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Italiano: Pirandello e Svevo., Dispense di Italiano

Vita e opere di Pirandello e Svevo.

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 05/07/2023

irene-valeretto
irene-valeretto 🇮🇹

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Italiano: Pirandello e Svevo. e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Pirandello Luigi Pirandello nasce in Sicilia dal padre Stefano che dirigeva miniere di zolfo nella zona di Girgenti (Agrigento) e dalla madre Caterina Ricci-Gramitto. Luigi si iscrive all’università di Palermo che lo farà entrare a conoscenza del movimento dei fasci italiani, nel quale si iscriverà nel 1924. Trasferitosi a Roma un contrasto con un professore di latino che minacciava di espellerlo dall’università, indusse Luigi ad andare a laurearsi a Bonn dove abitò dal 1889 al 1891. Pirandello dedica la propria vita alla letteratura e al teatro intraprende anche la carriera di professore universitario. Nel 1903 il dissesto economico della famiglia obbligò Pirandello a sposare Maria Antonietta Portulano, per investire la dote nelle miniere di zolfo, ma nel 1903 un allagamento fa perdere il capitale investito e la moglie viene colpita da una paralisi che comprometterà per sempre il suo equilibrio mentale. Lo scrittore deve impegnarsi in lezioni private e in collaborazioni giornalistiche, da questo periodo nasce “Il fu Mattia Pascal” (1904). Con il fu Mattia Pascal la produzione di Pirandello subisce una svolta, abbandona il teatro e si concentra sulla narrativa, scrive alcune novelle e tenta anche la commedia e un atto unico, infine si impegna nel romanzo su consiglio di Capuana e scrive “L’esclusa”. Inoltre questo è il periodo della poetica dell’umorismo, l’umorismo è un approfondimento del comico, con la differenza che in conclusione l’umorismo ha il compito di far riflettere il lettore. Le opere più importanti: “L’umorismo”, “I vecchi e i giovani”, “Suo marito”, “Si gira” e “Uno nessuno e centomila”. In campo teatrale (teatro grottesco) invece ricordiamo: “pensaci Giacomino”, “Liolà”, “Così è (se vi pare)”, “Il berretto a sonagli”, “il piacere dell’onestà”, “Il guoco delle parti”. Pirandello, chiusa l'esperienza del Teatro d'Arte e deluso dal fascismo, vive prevalentemente all'estero, viaggiando di continuo e seguendo di persona la messa in scena delle sue opere. Nel 1934 riceve il premio Nobel per la letteratura e muore a Roma nel dicembre 1936. Poetica dell’umorismo L’elaborazione della poetica dell’umorismo avviene fra il 1904-1908 anno in cui esce “L’umorismo”, l’umorismo all’inizio fa ridere ma poi fa riflettere, la realtà non è quello che sembra (sentimento del contrario). Ciò che fa distinguere l’umorismo dalla comicità è il suo distacco riflessivo, amaro, pietoso e ironico insieme. Nel comico invece è assente la riflessione, il comico nasce infatti dal semplice e immediato «avvertimento del contrario», dall'avvertire, con un sussulto irresistibile che provoca il riso, che una situazione o un individuo sono il «contrario» di come dovrebbero essere. Invece l'umorismo è il «sentimento del contrario» che nasce dalla riflessione: riflettendo sulle ragioni per cui una persona o una situazione sono il «contrario» di come dovrebbero essere. • T1 La differenza fra umorismo e comicità: l’esempio della vecchia imbellettata Pirandello da grande importanza al momento della riflessione, fondamentale per passare dall’ avvertimento del contrario, del comico, al sentimento del contrario, dell'umoristico, cioè alla sua comprensione razionale, emotiva ed empatica. In questo testo si riflette sulle ragioni per cui una vecchia si imbelletta come se fosse una giovinetta, si può giungere a compatirla amaramente. di 1 7 Quaderni di serafino Gubbio operatore Il successivo “Si gira..." uscito a puntate nel 1915 sulla «Nuova Antologia» e in volume l'anno seguente, venne poi rielaborato e pubblicato nel 1925 con il titolo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, che presenta una struttura quasi diaristica («Quaderni»). A scrivere in prima persona è l'operatore Serafino Gubbio, divenuto muto per lo shock di una tragica esperienza collegata al suo lavoro di operatore cinematografico: girando la sua manovella durante la ripresa di una vicenda di caccia, ha registrato la scena in cui Aldo Nuti, innamorato follemente dell'attrice Nestoroff, invece di sparare a una tigre, indirizza il colpo contro la donna finendo straziato e ucciso dagli artigli della belva. Uno, nessuno e centomila Uno, nessuno e centomila fu pubblicato solo nel 1925-26. È una narrazione retrospettiva (quando la storia viene raccontata, i fatti sono già accaduti) condotta da una prima persona che è sia la voce narrante che il protagonista della vicenda. Anche il protagonista, Vitangelo Moscarda, ha molti punti di contatto con Pascal: è un inetto, non si riconosce nel proprio corpo (a causa del naso), si è sposato per imposizione altrui, conduce una ribellione contro il padre e contro la sua figura sostitutiva. Vitangelo Moscarda alla fine scopre la vita nel rifiuto della forma e nell'adesione all'indistinto naturale, comincia a ribellarsi all'opinione che gli altri hanno di lui, all'identità che gli hanno attribuito e per raggiungere questo obiettivo deve dissolvere la propria immagine pubblica di figlio scioperato di un banchiere usuraio: lui che non si è mai occupato della banca vi penetra dentro fra lo sgomento degli impiegati. Moscarda esige infatti di occuparsi direttamente della banca e dei beni paterni che gli spettano, poi propone di liquidare la banca, in modo da togliersi di dosso l'immagine del figlio dell’usuraio. Arricchito grazie alle malefatte del padre, i soci della banca e la moglie lo giudicano pazzo e lo vogliono interdire. Con l'aiuto di Annarosa, amica della moglie Vitangelo si accorda per devolvere i propri beni in opere di carità quando però Vitangelo cerca di baciare Annarosa, questa sconvolta, gli spara con una pistola ferendolo gravemente. Al processo Moscarda la scagiona attribuendo al caso l’accaduto, e si presenta con la stessa divisa dei mendicanti che vivono nell’ospizio, che egli nel frattempo ho fatto costruire con i soldi dell'eredità, devoluta tutta in opere di bene. Dopo aver corso il rischio di diventare “uno” di acquisire un'identità sociale, che ne farebbe in realtà il riflesso dei “centomila”, di una massa anonima, è diventato finalmente “nessuno” in quanto identità individuale: infatti ormai ha raggiunto la guarigione perché vive come un sasso tutto immerso nel fluire insensato della vita, senza nome, senza identità, senza pensieri e senza inconscio. La conclusione del romanzo vuole essere dunque paradossalmente positiva, ha una struttura aperta e umoristica segue la conclusione chiusa, vuole portare a un processo di guarigione, attraverso una fuoriuscita della forma per entrare nella vita, della società per entrare nella natura. Dall'umorismo al surrealismo Pirandello scrisse novelle per tutta la vita, pensava di riunire tutti i suoi racconti sotto il titolo “Novelle per un anno”, suddividendoli in 24 volumi contenenti 15 novelle ciascuno per un totale di 360, ma la morte impedì a Pirandello di completare l'opera, e gli attuali 15 volumi comprendono in totale 255 racconti. L'opera Novelle per un anno presenta una struttura enigmatica, le novelle infatti non sono disposte in senso cronologico e neppure sono raggruppate in modo tematico. • T5 il treno ha fischiato… I temi sono: pazzia, trappola e realtà interiore; ci sono più narratori e più punti di vista: quello del protagonista, quello del vicino di casa, quello del datore di lavoro e quello dei colleghi. di 2 7 • T3 La “lanterninosofia” Un lanternino illumina poco creando la paura del dubbio, ma spegnendolo potremmo avere una visione diversa del mondo. • T4 Pascal porta i fiori alla propria tomba È l'ultima pagina del romanzo, quella in cui si considera quale conclusione possa trarsi dalla storia di Pascal. Don Eligio dà la sua interpretazione "positiva", e Pascal gli contrappone la sua, del tutto negativa. Svevo Il vero nome di Italo Svevo è Ettore Schmitz, è metà italiano e metà tedesco. In gioventù si forma letterariamente e scrive i suoi primi due romanzi, successivamente tra il 1899 e il 1918 è nella fase del “silenzio letterario” nella quale non scrive nulla, ritornerà alla letteratura stendendo la “Coscienza di Zeno”. Nasce a Trieste, legge romanzi e studia Schopenhauer, comincia anche a occuparsi di teatro. 1892—> “Un Inetto”, cambia nome e diventa “Una Vita”. Sposa sua cugina Livia Veneziani, figlia di un industriale cattolico, un borghese dalla solida ricchezza. 1898—>Pubblica sull’indipendente il suo secondo romanzo “Senilità” 1899—> Entra nell’industria Veneziani e lascia la letteratura Conosce James Joyce e ne nasce una solida amicizia. Successivamente si interessa a Freud e convince il cognato ad andare in psicoanalisi, questo muore e Svevo ritiene inutile la psicoanalisi. 1919—>Torna alla letteratura scrivendo la “Coscienza di Zeno” 1923—> Pubblica la “Coscienza di Zeno” e Joyce lo sponsorizza in Francia e Montale in Italia 1928—> Muore in un incidente d’auto. Caratteri romanzi Sveviani Svevo investiga sugli “autoinganni” che mascherano le nostre vere pulsioni inconsce. Il tema del 3 romanzo differisce dai precedenti, i primi sono collegati alla sua biografia, ma tutti e tre affrontano il tema dell’inettitudine. In “Una vita” il protagonista è l’impiegato Alfonso Nitti, che si sente superiore, ma deve lavorare da copista in una banca e sogna il riscatto attraverso la letteratura. Perciò tenta il colpaccio seducendo la figlia del padrone della banca Annetta Maller. Il protagonista è un inetto incapace di approfittare del matrimonio che stava per avvenire, e spaventato scappa al paese dalla madre morente. Morta la madre e venduti i suoi beni torna alla banca, ma Annetta si è fidanzata con il contrario speculare di Alfonso, Macario. Invia una lettera di ricatto ad Annetta e il fratello lo sfida a duello, lui essendo un inetto rifiuta e si suicida. di 5 7 Senilità Senilità rivela sostanziali differenze nell'impostazione narrativa nella concezione del protagonista: il protagonista Emilio Brentani, pur essendo ancora un letterato, non si oppone più alla normalità, come faceva Alfonso Nitti, ma anzi accetta le consuetudini borghesi e si uniforma. Emilio ha uno spazio di libertà e vive consapevolmente un conflitto, all'interno del quale compie delle scelte che lo inducono alla sconfitta. Senilità è la storia di un impiegato di 35 anni, Emilio Brentani, che ha scritto un romanzo e frequenta i circoli letterari triestini. Come la sorella Amalia, una zitella con la quale egli abita, Emilio trascorre un'esistenza senile, opaca e grigia. Sogna però un'avventura facile breve come quelle di cui l'esperto amico Stefano balli, scultore e dongiovanni, quando Emilio conosce Angiolina, una bella popolana, egli subito idealizza la donna andando contro a un insanabile contraddizione: in realtà la ragazza obbedisce solo agli stimoli occasionali della passione e dell'interesse immediato. Quando infine egli se ne accorge, Angiolina gli appare rozza e volgare dopo aver tentato di lasciarla, si accorge di non riuscire a vivere senza la giovinezza di lei, e perciò riallaccia la relazione, che giunge sino al possesso fisico. A questo punto la ragazza si innamora di Balli per cui fa da modella e la vicenda si complica perché anche Amalia, in segreto ama lo scultore e quando Emilio se ne accorge chiede all'amico di non frequentare più casa sua, perciò Amalia ricorre all'etere per dimenticare, si indebolisce a tal punto che si ammala. Emilio lascia la sorella morente per un ultimo appuntamento con Angiolina, in cui la insulta poi ormai rimasto solo, si chiude in quella senilità da cui non è mai uscito davvero. Coscienza di Zeno Nel titolo Svevo gioca sulla verità sei significati e sull’ambiguità del termine italiano “coscienza”: che può essere intesa come “coscienza morale” (analisi introspettiva) o “consapevolezza” che a sua volta può essere consapevolezza già acquisita o che si sta acquisendo. La coscienza di Zeno può quindi essere intesa come la “incoscienza di Zeno”, inoltre il protagonista è un inetto (mancanza d volontà nello smettere di fumare). Le origini della sua inettitudine sono incapacità di sostituire il padre nella direzione dell’azienda, e il suo conflitto con lui ma anche il complesso rapporto con le donne. La diversità che separa Zeno dal mondo dei sani e della normalità è l’attitudine alla autoanalisi infatti, l’inettitudine di Zeno è diversa da quella degli altri. Zeno trova le forze necessarie per intraprendere la lotta contro il rivale Guido, che si indebolisce e si ammala invertendo i ruoli (Zeno da malato guarisce, guido il contrario). Zeno guarisce dall’inettitudine e si sente sano perché si integra, l’inetto non è bloccato in una forma definitiva ma vive in una condizione di mutamento, nella malattia c’è una possibilità di avere un futuro e una vita diversa. Divisa in 7 cap. (Preambolo; La Morte Di Mio Padre; La Storia Del Mio Matrimonio; La Moglie e L’Amante; Stori Di Un’Associazione Commerciale; Psico-Analisi). Tutti sono preceduti da una prefazione, a scrivere è Zeno. • T1 La prefazione del dottor S La coscienza di Zeno inizia con una prefazione fittizia firmata dottor S, il dottore che ha avuto in cura Zeno, egli pubblica il memoriale perché Zeno ha rifiutato di proseguire la cura. Il dottor S oltre ad essere il narratore del libro è anche un personaggio. di 6 7 L’io narrante e l’io narrato Il tempo della narrazione è il tempo interiore (della coscienza), un tempo definito impuro e misto poiché non cronologico. La vicenda il fumo e la morte del padre Dopo la prefazione di cui abbiamo detto, che si immagina scritta per mano dello psicoanalista che ha preso Zeno in cura segue il capitolo Il fumo: Zeno vuole liberarsi del vizio del fumo, ma continuerà a rimandare scrivendo sempre “dell'ultima sigaretta”. Il matrimonio la moglie e l’amante Decide di corteggiare tre sorelle e proporre a tutte e tre un matrimonio, infine solo una Augusta anche se è la più brutta accetta. Zeno e il suo antagonista Dopo la morte del cognato, Zeno ne ricostruisce in parte il patrimonio ma il trionfo derivante da questo successo è solo temporaneo, egli commette infatti un lapsus da manuale di psicoanalisi: sbaglia funerale, seguendo non quello di Guido ma quello di uno sconosciuto. Nel capitolo storia di un'associazione commerciale l'ambivalenza dell'atteggiamento di Zeno si manifesta in modo particolare nei confronti di Guido l'uomo che ha sposato Ada e che quindi è stato il suo principale rivale in amore. La psicoanalisi Con il capitolo psicoanalisi, scritto in forma di diario, la vicenda tornata essere situata nel tempo dello Zeno anziano che scrive, Zeno attraversato l'esperienza della psicanalisi rimanendone deluso in assenza dello psicoanalista, si propone di scrivere ora la storia della sua cura dove egli nega addirittura l'esistenza della sua malattia. • T2 lo schiaffo del padre Quando non è ancora risolta la lunga conflittualità di Zeno quel padre questi cade all'improvviso malato di un edema cerebrale, che lo priva della coscienza lo porterà inevitabilmente alla morte, il padre elevandosi in piedi lascia cadere la mano sulla guancia del figlio • T4 lo scambio di funerale Quando guido muore per effetto di un potente sonnifero Zeno sbaglia funerale è il suo inconscio che reagisce difendendosi dal senso di colpa, Zeno infatti avrebbe potuto prevedere che Guido si sarebbe suicidato ma l'aveva taciuto ad Ada proprio perché inconsciamente voleva sbarazzarsi del suo rivale. • T5 Vita è una malattia È presente l'ultimo tema, la psicanalisi. Zeno è in villeggiatura dove compie una nuova attività: la speculazione, tutto dedito a questo tipo di commercio che gli procura facili e ingenti guadagni e gli è convinto di avere raggiunto la tanto desiderata salute. di 7 7
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