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Vita e Opere di Alessandro Manzoni: La Transformazione dal Classico al Romantico, Appunti di Italiano

Biografia di alessandro manzoni, scrittore e poeta italiano del romantico periodo. La sua infanzia, gli anni a parigi, la conversione al cattolicesimo, la sua produzione letteraria e le sue idee su arte e letteratura. Manzoni abbandona il classicismo per approdare al romanticismo, scrivendo opere come 'promessi sposi' e 'i 12 inni sacri'.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 09/01/2024

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virginia-bollini 🇮🇹

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Scarica Vita e Opere di Alessandro Manzoni: La Transformazione dal Classico al Romantico e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ALNO MAN (1785-1873) ● alessandro manzoni nasce a milano nel 1785 da pietro e giulia beccaria, figlia di cesare beccaria. ebbe un'educazione classica dai collegi dei padri somaschi e barnabiti. uscito da questi ultimi all'età di 16 anni si inserì nell’ambiente milanese e conobbe Ugo Foscolo. ● Nel 1805 si trasferisce a Parigi dalla madre che era in lutto per la morte di carlo imbonati, il suo fidanzato dopo la separazione da pietro. si creò un legame molto intimo e intenso con la madre. in questo ambiente Manzoni entrò in contatto con gli ideologi, eredi del patrimonio illuministico, che esercitarono con le ore idee liberali e con il loro rigore morale (giudicare con intransigenza) una parte importante nelle idee di Manzoni future. molto importante l’amicizia con Claude Fauriel ● 1808 Manzoni sposa Enrichetta Blondel ● fino a quel momento Manzoni non si era interessato alla religione, ma da quel momento iniziò a frequentare dei padri giansenisti e proprio nel 1810 si convertì alla religione cattolica ● 1810 Manzoni lasciò Parigi per tornare a Milano, ormai la sua realtà era ispirata dal cattolicesimo; questo cambiamento è per manzoni anche un rinnovamento nel campo della letteratura, infatti Manzoni abbandonò le opere di tipo classicheggiante per concentrarsi sugli inni sacri, opera che rappresenta il cambiamento verso opera di tipo romantico. Tornato in italia Manzoni fu molto vicino ai romantici milanesi, ma non si impegnò contro le polemiche dei classicisti, condusse una vita appartata e mandò la richiesta per partecipare al conciliatore. ● 1812-1827 furono gli anni di sbocci per Manzoni in cui scrisse tantissime opere; ● 1827 Manzoni pubblicò Promessi Sposi, Manzoni grazie a quest'opera divenne conosciuto da tutti e una figura pubblica. ● per fare degli studi alla lingua letteraria si trasferisce a Firenze per approfondire il fiorentino usato nelle conversazioni colte, infatti con questo studio Manzoni scrisse un’altra versione dei promessi sposi che nel 1840 pubblicò per adeguarlo al nuovo modello linguistico. ● rese pubblico Marzo 1821 e lo proclamarono senatore del regno d’italia ● nel 1873 morì a Milano Manzoni tra il 1801 e il 1804 scrisse opere di tipo classicheggiante ovvero con un linguaggio aulico e con rimandi mitologici e dotti. le opere che scrisse erano: ● il trionfo della libertà che aveva argomenti classici come la rivoluzione francese, il conflitto tra politica e chiesa e colmo di spiriti liberali. ● Adda e Sermoni ● 1806 Carme in morte di Carlo Imbonati: manzoni immagina che imbonati gli appaia in sogno e gli dava insegnamenti sulla vita e sulla poesia; in questa opera si vede il tema del giusto solitario dove si vede che davanti al caos della contemporaneità della società si rifugia nella propria virtù e nella propria solitudine per dedicarsi al culto delle lettere. infatti la letteratura deve anche trarre i sentimenti autentici e profondi, non soltanto rispettare le tradizioni autentiche. ● Urania e Parteneide: dopo queste manzoni si allontana definitivamente dal classicismo nel 1810, egli ormai aveva capito che si doveva allontanare da questo genere e passare oltre con un bisogno di una letteratura nuova ● dopo il cambiamento dal classicismo al romanticismo scrisse gli inni sacri dopo la conversione al cristianesimo nel 1810 per Manzoni fù un’esperienza totalizzante e si può capire dell’opera Osservazioni sulla morale cattolica. Manzoni si totalizza alla religione e sviluppò una fiducia assoluta in questa. Secondo il classismo l’antecedente della cultura moderna era il mondo romano, ma Manzoni si pone come anticlassicista e pensa che siccome il popolo romano è stato molto violento, allora i fondamenti della civiltà moderna vanno cercati nel medioevo cristiano. Questo ripudio della visione classica vede anche un ripudio per la concezione eroica e aristocratica e un’esaltazione per l’interesse per gli umili e per le masse. per lui questo cambiamento cristiano vede anche un cambiamento nella letteratura. sviluppa infatti il tema del male che vede l’uomo incapace di astenersi dal peccato, infatti Manzoni vede le realtà tragica che prima era velata dalla serenità classica. per questo nasce il bisogno di vedere il VERO della condizione dell’uomo. Manzoni rifiuta l’arte come ornamento, ma deve essere UTILE. Manzoni scrisse che doveva essere: l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo. questo viene spiegato da lui nell’opera: l’utile, il vero, l’interessante. Il vero per soggetto: l’artista deve trarre ispirazione dalla realtà e non dalla mitologia o dalla storia letteraria. I personaggi e i luoghi del romanzo sono o storici, cioè realmente esistiti, come il cardinale Federigo Borromeo; o verosimili, cioè immaginati, ma vicini alla realtà, come Renzo e Lucia.Renzo e Lucia erano sì personaggi inventati, ma nell’epoca del romanzo (I Promessi Sposi) erano esistiti nella realtà politica e sociale del milanese tanti contadini simili a loro ed esposti a un destino non difforme dal loro.Pertanto con l’identificazione del «vero» col «verosimile» l’impegno dello storico (recuperare e riprodurre il clima, il costume, la vita di un’età) non diminuiva, e lo scrittore acquistava la piena libertà d’invenzione e di rappresentazione. L’utile per scopo: il fine dell’arte è l’educazione civile e morale. Questo concetto dell’utilità dell’arte, ricavato dall’Illuminismo, fu molto avvertito in Italia dove i romantici ebbero forti ideali patriottici e sentirono la necessità di diffondersi fra il popolo. L’interessante per mezzo: per attrarre l’attenzione del lettore l’opera d’arte deve contenere argomenti presi dalla vita comune e quotidiani al fine di interessare e coinvolgere il maggior numero di lettori, e non solo le persone colte, i letterati. È questa la più autentica ispirazione romantica, alla quale guarderanno innumerevoli scrittori di romanzi lungo tutto l’Ottocento. Poiché l’opera letteraria – secondo la concezione di Alessandro Manzoni – è una narrazione che serve a migliorare gli uomini, è necessario che essa sia accessibile a tutti, non solo ai letterati. Questo principio ispiratore spinse Manzoni alla costante ricerca di una lingua comprensibile e non per “addetti ai lavori”. Egli ne trovò il modello del fiorentino parlato dalle persone colte. Parallelamente, adottò uno stile medio, capace di esprimere e unificare i diversi registri della narrazione. Soprattutto nella composizione del romanzo, consapevole della varietà dei piani di narrazione che lo caratterizzano, si servì di una sintassi molto varia, adattando le possibilità espressive al livello sociale e culturale dei personaggi. nel 1821 scrisse due odi: marzo 1821 che celebra i moti rivoluzionari di quell’anno e il cinque maggio; anche la lirica dopo gli inni sacri applica elementi di forte innovazione, ovvero presentando i fatti reali attraverso un’ottica religiosa. poi scrisse il conte di carmagnola che condanna le lotte fradicite, poi adelchi e ci mise dei cori che avevano come scopo per Manzoni di ricostruire la fisionomia di epoche lontane e di comprendere meglio il presente. GI IN SA Dopo la conversione Manzoni progettò i 12 Inni Sacri per celebrare gli avvenimenti del calendario liturgico cattolico, ma ne scrisse solo 4: natale, risurrezione, passione, nome di maria, la pentecoste. siccome furono scritti dopo la conversione questo fù un esempio concreto della poesia nuova. In quel tempo andava di moda il modello poetico di foscolo e di monti ovvero esaltare il mondo antico, le sue forme e il suo linguaggio e come tema principale la mitologia classica. ma manzoni rifiuta tutto questo sentendo la materia classica e mitologica ormai passata, allora adottò temi che erano vivi in quel periodo nella coscienza contemporanea; di conseguenza creò una poesia che non era rivolta solo a un gruppo ristretto, ma a una cerchia più ampia di persone popolari. per questo manzoni non adottò l’aristocratico egocentrismo, ma ne uscì una semplice interpretazione della conoscenza cristiana che città di Verona nell’anno 774, viene ferito mortalmente. Egli si rassegna al suo destino di morte ed esala il suo ultimo respiro tra le braccia del padre. L’eroe muore da autentico cristriano, consolando Desiderio e implorando il perdono del vincitore per il sovrano longobardo e per il popolo. I PENI: i personaggi principali sono 4: 1. desiderio: animato dalla volontà di vendicarsi di carlo per quello che ha fatto a sua figlia e sempre più assetato di terreni 2. ermengarda: voleva distaccarsi dalle passioni del mondo e poi è morta di dolore per il ripudio 3. adelchi: vorrebbe compiere nobili imprese, ma non riesce a farlo in un mondo dominato dall’ingiustizia 4. carlo: colui che ha ripudiato ermengarda e che i personaggi si possono dividere in due 1. personaggi politici: carlo e desiderio, che sono guidati solo dall’interesse della ragione dello stato e dalla passione di dominio 2. personaggi ideali: ermengarda e adelchi, che sono inadatti in questo mondo e che sono destinati alla sconfitta IL CO DI CAGA È ambientata tra il 1426 e il 1432. Protagonista è un personaggio storico, Francesco di Bartlomeo Bussone, un capitano di ventura del Quattrocento. Egli, dopo aver militato sotto il duca di Milano, caduto in disgrazia, passò nella repubblica di Venezia Al comando dell’esercito veneziano sconfisse i milanesi nella battaglia di Maclodio ( 1427 ) presso Brescia; poi però aveva permesso che i suoi soldati lasciassero liberi i prigionieri. Ciò indusse i veneziani a sospettare che il conte di Carmagnola avesse stretto un patto segreto con il duca di Milano. Il conte venne accusato di tradimento e condannato a morte. Manzoni, invece sostiene che il conte, liberando i prigionieri, si era comportato secondo il codice militare dell’epoca e quindi era senza colpa. Il protagonista è un uomo di potere che voleva rispettare il codice militare e quello morale e voleva essere giusto in un mondo politico dominato dall’immoralità. Un tema dell’opera è la condanna delle lotte fratricide fra italiani che potevano solo sfavorire l’ingerenza straniera nel nostro paese; questo motivo politico è espresso chiaramente solo nel coro della battaglia di Maclodio. qui viene rappresentato ancora una volta il tema della storia umana come trionfo del male . LA MO DI ERGA Ermengarda in questa storia rappresenta il DOPPIO femminile di adelchi, è uguale a lui. lei è ingenua e poi dopo che Carlo l’ha ripudiata si scontra con la realtà del mondo pieno di forte, di interessi e di brutalità. lei è una donna angelo che da quanto è debole non è adatta a reggere la forza del mondo e soprattutto amoroso, infatti questa forza amorosa la devasta, non ha pietà della sua fragilità. infatti nel monastero ermengarda pensa al marito ma in modo violento e di sangue. ermengarda è fatta per l’amore celeste e per sfuggire dalle forze della vita terrena che l’hanno colpita si ammazza, infatti come anche adelchi pensano che la sola cosa possibile per rimediare il suo conflitto con la realtà sia la morte. la poesia di manzoni si basa su una narrazione che vede una costruzione del carattere dei personaggi e mette in scena conflitti drammatici. l’analisi vede molti moti temporali: 1. inizio con il presente che vede ermengarda morta 2. con un flashback si passa al passato recente che rappresenta lei nel convento che cerca di non pensare a carlo e che invece gli torna i mente continuamente; 3. con un’altro flashback si vede il passato lontano che vede i momenti felici passati con carlo con le immagini di lui che torna dalla caccia e lui che torna dalla guerra 4. si torna la passato recente con i tormenti 5. e poi si torna al presente I POS SO La più celebre composizione di manzoni sono i promessi sposi. Il classicismo vedeva il romanzo come un genere letterario inferiore e quindi usarla da parte di Manzoni è una cosa di rottura, ma lui pensava che fosse un modo molto utile per combattere la battaglia romantica per il rinnovamento della cultura italiana. Il romanzo era giusto per quello che voleva realizzare perché rappresentava la realtà, può trattare di argomenti anche non molto aulici perché si poteva scrivere anche con un linguaggio accessibile a tutti e quindi aveva un pubblico più ampio. inoltre siccome il romanzo era un genere non ancora svolgo quindi con delle regole già fissate poteva essere usato da manzoni con le regole che voleva. poi secondo il classicismo si doveva rappresentare in due stili diversi le cose auliche e che quindi arrivavano a un pubblico ristretto e quelle più popolari in un’altro che invece arrivavano a un gruppo più ampio, invece manzoni rappresenta nella sua opera due personaggi contadini quindi popolari in un contesto serio. i personaggi sono posti su un determinato luogo e tempo e non su uno sfondo astratto in modo da non confondere che un preciso pensiero o un gesto sia riferito anche al luogo dove si trovano. questi personaggi non sono rappresentati secondo un’ottica idealistica, ma vengono inventati da manzoni e quindi irripetibili. Manzoni sceglie il romanzo storico. la società di cui manzoni vuole fornire un quadro è quella lombarda nel 600 sotto il dominio spagnolo. Manzoni quando comincia la stesura del suo romanzo cerca l’arretramento dell'Italia presente e cerca di creare un modello di società futura. i personaggi aristocrazia: - don rodrigo e la monaca di monza, rappresentano la parte negativa dell’aristocrazia - cardinal federigo modello positivo - innominato il passaggio della nobiltà dalla funzione negativa a quella positiva i personaggi popolari: - lucia positivo dalla rassegnazione cristiana - renzo passaggio dal negativo al positivo e abbandono alla volontà di dio personaggi ceti medi: - don abbondio e avvocato azzeccagarbugli esempi negativi - fra cristoforo positivo Manzoni è convinto che il peccato originale potrà essere recuperato non in questa terra, ma nell’aldilà , ma non per questo bisogna rassegnarsi di fronte al male, ma bisogna un minimo attenuare il male e agire per contrastarlo. l’azione inizia con renzo e lucia che sono sereni nella loro dimora pensando di passare la loro vita tra le mura di casa serena e tranquilla, ma questa parte iniziare è solo l’inizio perché poi questa serenità sarà minacciata da don rodrigo. I due sperimentano il male, scoprono che esiste anche il male e non sempre e soltanto la tranquillità di casa. lucia affronta questi avvenimenti affidandosi completamente a dio e alla sua volontà per questo lucia è vista come un personaggio statico che non subisce variazioni. Lucia all’inizio è convinta che per sfuggire dai guai basti avere un vita senza colpe e senza mettersi in mezzo ,ma ciò non è vero perché a luci manca quella consapevolezza che il male esiste e che è la vera natura di dio. i due infatti appena succedono le malefatte si accorgono della vera presenza del male. manzoni adotta il rifiuto dell’idillio. Manzoni ha una visione tragica del reale perché dice che se rappresentasse il male addolcito allora non sarebbe la rappresentazione del vero, ma del falso. nella fine che capisce anche la considerazione per manzoni della provvidenza che identifica virtù e felicità, per loro dio infatti interviene per aiutare i buoni e a difenderli; per manzoni invece la provvidenza e quindi la virtù e la felicità servono a ra capire che la loro sventura fa maturare in loro più alta virtù e più alta consapevolezza. infatti Renzo e Lucia lo capiscono solo alla fine che le sventure possono colpire tutti e che la fiducia in dio li rende migliori in un'altra vita. manzoni fa molta ironia e autoironia, ad esempio un esempio di ironia è quando lui dice che si è ispirato a un manoscritto che ha trovato, ma che raccontare i dettagli sarebbe troppo noiso, quindi mette sul ridere il fatto che la sua poesia potrebbe sembrare noiosa. oppure degli esempidi ironia sono: 1. verso i gusti del pubblico: dove manzoni dice che non racconta la vita felice dei due alla fine sennò potrebbe sembrare noioso 2. ironia affettuosa, paterna: i personaggi semplici, anche se con tanti difetti, c’è una umanità che si può trovare nelle classi elevate 3. ironia verso renzo: commenti espliciti che lo prendono in giro ad esempio quando dice non ascoltate quello che dice il dolore da alla testa 4. ironia oggettivamente: tra le parole che dice renzo e quello che dice il narratore che noi sappiamo prima che accadano, ma renzo no 5. ironia verso don abbondio: un vero e proprio sarcasmo manzoni scrisse tre edizioni dei promessi sposi 1. 1821-1823 fermo e lucia 2. 1827 i promessi sposi 3. 1840-1842 ultima edizione dei promessi sposi che vede un cambiamento linguistico nella lingua del fiorentino parlato infatti molti critici dicono che la seconda edizione dei promessi sposi fu molto diversa dall’ultima quasi come un libro completamente diverso. infatti cambiavano i personaggi, episodi, impostazione del racconto e le posizioni critiche che nella seconda edizione erano molto più crude e dirette. Manzoni si rese conto che la lingua del romanzo aulico e difficile non era adatta a una composizione del genere che era indirizzata a un pubblico vasto e ampio. l’ultima edizione del romanzo vede una lingua agile, duttile e viva. e soprattutto non irrigidita dalla retorica e questa dà vita anche ad una nuova letteratura italiana. CA IN MO DI CA IMTI In questo carme vengono descritte le qualità di Carlo Imbonati come dimostrazione di affetto e comprensione del Manzoni verso sua madre per difenderla dalle malelingue e dai pregiudizi sociali dell’epoca, in quanto in quei tempi non era concepibile una relazione come quella di Giulia Beccaria e Carlo Imbonati che non erano sposati, ma conviventi. Il carme si articola in tre parti: - Nella prima parte Manzoni immagina che gli appaia in sogno il patrigno Carlo Imbonati, il quale gli fornisce innumerevoli consigli, mostrandogli il suo affetto. Manzoni, sempre in sogno, descrive il dolore che sia lui sia la madre provano per la sua perdita. La risposta dell’Imbonati al suo interlocutore rivela come per lui la morte sia stata dolce, in quanto gli ha permesso di staccarsi da una società che ritiene priva di valori. Viene fatta una riflessione ironica sul presente e infine una vera e propria critica alla corruzione. - Nella seconda parte del carme vi è la parte più conosciuta dell’opera: viene data la definizione di ciò che si ritiene l’ideale morale e si delinea il ruolo civile dell'intellettuale. Carlo Imbonati fa un vero e proprio elogio alle figure intellettuali di Giuseppe Parini che ebbe anche come suo precettore in età giovanile e di Vittorio Alfieri. Guardando agli autori del passato, inoltre, tesse le lodi del grande Omero. Infine elenca quelle che sono, a suo avviso, le virtù che deve avere il perfetto intellettuale. - Nell’ultima parte infine il Manzoni abbandona gli elementi satirici che erano presenti nella prima parte dell’opera. MA 1821 L'ode fu scritta da Manzoni in occasione dei moti carbonari piemontesi del 1821,Manzoni immagina che l'esercito liberatore abbia già varcato il confine e quindi rappresenta lo stato d'animo dei piemontesi e la volontà di liberare, non solo la Lombardia, ma anche tutta l'Italia oppressa.L'ode è dedicata al poeta tedesco Theodor Franz Körner, per ricordare ai tedeschi che anche loro, nel momento in cui erano oppressi, avevano lottato per i loro diritti. In quel momento Dio li aveva aiutati in questa battaglia, perché, essendo giusto e padre di tutte le genti del mondo, vuole la libertà di tutti i popoli. La guerra degli italiani è giusta e santa perché ogni popolo deve essere libero. ma le speranze vennero ben presto vanificate sia dall'intervento di Carlo Felice che della polizia austriaca, che procedette a una dura repressione. L'entusiasmo di quei giorni venne quindi subito stroncato dagli eventi, ma l'ode rispecchia profondamente uno spirito che non verrà mai soffocato e che ha
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