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Introduzione di Fiorentino in Balzac - Père Goriot, Sintesi del corso di Letteratura Francese

Riassunto e analisi dettagliata di "Père Goriot" di Balzac.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Caricato il 23/06/2021

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nina_marceau 🇮🇹

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Scarica Introduzione di Fiorentino in Balzac - Père Goriot e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! Introduzione di F. Fiorentino in Balzac – le Père Goriot La pensione Vauquer Comèdie Humaine: études de mœurs, études philosophiques e études analytiques. All’inizio del romanzo vi è la descrizione della pensione Vauquer, luogo con limiti precisi e angusti di un immobile modestamente borghese, che come un décor di teatro raccoglie gli attori del dramma. Nella Maison Vauquer vi convivono per un momento personaggi eterogenei che alla fine si separeranno per occupare posizioni sociali opposte. I destini dei personaggi di questa pensione mutano solo perché essi si trovano per qualche tempo a convivere nel medesimo edificio e l’incrocio di questi di Rastignac, Vautrin, Victorine, Goriot costituisce il romanzo della storia, non vi è però eccesso di caso, perché ciò apparirebbe incompatibile con la presunta normalità della pensione Vauquer, casualità degli incontri che si proietta appunto nell’antefatto del racconto in grazia del quale tutti convivono nello stesso edificio. La storia ha in sé la probabilità accettabile che tutto quello che si viene a sapere è abbastanza normale visto che i protagonisti si conoscono in quanto coinquilini (che Vautrin concepisca un disegno criminale che coinvolge Victorine e Rastignac, o che Rastignac si leghi a Goriot corteggiandone le figlie). Il lettore legge il romanzo e trova questi personaggi così disparati già lì, a coabitare. Con la pensione Vauquer, con atmosfera piccolo-borghese urbana, che Balzac riconosce come quella in cui è immerso il secolo, fa il suo ingresso nel romanzo moderno. In quello spazio vi regna il cattivo gusto, la meschinità e l’angustia, luogo anonimo e sporco dove si succedono generazioni sempre uguali di pensionati e in cui a ragione un bandito si rifugia per nascondersi. Mme Vauquer (definitiva da Fiorentino il genius loci -> entità naturale e soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana), secondo Auerbach, intrattiene con lo spazio un rapporto organico-demoniaco. L’orribile tenutaria vanta un’origine nobile (nata de Conflas), con un francese stentato e spesso scorretto (Mme Vauquer anticipa in molti tratti un personaggio romanzesco apparso solo all’inizio degli anni Quaranta: la portiera che, al pari della tenutaria della pensione, parlano scorrettamente, vantano origine migliore, ambiscono a un cambiamento di stato e nei confronti degli inquilini si comportano come vampiri) (si è dedotto che il precedente mestiere di Mme Vauquer avesse a che fare con la prostituzione). La condizione piccolo-borghese urbana si configura come un passaggio verso il basso o verso l’alto della scala sociale, passaggio che dura una vita e non si compie mai. Gli altri personaggi, per quanto eccedano per le loro prerogative morali, intellettuali e sociali, non possono non subire l’influenza di questa atmosfera. Per quanto un po’ degradati, i personaggi di Vautrin, Rastiganc, Victorine (in prospettiva Bianchon) appaiono sostanzialmente eterogenei rispetto all’ambiente Vauquer e finiscono tutti e tre per abbandonarlo mentre Goriot, per quanto moralmente superiore, è socialmente abbastanza conforme all’ambiente, infatti muore prima di lasciare la pensione. Mme Vauquer si fa portavoce di una tendenza antiromanzesca (tipica del romanzo realista) che vuole limitare gli eccessi e le ripetizioni (definitiva “purgatoriale”). È proprio però su uno sfondo così grigio che le vicende assumono maggior risalto ed il romanzesco della storia viene amplificato dal contrasto con l’ambiente in cui irrompe, dove regna abitudine e ripetizione . Questa tensione tra sfondo e azione sarà una delle grandi risorse della narrativa ottocentesca. A una tendenza romantica all’eccesso troviamo i due personaggi più smisurati del romanzo, entrambi gratificati da una metafora religiosa, sono Goriot e Vautrin. Mentre uno è il “Cristo della paternità”, lo sguardo dell’altro “era quello dell’arcangelo decaduto che vuole sempre la guerra”. Il ricorso alla metafora religiosa designa ciò che è eccessivo rispetto ad una normalità laica, in una cultura in cui i valori religiosi non hanno più vigenza, se non in una sfera strettamente privata oppure a fini politici. A questa tendenza romantica all’eccesso appartengono anche i momenti più propriamente melodrammatici della storia, momenti in cui il contrasto tra l’alto e il basso, tra il bene e il male si fa assoluto (esempio è la coincidenza dello splendido ballo Bauséant, a cui partecipano le figlie, con l’atroce agonia del padre). All’alto sociale corrisponde il basso morale e viceversa. Questi momenti melodrammatici rappresentano l’equivalente narrativo dell’ossimoro, una delle figure regine della poesia romantica. Rastignac Il compromesso tra la tendenza normalizzante e l’altra eccessiva, trova la sua figura centrale nel personaggio di Rastignac. Egli è il protagonista dell’intreccio, oltre a costituire la presunta fonte del narratore. Rastignac ha una prerogativa che lo distingue dagli altri personaggi, ossia è l’unico che cambia consapevolmente. Vautrin e Goriot restano sempre uguali dall’inizio alla fine nei loro rispettivi caratteri e Victorine viene spostata per volontà altrui. Rastignac invece parte da una situazione di innocente ignoranza di ciò che è il mondo, arrivando a raggiungere un’agguerrita consapevolezza di esso. Il suo movimento è quello tipico del romanzo di formazione (che nella variante francese associa la formazione alla ricerca di una posizione sociale eminente). L’inclinazione al movimento, tratto distintivo di Rastignac, presuppone la sua malleabilità, appartenendo al genere degli uomini “sinuosi”, che non si piegano al male ma lo costeggiano. In formazione, tutta la sua persona non sembra avere ancora raggiunto una forma definitiva. Il suo stesso carattere sessuale, come accade ai giovani balzachiani, non è del tutto deciso: Vautrin lo definisce “dolce come una fanciulla”. Questa femminilità, accentuata dall’eleganza del suo corpo da dandy e dallo sguardo Vautrin che lo concupisce, non sembra tanto un segnale di ambiguità sessuale quanto una condizione essenziale dell’apprendimento, Rastignac assume di fronte alla vita una posizione ricettiva, femminile. Per raggiungere il successo, questo giovane all’inizio credeva di riuscire a diventare insieme “un sapiente dottore e un uomo alla moda”. “Giorno e notte” fu il suo motto ma a differenza del suo creatore e del personaggio di Bianchon, Rastignac non ha la tempra per resistere alle sirene della mondanità, del lusso, dell’amore, mantenendo, grazie a una vita monacale, una concentrazione assoluta nel lavoro. Scartata per debolezza questa via, non gli resta che rivolgersi alle donne, la cui protezione costituisce l’unica alternativa al merito per chi persegue il successo (lavoro e seduzione sembra qui equivalersi). In questo percorso verso il successo, Rastignac si trova di fronte a due strade diverse e la scelta di una di esse presuppone la soluzione di un problema morale difficile. L’alternativa che gli viene posta da Vautrin e da Goriot è quasi paradossale: preferire Victorine finisce per rappresentare un gesto criminale, mentre scegliere l’avida, corrotta e sposata Delphine appare eticamente più accettabile. Scegliendo Delphine, invece, Rastignac si propone di raggiungere il successo mediante l’amore di una donna che già a partire dal primo incontro si convince a sua volta di amare: mezzi e scopo, sia pure solo gesuiticamente, concordano. Mondanità e Snobismo Rastignac ambisce non tanto al potere e al denaro, quanto al successo che condensa potere e denaro in una condizione erotizzante di narcisismo appagato. Il successo si può ottenere solo a Parigi (anzi, solo in una porzione molto parziale della capitale: “tra la colonna di place Vendôme e la cupola degli Invalides”). In questo mondo tutto viene ridotto a pura rappresentazione, i segni s’impongono a spese dei fatti e delle cose (la miseria e l’aridità delle sorelle Goriot vengono occultate dall’accecante esibizione del lusso). Balzac, come prima di lui solo Saint-Simone e dopo di lui solo Proust, ha dato un posto rilevante nella sua opera alla rappresentazione della società mondana e soprattutto dello snobismo, codice principale de la regge. L’universo mondano nella Francia della Restaurazione viene presentato nel romanzo diviso in tre gironi. In basso c’è Mme Nucingen, nata Goriot e sposata a un ricco banchiere solo recentemente nobilitato. Sua sorella, maritata Restaud, ha invece sposato un nobile di buon lignaggio, che però, proprio per il fatto di essersi unito a una ricca borghese, si è comunque leggermente declassato. Ancora più in alto, al culmine della mondanità, c’è Mme de Beauséant, di una antica famiglia incontaminata da alleanze borghesi, cui è riservato l’onore di partecipare alla selezionatissima corte del fratello del re al Petit Château. Queste tre dame abitano, conformemente al loro rango, in quartieri differenti di Parigi e mostrano nel loro lusso tre diversi tipi di gusto. Il denaro, principio di distinzione della nuova classe dirigente, non può essere esibito pena l’incorrere, come accade alle Goriot, nella colpa fatale: il cattivo gusto. La nobiltà che viene riconosciuta nell’universo mondano come un insieme di prestigi estetici e morali, costituisce soprattutto un formidabile criterio di esclusione, quindi di snobismo. L’essere (si è nobili per nascita) viene contrapposto vittoriosamente all’avere (tutti possono diventare ricchi). La cultura, il terzo valore dei salotti, tendenzialmente gregario della nobiltà, in questo romanzo non è presente. Rastignac capisce subito che nemmeno il valore della nascita ha senso se non è accompagnato ad un buon patrimonio. Il denaro non è una condizione necessaria se non è una condizione sufficiente e per riuscire a penetrare in questo mondo esclusivo, Rastignac si serve delle donne perché loro vi detengono il potere (come gli rivela Mme de Beauséant). Le donne per Rastignac sono protettrici e premio del giovane e alla fine del romanzo (dall’altura del cimitero di Père Lachaise, lui sfida Parigi, lanciando uno sguardo su “quell’alveare ronzante” come se volesse “già succhiarne il miele”, ove la città si è femminilizzata e a fronteggiarla c’è lui che ha molte caratteristiche femminili”). Vautrin Il personaggio di Vautrin sembra provenire direttamente dal repertorio romantico, da banditi che, come lui, avevano scelto la rivolta. La rivolta di questo personaggio, non solo come scelta morale, si rivela anche una postazione ideale per osservare tutte le contraddizioni dell’ordine sociale (quasi come la variante romantica dello straniamento, che era tipico della letteratura illuminista). Vautrin guarda dall’esterno l’ordine sociale occidentale e lo deride. Si definisce discepolo di Jean-Jaques Rousseau e coglie lui stesso la contraddizione interna alle leggi vigenti tra danno all’interesse che Balzac nutriva per il terzo sesso). 8. Ospedale dei Capucins, altrimenti detto dei Vénériens, nel Faubourg Saint-Jacques, era stato sistemato nel 1784 nella sede dell’ex convento, abbandonato dai frati. Vi si curavano le malattie veneree. 9. Voltaire accolto trionfalmente a Parigi di ritorno da Ferney. 10. Tigli= tilli (pronunciato così da Madame Hanska; Balzac diceva di essersi divertito ad aver messo questa parola in bocca ad “un’orribile vecchia”. 11. Marmo che proveniva dalle Fiandre. 12. Carta da parati dipinta realmente da Deltil per la Casa “Dufour et Leroy” (sembra che si trovasse nel Castello di Saché 13. Tema della metamorfosi dei colori nell’invecchiamento e defunzionalizzazione degli oggetti (studiato da Francesco Orlando) 14. Esistevano due Ospizi degli Incurabili, uno per gli uomini e l’altro per le donne (ove non vi erano solo malati incurabili ma anche poveri e vecchi) 15. Lucerne d’Argan= tipo di lampada ad olio inventata verso il 1782 16. Balzac viene spesso attaccato per la lunghezza delle sue descrizioni, quindi lui previene i suoi critici (nel codice romanzesco però una lunga descrizione necessitava di un’esplicita motivazione) Balzac comincia a descrivere la signora Vauquer (di circa cinquant’anni), dicendo che “la galera non può stare senza l’aguzzino, e non si potrebbe immaginare l’uno senza l’altra”. Con ciò spiega che il suo aspetto è uguale all’ambiente circostante, malandato e nauseabondo, e viceversa. 17. Riferimento a Georges Cadoudal (capo della rivolta in Vandea) e al vecchio generale della Rivoluzione Pichegru (i quali per attentare alla vita del Primo Console, una volta giunti a Parigi, furono traditi e consegnati alla polizia) All’interno della pensione vi erano sia i pensionanti interni (all’inizio 7), che quelli esterni che si abbonavano solo al pranzo al costo di 30 franchi al mese. 18. ↑ Circa 600 franchi attuali Descrizione dei piani. Al primo piano si trovavano i migliori appartamenti della casa. Uno, modesto, della signora Vauquer, l’altro apparteneva alla signora Couture la quale aveva con sé una giovinetta, Victorine Taillefer, cui faceva da madre (pensione di 1800 franchi) 19. ↑ signora Couture, vedova di un Commissario Intendente della Repubblica Francese (titolo di cui si fregiava durante la Rivoluzione uno zio di Balzac) Dei due appartamenti del secondo piano, uno era occupato da un vecchio di nome Poiret e l’altro da un uomo sulla quarantina che portava una parrucca nera, si tingeva le basette, si spacciava per ex commerciante e si chiamava signor Vautrin Il terzo piano era composto da quattro camere, due delle quali erano affittate: la prima a una vecchia zitella, la signora Michonneau, l’altra a un vecchio fabbricante di vermicelli, di pasta e di amido, che tutti chiamavano papà Goriot. Le due stanze rimanente era destinate a chi come papà Goriot e la signora Michonneau potevano disporre solo di 45 franchi al mese per vitto e alloggio (la signora Vauquer non gradiva molto la loro presenza e li accettava soltanto quando non trovava nulla di meglio, “mangiavano troppo pane). In quel momento una delle due camere era occupata da un giovane arrivato a Parigi per studiare legge, Eugène de Rastignac (la cui famiglia si privava durante di tutto pur di potergli inviare 1200 franchi l’anno). 20. ↑ probabilmente il nome Rastignac deriva da quello di Pierre-Jean-Julie de Rastignac, morto due anni dopo la pubblicazione de La Peau de Chagrin, dove questo personaggio compare la prima volta 21. Il romanziere finge di aver appreso la storia dallo stesso Rastignac, attribuendo così al personaggio uno statuto particolare Sopra il terzo piano v’era una soffitta in cui si stendeva il bucato e due mansarde in cui dormivano un uomo di fatica, Christope, e Sylvie, la grassa cuoca. Quando i pensionanti scendevano a colazione, la signora Vauquer si dedicava con cura e riguardo cinici secondo l’ammontare delle rispettive pensioni (una sola cosa accomunava quegli essere riuniti dal caso). I due inquilini del secondo piano pagavano 72 franchi al mese, ed era evidente che dovessero trovarsi sotto il peso di disgrazie più o meno evidenti. 22. La Bourbe= termine per indicare l’Hospie de la Maternité Comincia la descrizione fisica dei vari personaggi. 23. Figli di Giapeto= eco oraziana (Audax Japeti Genus in Odi, 1,3) stava ad indicare la discendenza di Giapeto in Orazio, come in Balzac, tutti gli uomini di razza bianca 24. Boulevard des Italiens= era ed è tutt’ora una grande strada alberata di passeggio 25. Allusione alla favola di La Fontaine Le Singe et le Chat (Bertrand ha sempre incarnato il tipo dell’astuto e Raton quello della sua vittima). 26. Clorosi= patologia molto diffusa al tempo di Balzac (sensibilità estenuata) (anemia) 27. Balzac, a differenza di Zola, rappresenta in uno stesso romanzo la totalità dell’insieme sociale 28. Marchi= antica unità di misura di peso 33. Auna= antica unità di misura (pari a 1,188 metri) 34. Opéra Comique= il più importante teatro lirico di Parigi dopo l’Opéra (vi rappresentavano commedie inframmezzate da brani musicali) 36. Il termine che Balzac usa per ricevimento è raout (parola inglese che indica una riunione mondana molto affollata e niente affatto esclusiva; la mondanità francese dell’epoca è anglomane) 37. Cavallo purosangue, donna di razza= solo a partire dal 1830 il gusto avrebbe imposto il tipo di donna sportiva e di carattere al posto di quella fragile e Balzac anticipa di circa un decennio il mutamento del gusto 38. Bouffons= nomignolo che indicava il Théâtre des Italiens. 39. Lista di dandies e di gran dame ritoccate dall’Autore nelle varie edizioni del romanzo per collegare Le Père Goriot alle altre opere (quasi tutti i personaggi citati sono protagonisti di romanzi e racconti del ciclo balzachiano). 40. La storia terribile degli amori di Montriveau e della duchessa è raccontata ne Le duchesse de Langeais (secondo romanzo del miniciclo L’Histoire des Treize) 41. Il quartiere Saint-Germain era quello in cui era insediata l’aristocrazia più esclusiva, mentre la Chaissée d’Antin era il quartiere alla moda dove risiedevano banchieri, dandies e nobili di casate meno illustri. 42. Dall’Histoire de Charles XII di Voltaire, Balzac aveva appreso dell’incredibile forza di Augusto II, re di Polonia. 44. Balzac usa l’appellativo “cinese” nei confronti di papà Goriot, considerato vagamente dispregiativo. 45. Ciò che canta Vautrin è un’aria tratta da un famoso opéra-comique di Nicolò Isouard (Joconde ou les coureurs d’aventures) 46. Rue des Grès= oggi rue Cujas, nel V Arrondissement (tra la Piazza del Panthéon e il Boulervard Saint-Michel) Nella scena in cui Vautrin segue papà Goriot, lo vede entrare nella casa di un noto usuraio, Gobseck, personaggio ripreso dalla novella di Balzac nel 1830 intitolata proprio Gobseck, facendo parte della sezione Scènes de la vie privée della sua sequenza di romanzi La Comédie humaine. 47. “O donne innocenti, infelici e perseguitate” = citazione che fa riferimento alla pantomima La femme innocente, malheureuse et persécutée ou l’épous crédule et barbare di Balisson de Rougement. 48. Idemista (idémiste)= neologismo ideato da Balzac dal latino idem. 49. Pare che Balzac abbia tenuto conto dell’articolo Les Béotiens de Paris di Louis Desnoyer, in cui vengono elencate le forme d’umorismo proprio dello spirito beota, in contrasto con quello attico. 50. Diorama= nel diorama era la sala che ruotava intorno a uno schermo fisso, a differenza del Panorama dove era l’immagine che veniva proiettata su di una tela mobile (spettacolo allestito nel 1822 si progetto di Daguerre e Bouton presso l’attuale Place de la République) (Balzac commette qui un lieve anacronismo, situando l’invenzione del 1819. Usque ad talones espressione latina di fantasia che significa “fino ai talloni”, che sta ad indicare l’avere molta fame. 51. Il dottor Gall, celebre anatomista, affermava l’esistenza di un rapporto tra la forma del cranio e la psicologia di un individuo. 52. E, rosa, ella ha vissuto ciò che vivon le rose, lo spazio d’un mattino= versi tratti dalla Consolation à Monsieur du Périer di Malherbe; la citazione attesta la discreta cultura letteraria di Vautrin che, come Balzac, ha studiato presso gli Oratoriani. 53. Riferimento al principe Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, ammirato da Balzac per il suo realismo politico. 54. La Compagnia delle Indie, fondata da Colbert nel 1664 venne definitivamente soppressa nel 1793 con l’accusa di aver sottratto ben cinquanta milioni alle casse dello Stato. 55. Il Vendicatore partecipò alla guerra d’Indipendenza americana e venne affondato dalla flotta inglese nel 1794, il Warwick fu catturato dalla fregata francese l’Atlante nel 1756. 56. Morganatico= termine che indicava in origine l’unione tra un membro della casa reale e una persona di rango inferiore, qui Balzac però lo utilizza per indicare semplicemente una coppia irregolare. 57. Ca-a-ro, ca-a-ro, ca-a-a-aro, non du-bi-tare= aria da Il matrimonio segreto di Cimarosa. 58. Il modello del marchese d’Ajuda è probabilmente il conte portoghese Sabugal, amante della signora d’Abrantès e poi della signora de Sussy. 59. Attaccate cinque buoi al vostro carro! = espressione venuta certamente da Madame Hanska. 60. Ejusdem farinae= della stessa farina, Luigi XVIII aveva fama di essere molto spiritoso. 61. Riferimento a Lamartine, le cui Méditations furono pubblicate nel 1820. 62. Ultima ratio mundi= l’ultimo argomento del mondo, parafrasi del motto ultima ratio regum, allusione al motto scolpito sui cannoni di Luigi XIV. Bianchon a Rastignac, dopo aver tastato il cranio di papà Goriot, gli dice di aver trovato solo una bozza, quella della paternità: “sarà un Padre Eterno” = DIO. 63. Rue de la Jussienne= presso la Halle-aux Blés, oggi Bourse du Commerce. 64. In quell’anno= 1793, quando Parigi fu stremata dalla fame. 65. Dolibano parigino= personaggio della commedia Le sourd ou l’auberge pleine di Chouard-Desforges, incarnazione della stupidità. 66. La rue Oblin= andava dalla rue Coquillière alla rotonda della Halle-aux-Blés. II L’ingresso in società Il primo capitolo si conclude con la richiesta di denaro di Eugène alla madre e alle sorelle per entrare nella società parigina e la storia reale della decadenza di Goriot. Tanti avvenimenti storici hanno fatto sì che la sua fortuna di pastaio accrescesse, avrebbe voluto condividere ciò con la moglie ma tragicamente morì. Tutte le sue frustrazioni caddero addosso alle figlie, trasformandolo in un padre tanto attento quanto morboso. Inizialmente le sue figlie lo assecondavano e lui non faceva mancare loro nulla, finché entrambe non hanno cominciato a sfruttarlo. Entrambe in età da marito, scelsero ciò che più si addiceva a loro ma Goriot, credendo che entrambe si sarebbero prese cura di lui, rinuncia al lavoro decidendo di vivere coi risparmi. Ormai sposate, ai loro mariti Goriot non andava a genio, e loro sia per volontà dei mariti che per loro necessità, potevano vederlo solo in assenza dei rispettivi coniugi, continuando a sfruttarlo economicamente. Il secondo capitolo si apre con le lettere di risposta che Eugène riceve sia dalla madre che dalle sorelle. 67. Come il cameriere del re di Spagna quando rovesciò gli orologi del padrone= non si conosce l’origine dell’aneddoto. 68. Ricordi del lessico familiare di casa Balzac. 69. Balzac stesso indennizzò il suo sarto Buisson, facendogli pubblicità nei suoi romanzi. 70. “La sua vista morale possedeva la lucida portata dei suoi occhi di lince” = Qualità propria dell’uomo di genio secondo Balza, una certa sensibilità percettiva corrisponde a una particolare acutezza intellettuale (si tratta di una doppia vista che può anche motivare una serie di fenomeni di veggenza). 71. Morte di Murat (riferimento alle caratteristiche di Rastignac) = il più intrepido dei generali di Napoleno, tentò di riconquistare il regno di Napoli 1830, ma venne sconfitto e fucilato. 72. “Bisognerebbe perciò concludere che quando un meridionale sa unire l’astuzia del nord all’audacia d’oltre Loira, è un individuo completo… e rimane re di Svezia” (altro riferimento alle caratteristiche di Rastignac) = generale Bernadotte, creato re di Svezia da Napoleone, sopravvisse al crollo dell’Impreso conservando il suo regno. 73. Vautrin ha letto le Memorie di Benvenuto Cellini = pubblicate per la prima volta in Francia nel 1822, furono un grande successo “romantico”. 74. Passeggiare tra le reti di Saint-Cloud= reti tese sulla Senna per fermare i cadaveri trasportati dalla corrente. 75. “T.F. sulle spalle” = Travaux Forcés (lavori forzati). 76. “…leggere su di una scheda Villèle anziché Manuel…” = cioè leggere sulle schede elettorali il nome di candidati legittimisti al posto di candidati liberati (come Manuel). 121. Solitario= riferimento al melodramma Le Mont sauvage di Pixérécourt, tratto dal romanzo Le Solitarie del visconte d’Arlincourt, andato in scena nel luglio del 1821, con un enorme successo di pubblico, ma non di critica. 122. Dormite, cari amori, sempre vi veglierò! = versi di una celebre romanza di Amédée de Beauplan, poi ripresa da Scribe ne La Somnambule (1819). 123. Paul et Virginie (1787) di Bernardin de Saint- Pierre. 124. Place de Grève= la piazza dove avvenivano le esecuzioni capitali. 125. Il Pilota= “Le Pilote” circolò come giornale d’opposizione a partire dal 1821 (anche in questo caso Balzac commette un leggero anacronismo). 126. Come disse Jean-Jacques= riferimento a Rousseau, prima di essere una delle letture del giovane Balzac, fu una passione di suo padre. 127. Da Flicoteaux a Place de la Sorbonne= ristorante molto rinomato tra gli studenti. Svolgerà un’importante funzione nelle Illusioni perdute. 128. Partendo per la Siria, il baldo e bel Dunois= celebre verso di una romanza di de Laborde, molto in voga trai bonapartisti. Trahit sua quemque voluptas= “ognuno è guidato dalla passione che gli è propria” (Virgilio, Bucoliche, II, 65). 129. Cafè des Anglais= celeberrimo luogo di ritrovo della buona società parigina, il Cafè des Anglais si trovava sul Boulevard des Italiens all’incrocio con la rude de Marivaux. 130. …Benché lord Byron abbia prestato al Tasso lamentazioni…= le “lamentations du Tasse” fanno parte delle Opere complete di Lord Byron, pubblicate a Parigi nel 1830. 131. …per agevolare al duca de Vermandois il suo ingresso sulla scena del mondo…= episodio della nascita del conte de Vermandois, figlio naturale di Luigi XIV e di Louise de la Vallière. IV La morte del padre Nonostante papà Goriot fosse quasi riuscito a riavvicinarsi alla sua secondo genita, Delphine, e all’aver convinto Rastignac e doverla strappare dalle braccia del marito, accadono degli avvenimenti inaspettati. Anastasie si presenta dal padre per chiedere aiuto a causa dei debiti del suo amante che purtroppo era stata costretta a saldare lei e per risanare le sue tasche fu costretta a vendere i diamanti che il marito le aveva regalato. Rimasto ormai povero, Goriot cade in una profonda crisi, la crisi di un padre che crede di non esser riuscito a soddisfare le sue figlie come avrebbe voluto e neppure in punto di morte le figlie si presentarono. Tale sofferenza gli scatenò la morte. 132. Sainte-Pélagie= era una famigerata prigione per debitori in rue de la Clef nel V Arrondissement. Balzac riuscì a stento a evitarla. 133. Preghiera nel Mosè= riferimento alla celebre area della preghiera nel Mosè in Egitto di Rossini. “Conosceva ormai le tre grandi espressioni della società: l’Obbedienza, la Lotta e la Ribellione; la Famiglia, il Mondo e Vautrin; e non osava parteggiare per l’una o per l’altra. L’Obbedienza era noiosa, la Ribellione impossibile e la Lotta incerta.” 134. Casa della Grande Mademoiselle= Luigi XIV dopo aver autorizzato il matrimonio di una sua cugina la signora de Montpensier con il duca de Lauzon (aristocratico di dubbia reputazione) lo fece poi imprigionare. 135. Hôtel-Dieu = ospedale di Parigi. Analisi Il romanzo, pubblicato nel 1834, è la ventunesima opera delle Scene della vita privata (Scènes de la vie privée), il primo degli svariati cicli narrativi dell’ambiziosa serie de La Comédie humaine. Il romanzo è diviso in 4 capitoli anticipati da un prologo di 20 pagine in cui si narra l’antefatto di un dramma. Balzac ci introduce poi nella pensione di Mme Vauquer dove alloggiano Eugène de Rastignac, giovane studente universitario di giurisprudenza, Vautrin, personaggio misterioso ed inquietante, Papà Goriot, pastaio in pensione, oltre che a svariati altri personaggi che avranno un ruolo secondario nella narrazione. È considerato uno dei capolavori della letteratura realista per l’uso abbondante e minuzioso dei dettagli per descrivere la pensione Vauquer, i suoi abitanti e il mondo che li circonda. I dettagli si concentrano principalmente sulla miseria degli abitanti della pensione. Lo stile narrativo di Balzac è appunto quello di partire da una macro descrizione di un ambiente per poi stringere sempre di più e concentrarsi sugli interni, sulla descrizione minuziosa di oggetti che rivelano qualità, abitudini e psicologia dei personaggi. È particolare, all’inizio del romanzo, la scritta in inglese “All is true”, sebbene i personaggi e le situazioni siano fittizie, i dettagli utilizzati (e il loro riflesso sulla realtà della vita a Parigi in quel momento) rendono fedelmente il mondo della pensione Vauquer. Il romanzo è anche riconosciuto come romanzo di formazione, in cui un giovane ingenuo matura mentre apprende le vie del mondo, Rastignac viene istruito sulla verità della società parigina e sulle strategie freddamente spassionate e brutalmente realistiche richieste per il successo sociale. Inizialmente viene respinto dalle macabre realtà sotto le “superfici dorate” della società ma alla fine li abbraccia. Messo da parte il suo obiettivo originale di padroneggiare la legge, persegue il denaro e le donne come strumenti per l’arrampicata sociale. Informazioni storiche Le Père Goriot inizia nel giugno 1819, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, dopo che la Casata dei Borbone era stata restaurata sul trono di Francia. La tensione stava crescendo tra l’aristocrazia, che era tornata con il re Luigi XVIII, e l borghesia, figlia della rivoluzione industriale. In questa era ci fu un irrigidimento delle strutture sociali, con una classe inferiore immersa in una povertà travolgente con la differenza che questo sconvolgimento rese possibile una mobilità sociale che permise di ascendere a livelli superiori, cosa impensabile durante l’Ancien Régime. I temi Nel romanzo coesistono e si intrecciano molteplici tematiche ove quello principale è ovviamente l’amore paterno, rappresentato come una patologia. Accanto ad esso abbiamo il tema dell’ansia di elevazione sociale, la critica al mondo della borghesia e dell’aristocrazia, la demonizzazione del denaro come forza negativa che corrode gli affetti. TRAMA In uno stabile malandato di rue Neuve-Sainte Geneviève, è situata la pensione Vauquer (dal nome della sua tenutaria) - magistralmente descritta nelle forme di un realismo minuzioso e altamente elocutivo -, frequentata dai pensionanti e dagli habitués della zona che vengono a consumare soltanto il pranzo. Essi si chiamano M.lle Michonneau, Victorine Taillefer, Mme Couture, M. Poiret, Bianchon, Vautrin, Eugène de Rastignac e papà Goriot. Alcuni personaggi emergono da questo gruppo di pensionanti: Vautrin pensionante misterioso di una quarantina di anni che si fa passare per un ex commerciante; Eugène de Rastignac, rampollo di una famiglia nobile e dissestata della Charente venuto a studiare diritto a Parigi. C’è anche Papà Goriot, pietoso possidente di sessantanove anni che conduce una vita notturna enigmatica. È il più vecchio della pensione Vauquer ed anche il più anziano dei pensionanti. Vi è giunto nel 1813 dopo essersi ritirato dagli affari. I primi tempi, la sua fortuna e le sue rendite gli permettevano di abitare al primo piano dello stabile, il più lussuoso della pensione. Dopo che le sue entrate diminuiscono misteriosamente, il vecchio sale di piano in piano, in alloggiamenti sempre più modesti. Occupa attualmente la mansarda ed è diventato il capro espiatorio della pensione Vauquer. Gli altri pensionanti commentano la sua disgrazia con poca eleganza e sospettano che si stia rovinando mantenendo donne di piccola virtù. Eugène di Rastignac, giovane “ambizioso”, sogna di entrare nell’alta società parigina. Grazie alla raccomandazione della zia, è invitato ad uno dei balli dato da Mme de Beauséant, una delle donne più influenti di Parigi. Esce abbagliato da questa sera, e innamorato della Contessa Anastasie de Restaud. Le rende visita il giorno dopo, ma la sua mancanza di tatto gli vale un brusco congedo da parte di M. e Mme de Restaud. Rastignac si reca allora da Mme de Beauséant dove incontra anche la duchessa de Langeais. La sua goffaggine desta ancora il sorriso, ma questa visita gli permette di risolvere l’enigma di Papà Goriot. Le due aristocratiche gli rivelano infatti il dramma del povero vecchio: quest’ex commerciante ha fatto fortuna durante la rivoluzione, e ha impiegato tutto il suo denaro al servizio della felicità delle sue due figlie, Anastasie, la maggiore e Delphine, la più giovane. Dopo avere offerto loro una istruzione di prim’ordine, ed avere costituito loro una dote, ha sposato Anastasie al conte di Restaud e Delphine al banchiere di Nucingen (in cui molti hanno visto la versione romanzesca del barone Rotschild). Finché Papà Goriot metteva la sua fortuna a disposizione delle figlie, i generi lo accudivano. Ma ora che ha delle difficoltà finanziarie, gli manifestano soltanto indifferenza e dispetto. Non esitano a interdirlo, cosa che porta alla disperazione il pover’uomo che ha dedicato tutta la sua vita alle sue due figlie. Rastignac è commosso fino alle lacrime da questo racconto. Mme de Beauséant prende pretesto da questa storia per dare a Rastignac questo consiglio: riuscire nel suo intento di farsi strada nell’alta società attraverso le donne. (Caldo è ancora l’esempio di Napoleone che aveva conquistato il potere tramite Joséphine Beauharnais). Gli suggerisce di provarci con Delphine de Nucingen, la seconda figlia di papà Goriot. Di ritorno alla pensione Vauquer, Eugène decide di aiutare papà Goriot. Ma avendo bisogno di denaro per fare la sua entrata nel Monde, scrive alla madre e alla sorella per chiedere loro di inviargli i loro ultimi risparmi. Vautrin, che indovina l’ambizione che anima Rastignac, gli propone un cinico proposito: sedurre Victorine Taillefer mentre egli si incarica di eliminare il fratello, unico ostacolo al conseguimento da parte della giovane donna di un’eredità favolosa. Rastignac sposerebbe allora Victorine ed avrebbe la sua dote di un milione, ma senza dimenticare di offrire a Vautrin una commissione di due cento mila franchi. Affascinato, quindi indignato da questa proposta indecente, Rastignac rifiuta il patto diabolico. Vautrin gli lascia quindici giorni per riflettere. Il giovane studente preferisce seguire i consigli della viscontessa di Beauséant. L’accompagna al Teatro Italiano, dove si fa presentare Delphine de Nucingen. Fa una corte assidua alla giovane donna. Di ritorno alla pensione, Rastignac visita papà Goriot e gli racconta nel dettaglio il suo incontro con Delphine. Commosso, il povero vecchio, che crede sempre ai buoni sentimenti delle sue figlie, incoraggia Rastignac a continuare a frequentare la graziosa baronessa. Una vera complicità si instaura tra papà Goriot e il giovane studente. Eugène de Rastignac diventa l’amante di Delphine de Nucingen e non tarda a scoprire le sue difficoltà finanziarie. Ella gli confida che il marito s’è impossessato della sua fortuna e che non dispone più di alcuna risorsa personale. Gli chiede anche di giocare per lei alla roulette. Con i cento franchi che gli presta, Rastignac riesce a guadagnare, per lei, sette mille franchi. «Mi avete salvato» gli confida lei, confessandogli allo stesso tempo il fallimento del suo matrimonio con il barone ed i sacrifici che lei e la sorella hanno imposto al padre. Di ritorno alla pensione Vauquer, Eugène de Rastignac svela le nuove a papà Goriot. Il vecchio uomo è disperato nell’apprendere delle preoccupazioni finanziarie della figlia. Progetta di adire le vie legali al fine di rientrare in possesso della sua fortuna. Rastignac prende gusto alle serate parigine, ma spende molto denaro e registra una minore fortuna al gioco. Comprende quanto il denaro sia essenziale per imporsi nell’alta società parigina, ciò che Vautrin non trascura di ricordargli con molto cinismo. Al Jardin des Plantes, M. Poirer e M.lle Michonneau incontrano un esponente della polizia, Gondureau, che svela loro la vera identità di Vautrin: è un forzato evaso dal bagno penale di Tolone, dove aveva il soprannome di Trompe-la- mort (Spezza-la-morte, ma Vautrin è invero la versione romanzesca del personaggio storico di Vidocq, ex galeotto, diventato capo della Polizia sotto Napoleone). Gondureau chiede a M.lle Michonneau di somministrargli un sonnifero e verificare se ha un tatuaggio sulla spalla. Alla pensione Vauquer, Victorine lascia intravedere ad Eugène il sentimento che prova per lui mentre Vautrin prosegue segretamente la preparazione dell’omicidio del fratello. M.lle Michonneau acquisisce la certezza che Vautrin è il forzato evaso e lo fa arrestare. Lo stesso giorno un complice di Vautrin uccide il fratello di Victorine. Mentre i pensionanti della casa Vauquer faticano, dopo questi avvenimenti, a trovare il buonumore, papà Goriot scende tutto sorridente da un fiacre. Viene a cercare Rastignac e lo invita a cena da Delphine, nell’appartamento che le ha appena affittato, coi suoi ultimi risparmi, in rue d’ Artois. Il vecchio alloggerà da parte sua nella camera della servitù sopra l’appartamento di Eugène. Alla pensione Vauquer, è la desolazione, i pensionanti partono gli uni dopo gli altri. I disastri finanziari delle due figlie di papà Goriot affiorano con più drammaticità. Il barone di Nucingen rivela alla moglie che gli è impossibile renderle la sua fortuna senza che la loro coppia non scoppi. Quanto ad Anastasie, non riesce più a rimborsare i debiti accumulati dal suo amante, Maxime di Trailles e si vede costretta a mettere in vendita le gioie di famiglia. All’annuncio di questa doppia rovina finanziaria, papà Goriot è vittima di un altro guaio. Bianchon studente in medicina, amico di Rastignac, venendogli in soccorso, analizza i sintomi che hanno colpito il vecchio e diagnostica una grave crisi d’apoplessia.
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