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Introduzione; Aspirazioni e limiti dell’iconologia, in ID., Immagini simboliche., Sintesi del corso di Storia Dell'arte

Riassunto saggio di GOMBRICH, Introduzione; Aspirazioni e limiti dell’iconologia, in ID., Immagini simboliche. Studi sull’arte del Rinascimento, pp. 1-34

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 16/02/2022

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gatto.bianco3456 🇮🇹

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Scarica Introduzione; Aspirazioni e limiti dell’iconologia, in ID., Immagini simboliche. e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! RIASSUNTO SAGGIO ERNST H. GOMBRICH, Aspirazioni e limiti dell’iconologia, in Immagini simboliche, 1972 Introduzione Al centro di Piccadilly Circus, sorge la statua di Eros. La statua fu messa a riparo per lo scoppio della prima guerra mondiale, i festeggiamenti popolari furono nel 1947 e rivelarono il significato che aveva assunto questo simbolo per i londinesi. La fontana fu eretta tra 1886 e 1893 come monumento al settimo conte di Shaftesbury, la cui azione di coraggioso pioniere nel campo della legislazione l’aveva reso un esempio per il suo ordine, una benedizione per questa gente. Si dice che la fontana di Alfred Gilbert è simbolica e illustra la Carità cristiana. Secondo le parole dello stesso autore egli ha voluto simboleggiare l’attività di Shaftesbury “L’Amore bendato che lancia indiscriminatamente i suoi dardi di gentilezza, sempre con la rapida leggerezza che all’uccello assicurano le sue ali, ma sempre volando oltre senza curarsi dei pericoli e dei rischi”. Otto anni dopo, un’altra dichiarazione dell’artista ce lo mostra un po’ più vicino a quella che è l’interpretazione popolare della figura “Il conte aveva molto a cuore l’elevazione delle masse e so che egli si preoccupava molto della popolazione femminile e della sua occupazione. Ho concepito la fontana in modo che una qualche imitazione della festosità di fuori potesse trovare posto nella triste Londra”. Una voce insistente aveva attribuito all’artista l’intenzione di alludere al nome di Shaftesbury mostrando l’arciere con l’arco puntato in basso come se la freccia si fosse confitta nel terreno (infatti Shaft significa freccia e to bury significa seppellire). Un testimone oculare dice di aver ascoltato nel 1947 queste parole dall’autore, ma lo stesso Gibert nel 1903 annoverava ‘questo sciocco gioco di parole’. Quanti e quali erano i significati che Gilbert aveva avuto in mente? Si era fatto la sua notorietà come scultore di temi mitologici, come Icaro. Ma quali che siano state le ragioni che hanno spinto Gilbert a scegliere il suo tema? Un fatto è che egli doveva pur convincere il Comitato adattando i suoi desideri a una data commissione e a una data situazione, a questo punto potremmo discutere se sia stato il Comitato o l’artista a preoccuparsi del vero significato della scultura. Significato è un termine sfuggente, infatti l’iconologo può gettare uno sguardo inquieto sull’epigrafe di Gladstone, non c’è dubbio su quello che significa: Shaftesbury era stato un esempio per il suo ordine. Le immagini sembrano occupare una curiosa posizione a mezzo tra le affermazioni verbali e gli oggetti di natura, ai quali solo noi possiamo attribuire un significato. Quando fu scoperta la statua uno degli oratori la definì come un monumento apprezzabile conveniente alla figura del lord in quanto fornisce acqua ai ricchi e ai poveri. Eros viene utilizzato come simbolo della Carità, non appena ci poniamo delle domande l’apparente banalità del significato scompare. I mostri decorativi che corrono intorno alla base certamente vogliono rappresentare creature marine. L’artista è legato a quello che nell’opera Arte e illusione Gombrich chiama ‘parte dell’osservatore’. È proprio della rappresentazione che l’interpretazione non possa mai essere portata oltre un certo livello di genericità. È chiaro che ci sono alcuni aspetti della figura che mirano a facilitarne l’identificazione: il giovane alato rappresentato come arciere richiama la figura di Cupido. Non è possibile da una sola opera d’arte ricostruire il testo che essa può illustrare. Eros significava una cosa per i guadenti londinesi e un’altra per il Comitato della celebrazione. Il gioco di parole tra shafts e to bury non è un mero caso. Nel saggio Validity in Interpretation di D. E. Hirsch si cerca di riaffermare e giustificare la vecchia opinione di buon senso, secondo cui un’opera significa ciò che l’autore ha voluto che essa significasse, e che è questa interpretazione che l’interprete deve cercare di chiarire meglio che può. Hirsch introduce quindi due termini che possono servire all’interprete: quello di significazione e quello di implicazione. La significazione della figura di Eros è cambiata fino a essere del tutto irriconoscibile. Hirsch respinge l’idea che un’opera significhi semplicemente ciò che significa per noi. Il problema delle implicazioni rimane comunque aperto. Gladstone voleva esaltare la figura di lord come una persona che i suoi colleghi Pari potevano e dovevano emulare. Hirsch giunge a conclusione che il significato intenzionale di un’opera può essere definito solo quando si sia stabilito in quale categoria o genere letterario si voleva che l’opera in questione rientrasse. Se non cerchiamo di accertare se una certa opera letteraria voleva essere una tragedia seria o invece una parodia, la nostra interpretazione corre effettivamente il rischio di risultare del tutto errata. Hirsch dimostra in modo convincente quanto sia difficile per l’interprete ritornare sui suoi passi una volta presa una falsa direzione. Una volta accertato che Eros rientra nella tradizione delle fontane celebrative, non corriamo pericoli di sbagliare. Se invece partiamo dal presupposto che si tratti di un’insegna pubblicitaria per il quartiere dei teatri, allora non ci sarà mai possibile trovare la strada che ci porti a quello che era il significato voluto. Iconografia e iconologia. I principi metodologici affermati dallo Hirsch vale per l’arte rinascimentale anche più che non per quella dell’Ottocento. L’autore ci pone l’esempio di uno studioso che interpretò una Santa Caterina con la ruota come immagine della Fortuna. La santa appariva sull’anta di un polittico raffigurante l’Epifania, fu per questo che fantasticò sul ruolo del Fato nella vicenda della Redenzione: una connessione di concetti che avrebbe portato facilmente a postulare una setta eterodossa se non fosse stato avvertito del suo errore iniziale. L’identificazione dei testi illustrati in un quadro religioso o profano è considerata correntemente parte dell’iconografia. Se una complessa illustrazione regge perfettamente il confronto con un testo che ne spiega i tratti essenziali, si può dire che l’iconologo ha toccato il segno. Se si ha una intera serie di illustrazioni che coincidono con un’analoga serie di un testo, allora la possibilità che la coincidenza sia fortuita è quanto mai improbabile. Noi intendiamo iconologia, dopo Panofsky come ricostruzione di un programma più che la sua identificazione di un particolare testo. L’interpretazione diventa ricostruzione di una prova perduta. Questa prova dovrebbe aiutare l’iconologo a identificare la storia che può essere stata illustrata nell’opera. Egli infatti deve arrivare al significato di quella storia in quel particolare contesto. La teoria del decorum Fortunatamente gli autori del Rinascimento non hanno mancato di esprimere loro opinioni sui principi secondo i quali questi soggetti dovevano essere impiegati in determinati contesti. Ovviamente essi si basavano su quella preoccupazione che ha dominato tutta la tradizione classica, la nozione del decorum. Significava ciò che conviene. Il Lomazzo nel libro VI del suo Trattato ci fornisce un elenco di suggerimenti per diversi tipi di luoghi, iniziando da luoghi come i cimiteri, dove sono ricordati alcuni fatti della Bibbia, la Morte della Vergine, la Morte di Lazzaro, la deposizione della croce. Invece per le sale del consiglio raccomanda soggetti come Cicerone che parla contro Catilina in Senato, il Consesso dei Greci prima di partire per Troia, i conflitti di condottieri e sapienti come Licurgo, Platone e Demostene. Segue un elenco anche più lungo di soggetti biblici e antichi per gli edifici di corte, mentre le fontane e i giardini richiedono le favole degli amori e delle varie trasformazioni delle Dee e delle ninfe. La fontana d’Orione del Montorsoli a Messina è uno dei tanti esempi in cui è possibile cogliere chiaramente questo principio in atto, con i suoi decorativi in marco, si vedono venti episodi mitologici in cui entra l’acqua, Europa che attraversa il mare, Icaro che precipita nell’Oceano, divinità fluviali e mostri marini che completano la decorazione seguendo le norme del decorum. L’episodio di Icaro non ha un unico significato, ma tutta una serie di significati. Lomazzo utilizzava questo tema per il fatto che è legato all’acqua, invece l’umanista che ha suggerito il programma della decorazione del Palazzo Pubblico di Amsterdam lo ha scelto per il Tribunale dei fallimenti come monito contro le ambizioni eccessive.
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