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Interpretazione e applicazione della legge: significato, criteri e analogia, Sintesi del corso di Diritto Privato

diritto amministrativoDiritto PenaleDiritto CostituzionaleDiritto civile

L'applicazione e l'interpretazione della legge, inclusi i motivi per cui l'interpretazione non si limita alla lettera del testo, i criteri di interpretazione come logico, storico, sistematico, sociologico e equitativo, e l'uso dell'analogia per risolvere casi senza regole esplicite. Anche i limiti dell'analogia e la differenza tra interpretazione giudiziale, dottrinale e autentica.

Cosa imparerai

  • Quali sono i criteri di interpretazione e quali ruoli giocano nella pratica giuridica?
  • Quali motivi justificano l'uso di criteri oltre alla lettera della legge per l'interpretazione?
  • Come si applica l'analogia in giurisprudenza?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 11/05/2019

ChiaraMen
ChiaraMen 🇮🇹

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Scarica Interpretazione e applicazione della legge: significato, criteri e analogia e più Sintesi del corso in PDF di Diritto Privato solo su Docsity! CAPITOLO 4: L'APPLICAZIONE E L'INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE 23. L'applicazione della legge Per applicazione della legge si intende la concreta realizzazione nella vita concreta della comunità di quanto è ordinato dalle regole che compongono l'ordinamento giuridico. 24. L'interpretazione della legge. Il precedente giurisprudenziale. Interpretare un testo, in particolare un testo normativo significa attribuire ad esso un senso, decidere che cosa si ritiene che il testo effettivamente significhi e di conseguenza come vanno risolti i conflitti che possono insorgere nella sua applicazione. L'attività di interpretazione non potrà esaurirsi nel solo esame dei dati testuali, per 4 motivi principali: I. Il significato di alcuni vocaboli va ricavato da elementi extra-testuali, infatti quasi nessun vocabolo ha un significato univoco. II. Gli enunciati normativi si riferiscono a situazioni ipotetiche, spetterà quindi all'interprete, di fronte ai singoli casi concreti, se considerarli o meno inclusi nella disciplina dettata dalla singola norma; dovrà applicare tecniche di estensione o integrazione delle disposizioni di legge. III. In alcuni casi vi sono dei conflitti tra le leggi, risolvibili osservandone la gerarchia, osservando dei criteri cronologici (la norma posteriore prevale su quella anteriore), a criteri di specialità. IV. Di frontte a un caso, difficilmente si può applicare una sola norma, ma occorre utilizzare una pluralità di disposizioni. Interpretazione costituzionalmente orientata: tra i più significati possibili che si possono atribuire a una norma deve essere preferito quello conforme alla Costituzione (una norma può essere incostituzionale anche solo quando non sia possibile darne un'interpretazione conforma cosstituzione). L'applicazione della legge implica quindi: l'attività interpretativa, la ricerca e l'individuazione della norma da applicare al caso, integrazione della legge e l'analisi dei comportamenti e delle situazioni da regolare. Inerpretazione dichiarativa: Attribuzione del significato più immediato a un documento legislativo, applicabile solo se la lettera della legge noon è oscura. Interpretazione correttiva: Il processo interpretativo attribuisce ad una disposizione un significato diverso da quello che apparirebbe. Può essere estensiva o riduttiva. Talvolta si può contrappore all'interppretazione della legge, l'integrazione della legge che consiste nell'individuazione di una regola che il documento normativo non consentirebbe ad una sua prima lettura, ma che si ritiene che essa possa esserne egualmente ricavata tramite un esame più accurato. Dal punto di vista dei soggetti, si distingue tra: interpretazione giudiziale, dottrinale e autentica. Interpretazione giudiziale: quando viene compiuta da giudici, e si taduce in provvedimenti dotati di efficacia vincolante solo nei confronti delle parti del giudizio destinatarie del provvedimento del giudice. Il valore vincolante nel nostro ordinamento è limitato poichè non è attribuita ai precedenti giurisprudenziali forza vincolante (cosa che accade nell'ordinamento anglosassone) ai fini della risoluzione di successivi casi analoghi, infatti ciascun giudice può adottare l'interpretazione che ritenga preferibile (eventualmente in contrasto con la Corte di Cassazione). Tuttavia per uniformare le prassi interpretative e l'uniformità delle decisioni, sono state emanate leggi che hanno rafforzato il valore del precedente (es. art 360-bis non permette il ricorso in Corte di Cassazione di una sentenza, per esempio del Tribunale, se la Corte suprema si è già pronunciata precedentemente su un argomento analogo). Interpretazione dottrinale: risultato degli studi giuridici effettuati da cultori che pur non possedendo l'autorità necessaria, raccolgono materiale utile per l'interpretazione (illustrando le conseguenze delle varie azioni interpretative, illustrare i possibili significati ecc..) che verrà poi utilizzato da coloro che vengono chiamati a effettuare scelte in rapidità, ovvero: avvocati, giudici, funzionari pubblici. Interpretazione autentica: quella che proviene daallo stesso legislatore, il quale a volte può emanare leggi per l'interpretazione corretta di quelle preesistenti (queste norme hanno carattere vincolante, hanno quindi efficacia retroattiva). *efficacia novativa: regola solo i fatti compiuti successivamente alla sua entrata in vigore. 25. Le regole dell'interpretazione Come già detto l'interpretazione non può limitarsi alla lettera della legge, infatti già i romani dissero che, per effettuare un interpretazione il più esaustiva possibile, è necessario anche capire l'intenzione del legislatore, ovvero indagare la finalità obiettiva della norma alla luce della materia regolata, dei risultati perseguiti, dei valori del sistema giuridico. Vi sono tuttavia altri criteri di interpretazione: a. Criterio logico: escludendo dalla norma ciò che non è espressamente compreso, estendere la norma a fenomeni simili, escludere dall'interpretazione ciò che renderebbe a norma "assurda"; b. Criterio storico: attraverso l'analisi delle motivazioni con cui un istituto è stato introdotto, le modifiche ad esso apportate e il modo in cui è stato applicato/interpretato; c. Criterio sistematico: la norma viene collocata nel quadro complessivo dell'ordinamento (per evitare contraddizioni); d. Criterio sociologico: attraverso la conoscenza degli aspetti socio-economici; e. Criterio equitativo: evitare interpretazioni in contrasto con il senso di giustizia ddella comunità. 26. L'analogia Nel caso in cui si presentino delle lacune nell'ordinamento, il giudice non può rifiutarsi di decidere (denegata giustizia). Nell'art. 12 comma 2 delle preleggi, è disposto che nel caso in cui il giudice non riesca a emanare una sentenza (né applicando una norma che contempli direttamente il caso, né una norma che lo contempli indirettamente), deve prima procedere per analogia, e poi applicando i principi generali dello Stato. Il procedimento analogico consiste nell'applicare una norma non scritta desunta da una norma scritta che però ha lo scopo di regolare un caso simile (analogia legis). Devono essere trovati dunque degli elementi in comune alle due fattispecie, una è l'oggetto della forma scritta, e l'altra l'oggetto della lite. (es. da una norma che regola in modo generico il "lavoro" possono essere collegate analogicamente fattispecie riguardanti il lavoratore dipendente/autonomo). Se il caso rimane ancora dubbio si passa all'applicaione dei "principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato" (analogia iuris), ovvero i generali orientamenti del sistema legislativo. Limiti dell'analogia L'analogia non è applicabile a norme penali (nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto compiuto) e a norme eccezionali (necessità di privilegiare la disciplina normale).
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