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ITALIANO Romanticismo - Alessandro Manzoni, Dispense di Italiano

Romanticismo - Illuminismo. Alessandro Manzoni La Lettre a Monsieur Chauvet, La Lettera al Marchese Cesare d’Azeglio. Il Cinque maggio, Odi Civili. Confronto tra paradiso VI e Cinque maggio di Manzoni riguardo la costruzione dell’immagine dell’eroe. Le tragedie manzoniane. Adelchi. “L’anima nobile e il male del mondo”. Coro dell’atto III. “La morte di Ermengarda”. I Promessi Sposi. cap. XXXIII, La vigna di Renzo. Storia della colonna infame. Libro, appunti, collegamenti maturità.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 14/06/2023

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veronica_study_notes 🇮🇹

4.5

(22)

123 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica ITALIANO Romanticismo - Alessandro Manzoni e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Romanticismo oltre la razionalità illuminista, oltre la perfezione classicista Il termine nasce alla fine del settecento in Germania da un gruppo di giovani intellettuali che si attribuiscono il termine (in precedenza usato in maniera dispregiativa) come sintesi di un pensiero e di una letteratura rinnovati, che affondano le radici nel passato ma che sono proiettati verso un ideale a venire. Indica quindi un “programma di trasformazione poetica” e una letteratura che si oppone alla tradizione classicista. In Italia la parola si diffonde tardi e già con il significato di “nuova corrente letteraria e artistica contrapposta al Classicismo”. A partire dalla Germania il Romanticismo si diffonde nei principali paesi europei. Non è possibile datare con precisione questo fenomeno, possiamo dire che ebbe inizio a partire dalla fine del Settecento e che perdurò fino alla metà dell’Ottocento. Non si può definire in modo unitario, infatti al suo interno è possibile riconoscere atteggiamenti opposti. Tuttavia ciò che li accomuna è la consapevolezza di trovarsi davanti ad una svolta, la ricerca di nuovi valori, e la contrapposizione con l'Illuminismo. Fu un periodo caratterizzato da numerose rivoluzioni. “svolta radicale nella storia della sensibilità e del gusto, la quale a sua volta poggia su una profonda trasformazione del modo di concepire e rappresentare la vita dell’uomo e l’universo” N. Sapegno Alessandro Manzoni Nasce a Milano nel 1785 dal conte Pietro e da Giulia Beccaria (figlia di Cesare Beccaria > Illuminismo). Riceve un’educazione classica e rigorosa che accende in lui un forte desiderio di ribellione. Terminati gli studi liceali conduce per qualche anno una vita spensierata ma si dedica anche al lavoro intellettuale scrivendo opere poetiche nel gusto classicistico dell’epoca. Manzoni si inserisce nella Milano ottocentesca frequentando poeti già famosi come Monti e Foscolo. Nel 1805 raggiunge la madre a Parigi dove entra in contatto con gli ideologi (intellettuali liberali considerati gli eredi dell’illuminismo), frequenta anche alcuni ecclesiastici di orientamento giansenista. Nel 1808 sposa Enrichetta Blondel con rito calvisnista. Nel 1810 si converte al cattolicesimo e si trasferisce a Milano. Questo influenza anche la produzione letteraria, infatti Manzoni abbandona la poesia classicheggiante e stende 4 Inni Sacri (opere con orientamento romantico). Successivamente si apre un periodo di grande creatività in cui Manzoni compone le Odi civili, la Pentecoste, le tragedie, un saggio storico-culturale, e le due redazioni dei Promessi sposi (la prima: Fermo e Lucia). Dagli anni Quaranta si può considerare concluso il periodo creativo di Manzoni, egli si dedicherà esclusivamente ai suoi interessi storici, filosofici e linguistici. Nel 1827 soggiorna a Firenze per migliorare il suo fiorentino > modello linguistico ideale (migliora la seconda redazione dei Promessi Sposi). Manzoni diventa una figura pubblica soprattutto grazie al suo romanzo. Viene nominato senatore nel 1860, diventando un punto di riferimento per la borghesia italiana (guida intellettuale, morale e politica). Muore a Milano nel 1873. T1 La Lettre a Monsieur Chauvet (il compito dello storico e quello del poeta) In questa lettera, scritta per rispondere alle critiche sul mancato rispetto delle unità di tempo e di luogo, Manzoni spiega le ragioni della sua adesione al “vero”. Secondo Manzoni alterare arbitrariamente i fatti per rispettare i criteri di tempo e di luogo, genera freddezza e falsificazione; soltanto il rispetto della verità può garantire verosimiglianza e attirare l’interesse del pubblico. Il poeta si differenzia dallo storico poiché “completa” la narrazione storica immaginando i sentimenti che i personaggi provarono. L’arte ha dunque la funzione morale di fare conoscere l’animo umano. T2 La Lettera al Marchese Cesare d’Azeglio (un Romanticismo “illuminato”) Manzoni non aveva ufficialmente aderito al Romanticismo, ma ne condivideva molti principi, per questo decise di scrivere una lettera all’amico che aveva alcune riserve a riguardo. Precisa che il Romanticismo ha assunto nel tempo significati vari nelle nazioni europee. Manzoni precisa che vuole parlare del Romanticismo lombardo, che secondo lui raccoglie l’eredità illuminista. Tra i meriti che Manzoni riconosce al Romanticismo c’è sicuramente quello di aver respinto alcuni elementi classici ormai del tutto inattuali: mitologia, imitazione dei classici, regole arbitrarie. N.B. I classici devono essere studiati ma va evitata la riproduzione di questi. L’aspetto che sicuramente Manzoni apprezza di più è l’adesione al vero / alla realtà. “Utile per scopo, il vero come soggetto e l’interessante per mezzo” > romanticismo di Manzoni (concetto rimarcato nella costruzione del Romanzo) Il Cinque maggio, Odi Civili La notizia della Morte di Napoleone, avvenuta il cinque maggio 1821 sull’isola di Sant’Elena (dove egli era in esilio da sei anni), si diffonde in Europa con qualche ritardo. Manzoni la apprende a metà luglio, leggendo la “Gazzetta di Milano”, e nel giro di pochi giorni compose un’ode, che inizialmente circola in forma manoscritta a causa della censura austriaca, e viene poi pubblicata a Torino nel 1823 senza il consenso dell’autore. Strofe di sei settenari con rime abcbde. Manzoni durante la vita di Napoleone non commento né in positivo né in negativo la sua opera, ora con la morte si sente libero di esprimere il suo pensiero. Affida il giudizio ai posteri, concentrandosi maggiormente su l'eccezionalità delle sue doti, sulla capacità di aver concepito un progetto ambizioso ed aver realizzato un’impensabile scalata al potere, T7 “La morte di Ermengarda” Adelchi Ermengarda dopo essere stata ripudiata dal marito Carlo si rifugia in un convento a Brescia, ma non riesce a trovare pace: alla notizia che Carlo si è risposato, Ermengarda cade in delirio e muore di dolore. E’ presente la contrapposizione tra amore passionale e pace spirituale. La lotta interiore della protagonista è rappresentata attraverso una doppia similitudine: le parole di conforto delle suore vengono assimilate ad una goccia di rugiada che nutre l’erba inaridita, che tuttavia poco dopo viene bruciata dal sole come la passione tormenta la protagonista. E’ presente il concetto di “provida sventura", infatti secondo Manzoni le vicende umane possono essere comprese soltanto tenendo conto della dimensione ultraterrena. Tema che ritorna nel romanzo: Lucia è occasione di salvezza per tutti coloro che incontra ma alcuni sono totalmente sordi. N.B. Le donne in Manzoni salvano. I Promessi Sposi Carica innovatrice > nuova concezione manzoniana della letteratura > romanzo, genere nuovo. Il medioevo è ottimale per due motivi, è lontano nello spazio, ed è il periodo in cui l’Inghilterra si forma nel suo patrimonio di principi. Quale deve essere il fine per cui si scrive un romanzo: 1) Deve presentare la verità, vista su due piani: - Vero Storico: sia l’ambientazione complessiva sia i minimi dettagli devono essere perfettamente coerente con il contesto di riferimento - Vero Morale: il Manzoni creativo è il Manzoni convertito, cioè un credente e praticante pieno di ardore che guarda alla vita su due livelli (dimensione terrena, e dimensione ultraterrena), concezione provvidenziale della storia e provvida sventura (il male sofferto in vita va a sconto di un eventuale espiazione dopo la morte, dunque tutto va accettato in nome di una beatitudine certa nell’aldilà). A cosa serve il male? Senza questo non ci sarebbe la beatitudine finale. 2) Deve contenere l’utile Cioè devi imparare delle cose. Da dei principi che al lettore nella vita reale servono. 3) Deve essere interessante L’intreccio deve essere ottimale. Comunicare contenuti storici, politici e morali > impegno civile di Manzoni. Romanzo storico: - Modello: opere di Walter Scott. - Protagonisti: personaggi inventati e di bassa condizione. - Grandi avvenimenti e uomini famosi sullo sfondo. - La storia viene vista come elemento che incide sull’esperienza quotidiana della gente comune. Trattazione del passato in chiave polemica: - Storia lombarda del seicento (dominazione spagnola > ingiustizia, arretratezza, ignoranza). - Rigore storiografico (assetto sociale, costumi, mentalità, condizioni di vita, rapporti sociali ed economici). Vuole offrire un modello di società ideale ispirata ai valori evangelici e caratterizzata dalla collaborazione tra le classi sociali. Il paese deve essere libero dalla dominazione straniera e il potere deve essere forte. Riflessione del male: - Concezione tragica e pessimistica della storia umana. - Rifiuto di un’immagine serena ed idillica della realtà. - Critica della rassegnazione fatalistica di fronte al male. - Necessità di azione per contrastare gli aspetti negativi della società e della storia. Concetto manzoniano della “provvidenza”: - Dio non interviene a difendere e premiare i buoni, a garantire il trionfo della giustizia. - Le sventure sono l’occasione per praticare le virtù. Gli aspetti formali dell’opera: - Narrazione piana e tono conversevole - Voce narrante che si rivolge direttamente all’uditorio. - Ironia. Redazioni: - prima (1821-1823) > Fermo e Lucia >> grandi differenze - seconda (1827) > I Promessi Sposi >> revisione linguistica - terza (1840) > I Promessi Sposi ↧ Scelte linguistiche: - Centralità della questione della lingua. - Ricerca di un idioma moderno per raggiungere un pubblico vasto. - Modello linguistico nel fiorentino parlato dalle persone colte. cap. XXXIII, La vigna di Renzo In questo capitolo c’è un secondo livello più sottile che richiede un lettore più colto / più attento, in cui l’autore denota un aspetto di problematicità e di inquietante rapporto della considerazione del reale (pessimismo profondo e drammatico). Qui abbiamo l’immagine di una natura che è abbandonata a se stessa, che mostra una vitalità minacciosa. Manzoni denota sempre una certa paura del disordine, una certa paura dell'istinto. Sembra mostrare in questa vigna come la natura abbandonata a se stessa mostri il volto inquietante, il volto orribile dell'esistenza. E non è un caso che i termini che vengono utilizzati per la descrizione accanto a quelli tecnici sono anche termini che Manzoni utilizza per la definizione dei comportamenti umani. Questo passo mostra il volto autentico della natura, che è un volto di sopraffazione, che è un volto di disordine, volto di caos e che si presenta a questo punto come l’allegoria non soltanto di quella realtà che tra poco Renzo verificherà, il disordine in cui è precipitata Milano sotto il devastante flagello della peste (che ha fatto saltare tutte le mediazioni civili e che rivela la natura dell’uomo quando essa è abbandonata a se stessa). In effetti Manzoni ha orrore del disordine, come ha avuto modo di evidenziare descrivendo l’assalto ai forni, l’assalto alla casa del vicario di provvisione e i comportamenti empi, disumani degli uomini quando sono schiacciati, stravolti, dal flagello della peste. Due livelli di senso: 1) Manzoni fa capire che parla dell'erbacce ma in realtà si riferisce alla malignità della natura e a quella umana. 2) Perché Dio permette il male? Storia della colonna infame La Storia della Colonna Infame è un saggio storico scritto da Alessandro Manzoni, pubblicato come appendice storica al suo celeberrimo romanzo storico, I promessi sposi (nella sua edizione definitiva del 1840), in una sorta di continuità necessaria, con le illustrazioni di Francesco Gonin alla seconda edizione del 1842. Le vicende narrate sono coeve al periodo storico in cui è ambientato il romanzo, il XVII secolo e in particolare durante la peste di Milano del 1630. All'inizio, Manzoni l'immaginava come una lunga digressione da inserire nel quarto volume della prima edizione del romanzo, titolato Fermo e Lucia. La riflessione manzoniana, caratterizzata da uno spiccato senso morale, indaga l'etica e l'amministrazione della giustizia penale al tempo della dominazione spagnola della Lombardia. Ma parlando dell'antica abiezione, egli ne fa una lezione universale, indagandone gli errori, i terribili abusi e soprusi, realmente accaduti a dei poveri cittadini innocenti. Riportando all'attenzione del lettore le iniquità commesse in questa storia dai singoli e dalla collettività, Manzoni mostra come le persone possano esser traviate da superstizioni e credenze fallaci.
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