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Storia del Medioevo: Dalle origini del Regno Ostrogotico a fine Età Moderna - Prof. Galopp, Sintesi del corso di Storia Medievale

Una panoramica della storia del medioevo europeo, dalla fondazione del regno ostrogotico nel 489 d.c. Alla fine dell'età moderna. Il testo copre temi come la caduta dell'impero romano d'occidente, la nascita dei comuni, la guerra gotica, la reconquista spagnola, la prima crociata e la pubblicazione della bibbia di gutenberg. Inoltre, vengono citati importanti figure storiche come giustiniano, carlo magno, papa urbano ii e colombo.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 08/02/2024

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Scarica Storia del Medioevo: Dalle origini del Regno Ostrogotico a fine Età Moderna - Prof. Galopp e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! PREPARAZIONE ESAME: -INTRODUZIONE: -Ha senso oggi studiare il Medioevo? Cosa dobbiamo al Medioevo? -Storici e saggisti: Cristoph Keller (Cellarius), Georg Horn (Hornius) e Voltaire; Huizinga (linguista) -Romanzieri: Novalis, Victor Hugo, Grossi RACCOLTA DELLE FONTI: -Non c’è storia senza documenti? Senza documenti non c’è storia -Storici: Balestracci, Le Goff, Frugoni -Fonti Primarie e Secondarie -La dispersione delle fonti (volontaria, accidentale e la damnatio memoriae) Sintesi capitoli di Cipolla: Lo storico si differenzia dal romanziere nel senso che non inventa ciò che racconta, ricostruisce il passato sulla base di una documentazione a cui deve attenersi secondo criteri rigorosi. Lo studio della storia condotto scientificamente, al fine di una ricostruzione storica, è uno studio condotto sulla base di una documentazione raccolta, valutata e interpretata. Il metodo storico si fonda sulla distinzione tra fonti primarie e derivate. Per critica delle fonti si intende sostanzialmente l’interpretazione letterale dei testi, la decifrazione o traduzione. E’ sempre da preferirsi una fonte primaria rispetto ad una secondaria, è sempre meglio il manoscritto archetipo originale anziché una qualsiasi copiatura (edizione critica). Il lavoro di documentazione dello storico è distinto in un primo momento di raccolta dei documenti, uno successivo di esame critico di questi e infine una loro interpretazione e utilizzazione. Spesso si inciampa in una lacuna documentaria e allora bisogna interpellare altre discipline come la linguistica, l’archeologia, la numismatica e l’epigrafia e chiedere in prestito i loro documenti, le loro testimonianze. La cultura medievale, fondamentalmente agricola fu una cultura dell’approssimativo: essere esatti, far si che i conti tornino, è fenomeno moderno. LA LINEA DEL TEMPO -TARDA ANTICHITA’ (Autunno del Mondo Antico) IV - VII: Eventi principali: -476: Odoacre Depone Romolo Augusto, ultimo imperatore di Occidente -489: Gli Ostrogoti di Teodorico scendono in Italia -529: (Codice di Giustiniano) Fondazione del monastero di Montecassino -534: Regola di San Benedetto (ORA ET LABORA) -535-555: Guerra Greco Gotica, Giustiniano riconquista l’Italia -568: I Longobardi guidati da Re Alboino penetrano in Italia -622: Maometto fonda l’islamismo -643: Editto di Rotari BASSO o TARDO MEDIOEVO (Autunno del Medioevo) XIV – XV: -1309: Trasferimento della sede papale ad Avignone (fino al 1377) -1337: Inizio della Guerra dei Cent’Anni tra Francia e Inghilterra -1348: Scoppia l’epidemia di Peste Nera -1356: La Bolla d’Oro stabilisce i criteri di elezione imperiale -1389: I Turchi sconfiggono i Serbi nel Kosovo e si espandono nei Balcani -1415: Battaglia di Azincourt, gli arcieri inglesi battono la cavalleria francese -1453-54: Pubblicazione della Bibbia di Gutenberg (primo testo a stampa a caratteri mobili); conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi; fine della Guerra dei Cent’Anni; Pace di Lodi in Italia -1469: Matrimonio fra Ferdinando II di Aragona, detto il Cattolico, ed Isabella di Castiglia -1492: Completamento della Reconquista e Cacciata degli ebrei dalla Spagna; Morte di Lorenzo il Magnifico, Primo viaggio di Colombo in America, -1494-1516: Con la spedizione di Carlo VIII di Francia inizia la prima fase delle Guerre d’Italia fra Francia e Impero SINTESI: Affrontando da storico dell’arte lo studio del periodo medievale aprirei la mia trattazione prima di entrare nel merito con una brevissima digressione riguardo la cifra artistica di questo lungo periodo storico: L’ artista medievale era un artigiano con il compito per la maggior parte di istruire un popolo analfabeta; spesso si trattò di raffigurazioni didascaliche-narrative, escatologiche di grande impatto emotivo e di carattere mistico-religioso, come le visioni apocalittiche; altri temi e motivi molto frequentati dagli artisti di quel tempo provengono dal mondo naturalistico, fantastico e grottesco ispirato dai Bestiari Medievali. Il corso di Istituzioni di storia medievale ha proposto di approcciarsi ai principali eventi politico-istituzionali ed economico-culturali della storia dell’Europa nei secoli medievali. Considerare le caratteristiche dell’evoluzione storica delle diverse organizzazioni del potere politico-istituzionale parallelamente con la trasformazione economico-sociale nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa Nord-Occidentale, dai secoli della tarda antichità fino al basso Medioevo. Particolarmente ci si è soffermati sul superamento, a partire dal Mille, degli ostacoli istituzionali che rallentavano lo sviluppo economico europeo verso un’economia di mercato: il feudalesimo, il regime signorile, il ruolo della Chiesa e delle corporazioni cittadine. Sono state considerate le problematiche intrinseche alle fonti scritte scelte e presentate durante le lezioni: - La Regola di San Benedetto - Storia dei longobardi di Paolo Diacono - Arianesimo dal “Dizionario del Medioevo” - Testo dell’Editto di Rotari - Maometto e Carlo Magno di Pirenne - Capitulare de Villis - Eginardo, descrizione Carlo Magno - La Commendatio e l’omaggio feudale - Dictatus Papae di Gregorio VII - Estratto di vita di Matilde Canossa - Cronaca Anglosassone su Guglielmo il Conquistatore (fonte primaria) - Testo di The Immigrant Song dei Led Zeppelin - Bloch, La società feudale - Capitolare dal “Dizionario del Medioevo” - Testo Capitolare di Querzy - Invasione dei Saraceni di Rodolfo il Glabro - Discorso di papa Urbano a Clermont - Commento di Armienti alla Tarsia Pisana di Fibonacci - Estratto della Magna Charta Libertatum - Bollam Unam Sanctam di Bonifacio VIII - Introduzione Decamerone di Boccaccio - G. Villani la Firenze del 300’ - Estratto dal “Miliione” di Marco Polo - Estratto itinerario di Ibn Battuta - Estratti di Zorzi da “Manuale di storia medievale” - Estratto dal Diario di Bordo di Colombo - Estratto da “I mercanti viaggiatori fiorentini del 500’ “ di Vespucci In particolare, è stata esaminata la nascita dei comuni con riferimento alla storia di Pisa (repubblica marinara) , esemplare testimonianza di una città proiettata soprattutto verso il commercio. -Con la parola Medioevo indichiamo l’arco di quasi mille anni di Storia Europea che per convenzione è fatto incominciare con la disgregazione dell’Impero Romano nel corso del quinto secolo dopo Cristo; questo periodo è composto da più parti (la Tarda Antichità o Autunno del Mondo Antico, L’Alto Medioevo Feudale, Il Pieno Medioevo dopo l’Anno Mille e il Basso/Tardo Medioevo o Autunno del Medioevo) che determinano il significato complessivo di Età di Mezzo. Intorno al 1500-600, durante l’umanesimo, la storia della civiltà umana fu immaginata come divisa in tre fasi, per ognuna delle quali veniva formulato un giudizio di valore: luminosa, l’antichità classica; oscura e decadente, quella seguita alla dissoluzione dell’Impero Romano; piena di nuove promesse quella che si stava vivendo, nella quale si ritenevano rinati ideali simili a quelli espressi nella civiltà antica. L’idea che fosse esistito un Medioevo nacque contrapposta e tener presente che per il mondo globalizzato il Medioevo si presta particolarmente bene a ogni riflessione sul rapporto tra passato e presente, perché prima di un’età storica è un luogo del suo immaginario collettivo. Se gli storici innanzi tutto si sono tanto appassionati in tali discussioni è stato perché la questione della continuità o del cambiamento nella storia è sempre di importanza enorme e riuscendo a capire che cosa cambia e cosa resta invariato e come, perché e dove, si capisce la storia. Nella concretezza dello spazio e del tempo, la narrazione segue, per quanto possibile, un andamento cronologico e si concentra sul continente europeo e le aree che con esso sono entrate in relazione, quelle sulle quali si era dispiegata la civiltà latina antica, punto di riferimento concettuale per la nascita stessa dell’idea di Medioevo. Se il Tempo è quello convenzionalmente adottato dalla comunità scientifica – dal 500 al 1500 – lo Spazio, dunque, è quello dell’Europa, ma si tratta di un’Europa che di continuo si arricchisce di nuove popolazioni. Nel corso delle lezioni abbiamo citato l’illustre figura di Francoise- Marie Arouet, che passò alla storia con lo pseudonimo Voltaire, quale filosofo, drammaturgo, scrittore, poeta, enciclopedista, saggista e storico, che abbiamo ricordato per la sua opera, pietra miliare dell’illuminismo, “Saggio sui costumi e lo Spirito delle nazioni” pubblicato alla fine del 700’; poi citammo Cellarius, nome latinizzato di Cristoph Keller, filologo che attraverso le sue pubblicazioni promosse la linguistica latina, la geografia, l’archeologia e la storia; con la sua Historia Universalis rese canonica la divisione delle epoche storiche in antica, medievale e moderna; ancora, nella questione della periodizzazione abbiamo il nome dello storico e geografo tedesco Hornius, nome latinizzato di Georg Horn, che individuò l’inizio del Medioevo nel 476 dopo Cristo e la fine attorno al 1543; è proprio il 476 d.C. la data in cui convenzionalmente è sancita la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, anno in cui Odoacre ha deposto Romolo Augusto. Nel 489 gli Ostrogoti (una delle prime popolazioni latino-germaniche a muoversi e portare avanti una campagna di conquista bellica) di Teodorico partono alla conquista dell’Italia; arrivati a destinazione, dopo aver ucciso a tradimento Odoacre, si stabiliscono a Ravenna. Poco dopo, agli inizi del quinto secolo, l’Episcopato di Roma si attribuì una maggiore autorità morale rispetto agli altri patriarcati, autoproclamandosi sede apostolica per eccellenza in quanto aveva ospitato il martirio e conservava le spoglie di Pietro, quello tra gli apostoli che Gesù stesso aveva indicato come fulcro della Chiesa. La centralità della sede romana era stata la conseguenza di un’elaborazione teorica in base alla quale solo Pietro avrebbe ricevuto da Gesù “il potere delle chiavi” (cioè, potere decisionale), come narra il Vangelo secondo Matteo. Il vescovo di Roma, allo stesso modo, rivendicava un ruolo preminente in mezzo agli altri vescovi ai quali era delegato il potere di Pietro, attraendo verso di sé il tradizionale legame tra Roma e la tomba degli apostoli: fu papa, parola greca che significa padre. Passando in carrellata i momenti salienti della Tarda Antichità abbiamo poi come tappa obbligatoria, sparti acque dei nuovi tempi, il 16 aprile del 529, data in cui entra in vigore il Codex Iustinianus, fulcro dell’impresa dell’Imperatore Giustiniano, il Corpus iuris civilis (ampliamento del Codice Teodosiano); questa pubblicazione, da alcuni considerata pagina nera nella storia del cristianesimo che andava allora affermandosi, segna il tramonto definitivo del mondo antico, della religiosità greco-pagana, della stessa filosofia antica. Il cristianesimo diventa religione ufficiale dello stato condannando il vecchio mondo e divenendo il nuovo vessillo del potere imperiale: “in quanto le autorità sono costituite da Dio”. Nella stessa data viene fondato il monastero di Montecassino che nel 534 accoglierà san Benedetto e la sua regola (“Ora et Labora”). Dal 535 al 553 vi fu il lungo conflitto passato alla storia con il nome di Guerra Gotica in cui l’Impero Bizantino guidato da Giustiniano si contrappose agli Ostrogoti nella contesa di parte dei territori che fino al secolo precedente erano parte dell’Impero Romano d’Occidente. La vittoria fu solo una manifestazione goliardica di potere, fine a sé stessa, perché dopodiché il territorio italiano rimase distrutto e in gran parte spopolato. Questo nuovo scenario aprì la strada nel 568 ai Longobardi guidati dal Re Alboino che si trovarono spianata la via e penetrarono agevolmente nella penisola per poi stanziarvisi. Intanto nel 570 dopo Cristo nacque Maometto, il grande profeta, che dopo l’egira del 622 (ishrà, cacciata, esilio) in cui si recò a Medina per proseguire la sua predicazione tornò da trionfatore alla Mecca, sua città natale dove fondò l’altra grande religione monoteista assieme al cristianesimo e l’ebraismo, l’islamismo, scrivendo le prime pagine di un nuovo importante capitolo storico dell’era musulmana. Nel 643 con fu promulgato a Pavia nel palazzo reale l’editto del re Rotari, la prima raccolta scritta delle leggi dei Longobardi; vennero apportate significative innovazioni nella società: la sostituzione dell’antica faida (vendetta privata) con il guidrigildo (risarcimento in denaro) e la limitazione decisa al ricorso della pena capitale; questo documento assume una importanza significativa dal punto di vista storiografico poiché fu scritta in latino, la lingua classica del diritto, la lingua dei vinti; rappresenta una testimonianza degli usi e dei costumi del popolo barbaro disceso in Italia poco avvezzo prima d’ora alla scrittura; fu quindi un potente strumento di conservazione dello spirito nazionalistico e della coesione di stirpe tra i longobardi da un lato ma anche la cartina al tornasole che attesta l’inevitabile integrazione con la cultura latina con cui erano venuti a contatto in un processo di adattamento all’ambiente post-bellico. Entrando nella fase cosiddetta dell’Alto Medioevo, nel 717, dopo il primo assedio del 674, l’avanzata dell’islam verso l’Occidente si attua in un secondo tentativo di conquista, portata avanti dagli arabi via terra e via mare contro la capitale dell’Impero Romano d’Oriente, Costantinopoli: nonostante il grande entusiasmo risultò comunque un fallimento per problemi logistici e strategici. Nel 732 Carlo Martello, maestro di palazzo dei Franchi, (padre di Pipino il Breve), fu in prima linea nella resistenza contro gli arabi; sconfisse i musulmani a Poitiers, imponendo la sua volontà nel regno ed esercitando il potere regale pur non avendone il titolo per quattro anni. Inizia a imporsi in questo modo la dinastia cosiddetta dei Pipinidi, che ha come suo più famoso esponente il celebre Carlo Magno che, dopo la morte del fratello prese il potere ereditandolo direttamente dal padre; nel 774 depone Desiderio, ultimo re dei Longobardi e il 25 dicembre dell’anno 800’ già re dei Franchi (allo scopo di rendere legittimo il suo intervento) fu incoronato imperatore dei romani nella basilica di San Pietro a Roma, unto dal pontefice, Papa Leone III. Oltre al ruolo di conquistatore l’imperatore si prese anche quello di “mecenate” e riformatore valorizzando la cultura e tutte le espressioni artistiche. Carlo Magno tra le varie cose promuove una importante riforma della scrittura imponendo una maggiore attrazione alla grafia e alla calligrafia: per l’amministrazione del regno gli inventari e i documenti pubblici Entriamo così nell’anno Mille con le sue grandi paure che si riferiscono genericamente all’idea che nel Medioevo, secondo il contenuto delle sacre scritture, il mondo sarebbe finito in quell’anno. In attesa del giorno del giudizio universale nessuno lavorava i campi, nessuno combatteva più le guerre e tutti affollavano le chiese raccolti in preghiera. Dopo quest’ora più buia della notte medievale, dopo aver superato la paura della fine dei tempi, si ha un progressivo miglioramento in ogni aspetto della vita sociale. Vi è un incremento demografico importante scaturito da una ripresa dell’agricoltura, un clima più mite, diminuzione delle epidemie, una rinnovata religiosità e uno sviluppo economico commerciale; un aumento della produttività grazie anche a diverse innovazioni tecnologiche: l’aratro pesante, l’introduzione del cavallo da tiro al posto del bue che velocizza il lavoro dei campi coltivati, il collare da spalla per il cavallo e il giogo per i buoi. Innovazione degna di nota nel mondo agricolo fu anche la rotazione triennale delle coltivazioni che permetteva di sfruttare al massimo il clima e le porzioni di terreno coltivabili sottoponendoli a turnazioni cicliche. Vi furono anche innovazioni nel mondo dell’arte e della musica; nel 1025 Guido D’ Arezzo, teorico musicale, introduce il suo metodo di notazione musicale alfabetica in cui le lettere (dalla A alla G) si ripetono di ottava in ottava nella sua opera principale, il Micrologus de disciplina artis musicae; il monaco musicista è considerato tutt’ora l’ideatore del modello delle note a tetragramma che sostituì la precedente notazione adiastematica. Nel 1037, in concomitanza dell’assedio di Milano, l’imperatore Corrado II detto il Salico, concesse l’Edictum de beneficiis (o Constitutio de feudis) con cui riconobbe l’ereditarietà anche dei feudi minori: ciò d’accordo con la sua politica di rafforzare i minori vassalli e i ministeriali per averne appoggio e limitare il raggio d’azione dell’alta feudalità laica ed ecclesiastica. Nel 1066, il 14 Ottobre, Guglielmo il conquistatore, duca di Normandia, combatte sconfiggendo il re degli anglosassoni Aroldo II segnando l’inizio del potere della dinastia normanna in Inghilterra. Ancora un’altra guerra significativa fu quella del 1071 a Manzikert tra l’esercito del sultano selgiuchide e quello bizantino dell’imperatore romano Diogene quarto; i turchi ne uscirono vincitori e occuparono anche buona parte dell’Anatolia; lo scontro condusse a nefande conseguenze che avrebbe gettato Bisanzio in un caos tale da sfociare nel susseguirsi di rappresaglie interne e guerre civili. Nel 1088 viene fondata L’Alma Mater Studiorum a Bologna, l’università propriamente detta più antica della storia. Nel 1095 ebbe luogo un sinodo locale in Francia a Clermont con la partecipazione di 300 eminenti figure ecclesiastiche tra i quali vescovi e abati presieduti da papa Urbano II; nei canoni promulgati sono inclusi provvedimenti riguardo la scomunica del re Filippo I; la giurisdizione di Tours sulla Bretagna, la “tregua di Dio” (armistizio imposto in specifici periodi dell’anno); il divieto di ordinazione episcopale dei laici; la gratuità delle funzioni funebri; il divieto di coabitazione di donne con chierici (celibato); l’astinenza dalla carne durante la quaresima e il divieto di imprigionamento di vescovi. Il concilio è noto soprattutto per il discorso o appello tenuto dal papa in vista della liberazione della Terra Santa e in aiuto ai cristiani d’Oriente, che ebbe come conseguenza la prima crociata nel 1099, la prima delle 8 crociate contro gli infedeli, la prima conquista temporanea di Gerusalemme da parte dei Cristiani. Nel 1122 ci fu un incontro tra l’imperatore Enrico V e papa Callisto II, il cosiddetto concordato di Worms, che pose termine allo scontro tra potere temporale e spirituale, tra papato e impero, alla lotta per le investiture; l’imperatore rinunciava a ogni investitura dei vescovi con l’anello e con il pastorale, riservandosi tuttavia il diritto di essere presente (egli stesso o un suo delegato) all’elezione medesima. La chiesa è a tutti gli effetti l’unica detentrice del potere spirituale e quindi della nomina dei vescovi; come conseguenza logica ci fu la convocazione di un concilio ecumenico a Roma, il primo celebrato in Occidente (l’ultimo fu 3 secoli prima a Costantinopoli). Nel 1176, nella Battaglia di Legnano, avvenne lo scontro tra Federico I Barbarossa (14) e i comuni della Lega Lombarda: l’esercito comunale sconfisse l’esercito tedesco guidato dall’imperatore in persona fermando definitivamente la sua quinta discesa in Italia per conquistare e sottomettere i Comuni della zona settentrionale della penisola. Nel 1187 ebbe luogo l’evento catalizzatore della terza crociata, l’assedio e la riconquista di Gerusalemme da parte dell’esercito arabo sotto la guida di Saladino e il quasi totale collasso del Regno Crociato Cristiano di Gerusalemme. Nel 1202, il pisano Leonardo Fibonacci pubblicò il Liber abbaci, opera con la quale espose ciò che aveva appreso dai matematici persiani e arabi: le nove cifre definite “indiane”, il segno dello zero a rappresentare il concetto di “vuoto” e una dimostrazione concettuale nota come la teoria della sezione aurea (vedi riferimento a tarsia pisana). In concomitanza fu indetta la Quarta Crociata: Costantinopoli fu conquistata divenendo capitale dell’Impero Latino per buona parte del secolo. Nel 1215 la posizione di Giovanni Senzaterra era particolarmente debole dopo che da tiranno aveva violato una gran quantità di antiche leggi e usanze che governavano l’Inghilterra; la sua posizione era talmente compromessa da essere costretto a firmare dai suoi sudditi la Magna Charta Libertatum per limitare il suo potere; il contenuto del documento elenca quelli che successivamente vennero considerati i diritti umani: libertà, ma non per tutti (i servi della gleba erano esclusi), divieto di imporre nuove tasse, garanzia per i cittadini di non essere imprigionati senza prima essere processati, la possibilità di dichiarare guerra al re qualora fosse venuto meno a questi obblighi e la libertà della Chiesa Inglese. Nel 1250 Stupor Mundi (chiamato così per la sua curiosità intellettuale), Federico II di Svevia, muore portando a una destabilizzazione politica, alla esplosione dei contrasti tra guelfi e ghibellini e alla guerra per il dominio del regno di Sicilia tra Papato, Angioni e Aragonesi. Nel 1255 a Siena emerge Orlando Buonsignori, banchiere, facendo sorgere La Gran Tavola, la più importante banca a livello europeo del 200’. Nel 1258, la “Città della Pace”, Baghdad, venne rasa al suolo al termine di un saccheggio che durò 7 giorni: secondo le fonti occidentali il numero dei morti sfiora il milione; i cronisti arabi parlano di addirittura 2 milioni di vittime. I mongoli, sotto la guida di un nipote del mitico Gengis Khan, occuparono con questa campagna di guerra gran parte del Medio Oriente; insieme alla città di Baghdad spazzarono via anche il Califfato della dinastia degli Abbasidi, cancellando 500 anni di storia e scrivendo la pagina più catastrofica nella storia dell’Islam. Tornando in Occidente, in Europa, in Italia, in Toscana, a Campaldino, nel 1289, fra guelfi (prevalentemente fiorentini) e ghibellini (prevalentemente aretini) ci fu un uno scontro per cause ideologiche, volontà egemoniche e interessi economici. Per Arezzo la sconfitta di Campaldino fu la fine del “libero Comune”, della libertà mantenuta fino ad allora battendo anche una moneta propria. Per Firenze questo fu il momento più importante di un lungo contrasto, una tappa fondamentale per la conquista del predominio in Toscana. Tornando al versante arabo, nel 1299 fu fondato da Osman I (che aveva ereditato dal padre raggiunge l’unità politica con il matrimonio tra Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia. Sempre restando nell’isola iberica, nel 1492, avvennero nello stesso anno la cacciata degli ebrei e la Reconquista: con il decreto di Granada, l’editto di espulsione emanato dai re cattolici, per gli ebrei inizia un nuovo esodo che li obbligò a svendere i propri beni, le case, i negozi e altre attività, i gioielli e qualsiasi altra ricchezza per sopravvivere; in concomitanza la volontà degli abitanti della penisola di liberarsi una volta per tutte dalla presenza araba sul territorio si realizzò. Molti sia fra ebrei che musulmani scelsero di convertirsi al cattolicesimo per non finire sul lastrico. Nello stesso anno i re di Spagna decisero di favorire i viaggi di esplorazione, il più importante dei quali fu quello di Cristoforo Colombo, navigatore genovese, che, il 12 Ottobre 1492, credendo di essere sbarcato nelle Indie, scoprì le Americhe, il nuovo Mondo. Sempre lo stesso anno, alla morte di Lorenzo il Magnifico, la signoria passa al figlio Piero, evento che precipita Firenze in una situazione di arretratezza e di declino, fino a che, nel 1494 Carlo VIII di Francia penetra in Italia dando il via alle Guerre d’Italia. *LA CITTà: All’origine delle città medievali non ci fu un solo fattore, ce ne furono molti. La città medievale stessa non esiste, è un’astrazione, reali sono soltanto le singole città del Medioevo: ognuna ha la propria storia, ognuna diversa dall’altra. Era città un luogo che aveva funzioni di mercato, amministrative, giudiziarie, religiose, militari, politiche e che estendeva qualche forma di influenza sulla campagna circostante. Era città un luogo nel quale la maggior parte della popolazione si dedicava all’artigianato, al commercio, all’amministrazione. Era città un luogo fortificato da mura che difendevano la popolazione dall’esterno, delimitavano lo spazio vivendo all’interno del quale si era sottoposti a un diritto diverso (diritto urbano) e che comportava dei privilegi giudiziari o politici, separava le città dalla campagna circostante mentre le porte filtravano ciò che entrava e usciva: uomini e merci. Non sempre quindi basta un raggruppamento di popolazione per avere una città. SIGNORIA: Nel corso del Duecento l’evoluzione degli ordinamenti comunali in senso “popolare” aveva avvantaggiato soltanto i nuclei più facoltosi e intraprendenti della borghesia, i quali, dopo aver ottenuto il controllo politico sulle città al prezzo di rovinose lotte, si erano opposti all’acquisizione del medesimo diritto da parte dei ceti meno abbienti. Una volta giunto al potere, il cosiddetto popolo grasso si trovò a contrastare non solo il popolo minuto, che rivendicava un ruolo nella vita politica, ma anche quelle famiglie di nobili (magnati) che difendevano i propri privilegi e che continuavano ad essere presenti nelle magistrature comunali. Peraltro, le differenze fra il ceto nobiliare e il popolo grasso erano ormai più di nome che di fatto. Nella seconda metà del Duecento iniziò dunque ad affermarsi una nuova forma di governo, la Signoria. L’avvento di un signore, detentore di un potere pressoché assoluto, poteva avvenire sia in seguito a un generale consenso che costui si era procurato in vario modo, ma di solito per meriti militari, sia attraverso un’azione di forza con la quale un personaggio abile e spregiudicato si imponeva sulla collettività. Durante il governo signorile le magistrature comunali continuarono in numerosi casi a esistere e funzionare. Anche a Pisa, dopo la sconfitta subita nella battaglia della Meloria contro Genova (1284), si costituì una Signoria; il primo signore fu Uguccione della Faggiuola (1314-1316), poi i conti di Donoratico.  I comuni: l’espressione di «civiltà comunale» è stata coniata dagli storici in riferimento a un periodo ben preciso della storia dell’Italia medievale, corrispondente ai secc. 12°-14°, quando le città dell’Italia centrosettentrionale si sono dotate di una forma di autogoverno, il comune appunto, che si è rapidamente appropriato di tutti i poteri al punto di diventare, nel giro di un secolo, l’unica autorità politica in grado di operare sia all’interno sia fuori della città, su un territorio equivalente più o meno a quello delle nostre attuali province. Il Comune in sé non è una peculiarità della sola Italia del Nord e del Centro. Anche in Francia, nei Paesi Bassi, nella Penisola Iberica, in Germania e nell’Italia meridionale numerose città hanno cercato di emanciparsi dai re, principi o signori che le amministravano e di dotarsi di organi di autogoverno, ma non sono mai riuscite né a raggiungere quella pienezza di potere che caratterizza il Comune dell’Italia centrosettentrionale né a estendere la loro autorità fuori dalla cerchia delle mura cittadine. Incapacità le cui ragioni sono da cercare, almeno in parte, nel fatto che non possedevano, in partenza, alcune delle caratteristiche, prevalentemente di natura economica e culturale, che sarebbero state poi alla base della civiltà comunale. Corporazioni: Nell’ordinamento medievale, e fino al sec. 18°, complesso di persone che, svolgendo una comune attività economica, si univano per la tutela degli interessi e per il conseguimento di fini comuni: corporazioni di arti e mestieri; la c. dei mercanti, dei professionisti, Ne sono un esempio le corporazioni mercantili, le quali si arrogarono il diritto di decidere su questioni di pubblico interesse quali il rispetto degli standard di pesi e misure o il controllo della sicurezza stradale.  Sorte in anticipo rispetto alle corporazioni artigiane, quelle dei mercanti godevano di una posizione privilegiata nella società urbana, grazie al prestigio e alle consistenze economiche dei loro membri. Sintesi de “l’uomo medievale”: La storia, si, ma la storia di chi? Nel caso del medioevo si parla del monaco: - I monaci avevano l’obbligo di imparare a leggere. Tale obbligo poneva il monastero a un livello d’istruzione non più corrispondente alla condizione comune. Ciò richiedeva che il monastero si dotasse di strumenti (biblioteca, scuola, scriptorium), che lo rendevano un luogo del tutto esclusivo e culturalmente privilegiato. Il monastero si configura così sempre più come un’isola, all’interno di una società che si preferisce ignorare, se non per la parte e nella misura in cui è necessaria al benessere spirituale e materiale dei monaci: da ciò il consueto obbligo dell’ospitalità e la regolata assistenza concessa ai poveri, da ciò soprattutto i più o meno cospicui possessi per garantire la vita quotidiana e sovvenire alle esigenze dei monaci. Con Carlomagno e i suoi immediati successori, la fondazione e il possesso di un monastero divennero una prerogativa specificamente regale: nelle grandi abbazie regie o imperiali stuoli di monaci pregano Dio e assicurano alla loro opera la protezione celeste. Lo sforzo di dare una base anche culturale al proprio dominio incrementò ulteriormente le fondazioni monastiche del cavaliere: Un cavaliere doveva possedere forza fisica, coraggio, senso dell’onore e fedeltà alle gerarchie feudali ed ecclesiastiche. Solo in seguito, l’ideale cavalleresco si arricchisce di aspetti più raffinati; infatti nel XII secolo si diffonde il modello di vita della “cortesia”,
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