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Isnenghi, 10 lezioni sull'Italia contemporanea, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

Vendo tutte e dieci le lezioni. Ottimo per comprendere a fondo il pensiero di Isnenghi. Riassunto preciso e discorsivo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2015/2016

In vendita dal 28/02/2016

Larosse95
Larosse95 🇮🇹

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Scarica Isnenghi, 10 lezioni sull'Italia contemporanea e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! ISNENGHI, dieci lezioni sull'Italia contemporanea 1) Insorgere per risorgere: Hugo definisce Garibaldi e la sua opera come l'estensione sublime della parola libertà e uomo. Uomo che deve la sua vittoria all'anima del popolo. “L'Italia è fatta, guarda alla Francia e dice -Io sono tua madre-” La retorica italiana a lungo si è fondata sull'eredità genetica romana che il popolo italiano (erroneamente) crede di avere. “Non sappiamo più vedere la grandezza del moto risorgimentale, che viene filtrato dal nostro bisogno di auto denigrazione. Se non pensiamo male di noi, se non ci crocifiggiamo da soli, non siamo noi. Sono le sindromi dell'antitaliano. Nulla di più italiano del' antitaliano”. Insorgere per risorgere sono parole che derivano dal partito “Giustizia e libertà”, partito di estrazione antifascista, infatti C.Rosselli pensava proprio ad un nuovo risorgimento. Alle origini il risorgimento si è composto anche di avversione verso lo straniero, come afferma Giusti nel 1850 in una sua poesia “non vogliam Tedeschi”. Bisogna innanzitutto differenziare le idee di nazione di cui si fa uso in questi anni, la nazione di Mazzini è una nazione che si sente sorella di altre nazioni, mentre A.Rocco, futuro ministro della giustizia fascista vuole una nazione imperialista pronta a sottomettere le altre nazioni. L'idea di nazione è stata creata anche dai grandi letterati del passato, Foscolo esortava alle “istorie”, ovvero al riconoscimento del glorioso passato comune, al creare un gruppo coeso. La penisola italiana ha sette stati preunitari, ducati come quello di Parma, il granducato di Toscana. L'ancien regime serve a conservare l'ordine dato, i sovrani governano mentre i diciotto milioni di contadini italiani non fanno politica, ma pretendevano di farla, era antipolitico pretendere di non essere solo un suddito. Successivamente ai carbonari ci fu il primo partito politico italiano nel 1831, la “Giovine Italia”, un partito però illegale e clandestino, il lavoro era diviso in cellule da tre in tre, dove uno dei tre sa qualcosa in più, in modo da avere meno informazioni in caso di cattura. Numerosi erano i casi di massoneria al suo interno. Isnenghi afferma che probabilmente non potendo cambiare la mentalità dei contadini, alcune esecuzioni e morti si fossero rese necessarie ai fini proposti da Garibaldi e Mazzini, in molti avrebbero votato sotto consiglio del parroco, dando l'egemonia, ancor una volta, alla Chiesa: il dramma è appunto questo, aver costruito una nazione senza che i più lo sapessero o fossero d'accordo. Donne: Vengono rappresentate dalla storia soprattutto come cucitrici di bandiere. Un esempio di praticità è però quello di Caterina Belojoso, donna divorziata che da Napoli si è procurata una nave per prendere parte alle cinque giornate di Milano. 2) Cappe e farsetti, fare un '48: Il nome deriva da una reminiscenza manzoniana. Fare un '48 è passato al linguaggio come come il creare disordine senza senso, perché la propaganda politica si fa anche con il linguaggio, quando in realtà il '48 è stato un movimento sensato e rivoluzionario. MILANO: Il popolo fa delle barricate sulle strade usando ogni cosa possibile, armadi, mobili, cocci...Carlo Cattaneo era il capo politico repubblicano. Il risorgimento a Milano non è solo una guerra contro lo straniero, ma anche contro gli stessi italiani, ma è una parte che di solito viene dimenticata a favore della teoria della nazione unita. VENEZIA: durò dal marzo '48 al agosto '49. Sarà Daniele Manin a capitanarlo, un avvocato che ha lavorato per le famiglie più facoltose di Venezia. Può essere definito come un rivoluzionario di “centro”, in quanto ha provveduto a scacciare anche rivoluzionari troppo estremisti, in un'Italia che non era ancora abbastanza sviluppata per il comunismo, ma che iniziava già a sentirne gli echi dall'estero. Numerose sono le donne che prendono parte a questi movimenti: Michiel, Maria Graziani che voleva fondare senza successo un battaglione di sole donne, Goretti Gargnani si fa ricevere da Cavour. La sconfitta sarà chiara a Novara il 23/03/1849. ROMA: Eletto Pio IX cercano di convincerlo del fatto che è un papa liberale. Inizierà la guerra contro gli austriaci, ma il papa si ricorderà di essere papa anche per loro e abbandonerà la guerra. La repubblica romana verrà spenta dai francesi. Arriveranno a Roma, però, volontari da tutta l'Italia. Negli anni '50 la linea di Cavour sarà quella di creare un'alleanza con i francesi (Napoleone III), una repubblica che mangerà un'altra repubblica per una monarchia. La Gran Bretagna simpatizzava per la causa italiana. La seconda guerra d'indipendenza va bene, la battaglia principale è quella di Solferino. Pisacane nella sua spedizione causerà centinaia di morti, facendo in modo di attirare su di sé le avversioni dei contadini meridionali (infatti si suppone che si sia sparato prima di farsi prendere dai contadini). 3) Perché il primo re d'Italia si chiama secondo?: Piccola biografia di Nievo, le sue proprietà terriere e il suo forte desiderio di Italianità. Riferimento a Salvatore Lupo (università di Palermo) riguardo il brigantaggio siciliano, non bisogna confondere i briganti con i partigiani o con Robin Hood. Riflettiamo sul volontariato: il voler essere cittadini per la prima volta significa prendere parte alla sua vita politica, indipendentemente dalla propria estrazione -La seconda Italia è quella dei cattolici, dei clericali, che danno il potere al papa. -La terza Italia è quella di sinistra, la più difficile da etichettare per via delle numerose ideologie che si potrebbero racchiudere in questa categoria. In questo periodo i principali presidenti del consiglio saranno: Cavour, Crispi, Giolitti, Mussolini. Crispi (1887-1896) si sente assediato ma fiero di essere stato un garibaldino. Uno stato senza popolo perché in ben pochi si stavano interessando alla politica e alcuni, come i socialisti, andavano e venivano. Nascono le prime sindacalizzazioni. La Cgl, e la camera del lavoro di Venezia. Sempre più anarchici facevano attentati, anche alla vita di numerosi presidenti della repubblica. L'idea repubblicana non andava bene a tutti, specie perché il monarca prendeva la veste del presidente della repubblica. Da ricordare però che la maggior parte degli anarchici era in realtà infiltrato o talpa della polizia, e non di rado capitava di fare il doppio o anche il triplo gioco. Per decenni il partito socialista rimarrà il partito di sinistra per eccezione, ma cadrà di brutto per via dello scarso funzionamento con la seconda internazionale (vedi prima guerra mondiale). Ma tornando leggermente indietro il partito socialista rappresenta il sole del popolo, negli ultimi anni dell'800. Ci sono numerose contraddizioni, sia da una parte, sia dall'altra. La Chiesa ha benedetto tutte le guerre possibili con i suoi Te Deum, suonando le campane in caso di vittoria, e i liberali facevano votare al massimo il 7% del loro popolo, oltre ad opprimere altri “Popoli” perché non considerati tali, ma tribù. Per quanto riguarda i clericali l'enciclica di Leone XIII “rerum novarum” autorizza politicamente e mentalmente l'esercito cristiano alla riconquista dello stato. Gli anni novanta non sono importanti solo per le camere del lavoro e per il partito socialista. Entra in scena Giolitti, il suo primo governo non avrà grande successo perché sconvolto da uno scandalo bancario. Nascono i “fasci” da non confondere con il fascismo, ma sono organizzazioni e associazioni che tengono insieme i contadini poveri. Crispi perderà la grande occasione di mettere insieme braccia e terra perdendo l'appoggio di questi contadini, non voleva scontrarsi con il grande latifondista Rudinì che poi, era in pieno diritto di lasciare le sue terre incolte. 1896, sconfitta di Adua, un colpo pesantissimo per l'Italia. Crispi perde il potere e al suo posto si affaccia Sidney Sonnino, che con un articolo sulla “nuova antologia” afferma il bisogno di una lettura restrittiva dello statuto Albertino. Dopo Crispi arriverà Rudinì e Beccaris che daranno l'ordine di prendere a cannonate la folla, nel 1898 a Milano, mentre si protestava per la mancanza di pane. Umberto I legittimerà già a giugno il generale. Riassumendo: I fasci siciliani disegnano un appuntamento mancato tra lo stato e le masse popolari, Adua è l'opzione coloniale mancata, il ritorno allo statuto proposto da Sonnino. Il 29 luglio 1900 un operaio trentaduenne di Prato Gaetano Bresci uccide Umberto I a colpi di rivoltella, verrà condannato all'ergastolo (la pena di morte era stata abolita nell' '89) ma lo troveranno impiccato un anno dopo. 6)L'italietta liberale e i suoi nemici: Finisce l'età giolittiana nell'estate 1914, ma Giolitti non finisce, perché diventa presidente del consiglio nel primo dopoguerra, e durante l'occupazione delle fabbriche negli anni '20 manterrà il suo comportamento classico: indifferenza, non interverrà lasciando sfogare le proteste. Giolitti era senza dubbio una personalità molto calma, pragmatica, regolare, fredda e calcolatrice amante delle istituzioni e degli uomini delle istituzioni. Contrario alle ideologie che dichiarava morte già allora. Conto Giolitti si scagliarono D'Annunzio e Salvemini. Durante il suo governo ci sono interruzioni di pochi mesi, capeggiate da Sonnino, Fortis e Luzzatti. La mappa di questi anti giolittismi: Dal partito socialista arrivano possibili alleati: Turati, Treves, i rivoluzionari del partito socialista gli sono leggermente contrari perché non ritengono le sue riforme un appoggio per il cambiamento. Gli anarchici, che sebbene continuino a usare armi politiche diverse lo fanno in modo totalmente individuale. Verso sinistra troviamo i sindacalisti rivoluzionari, scissi in precedenza dal partito socialista. I sindacalisti rivoluzionari sentono uno scontento generale, sebbene non siano molto numerosi (una pattuglia) spiccano nomi come: fratelli Alceste, De Ambris, Corridoni, Di Vittorio… A destra per quanto riguarda l'antigiolittismo succedono cose importanti: nasce la nuova destra, il futuro nazionalismo, un abbandono della nazione intesa da Mazzini e un passaggio verso un'idea guerriera, militarista ed espansionista. I nazionalisti prendono forma nel 1910. Un duro colpo ai nazionalisti verrà però inflitto dalla nascita della Triplice (O, IT, D) che metterà da parte gli irredentisti i quali faranno udire soltanto una voce di fondo. La fiamma irredentista soffierà forte soltanto nel 1914-15. La rivista “la voce” sarà la sede di rielaborazione del fascismo. Le riviste diventano sempre più comuni e i direttori sono relativamente giovani 20-30 anni. Salvemini (più anziano) fonderà “l'unità”. Pareto, intellettuale dell'epoca affermerà che la classe sociale in realtà non esiste, che sono solo invenzioni dello stesso proletariato. Suggerirà ai borghesi di trovarsi un loro mito, in quanto il proletariato ha già trovato il suo. La guerra a volte verrà vista come l'unico modo di sistemare le cose, specie dai futuristi. Marinetti compiace la guerra “spaccatutto”. La guerra era vista come mezzo per disciplinare le masse. Giolitti in seguito prima concederà la continuazione della guerra in Libia da parte della destra, poi il suffragio maschile. Ci sarà bisogno del voto dei preti da parte dei liberali, e allora si dovrà trattare nelle parrocchie, scordarsi il divorzio, la laicità degli uffici pubblici, cose che tutt'ora ci affliggono. Oriani, saggista e narratore di fine '800 definirà questo periodo come “il capolavoro improvvisato di una minoranza lirica e tragica” “La rivoluzione italiana anziché opera di popolo aveva trionfato per un sopruso eroica della sua minoranza”. 7) Dal 14-19 guerra voluta, guerra non voluta: La guerra impegnò al popolo 10 mesi di discussione. Si discuterà principalmente nelle piazze, e poco in parlamento. Qualche numero: la prima battaglia della prima guerra mondiale, sui laghi Masuti nel 1914, 40mila vittime D, 125mila RUS. I contro della guerra erano: neutralisti, socialisti, cattolici che però non crearono mai uno sciopero. La parola d'ordine per i socialisti europei era: “ne aderire né sabotare” in quanto ideali politici non potevano intervenire, ma nemmeno sabotare per assomigliare agli anarchici. L'intera Italia si mobilitar, arriva la corsa alle armi e la produzione di vestiario e armamenti. Si entrerà in guerra con il governo Salandra-Sonnino. L'Italia che prima ammirava i tedeschi ora nel 1916 deve entrarci in guerra. Si tenta di conquistare le piazze, non più solo di sinistra, ma anche nazionaliste. L'interventismo democratico lascerà il posto all'interventismo nazionalista. Si pensava ad una guerra mondiale come quarta guerra di indipendenza. Le muse di questa guerra saranno, ubbidienza, disciplina, rassegnazione, ordine. L'Italia liberale chiederà aiuto alle chiese per mantenere l'ordine. Dorso: “manderemo avanti chi non vorrà fare la guerra”. Numerose saranno le fucilazioni per i disertori, da esempio per chi voleva sottrarsi alla guerra. Importante la citazione di Mussolini riguardo l' intervento in guerra: “I vinti avranno una storia, gli assenti no”. Tra il 23/24 maggio l'Italia entra in guerra dopo la firma del trattato di Londra (26 aprile 15). In questo periodo entrerà in scena Cesare Battisti, trentino, ovvero cittadino austro-ungarico. Sul finire del decennio Battisti chiamerà Mussolini come collaboratore nella camera del lavoro e al “Popolo” giornale di Trento, ma non durerà a lungo per il suo forte anticlericalismo. Battisti nel suo discorso afferma che “E' venuta l'ora di Trento”. Sarà contraria a tale intervento Matilde Serao, che affermò sul suo quotidiano che il discorso di Battisti “cadde nell'indifferenza generale”. L'atteggiamento della Serao è senza dubbio conservatore e nostalgico della vecchia alleanza con la Germania e l'Austria. Non c'era modo per Battisti di uscire dal vicolo cieco in cui si trovava. Infatti venne preso e ucciso per tradimento. Gli austriaci lo travestiranno da pagliaccio e pubblicheranno le foto. Errore gravissimo perché ciò non fece altro che divinizzare tale personaggio. “Spacchiamo le reni alla Grecia” è una frase che si rivelerà ridicola quando perderemo in Albania. Questa patente di inadeguatezza ci arriva dal viaggio verso l'Unione Sovietica, dove gli italiani sono arrivati con le divise estive e i muli. Ma quando inizia la fine del fascismo? Forse quando una parte della borghesia inizia a sfaldarsi, tentare di normalizzare il fascismo non aveva dato buoni frutti. Se prima i figli dei liberali facevano parte degli squadristi i padri rimangono dello stesso stampo e in un Italia da rifare pensano che gli stessi figli potrebbero salire al potere. L'Italia non era molto convinta di quella che sarebbe stata la sua fine dopo Mussolini. Cosa poteva sostituire questa speranza fallita? Questo sarà uno dei temi dei diari di Calamandrei, sospettato di antifascismo già dagli anni 30. Croce tenta di ristabilire il partito liberale ma non ci riesce. Andrea Damiano scriverà il libro “il rosso e il grigio” il colore grigio è riferito al 41-42. La zona grigia è di coloro che non fanno politica, le persone che “tengono famiglia”, quelle che il fascismo aveva tentato di eliminare. “La vecchia Italia non è morta con l'avvento del fascismo. Spente le sue libertà sopravvisse Agonizza ora. Forse il non aver saputo morire allora è una colpa?” “Distacchi. Che fa il re? Perché non interviene? Finora ha taciuto: non un gesto, non una parola. Da vent'anni remoto”. Il disfattismo di questi tempi serpeggia tra la classe degli intellettuali e con essi una buona parte della classe dirigente. Molti intellettuali italiani, ormai diventati cittadini statunitensi ritornano, ma non sono soddisfatti come Prezzolini e Salvemini. Ritroviamo ancora le due Italie in cammino. L'Italia rossa e l'Italia cattolica. Salvatore Satta ha sostenuto che il fascismo aveva a tal punto determinato le sorti e gli animi degli italiani che ormai la patria era morta. Lo stesso termine “patria” ha assunto una valenza negativa a causa del fascismo. Anche per i partigiani esisteva però una patria, l'idea di internazionalità sfumava a favore dell'Italia da risollevare 10) Conclusioni: I 150 anni d'Italia visti da oggi: L'ordine nuovo sovranazionale serpeggia già durante la seconda guerra mondiale e poi nel dopoguerra. Quelli che rimangono fascisti nel secondo dopoguerra si iscrivono al Movimento Sociale Italiano (MSI). La resistenza invece paga il suo tentativo di diventare una grande potenza. Dopo Yalta l'Italia è terreno di confine tra il blocco dei paesi a guida statunitense e quelli a guida dell'unione sovietica. In Italia tutto si spartisce, si pensi soltanto ai nostri difficoltosi rapporti con la Jugoslavia. E se le sinistre avessero vinto le elezioni? Domanda semplice alla quale ha risposto Cossiga: non siamo mai stati liberi di scegliere; hanno perso perché dovevano perdere “credete ancora alle fate? Gli USA non l'avrebbero mai permesso”. Tanti personaggi attuali ci arrivano dal PCI, anche Pertini, Napolitano e Amendola, che potremmo definire anche una questione meridionale, visto che sono tutti del sud. Rea, ci lascia una citazione in cui esprime il suo parere riguardo la guerra e gli Usa: “Sono matematicamente sicuro che il governo italino pattuì in maniera formale la concessione del nostro mare e delle nostre attrezzature alla sesta flotta americana”. Napoli nel dopoguerra sarebbe quindi in mano agli Usa. Secondo Rea il porto di Napoli era per decisione un porto militare, la principale base della flotta statunitense per il controllo del mediterraneo. Nel processo di formazione d'Italia, anche negli ultimi anni non sono certo mancati gli stati uniti. La cattura su suolo itlaino di Abu Omar nel 2003, l'omicidio Calipari nel 2005, l'aereo partito da Aviano e precipitato che causò morti nel Trevigiano. Per non parlare del coinvolgimento nelle loro guerre punitive: Iraq 1990, Serbia-Cossovo 1999 Afghanistan 2001. In realtà stavamo parlando male dell'unione sovietica come falso stato guida, ma stavamo seguendo gli Usa. Considerazioni riguardo le passate lezioni: -Ha spiegato l' '800 in chiave clericale, lodando la laicità dei liberali -Nostalgico dell'unità nazionale -L'orgoglio nazionale o c'è o non c'è. Non può essere improvvisato -Il secondo dopoguerra rappresentava quelloc he diceva Togliatt, il compito storico era quello di raccogliere le bandiere lasciate cadere dalla borghesia. -Non abbiamo ancora sviluppato una cittadinanaza europea -Avremmo potuto sviluppare una cittadinanza atlantica Considerazioni riguardo l'oggi e l'ultimo incontro: Per tutto il dopoguerra siamo stati contrassegnati dalla smemoratezza verso il fascismo. Anche il presidente del consiglio ci ha detto che “mussolini non ha ammazzato nessuno, mandava le persone in vacanza al confino”. La politica oggi sembra non aver bisogno di storia o di passato. Il passato oggi viene strumentalizzato e falsato. Anche i rapporti con la chiesa sono cambiati: i matrimoni civili sono tanti quanti quelli religiosi, anche se per quanto riguarda i funerali non è ancora facile trovare un luogo non confessionale per la dipartita. In conclusione possiamo affermare che c'è sempre stato “un solo uomo al comando” lo sono stati i papi e lo è stato Mussolini come Garibaldi. Come tutt'ora lo è anche Berlusconi. LUPO, Il fascismo 1) Di ritorno al fronte: Mussolini nacqua il 29 luglio 1883 a Predappio figlio di una maestra e di un artigiano. “figlio di fabbro” fu una frase usata per ricordare le umili origini del Duce, anche se Monelli ne fece una descrizione più aspra: La famiglia di Mussolini apparteneva a piccoli proprietari decaduti che non ama lavorare la terra dopo che l'ha persa e invidia i borghesi agiati. Seguendo le orme del padre anticlericale si dedicò al socialismo e alla rivoluzione. Prese parte alla rivista “La lotta di classe”
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