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Italia durante il governo Giolitti, Appunti di Storia

appunto sull'età giolittiana e sulle principali riforme attuate da Giovanni Giolitti

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 30/06/2024

marianna-monno
marianna-monno 🇮🇹

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Scarica Italia durante il governo Giolitti e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! ETA’ GIOLITTIANA: (1900-1914) Giovanni Giolitti fu il primo politico liberale (liberalismo di Locke= lo stato è nato ed ha il compito di proteggere i i 3 diritti fondamentali) a rendersi conto della crescita inevitabile ed inarrestabile della potenza della massa e a concedere ad essi scioperi e proteste-> secondo lui lo stato doveva cessare di schierarsi sempre dalla parte dei padroni e signori, creandosi così l'inimicizia del popolo ed invece consentire (quindi non reprimere con la forza queste ribellioni) manifestazioni solo quando esse si mantengano sul piano della rivendicazione economica -> lo stato aveva solo il compito di garantire l'ordine ed evitare che le proteste degenerassero in tumulti armati o attacchi al potere-> Giolitti però decide di optare per questa decisione per convenienza non perchè ci credesse veramente. politica: La politica di Giolitti si può accostare a quella di Cavour: ● Cavour aveva individuato nelle riforme il modo migliore per placare i tumulti rivoluzionari ● Giolitti sosteneva che per evitare che l’utopico sogno di una società libera e utopica prendesse pieghe rivoluzionarie bisognava dare ai lavoratori un graduale miglioramento della loro condizione-> nella realtà Giolitti era conservatore, ma si era reso conto che la situazione non sarebbe potuta continuare così (disuguaglianza politica basata su quella economica e sociale) e che lo scenario sarebbe cambiato-> perciò decise di dare un’immagine di stato “amico” che li avrebbe aiutati attraverso risultati tangibili e concreti allontanandoli dal pensiero socialista. All’interno della società italiana si stava facendo strada il PSI (Partito Socialita Italiano) fondato nel 1898 per difendere i diritti dei lavoratori-> all’epoca era diviso in due fazioni: 1) rivoluzionaria o massimalista-> più fedele ai concetti socialisti e che per questo motivo non volevano scendere a compromessi ed anzi, avrebbe combattuto per essi. 2) moderata o riformista-> disponibile a dei compromessi pur non rinunciando ai loro ideali -> è proprio con questa corrente che Giolitti inizia a collaborare per l miglioramento della condizione dei lavoratori, nonostante avesse due posizioni differenti: ➔ I socialisti riformisti capitanati da Filippo Turati sostenevano che il dialogo instaurato fosse un’avvicinamento al pensiero socialista. ➔ Giolitti ed in generale i liberali ritengono che questo avvicinamento avrebbe portato all’allontanamento di ogni pensiero rivoluzionario. Nonostante la collaborazione a livello pratico nessun’socialista divenne mai ministro (la collaborazione non si spinse mai alla piena e ufficiale assunzione di responsabilità governative). Nel 1904 la corrente rivoluzionaria del PSI ottenne la maggioranza -> a settembre dello stesso anno si tenne il primo sciopero nazionale, istituito a seguito di una strage di minatori svolta da dei soldati durante una manifestazione in Sardegna-> Giolitti non si scosta dalla sua linea di pensiero e ordina all’esercito e alla polizia di non intervenire aspettando che l'agitazione momentanea svanisse. Nel 1908 i riformisti ritornarono come pensiero principale e classificarono gli scioperi come metodi di lotta estremi a cui si doveva far ricorso solo in situazioni eccezionali-> mantenendo però riforme come il suffragio universale, le imposte sui redditi e il potenziamento dell’istruzione pubblica. sviluppo industriale: Durante il governo Giolitti si mantenne il protezionismo che da un lato favorì lo sviluppo del nord ma dall’altro svantaggiò l’economia agricola del sud (agricoltura rappresentava ancora il fattore chiave dell’economia nazionale) mantenendo una tassa sul grano (questione meridionale). In questo periodo crebbe esponenzialmente il settore industriale con particolare attenzione all'industria automobilistica-> non si trattava di industrie vere e proprie ma più di officine in cui artigiani costruivano modelli esclusivi per chi voleva soddisfare i propri gusti estetici o le proprie passioni sportive, la cui qualità generò una crescente richiesta di automobili italiane all’estero -> la macchina era un bene estremamente costoso che rientrava ancora nei beni di estremo lusso-> nel 1912 la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino-> nata nel 1899 a seguito della visita di Giovanni Agnelli alla fabbrica FORD di Detroit) decide di lanciare il modello Tipo Zero, una vettura molto più economica che ne permise l’acquisto ad un numero maggiore di persone. critiche al governo Giolitti: Oltre all’industria automobilistica grazie al protezionismo ebbero grossi benefici anche le industrie siderurgiche alle quali lo stato affidò la costruzione di strumenti bellici (navi e cannoni) e di materiali ferroviari ( le industrie italiane producevano ad un costo maggiore rispetto a quelle inglesi o tedesche). Ma ebbero una notevole protezione le industrie di cotone e di zucchero -> lo stato si indebita per sostenere le industrie del nord, penalizzando maggiormente le popolazioni del sud. Al sud (come detto prima) il mantenimento del dazio sul grano andava a giovare soltanto i latifondisti del sud-> Giolitti lo mantenne per motivi utilitaristici e politici, di fatti grazie a questa sua mossa riuscì ad “acquistarsi” il sostegno di numerosi deputati eletti nei collegi meridionali-> questo metodo non era nuovo di fatti Giolitti era solito corrompere il senato attraverso incarichi o favori-> tantochè Gaetano Salvemini lo definì “ministro della malavita”. conquista della Libia: Nel 1911 il governo Giolitti a seguito di una separazione consensuale dei territori nord africani rimanenti con la Francia,inizia una campagna volta alla conquista della Libia (causa imperialismo-> corsa alla conquista di territori indipendentemente dalla ricchezza, di fatti contava solo l’estensione). Alcuni critici si opposero, come Salvemini (=critica giolitti per la sua modalità di ottenere voti) definendo la Libia uno “scatolone di sabbia”, tuttavia gli oppositori furono pochi e la maggior parte dell’Italia sostenne questa mira espansionistica. Uno dei maggiori sostenitori della causa fu Giovanni Pascoli, che nel 1911 scrisse un testo “la grande proletaria s'è mossa” in cui enuncia l’ottusità, la pigrizia e l'incapacità del popolo libico di sfruttare e far fiorire la terra in cui abitavano contrapponendo così lo splendore che la città pare abbia avuto ai tempi dei romani, considerati legittimi proprietari, che sarebbero riusciti a civilizzare i barbari (quindi esalta l’avventura coloniale) , nel testo inoltre viene anche sottolineato quanto l'occupazione della Libia potesse migliorare la critica situazione lavorativa italiana, creando nuovi posti di lavoro per i giovani che altrimenti sarebbero emigrati (ammettendo che l’Italia fosse un paese povero ma che dal momento della sua unificazione aveva intrapreso un percorso di rinascita e riscatto)-> per fare questo però pascoli poneva come base la fine della lotta di classe, per ritrovare vincoli comuni che vanno oltre le divisioni e le guerre interne, allineandosi perfettamente con il pensiero nazionalista
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