrimenti rimarrebbero irrisolti, esse si riconoscono investite di una certa autorità morale e agiscono in modo indipendente e imparziale. • Competenza (tecnica), generalmente più alta delle organizzazioni internazionali e degli stati grazie ai membri, generalmente esperti, che aderiscono a una ONG che opera in un settore specifico. • Capacità di mobilitazione dell’opinione pubblica e dei donors: migliore è la capacità di mobilitazione dei donors, maggiore è la capacità finanziaria e maggiori saranno le iniziative della ONG. I principali interessi sono negli ambiti di: • Diritti umani (Save the Children, Human Rights…),   • Ambiente/clima, emergenza sanitaria (Medici Senza Frontiere, Emergency…)  • Altre emergenze (OXFAM) • Istruzione • Dialogo religioso • Sviluppo Gli obbiettivi sono: • Difesa e protezione di persone e disastri • Missione di prevenzione di disastri, violenze… • Azioni di promozione volte al miglioramento qualità di vita  • Trasformazione di condizioni insoddisfacenti soprattutto in ambito politico e sociale, per migliorarle. Molte ONG  hanno una rilevanza locale o regionale. I fondi dati dai donatori vengono utilizzati in parte per finanziare i progetti, in parte per la promozione della ONG e in parte per i costi delle strutture e per gli stipendi del personale. Alcune ONG hanno molti sostenitori e donatori che considerano la loro attività essenziale STRUTTURA GENERALE • Boards of Directors: solo nelle ONG più grandi, coordina il continuo processo decisionale • Responsabile esecutivo: ruolo amministrativo più alto della ONG, approva l'esecuzione di un'operazione decisa dall’Assemblea • Componente organizzativa: responsabili amministrativi, finanziari… • Addetti alla comunicazione, che promuovono le ONG e le sue operazioni di successo per mobilitare le pubbliche donazioni • Program manager: responsabili di una operazione in loco, sono in diretto rapporto con il personale sul campo, oltre che con il leader e la staff della comunità locale. Inoltre spesso devono far fronte alla richiesta, da parte dei donatori, di una serie di relazioni che riportino le condizioni del progetto che essi hanno finanziato. 11 ONG COME ATTORI TRANSNAZIONALI • Diversamente dagli stati sovrano o OIG generaliste, le organizzazione tendono ad essere monotematiche: si specializzano in un ambito specifico e il personale è a sua volta molto specializzato. • L’azione di molte ONG, anche grandi, si ispira a determinati principi e valori e mantiene una posizione indipendente, che aiuta, per esempio, qualunque individuo che sente i propri diritti violati. Per questo le ONG operano anche in paesi che internamente hanno una struttura politica non democratica  che “viola” i principi dell’organizzazione. — agiscono in situazioni dove gli altri attori internazionali non riescono ad adoperarsi  CRITICHE 1. Chi risponde delle attività e delle azioni delle ONG? Non il governo locale del paese dove opera, ma due soggetti: - i membri - i donatori; se la ONG accetta il finanziamento di un donatore, deve restare in linea, nelle sue azioni, con i valori per cui il donatore la ha finanziata. La ONG si ispira a principi o valori generali, ma se donatori e sostenitori non sono reattivi, ha molta libertà di azione, in quanto non c’è nulla che va contro la sua natura. 2. Per la sua posizione morale, il rapporto con gli stati sovrani o altri attori non sempre è facile. - La ONG, per avere l’assenso del governo nazionale dove agisce e poter aiutare la popolazione locale, può dover deviare o violare i propri valori o principi. Tuttavia a volte le ONG tendono ad essere inflessibili; tale inflessibilità rende l’opinione pubblica negativa e va a discapito della popolazione locale. — la comunicazione e una buona relazione con i governi ospitanti è fondamentale. - Se le zone di operazione sono pericolose o in conflitto, l’ONG deve garantire la sicurezza del proprio personale tramite i Caschi Blu, contingenti nazionali o la NATO, altri attori internazionali. Se essi si rifiutano di garantire la sicurezza alla ONG, l’ONG deve scegliere se deviare i propri principi per avere protezione dal l’attore internazionale o se non iniziare la missione e non mandare nessuno sul campo; 3. Development pornography — Autoreferenzialità  4. Per attirare un maggior numero di donatori è giusto mostrare situazioni particolarmente dure? È questo il modo migliore per sensibilizzare l’opinione pubblica? Gruppi e individui Gli individui non possono essere attori internazionali, possono però organizzarsi formalmente in ONG o in gruppi di individui non organizzati, e quindi informali. Nonostante non abbiano una struttura trasparente e formale, essi hanno importanza a livello internazionale. — i fini possono essere leciti, illeciti o semi-illeciti (anarchici). Waltz studia gli individui dividendoli in opinione pubblica (somma di + individui) e leader politici. I gruppi possono espandersi all’estero e cooperare con gruppi locali, diventando transnazionali. Essi possono essere: GRUPPI DI PRESSIONE Termine generico per indicare gruppi che hanno uno scopo politico e sono presenti in più aree geografiche, ma non hanno uno statuto e del personale tecnico come una ONG. — Gruppi di interesse (comune), gruppi di attivismo, gruppi di protesta, lobbies (a differenza degli altri gruppi, sono organizzati, fanno riferimento a studi legali e di ricerca). CRIMINE ORGANIZZATO 12 Sebastien Vauban, ministro delle finanze di Luigi XIV, sintetizza il rapporto tra la disponibilità economica e l’uso della violenza per scopi politici. Da dove proviene il costo dell’elemento militare? per mantenere lo strumento militare è necessario molto denaro, che costa così tanto perché la tecnologia e l’innovazione che lo rendono efficace impongono tale spesa; inoltre le spese di addestramento e approvvigionamento del personale pesano molto. Perché spendere così tanto? É centrale il dilemma della sicurezza: la spesa militare serve per preservare l’integrità fisica dell’attore Stato; per fare esso è obbligato a spendere in strumento militare perché non si può escludere che qualcuno possa usare violenza nei suoi confronti Lo strumento militare non è lo stesso per ogni attore stato: diverse combinazioni tra forze di terra, di mare e di aviazione. Le percentuali di questo mix variano in base alle caratteristiche dell’attore Stato, la morfologia del territorio e gli scopi politici (strategici) dello stato. Quali sono le ragioni teoriche della difesa? Dilemma della sicurezza > Dato che ogni Stato è responsabile della propria sicurezza, aumentare le spese di difesa è il modo migliore per rispondere a minacce; tuttavia questo aumento può insospettire gli Stati vicini, che a loro volta aumenteranno le spese. Durante la guerra fredda le spese militari sono altissime; una volta terminata gli Stati hanno nelle loro mani questo enorme strumento, perciò negli anni ’90/’00 molti Paesi si impegnano in operazioni di peacekeeping\making e Nation building nel mondo. Dopo l’11 settembre l’impegno viene ridotto, anche se portato avanti fino al 2018\19 (con scarsi risultati); dopo il ritiro dall’Afghanistan si fa un ulteriore passo indietro. ARMI AUTONOME O KILLER BOTS — Negli ultimi 10 anni, con l’avanzamento dell’intelligenza artificiale, si assiste a un grande interesse verso questo topic, grazie anche alla capacità di calcolo, che, da vent’anni a questa parte, costa molto meno. Se essa viene applicata alle armi si ottengono molti vantaggi, tuttavia l’applicazione è molto problematica ——————————————————————————————————————————————————— I principali attori internazionali India L’INDIPENDENZA (1947) L’india vive circa 300 anni di controllo britannico, nonostante non tutto il territorio geografico faccia parte della colonia. Raggiunge l’indipendenza nel 1947, grazie al: I. Partito del Congresso: nato nel fine del XIX secolo, diventa partito solo nel XX secolo con Gandhi. Importante per l’indipendenza e la nazionalizzazione dell’India. II. Lega musulmana, rappresenta gli interessi della minoranza musulmana. Hanno visioni opposte: I. È volta all’unità del territorio indiano. II. È volta alla creazione di una Patria musulmana indipendente da quella indù. Poco prima del 1947, venendo incontro alle posizioni della Lega musulmana, il governo britannico riconosce sul territorio indiano due entità: una sotto il governo britannico, l’altra indipendente e volta ad accogliere i musulmani. — Il territorio britannico si spacca in Unione Indiana e Pakistan. Lo sviluppo della politica estera indiana è influenzato da: - Il trasferimento forzato di popolazioni da una zona all’altra produce conflitti e 1 milione di vittime, un trauma che influenzerà lo sviluppo della politica estera indiana. - Le tensioni territoriali dovute alle rivendicazioni indiane di territori al di fuori dei confini stabiliti dai coloni britannici. DALL’INDIPENDENZA ALLA GUERRA FREDDA 1947-1964 Il primo ministro sviluppa e gestisce la politica estera indiana; J. Nehru è l’unico che, dal 1947 al 1964 si interessa di relazioni internazionali: • autonomia completa come reazione al periodo coloniale. • autosufficienza economica • non violenza; l’india è l’unica colonia che non ha ottenuto l’indipendenza tramite conflitti violenti. • Neutralismo positivo • Visione diffidente del sistema internazionale del secondo dopoguerra (ONU…), viste come estensioni ineguali delle grandi potenze. Tuttavia nel secondo dopoguerra l’india ha rapporti internazionali con tutte le potenze ad eccetto degli Stati Uniti, che la ritengono parte integrante del blocco sovietico. Viceversa l’India guarda con sospetto le manovre occidentali. Riceve aiuti dall’URSS e dagli USA, che lo ritengono un paese debole. Nei primi anni '60 due eventi segnano un cambiamento della politica estera idealistica dell’India portata avanti da Nehru: - Conflitto con la Cina nel 1962. Nonostante le buone relazioni iniziali tra i due Stati, l’attivismo indiano nel contesto internazionale come leadership dei movimenti non allineati è visto come una minaccia da parte della 15 Cina. Inoltre rivendicazioni territoriali indiane da parte cinese portano a un conflitto territoriale che si conclude con la sconfitta dell’India. Comincia un processo di autoanalisi sulle cause di questa sconfitta. - Morte di Nehru. Altri eventi che segnano il decennio e la trasformazione della politica estera: - secondo Conflitto del Pakistan sul controllo del Kashmir, che vede vittoriosa l’India. - Ingerenza indiana all’interno di una guerra civile pakistana a favore della parte orientale (ora riconosciuto come Bangladesh) e l’avvicinamento all’URSS fa si che l’india sviluppi una nuova politica: 1964-1989 • meno idealista, più pragmatico, grazie alla consapevolezza delle proprie capacità. • Approccio interventista e muscolare, con l’uso della forza e della deterrenza. • 2 nuove figure politiche: Indira Gandhi e il figlio Rajiv Gandhi. Migliorano le relazioni con alcuni Paesi; nonostante ciò il suo Status Internazionale si riduce. UN “NUOVO MONDO”: LA FINE DELLA GUERRA FREDDA E L’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE 1989-1991 2 fenomeni - Fine della guerra fredda fa crollare i regimi comunisti nell’Europa orientale. - Trionfo della globalizzazione, con l’affermazione del libero mercato e l’integrazione economica tra i Paesi delineato in 3 dimensioni: • Egemonia di un’unica superpotenza • Ideologia del mercato • Eliminazione delle barriere grazie allo sviluppo tecnologico 1991-1996 Ripercussioni nel sistema politico indiano - Sistema economico. Prima del 1991 è un’economia disfunzionale, con ridotti investimenti stranieri a causa del meccanismo delle licenze. A partire dal 1991 l’economia indiana entra in crisi a causa di un deficit dei pagamenti. Per risolverla, da un lato accetta le condizioni dei finanziatori internazionali con riforme strutturali, dall’altro ripensa la propria politica estera in funzione dello sviluppo economico con riforme economiche e liberalizzazioni: • Riduzione del ruolo dello Stato in economia • Creazione di un contesto favorevole all’iniziativa privata • Graduale e progressiva integrazione del mercato indiano con quello internazionale. Le liberalizzazioni sono alla base della crescita economica; si assiste a una crescita della dimensione economica e del reddito pro capite. - Politica estera. L’impalcatura ideale non viene eliminata, vengono rimodulati gli obbiettivi: • Supporto del dinamismo economico e degli interessi economici indiani nel nuovo contesto internazionale • Viene rafforzato l’approccio pragmatico • Nuovo slancio delle relazioni diplomatiche multilaterali con Israele, USA, Cina, Sudest asiatico e Asia orientale con la “look-East Policy”, EU. 1989-2003 Periodo di mantenimento delle politiche adottate in quello precedente. 2003-2014 Nel 2003 prende potere il Partito BJP, con forte connotazione di fondamentalismo religioso ed estrema destra identitaria. Il governo si rende conto di un appiattimento nelle politiche americane, quindi l’india cerca di rilanciare una politica autonoma, sganciandosi dagli USA: • ricostruzione di un mondo multipolare • rilancio delle relazioni con Cina e Russia • Crescita economica, sviluppo e sicurezza energetica. > Basi per acquisire lo stato di grande potenza. Partito del Congresso torna al potere con Mohammad Sing, che si riavvicina all’UE e agli USA di Obama. Nonostante ciò l’UE critica l’India per la mancata tutela dei diritti umani in alcune zone dell’India; viceversa l’India rimprovera l’UE di essere troppo moralista. 2014-2022 Primo ministro: Narendra Modi, leader di BJP, che connota l’identità indiana in termini di religione indù e cultura induista. In questa visione alcune minoranze religiose come l’Islam sono considerate minoranze. Il progetto del Primo Ministro era originariamente quello di sviluppare una nuova politica estera, sostituendo i fondamenti ideali con elementi tratti dalla cultura induista. In realtà continuità con il passato: - priorità allo sviluppo economico e sociale - Costruzione di partnership senza aperto allineamento - Rimanere potenza dominante in Asia meridionale - Accrescere lo Status internazionale ma anche capacità economiche e militari - Creare soft power 16 ANCORA UN “MONDO NUOVO DOPO LA GLOBALIZZAZIONE? Relazioni Indo-russe. Entrate in crisi negli anni ’90, ripartite spontaneamente negli anni 2000. - Vantaggi strategici: armi, sicurezza energetica, sinergie a livello politico, identità di vedute - Criticità: bassi scambi economici, poche infrastrutture per l’approvvigionamento energetico. Relazioni Indo-EU: - essenzialmente solo nella dimensione economica - EU critica l’atteggiamento “revisionista” dell’India nell’ordine mondiale. - l’India rifiuta la lettura occidentale di principio di protezione dei diritti umani e ingerenze e trova frustrante il focus dell’EU sulla Cina come principale partner asiatico. Asia Orientale Mappa Gangnido (XV sec.), geografo Coreano: la Cina è il centro della carta e quindi il centro del mondo; la Corea, nonostante non sia la più importante, è comunque rappresentata molto grande. Il Giappone non è invece particolarmente rilevante nella sua visione del mondo, è infatti relegato in basso a destra. SISTEMA SINOCENTRICO O DEI TRIBUTI La Cina è stata per secoli il centro delle relazioni internazionali in Asia, oltre che una grandissima potenza economica e militare mondiale. — Concetto di Tianxia: tutto ciò che sta sotto il cielo è impero cinese. La maggior parte degli Stati che stanno attorno alla Cina per riconoscere la supremazia del potere dell’imperatore si legano attraverso dei tributi. Questo sistema rimane stabile per secoli perché vantaggioso da entrambe le parti: - Gli stati possono commerciare con la più grande potenza economica e ricevere protezione militare Inoltre i regni vengono investiti dall’imperatore Cinese della legittimazione di governare su quel territorio. - la Cina ottiene il riconoscimento di potenza egemone. Questo sistema ha anche garantito stabilità e una relativa pace, il numero di conflitti in Asia Orientale in quei secoli è infatti inferiore rispetto all’Europa. Il sistema cambia verso metà 800’, quando le potenze europee, arricchite dopo la rivoluzione industriale, iniziano ad interessarsi all’Asia orientale, in particolare alla Cina. Le potenze occidentali (UK per prima) chiedono alla Cina di aprire il suo mercato all’occidente, ma questa non è d’accordo. • Prima guerra dell’oppio, la potenza navale cinese è sconfitta dall’UK. Il primo trattato impone: - l’insediamento di cittadini Europei per il commercio - i cittadini stranieri non sono sottoposti alla giurisdizione Cinese, - Il porto di Hong Kong funge da base commerciale inglese Uk • Con la seconda guerra dell’oppio vengono questi trattati ineguali vengono imposti da altre potenze europee e il mercato cinese è conquistato con la forza. Inizia il secolo dell’umiliazione cinese, che finisce con la presa di potere del partito comunista cinese. In questo periodo la Cina inizia a subire il controllo sia delle potenze europee che del Giappone. Anche il Giappone diventa una risorsa per le potenze europee; in particolare gli USA tentano di aprire il mercato Giapponese ai mercati occidentali tramite la “diplomazia delle cannoniere”, con cui chiedono di aprire il mercato pena una guerra contro di loro. • Il Giappone, non volendo la Guerra, firma prima il trattato di Kanagawa del 1854 e poi altri trattati simili con altre potenze. Si tratta sempre di trattati ineguali che favoriscono l’occidente, tuttavia, mentre la Cina non riesce a trasformare il suo sistema per rivaleggiare con gli occidentali, il Giappone reagisce all’arrivo degli occidentali. IL SISTEMA IMPERIALE GIAPPONESE • A differenza della Cina, il Giappone reagisce all’arrivo degli occidentali imbarcandosi in un processo di modernizzazione e occidentalizzazione. A partire dal ’68 lancia un programma di riforma interna, restaurazione Meji, che coinvolge tutti i settori. Il successo della restaurazione Meji porta il Giappone a eliminare il sistema dei trattati ineguali, trasformandosi in un potenza coloniale di stampo occidentale. • Dal punto di vista militare, il Giappone sconfigge prima la Cina imperiale nella prima guerra sino-giapponese (1894-95) (con cui conquista il Taiwan) e poi la Russia nella guerra russo-nipponica (1904-05). • Il Giappone diventa cosi una potenza militare ed inizia a consolidare il suo status di potenza imperiale. • Nel 1905 la Corea diventa un protettorato Giapponese e nel 1910 viene incorporata nell’Impero come colonia. • Nel 1931 il Giappone inizia la conquista della Manciuria, regione a nord-est della Cina, stabilendo lo Stato fantoccio del Manchukuo, e nel 1937 da il via alla seconda guerra sino-giapponese. • Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale in Europa, il Giappone si approfitta della debolezza delle potenze coloniali europee, conquistando le loro colonie a Sud dell'Asia. • Nell’Agosto del 1940, viene enunciata l’idea della “sfera di co-prosperità dell’Asia orientale”, di un’Asia governata dai popoli asiatici che esclude le potenze occidentali. — narrazione propagandista per cui il Giappone si presenta liberatore dei popoli asiatici e non colonizzatore. La fine del sistema imperiale giapponese 17 - Forum di dialogo e cooperazione. — Forma fondamentale dell’attività NATO dal 1990 al 2022 Nella prevenzione, gestione e soluzione di crisi internazionali, la NATO rifugge l’idea che la soluzione possa essere solo militare e confida nell’approccio globale a tutte le dimensioni della crisi. — Comprehensive approach. ≠ la NATO non possiede le competenze economiche e civili, quindi può risolvere le crisi solo con strumenti militari e politici e ciò porta ad avere alcune crisi irrisolte. Per questo sarebbe fondamentale una collaborazione tra NATO ed EU, che dispone di una competenza economica e politica di cui la NATO non dispone; nonostante i buoni rapporti, tale cooperazione non esiste. 5. LA NATO E L’UCRAINA Nel 1999, 10 anni dopo la caduta del muro di Berlino, i paesi baltici entrano liberamente nella NATO perché non si sentono sicuri, minacciati dalla Russia. Nel 2008, Putin dichiara che Georgia e Ucraina vengono percepiti come parte della Nazione, più che i baltici. 1991-2014 • 1991: Ucraina entra nel North Atlantc Cooperation Council • 1994: Partnership for Peace • 1996: partecipa all’operazione NATO in Bosnia • 1997: istituzione della Commissione NATO-Ucraina • 2008: Summit NATO a Bucharest • 2009: attivato programma nazionale annuale che rende disponibile fondi NATO per rafforzamento delle forze difensive ucraine. • 2014: strage di piazza Maidan e invasione della Crimea da parte della Russia. 2014-2002 i rapporti si fanno sempre più intensi - 2016: Summit NATO a Varsavia, si decide un pacchetto di assistenza globale per l’Ucraina. - 2017: parlamento Ucraino espone l’intenzione di entrare della NATO, cambiando la Costituzione. - 2020: l’ucraina modifica la strategia di Sicurezza Nazionale dell’Ucraina in vista del suo aderire all’alleanza - 2021: Summit NATO a Bruxelles, la NATO dichiara supporto alla sicurezza di Ucraina e Georgia e disponibilità a intervenire in caso di attacco. L'Unione Europea È un attore non-Stato ed una federazione, nonostante spesso si avvicini alla confederazione (modello che dà molta più importanza ai membri;, in cui il governo dovrebbe pensare alla politica estera, economica e poco altro). L'Unione ha una politica estera in competizione con i singoli membri (fattore assente nella confederazione) e interviene in campi che hanno un effetto diretto sui cittadini europei (Es: se viene approvata una direttiva sui dati gli Stati sono obbligati a metterla in pratica).  Modello di integrazione di Schmitter Ha molti fattori in comune con un'Organizzazione Internazionale, come la nascita da Trattati Internazionali dove stati sovrani hanno deciso di cedere la propria sovranità. ORIGINE • L’origine è riconducibile alla CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio), poiché è il primo passo nel cedere la sovranità dei singoli favore di un ente sovranazionale. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene considerata l’idea di smettere di fare la guerra fra europei, partendo dalla condivisione di carbone e acciaio, risorse dell'industria pesante alla base della guerra: se si mettono in comune questi prodotti si limita la tentazione di creare armamenti pesanti. • Tentativo fallito di creare un'Unione Europea di Difesa (CED): il trattato, nonostante venga firmato, non viene mai ratificato. • Viene invece creata la Comunità Economica Europea (CEE), che viene poi fusa con la CECA dando vita alla Comunità Europea. Fino al 2002/2003 vengono emanati trattati che aggiustano la struttura dell'Unione data da Maastricht; dai trattati di Lisbona e Dublino la struttura non viene più modificata ma solo allargata o aggiustata dal punto di vista pratico (Cooperazione rafforzata); — nonostante ciò tutti i membri (27) concordano sul fatto che bisognerebbe cambiarla: non si tocca niente, ma tutti si rendono conto che l'Unione fa fatica a funzionare bene in alcune situazioni. La struttura che ora vediamo è infatti stata pensata per pochi membri, in quanto con il numero ideale di 12 si possono prendere decisioni all'unanimità. Ciascuno stato membro ha infatti diritto di veto e uno può ostacolare i piani di tutti gli altri. Territorio Variabile Territorio Fisso Funzioni Variabili Condominio Consorzio Funzioni Fisse Confederazione Stato (federale) 20 LE ISTITUZIONI PRINCIPALI Istituzioni originali • Consiglio Europeo: accompagnava l'Unione Europea, poi vi è stato inglobato. Prendono parte i Capi di Stato e Governo e ha una direzione strategica.  • Commissione: mette in pratica le decisioni prese. • Consiglio dei Ministri dell'Unione: partecipano i Ministri competenti dell'argomento in quel momento; Il consiglio rappresenta gli Stati, mentre la commissione l'Unione, quindi è giusto che si difenda il singolo Stato. • Parlamento: fino al 1979 sedevano parlamentari delegati dei governi, ora essi vengono scelti a elezione diretta. È il rappresentante degli europei totalmente legittimo;  il numero dei deputati è proporzionato alla popolazione dei singoli Stati (Francia e Italia 77, Germania un po' di più). La loro corrente politica è determinata dalla politica interna.  • Corte di giustizia: deve sciogliere le tensioni fra Stati membri o organi dell'Unione, oppure fra uno Stato membro e l'Unione. Istituzioni moderne • Banca centrale: è nata all'inizio degli anni 2000 e gestisce l'area Euro, autorizza la dimensione della massa monetaria. Anche i paesi non membri dell'area Euro sono influenzati dalle sue decisioni. Nel Consiglio dei Ministri la votazione avviene per unanimità, votazione di default, o per quorum in alcuni casi. Per evitare che sia fatta ad unanimità si chiede se qualcuno è contrario e si cerca di appianare le differenze, tuttavia non è possibile che ogni decisione vada bene sempre a tutti. In sintesi: la Commissione propone > il Parlamento vota a maggioranza > se il Parlamento approva la bozza viene mandata al Consiglio dei Ministri, dove vige l'unanimità.  Nonostante sia un Parlamento a tutti gli effetti, i parlamentari non possono proporre leggi, in quanto si dovrebbero cambiare i Trattati. Molti stati membri EU anche membri NATO non vogliono rischiare che l'UE eserciti funzioni della NATO creando doppioni e indebolendo l'alleanza, infatti l'Olanda è contro alla maggiore autonomia militare, mentre la Francia è pro. I SUCCESSI • Mercato unico fra tutti i membri, secondo cui non possono esserci limitazioni al movimento di capitali, merci, persone e servizi. Il problema è che nessuno aveva pensato che certi Paesi potessero “ribellarsi”. • Allargamento: dal 2004 in poi l'Unione si è allargata con l'entrata di Paesi del blocco sovietico, dando l'idea che abbia aiutato il consolidamento della democrazia in questi paesi. Secondo le regole di comportamento alla base delle istituzioni europee con una condanna della Corte di Giustizia non può esserci l’espulsione del Paese, ma la Commissione può iniziare a sospendere i trasferimenti. Fino ad ora non è mai successo, poiché tutti sono spaventati all'idea. • Politica di Vicinato: Turchia e Nord Africa godono dei vantaggi dei paesi membri ma senza essere nell’UE. • Erasmus: partito come progetto piccolo e con poca fiducia, ha come obiettivo il creare cittadini europei. • Euro: è una delle monete più forti al mondo, ma ha un problema che il dollaro non ha. — Il governo ha a disposizione due strumenti: la politica monetaria e quella fiscale. Quella monetaria è decisa dalle banche che, indipendentemente e sulla base dell’economia, decidono quanto è grande la moneta che può circolare; la politica fiscale è decisa dal governo. ≠ L'Unione non ha una leva fiscale, è come se lo strumento fosse mancante della leva fondamentale: l'Unione non può decidere la percentuale di tassazione delle imprese, poiché stabilito dai membri. Per esempio l'Irlanda ha una tassazione bassissima per le imprese, facendo in modo che molti si spostino là.  I FALLIMENTI • CED: politica di difesa e sicurezza  • Politica Estera Comune (PEC): ha poi avuto varie trasformazioni • Immigrazione esterna: non c'è una politica comune ed intenzionale, ogni Paese ha una propria regolamentazione. C’è il tentativo di cambiare il trattato di Dublino, in quanto mentre il diritto internazionale stabilisce che un individuo in situazione di pericolo in mare dev’essere salvato e portato in un luogo sicuro, il trattato di Dublino sui rifugiati prevede che dopo il salvataggio in mare la responsabilità sia del Paese di sbarco, creando così problemi.  • Tentativo di approvare la Costituzione europea come fusione dei trattati. • Cittadinanza europea. • Ex Jugoslavia: nonostante l'Unione non abbia gli strumenti per risolvere questa crisi, si prende la responsabilità di risolvere esonerando gli Stati Uniti. A causa dell’assenza di strumenti manda in guerra degli osservatori, chiamati gelatai.  • Brexit, causa del crollo economico della Gran Bretagna. 21 POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA Il Trattato di Lisbona finanzia l'EEAS, corpo diplomatico comune che non ha mai funzionato per colpa degli Stati membri. Russia CINA VS RUSSIA Russia e Cina sono entrambi stati regimi comunisti. • Gli USA intervengono separando la Cina comunista dall’Unione Sovietica e sacrificando la Cina Nazionalista. Grazia agli USA, la Cina vive una progressiva e lenta ascesa dagli anni 70. • La Russia subisce invece una grave perdita con la fine dell’URSS. La perdita di status di superpotenza diventa uno shock anche per il cittadino russo medio e comporta la visione degli USA come avversario principale. Riesce, dopo un ventennio, a fermare il declino. Sono i maggiori competitors per gli USA È l’unica potenza nucleare al pari con gli USA, avendo recuperato buona parte dello svantaggio militare. È tuttavia l’unica voce in cui ha un livello paritario a quello degli USA, negli altri campi non c’è competizione. L’economia dipende dalle esportazioni di materie prime, compresi gas e petrolio, e di armi. Il resto dell’economia è debole e non sviluppata ed è di molto inferiore rispetto a quella americana. Il progressivo arretramento rispetto agli Stati Uniti si accompagna a degli shock. • fine dell’URSS • 1993-1999: separazione della Cecenia, regione autonoma all’interno della Russia. Yeltsin prova a rispondere con un intervento militare, che è però fallimentare. Viene firmata una tregua e, quando Putin sale al potere, la sua presidenza dipende dalla risoluzione della questione cecena attraverso la distruzione della capitale. • 1988: Crisi del Rublo; la Russia, cercando di adottare i parametri per diventare un’economia moderna, indebolisce e fa crollare il rublo. — l’opinione pubblica si percepisce inferiore rispetto agli occidentali. • Allargamento a Est prima dell’UE (accettabile da parte della Russia) e poi della NATO, più problematico, in quanto: dal punto di vista russo la Russia aveva ricevuto conferme non formali che la NATO non si sarebbe allargata oltre i paesi dell’Europa Orientale, ≠ da quello della NATO, in quanto essa è un’alleanza di paesi sovrani, se un paese decide di aderire alla NATO, è difficile dire di no. • Problemi interni del paese. IL NEAR ABROAD RUSSO - La Russia comunica al resto del mondo che i territori dell’ex URSS persi sarebbero stati off limits per la percezione della sicurezza russa, in quanto territori con la presenza di minoranze russofone. + Essa aveva già fatto uno sforzo nel riconoscere l’indipendenza dei Paesi Baltici. - Nel 2008 Ucraina e Georgia fanno passi avanti per l’adesione alla NATO, nonostante la Russia ricordi ai due Stati gli accordi informali presi. - In Agosto 2008 la Russia invade la Georgia con l’obiettivo di liberare la minoranza russofona. - I Paesi orientali, per ovviare al problema, eleggono governatori a vita e riconoscono la potenza russa. - La Bielorussa rielegge lo stesso presidente in ogni elezione. - L’Ucraina: - si dive in parte occidentale, ex impero austroungarico, e orientale, ex impero russo. - l’identità russa in ucraina esiste da sempre, allo stesso tempo gli ucraini anche in unione sovietica hanno cercato di affermare la loro identità come diversi dai russi. - Parte della resistenza Ucraina ha appoggiato la potenza nazista 22 • Inter-Allied Petroleum Conference (febbraio 1918): USA,UK, Francia e Italia si incontrano per coordinare l’utilizzo del petrolio a livello bellico. • 1943 per la prima volta, negli USA, con un’economia avanzata e quindi un livello maggiore di consumi, nasce il timore per il raggiungimento del picco della produzione e della fine delle riserve di petrolio. — Teoria del picco, che fa nascere la teoria della conservazione: dovendo conservare il petrolio USA, è necessario comprare il petrolio prodotto da altri paesi; nasce da qui l’interesse verso il medio oriente (ARAMCO, accordo con Arabia Saudita). • Anni ’50/’60: la crescita economica e la grande disponibilità di petrolio rendono i prezzi del petrolio relativamente bassi, condizione che causa il boom economico. • I paesi produttori ed esportatori (Venezuela, Arabia Saudita, Iran, Iraq, Kuwait), di fronte alla crescente domanda di petrolio creano, nel 1960, l’Organization of the Petroleum Esporting Countries (OPEC), per fissare il prezzo del petrolio e non cadere nella concorrenza. • Nel 1973, di fronte al conflitto tra arabi e israeliani, l’OPEC decide di ridurre la produzione in maniera considerevole, scatenando il 1° Shock petrolifero. Nel 1979 c’è il 2° Shock petrolifero, che coincide con la rivoluzione khomeinista in Iraq. • Gli USA, tra il 1973-1980, sviluppano il Project Indipendence, che punta all’indipendenza energetica dal resto del mondo + Dottrina Carter (1980) dichiara che la zona del golfo persico è una zona strategica e un’area di sicurezza nazionale degli USA. — In generale, in seguito agli Shock, tutti i paesi industrializzati creano delle riserve energetiche per un periodo di almeno tre mesi, per poter fronteggiare un eventuale taglio della produzione e mantenere in piedi la produzione. Tale risorsa viene utilizzata dagli USA in occasione della Guerra del Golfo (1990-91, anche dall’Europa) , dell’Uragano Katrina (2005) e della crisi in Libia (2011). SICUREZZA ENERGETICA Viene creata di fronte alla paura dell’indisponibilità dell’energia. Il concetto di sicurezza energetica è troppo complesso e ha sempre più significati (politici, strategici, economici e ambientali). Per chi: I consumatori necessitano l’accesso alle fonti, i produttori devono proteggere la propria riserva energetica. Per i consumatori l’unico modo di garantire la propria sicurezza energetica è avere varietà di fonti e di produttori. Il produttore vuole avere stabilità dei prezzi, in quanto l’industria energetica ha costi di investimento altissimi. Obiettivo: Ottenere un mix energetico nazionale bilanciato e resiliente contro eventuali shock. (Mix energetico: insieme di fonti energetiche primarie utilizzate in un determinato paese). Fattori di rischio: - Naturali - Tecnici (incidenti nucleari) - Politico-sociali e resource wars: le fonti di approvvigionamento degli idrocarburi sono in aree instabili e insicure, poco rispettose dei diritti umani. Obbiettivi sensibili: - impianti di estrazione-raffinazione - Infrastrutture per il trasporto e stoccaggio (oleodotti, gasdotti) Questione del gas, difficile da trasportare perché in forma gassosa, può essere trasportato tramite gasdotto o trasformandolo in gas liquefatto; nonostante il gasdotto sia più efficiente e semplice, può trasportare gas solo dal produttore al consumatore. Estrarre Gas costa meno che estrarre Petrolio, tuttavia il suo prezzo è legato al prezzo del petrolio; inoltre il mercato energetico del gas, più rigido, stabilisce un prezzo di contratto di lunga durata (anche un anno). — il gas è più costoso e politicizzato, meno flessibile del petrolio. Il petrolio in Europa e USA viene utilizzato principalmente come carburante per i trasporti; gli altri usi, come la produzione di energia elettrica e il riscaldamento, viene utilizzato il gas in quanto, essendo quello con il residuato minore fra gli idrocarburi, è considerato più accettabile del petrolio. Lo Spazio comune Lo Spazio è una delle aree comuni della politica internazionale. Gli oceani, l’atmosfera, il cyberspazio, lo spazio extraterrestre (che si divide in troposfera, stratosfera, mesosfera) sono commons, non contengono insediamenti umani permanenti. Lo Spazio circumterrestre si estende fino a 36mila km di altitudine, l’altitudine geostazionaria, oltre la quale ci sono solo alcune sonde e satelliti da ricerca scientifica. I satelliti vengono utilizzati per le comunicazioni commerciali, per quelle civili e militari, per l’osservazione della terra, per la navigazione, per la sorveglianza militare, per la scienza e per la meteorologia. I satelliti si dividono in: - geostazionari, che orbitano ai 36mila km di altitudine dalla terra - LEO, Low Earth Orbit, orbitano tra i 100 e i 400 km di altitudine - MEO, Medium Earth Orbit, orbitano dai 400km in altitudine in su 25 Dopo un certo periodo i satelliti esauriscono l’energia oppure incorrono in incidenti e danni, diventando rifiuti spaziali; quelli più vicini alla crosta terrestre tendono ad avvicinarsi allo strato di ozono e, quando si avvicinano alla superficie terrestre, il surriscaldamento dato dall’attrito è tale che si autodistruggono. Ciò non vale però per tutti, capita che il satellite non si disintegri completamente e cada sulla superficie terrestre. Inoltre, mano a mano che i satelliti si guastano, devono essere sostituiti; tuttavia gran parte dei rifiuti spaziali continua a orbitare intorno al pianeta, quindi gran parte delle orbite sono molto frequentate. • Nella seconda guerra mondiale (1944-45) la Germania nazista sviluppa il missile balistico, il primo oggetto costruito dagli esseri umani che entra nella stratosfera per poi tornare nella fascia dell’ozono. Essi vengono utilizzati contro la città di Londra e, tornando dalla stratosfera, i missili non producono rumore. • L’interesse per questo common a fini militari cresce, culminando con il lancio russo dello sputnik nel 1957. Nasce il rischio che lo spazio circumterrestre diventi una nuova arena di scontro tra URSS e USA in campo nucleare. Per evitare ciò viene firmato nel 1967 il trattato “Outer Space”, che proibisce il dispiegamento di armi nello spazio esterno, ancora oggi in vigore e relativamente rispettato. Il maggior numero di satellite appartiene a USA (e Canada, integrata nella NASA), Cina, Russia, Europa (Agenzia Spaziale Europea), Giappone, India e Brasile. Le spese per la ricerca spaziale dimostrano però che anche piccoli Paesi destinano parte dei fondi pubblici alle ricerche sviluppate dall’Europa e dagli USA, in quanto necessitano dell’utilizzo dei satelliti per la comunicazione commerciale. Nonostante l’”Outer Space” diversi Paesi cominciano ad avere una vera e propria forza spaziale facente parte della forza militare. USO MILITARE DELLO SPAZIO Lo Spazio circumterrestre rappresenta lo “high ground” per eccellenza, lo spazio più alto che permette di vedere più lontano, massima militare che esiste da sempre. E necessario fare una distinzione tra: • Militarizzazione: l’uso dello spazio extra-atmosferico per scopi militari, che non preclude però la permanenza di satelliti militari nello spazio; inoltre spesso i satelliti vengono utilizzati sia per fini civili che per fini militari, quindi è difficile fare distinzioni. • Weaponization: la messa in orbita di vere e proprie armi. - SDI Program: alla base dei sistemi elaborati per la difesa anti-missile. - Prevention of placement of weapons in Outer Space: bozza di trattato dall’Onu contro la weaponization da parte di Russia e Cina nel 2008-2014. - ASAT: armi anti satellite, che non sono proibite se vengono lanciate da terra. Tuttavia alcuni esperimenti elaborati da Cina e Russia nel 2021 per distruggere vecchi satelliti causano una serie di rifiuti nella LEO, rifiuti che rischiano di colpire la stazione spaziale internazionale. Negli esperimenti viene messa in orbita una piccola sfera, che viaggia a una velocità tale che, nel colpire il bersaglio, lo distrugge completamente. USO COMMERCIALE DELLO SPAZIO I satelliti sono diventi accessibili anche a livello privato e vengono sfruttati principalmente nella Telecomunicazione e nella meteorologia. Potrebbero prendere piede anche il turismo spaziale e lo sfruttamento minerario degli asteroidi e di Marte. Ciò perché sugli asteroidi c’è una quantità di minerali molto alta. Esperimento skybender: drone alimentato a energia solare, che può restare in volo per un periodo lunghissimo senza bisogno di atterraggi e rifornimenti; è una fortissima alternativa ai satelliti di orbita più bassa ed essendo un velivo non rischia di violare limiti imposti alla militarizzazione dello spazio e può quindi trasportare armi. Epidemie e Salute Globale Due dei maggiori e più pericolosi effetti di questa era di globalizzazione sono: 1. Maggiore velocità di diffusione delle malattie infettive 2. Diffusione di malattie una volta circoscritte e limitate a particolari aree. ESEMPIO: LA PESTE NERA Nome popolare con cui ci si riferisce alla seconda pandemia di peste (batterio Yersinia Pestis) che colpisce l’Europa nel XIV secolo. Non si tratta della prima epidemia, ma di quella documentata meglio. • Il batterio è originario della Mongolia e viene diffuso tramite le invasioni mongole del 1200. Il contagio arriva alle porte d’Europa, nei porti navali della Crimea sfruttati dai Genovesi, nel 1346. • Partendo da Genova, il patogeno si diffonde in tutta Europa e raggiunge il Nord della Scozia e Scandinavia solo nel 1349-50. — Oggi, senza contromisure, impiegherebbe al massimo 48 ore. Portatore: pulce che vive nel ratto nero, roditore che si trova sulle navi e che diffonde il virus nei territori in cui la nave staziona. La mortalità della peste nera è stata calcolata tra il 30 e il 60 % della popolazione europea del tempo. Applicando tale mortalità alla popolazione europea di oggi, si arriverebbe a stimare tra i 150 e i 250 milioni di morti. — senza contromisure come un antibiotico (in ogni caso si tratterebbe di milioni di dosi). 26 LA TRIADE EPIDEMIOLOGICA - Agente, patogeno o virus che infetta l’ospite. - Ospite; l’ospite originario tende ad essere resistente al patogeno. - Ambiente dove si diffonde il patogeno. EPIDEMIA: diffusione di una patologia infettiva che resta circoscritta ad un’area specifica, spesso all’interno dello stesso Paese. PANDEMIA: nel caso in cui la patologia si diffonda in molte altre zone in altri Paesi. Entrambe presentato uno sviluppo crescente, fino ad arrivare a un picco e poi a una scomparsa. MALATTIE ENDEMICHE Endemizzazione: l’agente patogeno trova un equilibrio con la popolazione umana; Malattie endemiche: patologie che non seguono il tipico corso delle epidemie (non ce picco e scomparsa); esse possono essere poste sotto controllo, anche se presenti nella popolazione. il grosso della popolazione non ha effetti devastanti. Esempi: • Nel caso della Malaria e del Colera, la soluzione risiede nell’eliminare le condizioni ambientali che favoriscono il diffondersi della malattia. • Nel caso della Tubercolosi invece, debellata in quasi tutta Europa, è tornata in tempi recenti, reintrodotta dall’arrivo di persone provenienti da Paesi dove essa è ancora presente in maniera endemica. • L’HIV ha avuto un inizio epidemico (anche se molto lento) per poi trasformarsi in malattia endemica. Epidemie e Pandemie • In passato, Peste e Vaiolo erano le pandemie più comuni e devastanti in Europa, • Nel 1918-19, una variante pericolosa del virus influenzale causa la pandemia di “influenza spagnola”, che investe tutto il mondo civile, causando 100 milioni di morti. • Nel 2002, originaria in Cina, la SARS causa una quasi-pandemia (a parte le misure profilattiche adottate, non e chiaro perché la malattia si sia fermata). CENTRI DI DIFESA • La World Health Organization (WHO/OMS), agenzia ONU con sede a Ginevra competente per tutto ciò che riguarda la globale public Health. • Il Center for Disease Control & Prevention (CDC), con sede ad Atlanta, uno dei più importanti centri mondiali per il contratto delle malattie infettive. • Lo European Center for Disease Prevention & Control, con sede in Svezia. I BATTERI RESISTENTI Gli antibiotici possono combattere l’infezione data da batteri; tuttavia, dato che essi sono organismi capaci di resistere agli antibiotici, è necessario continuare a studiare lo sviluppo di nuovi antibiotici. La ricerca non è però un investimento conveniente e redditizio per le industre farmaceutiche. Inoltre la somministrazione di antibiotici preventivi agli animali negli allevamenti fa si che l’antibiotico sia sempre meno efficace; tale condizione fa si che alcuni batteri trasmissibili tra gli umani e presenti in terapie e sale operatorie tendano ad essere resistenti a gran parte degli antibiotici. CBNR Acronimo di Chemical, Biological, Nuclear, Radiological. — armi di distruzione di massa con la capacità di causare un gran numero di vittime in tempi rapidi. I trattati per il controllo delle CBNR funzionano solo se prevedono ispezioni e controlli accurati, in quanto è facile dissimularne la produzione. L’unica protezione è la difesa passiva, che difende da agenti chimici e biologici e radiazioni nucleari. ARMI NUCLEARI Le armi nucleari si dividono, in base alla potenza, in • Tattiche (alcuni Kt): la potenza distruttiva è limitata, vengono utilizzate sul campo di battaglia; nonostante ciò c’è comunque la creazione di un certo residuo radioattivo, che varia in base all’altitudine a cui vengono lanciate e i venti che trasportano la radioattività. Nessuno conosce la quantità di armi tattiche possedute dai diversi stati. • Strategiche (da qualche kT a 1,2,5 Mt) possono essere a fissione (armi atomiche) o a fusione (testata termonucleare). — Arsenali nucleari di armi strategiche 1990/2022. Durante la guerra fredda, si fa una distinzione tra counter-force (contro obiettivi militari) e counter-value (contro obiettivi civili). Vettori, mezzi che trasportano l’arma e la detonano: missili (ICBM e IRBM, missili balistici, SLCM, missili cruise lanciati da sottomarini), MIRV, MARV, bombardieri e cacciabombardieri, proiettili di artiglieria, mine nucleari. — permettono di dare flessibilità all’uso delle armi nucleari. 27 Gestione dei disastri DISASTER RISK REDUCTION E DISASTER MANAGEMENT Definizione di disastro delle Nazioni Unite: «una grave perturbazione del funzionamento di una comunità o di una società dovuta a eventi pericolosi che interagiscono con le condizioni di esposizione, vulnerabilità e capacità di risposta, portando a una o più delle seguenti conseguenze: perdite e impatti umani, materiali, economici e ambientali» Rischio: la pericolosità dipende dall’esposizione al problema e dalla vulnerabilità. — disaster risk reduction, insieme delle politiche che mirano a prevenire il fattore di rischio e a creare resilienza, rendendo possibile la gestione del disastro e l’ideale sviluppo sostenibile. Crisi vs disastro: il disastro può essere una crisi, ma una crisi può diventare un disastro. — crisi: diversi livelli di incertezza che interrompono un’attività chiave e che richiedono azioni urgenti; la crisi non diventa necessariamente un disastro, si può lavorare a livello politico per contenerla. Categorie convenzionali: disastri naturali, tecnologici o umani. In realtà è più complicato di così: NA-TECH (natural hazard triggering technological disaster), disastri a cascata, disastri ibridi… EVOLUZIONE DELLA CRISI Nell’evoluzione di una crisi, pericoli simili possono avere impatto diverso in base a come le vulnerabilità sono gestite a livello locale e a come i sistemi interagiscono. — es: a Lima le infrastrutture critiche (ospedali) sono tutte nella zona più ricca, lontano dalle zone più povere, che sono anche quelle più insicure.— la vulnerabilità risulta da decisioni sociali e politici, è socialmente costruita, gli umani sono i maggiori fattori di disastro, che non dipende solo dalle forze fisiche che lo scatenano, ma dalle azioni politiche e sociali che vengono messe in atto per mitigarlo o amplificarlo e dai fattori che aumentano la vulnerabilità e la loro considerazione. Fattori: - Fisici: costruzioni irregolari e con materiali poveri. - Sociali: povertà, ineguaglianza, esclusione, discriminazione, fattori psicologici. - Economici - Ambientali Tali fattori diminuiscono la resilienza dell’individuo. RADICI DEL PROBLEMA DELLA SICUREZZA GLOBALE Problemi a breve termine e a medio termine, perché: - i politici guadagnano di più nel gestire un disastro che nel prevenirlo. - La capacità di adattarsi all’emergenza non è sincronizzata, essa può essere percepita lontana. - Sia l’esposizione che la vulnerabilità sono aumentate — inerzia dell’individuo, che crede che i problemi siano lontani e che non crede nella fallibilità della tecnologia e dell’energia; in realtà la bassa probabilità non significa che non accadrà domani. Scenario globale instabile, insostenibilità della globalizzazione, scenari con gradi di incertezza maggiore. — quali sono le radici dei problemi? Come cambiare la sostenibilità del sistema? Migrazione nella politica internazionale La migrazione, che può avere cause esclusive o invitanti, è una sfida nella politica internazionale, in quanto gli Stati nel Sistema Internazionale sono tenuti a tutelare prima i propri cittadini che gli individui che migrano. La questione migratoria è tra le competenze dell’Unione Europea. La concezione dell’UE come a uno spazio condiviso, in cui i cittadini possono muoversi liberamente, alimenta insicurezze e possibili minacce terroristiche. — importante la gestione collettiva del fenomeno. CRISI DEI RIFUGIATI 2015 • 2011: primavere arabe, tentativi da parte del Nordafrica e del Medio Oriente di rovesciare regimi politici corrotti e non democratici. — esito negativo eccetto per la rivoluzione tunisina. • 2011/2015: caduta di Keddafi, leader della Libia che riesce a contenere le migrazioni della zona sub-sahariana. • In Siria alcuni movimenti dal basso cercano di destituire il leader al potere. Il conflitto si evolve, l’Isis cerca di fondare uno stato islamico e la Siria si trasforma in un terreno pericoloso che attrae potenze vicine e lontane, come la Russia, che si inserisce così nel contesto mediterraneo, e USA. • Libano e Giordania iniziano ad avere grandi difficolta nell’inserire i rifugiati siriani nel sistema scolastico e regolativo; iniziano ad adottare delle politiche migratori più restrittive. — Nel 2015 i flussi si spostano verso l’UE, dato che vengono meno le garanzie dei Paesi di transito che li hanno ospitati fino ad ora; 801.919 persone, di cui la metà siriane e quindi bisognose di protezione internazionale, in un anno varcano la Turchia e approdano in Grecia, Stato ancora scosso dalla crisi economica e con problematiche di sicurezza. • Anni delle grande tragedie in mare nel Mediterraneo. — 19 aprile 2015, appena fuori dalle acque territoriali libiche, un barcone con 800 richiedenti asilo si rovescia e la maggior parte dei migranti muoiono. É una dinamica ricorrente ma che coglie l’attenzione europea, che non accetta tali tragedie nel mare considerato mare nostrum e che, promotrice di dirti umani ecc., non può permettersi che ciò succeda nel suo territorio. 30 Gestione della crisi: — Agenda delle Migrazioni, maggio 2015, ha l’obiettivo di salvare vite umane e allo stesso tempo proteggere i propri confini. Breve termine (affrontare la crisi imminente) - Salvataggio di vite umane - EUNAVFOR MED Sophia, missione navale per contrastare il traffico di essere umani, intercettando le navi dei trafficanti e consegnando alla giustizia i trafficanti stessi, per poi perquisire le navi e distruggerle. — 2015-2020, finisce perché nel 2018 l’Italia decide di chiudere i porti alle navi delle ONG e delle missioni internazionali. - Piani di ricollocamento; l’EU decide di ridistribuire i richiedenti asilo arrivati in Grecia nei territori degli Stati membri - Risistemazione dei rifugiati nei campi di rifugiati. - Rafforzamento della cooperazione con Paesi terzi. Lungo Termine (costruire una strategia per gestire le migrazioni) - Individuazione delle motivazioni profonde delle migrazioni, per intervenire con politiche che facciano fronte al fenomeno. - Revisione del sistema di asilo (CEAS) - Introduzione di canali legali di migrazione nell’EU; si tratta in realtà di una competenza in capo agli Stati membri, l’UE non può ampliare i canali regolari di accesso. - Cooperazione con Paesi terzi. Relocation Plans: Redistribuzione, a partire dall’estate 2015 di 24mila richiedenti asilo dall’Italia agli altri stati membri, 16mila dalla Grecia agli stati membri. Poi di altri 50mila richiedenti dalla Grecia, 54mila dall’Ungheria e 15mila dall’Italia Vengono ridistribuiti siriani, eritrei, iracheni, che otterranno sicuramente lo stato di rifugiato, in base alla grandezza della popolazione, indice di sviluppo, domande di asilo e tasso di disoccupazione degli Stati. Il piano non funziona: nonostante siano decisioni vincolanti per gli stati membri, alcuni Paesi ricollocano i rifugiati molto lentamente e altri (Polonia, Ungheria…) non accettano tali imposizioni da parte dell’Eu. • I flussi migratori aumentano e vengono reintrodotti i controlli ai confini interni dell’Unione, perché i Paesi ritengono che la Grecia non sia in grado di gestire i flussi in arrivo e che questo produca dei movimenti secondari di persone non autorizzate all’interno dei propri Stati. — Manovre che possono venire introdotte solo per ragioni di sicurezza o in casi eccezionali. Ciò avviene in modo scoordinato tra gli stato membri, senza notificarlo all’UE, senza limiti temporali, nonostante non sia permesso dal codice Schengen. — Dopo 5 anni i confini sono ancora presenti, passando con continue deroghe da crisi in crisi. • L’UE decide di modificare il suo approccio, sbilanciando le sue priorità verso la protezione dell’Unione Europea, salvando lo spazio Schengen e la comunità politica. • Statement con la Turchia, marzo 2016. — Turchia si fa carico di contenere nel proprio territorio i flussi che sarebbero altrimenti migrati verso l’UE. — Chiusura della rotta orientale. - ogni migrante irregolare viene rimandato in Turchia, anche se Siriano, in cambio dell’accettazione di un migrante siriano con presupposti regolari. - Controllo delle coste della Turchia, anche con l’aiuto della NATO. Vantaggi per la Turchia: - Accelerazione del processo di visa liberalisation dei cittadini - Apertura dei dossier par l’accesso alla Turchia nell’EU - 6 miliardi di euro per la gestione dei rifugiati nel Paese Problemi: - Rimandare persone con bisogno di protezione internazionale in Turchia = violare il diritto d’asilo. Ciò è possibile perché l’UE dichiara la Turchia stato sicuro, ma è veramente così? - Si tratta di un accordo informale. - Tentativo dell’UE di esternare e delegare la crisi. La crisi viene considerata risolta dall’UE, ma non è così. - Statement crea un precedente per poter chiudere altre rotte. Da dove deriva l’incapacità dell’Unione di gestire flussi migratori? - Sistema di asilo non funzionante: Convenzione di Ginevra del 1951 sancisce la protezione del rifugiato, ma si tratta di una protezione sussidiaria che protegge solo persone provenienti da situazioni di grande criticità. - Nonostante i Paesi garantiscano altri tipi di protezione internazionale, non si esiste un sistema di asilo, poiché il diritto d’asilo vale solo per lo Stato membro in cui si ottiene. Ciò incentiva i richiedenti a spostarsi dove le procedure sono più agili e vantaggiose, creando movimenti secondari non voluti dagli Stati. Tuttavia non c’è la volontà politica di creare un unico stato di asilo. Regolamento di Dublino: obbligatorio in tutti i Paesi membri, dice che il richiedente asilo deve fare domanda di protezione nel primo stato in cui entra e che lo Stato è obbligato ad accettare la domanda. — squilibrio a sfavore degli Stati di confine, firmato perché c’erano canali di accesso legali all’UE in cui anche la Germania era 31 Paese a confine. — ogni volta che c’è un arrivo massiccio, ciò crea tensione, perché non c’è un piano di redistribuzione europeo. CRISI TRA BIELORUSSIA E POLONIA, 2021 Estate 2021, l’UE accusa la Bielorussia di aver organizzato arrivi illegali di rifugiati in UE attraverso voli dalle capitali del medio oriente, spronando i rifugiati ad approfittare dei confini aperti per entrare nell’UE. — incremento di rifugiati, ma si tratta di numeri di molto minori alle altre rotte. Lituania e Polonia dichiarano lo stato di emergenza, accelerano le procedure di confine e diminuiscono il numero di accettazione di richieste d’asilo; inoltre dichiarano la minaccia della loro integrità statale, invocando l’art. 4 NATO ed ereggono muri o circondano i propri territori con filo spinato. Gestione della crisi: - Supporto delle politiche di Polonia, Lituania e Lettonia e sospensione del regime di facilitazione dei visti con la Bielorussia. + vengono supportate anche alcune delle misure per la limitazione del diritto d’asilo, chiamando in causa la sicurezza UE. - Vengono rafforzate le sanzioni contro la Bielorussia e personalità politiche specifiche. - Incremento del dialogo con i paesi di partenza: Istanbul, Antalya, Beirut, Bangladesh, Dubai. CRISI UCRAINA E OCCUPAZIONE RUSSA, 2022 L’UE comprende che dietro alle mosse di Lukašėnka c’è il tentativo di testare la resilienza dell’Unione da parte di Putin, che utilizza le migrazioni come principale arma contro l’UE. + Inserendosi in molti contesti africani, la Russia può entrare nei flussi migratori degli smugglers dirigendoli verso l’UE. Gestione della crisi: - l’UE comunica a Putin che non si farà spaventare dall’arrivo di milioni di rifugiati. — adotta la direttiva sulla protezione temporanea (TBD, Marzo 2022), che concede protezione automatica agli Ucraini e supera il Trattato di Dublino, permettendo la redistribuzione delle persone negli Stati membri. Ma: - Si tratta di una direttiva ad Hoc; l’Ue si sente minacciata nella propria integrità, quindi in caso di flussi dal mediterraneo la direttiva non viene applicata. - Doppio regime di assoluta protezione agli ucraini ma di selezione e respingimento di altre persone (studenti e immigrati) presenti in Ucraina, seppur nella stessa condizione di guerra. - Sistema non sostenibile, un conflitto longevo è un grand test alla resilienza europea. É possibile che si perda l’entusiasmo nella risposa e che altre crisi vengano accolte meno positivamente dagli Stati e dall’opinione pubblica. 32
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