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Italo Svevo | Appunti di italiano, Appunti di Italiano

Appunti di storia 5^ superiore con prof.ssa Fornarini, Liceo scientifico A. Calini (BS). Vita, opere, tematiche principali e testi.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 06/09/2023

ggloriafranco
ggloriafranco 🇮🇹

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(9)

65 documenti

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Scarica Italo Svevo | Appunti di italiano e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! iTaLo svevo ▶︎ AREA GEOGRAFICA - ANNI DI RIFERIMENTO Il nome stesso di Italo Svevo (pseudonimo che egli stesso si dà) → è un DUPLICE NOME che indica una DUPLICE MATRICE italica e tedesca →  madre italiana, padre tedesco. Nasce nel 1861 e vive a TRIESTE → città di appartenenza ASBURGICA fino al 1918 → anno in cui viene ceduta col Trattato di Rapallo al Regno d’Italia ❏ TRIESTE = definita da Magris ‘’città di frontiera’’ → soggetta a un multiculturalismo che se da un lato è risorsa, dall’altro è sofferenza e fatica, poiché la multiculturalità non definisce un'identità chiara e definita, ma rimanda a una molteplicità di valori e di storie. ❏ territorio in cui si parlavano più lingue, territorio tedesco in cui vi era una minoranza italiana. Trieste = periferica rispetto alla cultura italiana, e allo stesso tempo vicina ai centri della cultura europea (es. vi è l'influsso della psicoanalisi di Freud) → sente l’influsso della ‘MiTTeLeuRopa’ (=media Europa)→ nelle 3 capitali dell’Impero Asburgico (Trieste, Praga, Vienna) si sente fortemente la dimensione di nostalgia verso una tradizione asburgica, imperiale che regnava nel passato → vi è il lusso dei palazzi, la tradizione dei caffè, tutti elementi dell’Impero. ❏ MITTELEUROPA (letteralm. «Europa di Mezzo») = termine tedesco (‘’mittel’’ = media, di mezzo) usato per evocare l’ambiente e la tradizione culturale dell’Impero asburgico al suo tramonto. CULTURA MITTELEUROPEA = cultura che risente dell’afflusso della tradizione sia tedesca che italica → due culture che vengono a collidere. Infatti, nello stesso Svevo questa duplice identità viene a collidere → infatti, dal punto di vista geopolitico, chi era Asburgico sente dall’oggi al domani di essere inglobato da un’altra lingua e  un’altra cultura →  Svevo sente fortemente la spaccatura con l’italia che è irredentista, nazionalista Impero Asburgico • Microrganismo durato dal 1806 -1918 → impero grandissimo che teneva in sé numerosissime etnie e che si estendeva dal Lago maggiore alla Turchia → caratterizzato da  ◦ Molteplicità etnica ◦ Un solo regnante (FRANCESCO GIUSEPPE)→ immagine dell’ORDINE e UNITÁ dell’impero CARLO MAGRIS → nel suo libro Il mito asburgico ritrae l’immagine di un’epoca felice e armoniosa sotto l’IMPERO ASBURGICO (1806-1918) = impero gaudente e cosmopolita, amministrato con diligenza dai suoi funzionari e guidato con paterna saggezza dal suo sovrano, l’imperatore Francesco Giuseppe: Nel mito absburgico confluiscono molte componenti: ■ l’idealizzazione dell’Impero come armonica entità sovranazionale e universalistica; ■ il senso dell’ordine e della gerarchia; ■ l’imperatore Francesco Giuseppe = simbolo e garante dell’ ORDINE e UNITÁ dell’Impero; ■ una visione edonistica ed epicurea della vita, con epicentro Vienna… Questo mito → trova la sua Genesi nel periodo successivo alla caduta del Sacro Romano Impero in seguito alle Guerre Napoleoniche → l'allora imperatore Francesco II, il quale non intendeva perdere il titolo di imperatore (anche se del tutto formale) → decise di autoproclamarsi Imperatore d’Austria → impero che diventerà AUSTRO-UNGARICO nel 1867. ▶︎ Condizione sociale, familiare, lavoro svolto FAMIGLIA Svevo nasce da genitori entrambi ebrei: • madre (Allegra Moravia) → famiglia di ebrei italiani • padre → famiglia di ebrei ungheresi Famiglia → numerosa e inizialmente agiata → in seguito, l’attività del padre subirà poi una serie di rovesci finanziari che porteranno Svevo a dover abbandonare gli studi per lavorare come impiegato in Banca per un lunghissimo lasso di tempo. FORMAZIONE • primi anni di formazione → si svolgono a Trieste • a 12 anni → Svevo viene mandato in un collegio in Germania affinché impari perfettamente il tedesco in vista di una futura attività commerciale • In realtà, Svevo mostrerà sempre una grande attitudine per i classici tedeschi della letteratura e filosofia → Goethe, Schiller, Schopenhauer) → vi è una SPACCATURA in Svevo tra la tensione per lo studio UMANISTICO e il dover svolgere un’attività PRATICO-COMMERCIALE → anche se gli studi economici gli consentiranno di gestire l'attività del suocero con un certo successo. Svevo deciderà di dedicarsi contemporaneamente alla SCRITTURA: • scrive per una serie di giornali locali • I primi 2 romanzi (Una vita, Senilità) → passeranno inosservati → a confronto del mito del superuomo dannunziano che stava spopolando in quel momento in Italia→ FORTE DISILLUSIONE che lo porterà a gestire unicamente l'attività del suocero (con un certo successo) Saranno anni DiFFiciLi, dati da 1) insofferenza per il lavoro svolto 2) Declino economico della famiglia 3) lutti familiari (in particolare la morte del fratello Elio → a cui era molto legato) A 34 anni → si sposa poi con la cugina di secondo grado, con la quale avrà una sola figlia, Letizia.  ▶︎ Incontri intellettuali - terapia freudiana INCONTRO RIVELATORE ➤ JAMES JOYCE a Trieste, il quale legge i suoi romanzi precedenti e si chiede come mai uno scrittore di tale spessore non sia stato riconosciuto da nessuno → ciò costituirà un grandissimo STIMOLO DI SCRITTURA per Svevo ⇒ scriverà la COSCIENZA DI ZENO Un nuovo stimolo → sarà dato dal dibattito sulla PSICANALISI (in pieno fervore a Trieste) → alimentato dal fatto che a Trieste in quel periodo risiedeva il più importante ALLIEVO di FREUD (= Edoardo Weiss) che eseguiva questa pratica della psicoanalisi (sperimentata per altro da alcuni parenti di Svevo, ma senza successo) TERAPIA FREUDIANA = tema caro a Svevo, il quale in un CLIMA MIETTELEUROPEO è interessato all’esplorazione dei nuovi campi d’indagine scientifica→ si appassiona alla PSICANALISI → infatti La coscienza di Zeno è considerato il 1° ROMANZO PSICANALITICO della letteratura italiana. Psicoanalisi = è per Svevo uno strumento conoscitivo e che può essere molto utile per la letteratura → proprio la psicoanalisi ha fornito alla “Coscienza” un insieme di situazioni e di temi.  (INCOLLA PEZZO DEL LIBRO RIASSUNTIVO IN FONDO!!!) Svevo condivise con Darwin, con il positivismo in genere e con Freud, la propensione all'utilizzo di metodi scientifici di conoscenza e il rifiuto di una visione metafisica, spiritualistica, senza però accettare la fiducia darwiniana nel progresso e la presunzione del positivismo di fare della scienza una base oggettiva e indiscutibile del sapere: ad esempio per Svevo i comportamenti sono un prodotto storico, hanno radici anche nei rapporti sociali dunque l’individuo ha una certa responsabilità del suo agire; per il determinismo di Darwin invece la realtà era un dato di fatto immodificabile. Schopenhauer, che si oppone al sistema razionale e idealista hegeliano con il suo misticismo irrazionalistico, influenza Svevo sin dalla giovinezza: dalla sua filosofia trae l’idea che l’uomo, come tutti gli altri esseri viventi, sia diretto da una volontà irrazionale; la ragione interviene troppo tardi come strumento per illuminare i moventi delle azioni compiute; ma questa azione chiarificatrice è per lo più ostacolata dalla paura che gli uomini hanno di guardarsi dentro. ▶︎ Riflessione sul profilo di altri intellettuali di questo periodo (D’Annunzio, Pascoli) SVEVO — PASCOLI La letteratura per Pascoli deve usare una ‘’novella parola’’, un linguaggio che si distacchi ai meccanismi della comunicazione abituale e sappia andare all’intimo delle cose e scoprirle nella loro freschezza originaria, rievocando anche i momenti passati più significativi. MEMORIA ❏ come per Pascoli è fondamentale la valenza della memoria come rifugio da una società opprimente ❏ anche per Svevo solo se l'esistenza viene letteraturizzata, diverrà possibile evitare la perdita dei momenti importanti della vita e rivivere nella parola letteraria l'esperienza vitale del passato, i desideri e le pulsioni che nella realtà sono spesso repressi e soffocati.  Svevo pretende dunque di ridurre la letteratura a un'operazione quotidiana, rinuncia all'universalità e alla totalità per restringersi alla dimensione privata e occasionale: ❏ Se si rinuncia all’universalità, allora si rinuncia alla funzione sociale della letteratura (così come i DECADENTI - Pascoli e D’Annunzio - infatti, si parla di ‘perdita dell’aureola’) per divenire un atto terapeutico che riguarda solo l’individuo ❏ Al contrario → la poesia di Pascoli, caricata del suo personale umanitarismo, assume invece uno scopo di conciliazione sociale, ossia il poeta è convinto che la poesia induca alla bontà e solidarietà: Pascoli nella poesia pura del fanciullino vuole avvicinare gli uomini alla concezione di fratellanza, esortandoli ad eliminare i rapporti di conflittualità, egoismo e violenza e invitandoli ad amarsi come fratelli, in modo da creare una famiglia allargata (la nazione) ed una ancora più estesa (l’umanità). SVEVO — D’ANNUNZIO Vi è un rapporto di completa opposizione tra il SUPERUOMO DANNUNZIANO (prima di tutto NIETZSCHIANO), e l’INETTO SVEVIANO: ❏ Se in D’Annunzio → i personaggi Ono segnati da un VITALISMO estremo → risultano estremamente abili e capaci di porsi come guida per gli altri, vivendo una vita illustre e originale, (come fosse un’opera d’arte), una vita condotta nel perenne decidere e agire all’insegna delle emozioni e passioni → in un trionfo di ESALTAZIONE ESTETICA ❏ In Svevo → Zeno Cosini che esprime invece la crisi esistenziale dell'uomo novecentesco, incapace di ritagliarsi un ruolo all'interno di una società fondata unicamente su valori economici e sulla ricerca di successo ❏ Se il SUPERUOMO ESTETA è colui che sta al centro della società, sotto ai riflettori (che addirittura riesce a catalizzare su di sè l’attenzione mass mediatica) ➤ al contrario l’INETTO è un disadattato, colui che è in-aptus = inadatto alla società e alla vita in generale → che conduce la propria esistenza guardandosi interiormente, ma senza gestirla appieno ❏ all’immagine del VINCITORE (che arriva a risultati inaspettati) si contrappone quella dell’ANTIEROE, PERDENTE, FALLITO della società (colui che non riesce a raggiungere nessun obiettivo o traguardo concreto nella vita) ESEMPI - PERSONAGGI In Svevo: ❏ ALFONSO NITTI (protagonista di Una vita) che rappresenta l’INETTITUDINE accecata dall’illusione della propria superiorità: egli è talmente ripiegato su se stesso da essere incapace di comprendere la realtà che lo circonda; dunque è l’archetipo dei successivi personaggi sveviani ❏ ZENO COSINI (La coscienza di Zeno) diventa immagine dell’INETTO, che nella vita non riesce a prendere una direzione, è accidioso e passivo → tutto ciò che fa è perché gli capita, non pilota la sua vita, ma si lascia vivere (sia nella dimensione del lavoro, che nelle relazioni affettive e nei valori) ➤ tuttavia, vi si discosta nettamente però dal personaggio di Alfonso Nitti in quanto Zeno diventa un “inetto vincente”, poiché consapevole di essere “malato” e pertanto capace di ironizzare sulla propria condizione In D’Annunzio: ❏ ANDREA SPERELLI (protagonista de Il Piacere) incarna l’immagine del SUPERUOMO che però, nel voler dedicarsi a tutto, alla fine non conclude mai nulla e non è mai radicato in nulla. Infatti, Andrea Sperelli è l’immagine dell’aristocratico volto ad ESTETIZZARE la propria VITA, colui che sceglie in base a ciò che è più decoroso e bello (come direbbe Kierkegaard, aderisce alla viTa esTeTica). Svevo — Pirandello Il tema dell'inettitudine non è nuovo al panorama letterario novecentesco, basti pensare all’inetto di Pirandello proposto nel romanzo Il fu Mattia Pascal: Mattia Pascal, è un personaggio angosciato, insoddisfatto della sua vita, dalla quale non riuscirà a fuggire. Si sentirà per sempre uno straniero, un estraneo a se stesso, una persona che si guarda vivere senza mai vivere davvero. ▶︎ ROMANZI Scrive 3 ROMANZI → con protagonisti 3 uomini che definiscono la figura dell’INETTO = colui che nella vita non riesce a prendere una direzione, è accidioso e passivo → tutto ciò che fa è perché gli capita, non pilota la sua vita, ma si lascia vivere → ciò risulta evidente nella dimensione del lavoro, relazioni affettive e nei valori.  L’inetto analizza continuamente la sua CONDIZIONE PSICOLOGICA e conosce la MALATTIA che è al di sotto della sua coscienza. → per questo motivo, ne La Coscienza di Zeno, il testo non è strutturato su un asse cronologico, ma su un asse di un soggetto che va in analisi di se stesso e analizza i fatti più PERTURBANTI. I 3 romanzi sono: • Una vita • Senilità • La coscienza di Zeno ▶︎ LA COSCIENZA DI ZENO Romanzo concluso nel ’22 e pubblicato nel ’23 → ricevette un tardivo riconoscimento (inizialmente = ignorato dai critici italiani) In quegli anni si trova a Parigi e scrive a James Joyce → il quale gli riserva parole di incoraggiamento, indirizzando anche il suo libro verso alcuni CRITICI FRANCESI, che apprezzano molto questa opera → ciò farà in modo che molti critici italiani notino il potenziale e lo spessore di quest’opera.  ▶︎ TITOLO: LA COSCIENZA COSCIENZA = intesa come CONSAPEVOLEZZA DELLE PROPRIE AZIONI → condizione che il protagonista non possiede, in quanto INETTO. La coscienza di Zeno ➤ risulta nel romanzo di Svevo l’ANALISI PSICOLOGICA stessa della sua coscienza: ossia l’analisi delle CAUSE alla base delle sue azioni e dei suoi RAPPORTI coL MONDO. ProTagonista = ZENO COSINI il quale incarna l’immagine dell’ INETTO che analizza continuamente la sua condizione psicologica e conosce la MALATTIA che è al di sotto della sua coscienza. Attraverso il personaggio di ZENO COSINI → Svevo viene a compiere una CRITICA aLLa BORGHESIA di inizio secolo → la quale non arriva a prendere in mano le redini in seguito al Risorgimento. Si parla di ❏ cultura di massa, borghese (propria dell’ intellettuale o scienziato) che non sa che direzione prendere, è inetta ❏ e di una CRISI MORALE della borghesia che porterà al nazismo - fascismo → vi è una forte denuncia di Svevo nei confronti dell’INETTITUDINE UMANA che si insinuerà come una MALATTIA PSICOLOGICA Tuttavia anche oggi c’è una GRANDE SCISSIONE → molti critici sostengono ancora come Svevo scriva male e in maniera disomogenea ■ Sia a causa della condizione di promiscuità di Lingue e cuLTure nella Trieste del suo tempo (contesto fortemente multietnico) ■ Sia poiché risente della traduzione di una persona che ha come lingua madre = tedesco. ▶︎ TRAMA Zeno Cosini, un maturo e ricco commerciante di Trieste, quasi intossicato dal fumo, è stato indotto dal suo psicoanalista a scrivere un'AuToBioGRafia, nella speranza che ciò lo aiuti a disintossicarsi e guarire dal vizio.  Interrotta dal paziente la terapia di psicanalisi, il medico Dottor S, per vendetta, ne pubblica le memorie. Zeno nel racconto ripercorre 6 significativi episodi della sua vita, legati da una radice comune = l'incapacità di vivere, INETTITUDINE (=la sua vera malattia). Ricorda come cominciò a fumare e come non sia mai riuscito ad accendere "l'ultima sigaretta". Protagonista = immagine dell’INETTO, che NON RIESCE A COMPIERE ciò che avrebbe voluto → di zconseguenza, la narrazione è costitutita dal susseguirsi di pentimenti, buoni propositi e fallimenti. INETTITUDINE DI ZENO = si realizza rispetto al fumo si estende anche alle circostanze più importanti della vita: ❏ dal difficile rapporto col padre → fatto, fino alla sua morte, di diffidenza e incomprensione ❏ ai vari rapporti amorosi da lui intrapresi. Addirittura egli fa un discorso all’ultima donna che si trova a corteggiare, pretendendo che ella lo debba OBBLIGATORIAMENTE ACCETTARE, dal momento in cui egli è ormai stato rifiutato da tutte le altre (discorso tipico dell’ inetto). ❏ C’è anche un rapporto di amore-odio col cognato Guido (il quale ha fondato con cui un’associazione commerciale)→ colpevole di aver sposato Ada, di cui Zeno era innamorato.  TEMA DELLA GUERRA Nell'ultimo episodio la GUERRA sorprende Zeno ed egli ne rimane sconvolto. Ancora una volta la sorte lo aiuta e gli consente di arricchirsi con un fortunato commercio. Ciò lo fa sentire forte e sano e lo spinge ad abbandonare la cura psicoanalitica. Chiude il romanzo l'apocalittica previsione di una CATASTROFE, prodotta dagli ORDIGNI DI GUERRA e che travolgerà la Terra. ▶︎ TERMINI CHIAVE DELLA PSICOANALISI FREUDIANA • RIMOZIONE ➤ secondo Freud la vera natura dell’uomo sta nel RIMOSSO, nel CENSURATO e nelle due PULSIONI: pulsione di AMORE (Eros) e di MORTE (Thanatos), che non possono emergere all’interno di una società. Per Freud, le esperienze rimosse, dolorose e quindi rimosse e celate in uno spazio nascosto e inaccessibile della nostra coscienza, tanto più sono celate, tanto più incidono sulla nostra libertà di SCELTA (come una sorta di meccanismo di difesa) e di conseguenza sulle nostre AZIONI quotidiane. Per Freud nel nostro inconscio vi sono una serie di elementi di cui non siamo consapevoli, e che possono essere identificati tramite la psicoanalisi. Mediante la parola e il racconto, quindi, si può portare alla luce materiale che era rimosso ed inconscio, si può avere una CATARSI (purificazione) → la cura e la guarigione che nasce da questo contatto cosciente con qualcosa che sfuggiva alla nostra consapevolezza, è una cura che ha risultati PERMANENTI e non TRANSITORI (come l’ipnosi).  • NEVROSI ➤ Con il termine nevrosi, Freud indica, in generale, quella malattia mentale la cui causa = puramente psichica e che pertanto non producono effetti su base organica (= non sono rintracciabili fisicamente nell’organismo). Per spiegare la genesi della nevrosi è quindi necessario considerare il flusso della libido, ossia dell’originaria energia pulsionale radicata nell’Es e osservare verso quali oggetti essa si dirige.  • LAPSUS: è un metodo con il quale la PULSIONE DELL’ES si manifesta. Il lapsus freudiano può essere definito come una sorta di ERRORE INVOLONTARIO causato da un conflitto psichico presente nell'individuo. Questo errore, tuttavia, secondo Freud non è totalmente involontario, poiché vi è una parte di inconscio che INDIRIZZA L’INDIVIDUO verso quell’errore, che SOLO ALL’ APPARENZA RISULTA CASUALE.  Esempio: il cognato di Zeno muore, e quando Zeno va al funerale di questo, SBAGLIA FUNERALE ⇒ dietro questo errore vi è un ATTO MANCATO, secondo Freud. Spiega come l’errore non sia casuale , perché nel profondo della coscienza di Zeno vi era un qualcosa che il protagonista non voleva fare ⇒ il rifiuto di fare qualcosa che va di fare produce quindi effetti apparentemente CASUALI, mentre in realtà si tratta, secondo Freud, di un fenomeno psichico ben preciso = LaPsus • INCONSCIO: Freud dice che la PSICHE, per quando riguarda la sua struttura, può essere suddivisa in una triade: ❏ CONSCIO: ciò che è emerso ❏ PRE-CONSCIO: la parte semicosciente, ciò che sta a filo della coscienza, appena sommerso (che non riusciamo a distinguere con piena consapevolezza, ma che permette di riconoscere che c’è dell’altro) ❏ INCONSCIO: ciò che è sotto alla coscienza Noi conosciamo ciò che sta nel CONSCIO. Strutturalmente la psiche viene rappresentata come un ICEBERG → con una parte emersa, una parte che si intravede in trasparenza tra le onde, e poi una grande parte che è SOMMERSA ed invisibile.  Secondo Freud, proprio le esperienze rimosse, dolorose e quindi e celate in uno spazio nascosto e inaccessibile della nostra coscienza, stanno alla base delle nostre azioni→ tanto più sono celate, tanto più incidono sulla nostra libertà di SCELTA (come una sorta di meccanismo di difesa). ▶︎ LA MALATTIA DI ZENO La malattia di Zeno sicuramente è una MALATTIA PSICHICA, classificabile come NEVROSI.  D’altare parte, Zeno è segnato da una malattia psicologico-sociale → in quanto è segnato dall’INETTITUDINE → si lascia vivere, non riesce a compiere delle scelte, non riesce a perseguire i suoi obiettivi, figurandosi un'immagine di sè come l’immagine di un FALLITO. L’inettitudine sarà evidente soprattutto nel fatto che egli non riuscirà mai a: • Fare a meno del vizio del FUMO • Fare a meno di DESIDERARE OGNI DONNA che incontrasse La malattia di Zeno diventa MALATTIA DEL GENERE UMANO, dettata dal PROGRESSO TECNOLOGICO (denunciato da Marx, il quale, al contrario di Augute Comte - teorizzatore del Positivismo - sostiene in una società industriale e capitalista non sia possibile una ripartizione delle ricchezze equa → di conseguenza l’industrializzazione condanna i proletari a soccombere, all’alienazione ecc.) L’intero romanzo tratta del rapporto tra malattia e salute. Zeno si auto rappresentata come un uomo malato, tuttavia il confine tra makattis e salute è fragile e spesso risulta difficile comprendere chi sta da una parte e chi dall’altra. Innanzitutto è importante ricordare come nel fino 800 inizio 900, la letteratura avesse incominciato a rivalutare la condizione di malattia, in particolare di malattia mentale, che non trasformava più l’uomo in un reietto sociale, come è possibile invece notare nelle opere veriste, ma, anzi, quasi gli dava una forza in più. Zeno, seppur malato, diventa quindi un vincente, un eroe, che conosce la propria malattia, e da questa consapevolezza nasce la capacità di ironizzare sulla propria sorte. Zeno soffre di una duplice malattia: da una parte la malattia fisica e dall’altra wuella mentale/sociale, la sua inettitudine. In entrambi i casi a inizio del romanzo connette la propria malattia al vizio del fumo, esprimendo una incapacità di rispettare la propriamente volontà e i propri buoni propositi, ma vari critici hanno evidenziato come questo sia probabilmente solo un alibi e come quindi la causa della malattia sia da ricercare altrove. Immagina (nel capitolo che parla del vizio del fumo )come forse sarebbe potuto diventare un uomo più forte, migliore, un uomo grande, se solo avesse realmente smesso di fumare. Tuttavia queste teoria viene confutata (tecnica narrativa di Vsveo) nell’ultimk capitolo, in cui Zeno comprende che è l’esistenza umana stessa ad essere insita in una condizione di malattia, dalla quale non è in a,fun modo possibile svincolars. La salute dei sani è infatti falsa, semplice prodotto dell’inconsapevolezza della propria malattia. Questa malattia umana è causata in parte dal progresso, che aveva allontanato l’uomo dalla natura, e Zeno ipotizza come solo una catastrofe cosmica, prodotta da quello stesso progresso, possa risanare l’umanità. ▶︎ TEMA DELLA GUERRA - MALATTIA DEL MONDO MODERNO TemaTica imPoRTanTe ne “La coscienza di Zeno”→ la prima guerra mondiale. Svevo prende in esame lo SHOCK deLLa GueRRa e compie delle vere e proprie RIFLESSIONI durante la stesura di tale romanzo (infatti ha più tempo per dedicarsi alla scrittura in quanrto l’industria del suocero viene chiusa dalle autorità): • GUERRA = indicata come la MALATTIA a cui l’umanità inevitabilmente è andata incontro attraverso il PROGRESSO e l’INNOVAZIONE TECNICA (riferimento ai Futuristi, Positivisti) • L’umanità, che credeva di vivere in un mondo ordinato, pacifico e tranquillo → dall’oggi al domani si ritrova in un mondo ’sprofondato nelle fiamme’ ▶︎ IL CAPITOLO DELLA MORTE DEL PADRE Nel libro de “La coscienza di Zeno”, il protagonista cerca di ridefinire i suoi RAPPORTI CONFLITTUALI con il padre. (Visto come radice causa della propria inettitudine) Ad un certo punto il padre è colpito da un ICTUS CEREBRALE ⇒ si sta lentamente avvicinando alla morte. Il medico ha raccomandato a Zeno di tenerlo calmo e immobile nel letto. Invece, il padre cerca di alzarsi e Zeno lo trattiene con un gesto deciso. Nel tentativo di liberarsi, l’uomo colpisce il figlio con uno schiaffo violento, per ricadere, poi, sul letto, privo di vita. Zeno si sente colpevole dell’accaduto anche perché, nei giorni precedenti, in un colloquio con i medici, si era dichiarato favorevole a non lasciare il padre in vita a tutti i costi; pertanto Zeno prova un senso di colpa, in quanto aveva nel suo inconscio desiderato la MORTE del padre → pertanto, interpreta lo schiaffo come una punizione; da un lato se ne assume la colpa, dall’altro cerca di affermare la propria innocenza. IL FUMO COME ALIBI p.681 Questo brano si trova nel capitolo del fumo. Zeno comprende la propria INCAPACITÀ DI VIVERE UNA VITA PIENA E ATTIVA, la propria malattia interiore —>  ne attribuisce la colpa al fumo, ritiene che abbia inquinato il suo organismo togliendogli forza e determinazione. In realtà il fumo è solo un alibi —> consente a Zeno di non affrontare realmente i suoi problemi, allontanandosi dalla presa di coscienza con il riTo dell’ ULTIMA SIGARETTA —> associata a buoni propositi destinati ad essere rimandati all’infinito. → indice di nevrosi Il 1° tentativo di smettere di fumare → dovuto al fatto che egli si AMMALA e il dottore gli raccomanda di astenersi completamente dal fumo. Zeno, conscio del fatto che fumare gli facesse male, decise di smettere definitivamente di fumare MA fumando prima l’ULTIMA SIGARETTA. Da quel momento —> vi sono solo continui e vani tentativi di smettere di fumare. Durante tutto l’arco della malattia → Zeno fuma di nascosto sia dal padre che dal dottore, ripromettendosi che ogni sigaretta sarebbe stata l’ultima.  • CONTRADDIZIONE data dalla figura del padre, che incita il figlio a non fumare, mentre in sua presenza ha il sigaro sempre acceso. • il FUMO (visto da Zeno come il 1° dei suoi disturbi) → causa anche un SECONDO DISTURBO = che consiste proprio nello sforzo di liberarsi dal primo. • dice che i suoi ‘buoni propositi’ di liberarsi dal fumo, dopo diverso tempo, sono ancora TALI → Zeno riconosce la sua inettitudine, la sua incapacità di prendere una decisione ferma, ma non fa nulla per contrastarla → anzi trova SCUSE (dice che l’ ‘’ANIMO DEL VECCHIO’’ è più indulgente rispetto a quello del 20enne, infatti da vecchi si accetta di buon grado la vita in ogni suo contenuto, si tende a lasciar passare i vizi) • Quando Zeno passa dagli studi di legge a quelli di chimica → addirittura si trascrive la promessa di non fumare più, ponendosi una data di scadenza →  ma non fa che MENTIRE A SE STESSO FUMO → diventa indice di NEVROSI: infatti, secondo questo meccanismo psichico, il cervello inventa scuse perché non riesce a capire che è lui stesso la causa di molti momenti di ‘ricaduta’ nei quali ci si trova ad abbandonare o lasciar perdere → indirizza la causa di questo "lasciar perdere" non nella propria scarsa o mancante volontà, ma in situazioni esteriori: allo stesso modo ad esempio, Zeno giustifica il proprio vizio del fumo dicendo che l'animo del vecchio è più indulgente rispetto a quello del giovane) • La malattia del fumo si rivela essere una MALATTIA DELLA VOLONTÀ —> l’incapacità di zeno di perseguire a un fine. La sigaretta diventa sintomo della propria INETTITUDINE, la quale però costituisce una sorta di AUTOGIUSTIFICAZIONE e ALIBI alla propria incapacità esistenziale —> non vuole liberarsene davvero. • Infatti → Zeno attribuisce ogni suo insuccesso al FUMO (addirittura, collega in modo paradossale la sua scarsa attività manuale al vizio del fumo) • parte finale → esplicita un DUBBIO: "Che io abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità?" ➤ Zeno ipotizza che se avesse smesso di fumare egli sarebbe potuto divenire un uomo ideale: tuttavia, riconosce lui stesso nella narrazione, ‘’è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente’’: ossia, è facile pensare che se non avessimo mai commesso errori / non ci fossimo mai lasciati prendere dai vizi ci saremmo potuti realizzare al massimo della nostra potenza→ tuttavia, alla fine, a stabilire cosa noi siamo sono i GESTI CHE COMPIAMO, nonostante le nostre buone intenzioni avrebbero voluto direzionarci da un’altra parte.   LA SCENA DELLO SCHIAFFO p. 684 Viene presentato uno degli episodi più significativi e traumatici della vita di Zeno → sia il gesto ultimo compiuto dal padre stesso in punto di morte. Brano → tratto dal capitolo “Morte di mio padre” = definita da Zeno stesso come una catastrofe e come il peggior avvenimento della sua vita.  ❏ PADRE = enorme figura di riferimento nella sua vita → padre = rappresenta l’AUTORITÁ → senza il padre Zeno pensa di NON POTER GESTIRE una vita autonomamente ❏ In realtà, la catastrofe è dovuta non tanto alla morte del padre in sè (in quanto il padre era caduto da diverso tempo in una forma di Demenza, che lo aveva condotto in Agonia = pertanto la morte era qualcosa di atteso) → bensì al fatto che Zeno non potè provare la propria INNOCENZA. Narratore ricostruisce la dinamica degli eventi attraverso i l discorso diretto legato —> funzionale a riprodurre esattamente la dinamica dell’accaduto al fine di trovare delle motivazioni per discolparsi. Episodio = pervaso dal senso di colpa Dinamica dell’ accaduTo: Il padre era arrivato ad essere molto IRREQUIETO (‘’correva senza pace per la sua camera”) → allora, su raccomandazione del dottore, Zeno si decide a costringere suo padre a restare almeno una mezz'ora sdraiato in modo da potersi riposare. Zeno cerca di tenerlo immobile → allora il padre si ADIRA, si libera dalla pressione esercitata dal figlio, si alza in piedi e si lascia cadere il braccio, quasi come senza peso, sulla guancia di Zeno → per poi cadere MORTO sul letto.    Destabilizzazione di Zeno da questo gesto è tale che gli infermieri devono portarlo via dalla stanza. Questo gesto ultimo ➤ rappresenta un’ ENORME TRAUMA per Zeno, che non sa come interpretare il gesto: ❏ In un primo momento rimane come incredulo, attonito, come un BAMBINO PUNITO → non sapendo ancora il padre morto, promette che NON LO FARÀ PIÙ (atteggiamento tipico del BAMBINO, dell’ INETTO) —> si sente in colpa per aver fatto un gesto contrario al padre → la destabilizzazione mentale è tale dallo smentire il proprio gesto e scusarsi ❏ Non si spiega come mai il padre, da sempre una persona buona e non violenta, possa aver compiuto in punto di morte un gesto simile Zeno sente quindi il bisogno del NEVROTICO di trovare SCUSE, delle SPIEGAZIONI che possano DISCOLPARLO e attribuire la colpa non a sè ma agli altri: ❏ In primis = attribuisce la colpa al medico → il quale aveva ostinatamente voluto obbligare suo padre a stare sdraiato ❏ N.B. la prescrizione del medico = sentita come un dovere, una legge a cui bisogna adempire → vi è quindi una reazione NEVROTICA nei confronti delle leggi = tutto ciò che deriva dalla mancata osservanza della legge fa scattare nel soggetto nevrotico una condizione di INSTABILIZZAZIONE) —> interrogativa diretta (‘non era forse il mio dovere?’) sollecita il coinvolgimento diretto del lettore per chiedere ASSUNZIONE ❏ poi = attribuisce la colpa allo stesso Padre → il quale è MORTO senza lasciargli la possibilità di provare la propria innocenza. ❏ cerca quindi ALTRI POSSIBILI MOTIVI che possano aver portato il padre a compiere tale gesto → dice che probabilmente l’atto fu dettato dalla DEMENZA, si convince che lui ne era INCOSCIENTE, oppure dice che abbia il padre possa aver alzato il braccio per respirare meglio.  Da quel momento Zeno non è più in grado di rivedere il padre → infatti, il suo CORPO MORTO mantiene ancora intatte le stesse mani GRANDI E POTENTI che lo avevano voluto punire proprio in un momento così delicato come la morte. Al Funerale→ tuttavia, Zeno si ripromette di ricordare solamente gli EVENTI POSITIVI e di ricordare il padre come figura DEBOLE E BUONA → riesce a dare pace alla propria coscienza solamente convincendosi che il gesto ultimo del padre non era stato da lui voluto (involontario) Zeno continua a chiedersi se l’ultimo gesto fosse volontario o no → pieno di sensi di colpa, di rimuginazione (infatti il dottor Coprosich lo aveva rimproverato di non aver seguito con cura e attenzione il padre negli ultimi temi di vita) DR COPROSICH = rappresenta l’autorità legale, la legge La sua azione viene riferita da una persona all’altra (infermiere ▻ dottore) → ciò non fa che aumentare ancor più il su cruccio. ➤ Alla fine, Zeno stipula con la propria coscienza un ‘accordo di equilibrio’ → decidendo di ricordare il padre come il più forte e se stesso come il più debole, nel tentativo disperato di allontanare il senso di colpa rimasto da quell’evento. Esce dal senso di colpa con la ridefinizione del significato dell’ultimo gesto, ma soprattutto stabilendo un rapporto di subordinazione rispetto al padre (padre = forte, Zeno = piccolo, perché solo chi è piccolo può essere SCUSATO e ACCOLTO) → solo Zeno, quindi, PLASMA L’IMMAGINE DEL PADRE SECONDO LE SUE ESIGENZE PSICOLOGICHE.  SALUTE E MALATTIA: ZENO E AUGUSTA p. 686 Nelle prime righe del testo viene evidenziato come AUGUSTA = una persona POSITIVA per Zeno, in quanto incarna quella “serenità e salute” a lui sempre precluse → tuttavia, a fine brano si ribadisce come anche quella dimensione di SALUTE e SICUREZZA che Augusta comunica è pur sempre una forma di MALATTIA* Narratore interno sta parlando cercano di descrivere la struttura psichica della moglie → soffermandosi sul tema della sicurezza, della legge e dell’ordine. Zeno rimane SORPRESO nello scoprire di AMARE Augusta (seppur essersi recato da lei ‘’zopppicando’’, dopo essere stato rifiutato dalle due sorelle)→ ciò che poteva sembrare una scelta indotta si rivela infine una decisione inaspettatamente felice e tutto sommato accorta → addirittura ritiene di essere stato inconsapevolmente lungimirante, poiché Augusta lo ha catapultato in una dimensione di Pace, Serenità, Sicurezza MATRIMONIO STESSO = è uno ‘’statuto di sano’’ per Zeno agli occhi della società Zeno, consapevole della propria malattia, auspica a diventare SIMILE AD AUGUSTA, che per lui rappresenta la 'sALUTE PERSONIFICATA’.  “LA VITA ATTUALE È INQUINATA ALLE RADICI”: UN FINALE INQUIETANTE     Pag. 693 Questo brano si trova nell’ultima annotazione del Diario, dove Zeno dichiara di essere guarito, ma non grazie alla psicoanalisi, bensì grazie all’inaspettato successo nel commercio. CONCLUSIONE a cui Zeno arriva → Non è Zeno a essere malato, non il singolo uomo, ma è la vita stessa del presente ad essere “inquinata alle radici”. Il romanzo si chiude con un’RIFLESSIONE SULLA SOCIETA MODERNA —> proiettata in una dinamica di futura estinzione( testimonianza della valutazione pessimistica di Svevo riguardo all’evoluzione della specie umana) —> che con il progresso e l’innovazione non farà che decretare la sua stessa caduta. Viene fatta una DISTINZIONE tra l’animale e l’essere umano:  • Gli ANIMALI si evolvono nel rispetto della legge naturale, conformando il proprio organismo in base alle necessità di adattamento  • Il progresso della SPECIE UMANA avviene fuori dalle leggi della natura —> Svevo fa riferimento all’ ‘OCCHIALUTO UOMO’ (= immagino che fa riferimento all'artificiosità della civiltà umana) → l’uomo non potenzia il proprio corpo per sopravvivere, ma potenzia l’intelletto per sopraffare gli altri uomini —> l’uomo rifiuta la legge della natura e sviluppa l’astuzia —> alimenta la cattiveria e il volersi imporre sugli altri (la furbizia umana cresce in proporzione della sua debolezza) • L'uomo inventa gli ordigni di guerra, qualcosa che si può vendere, comprare e anche rubare: tuttavia, • L'ordigno consente il successo di alcuni a danno di altri: pertanto l'unità va danneggiandosi , a guadagno dell’individualismo (Schopenhauer) • ‘’L'ordigno ormai non ha più alcuna relazione con l’arto’': è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono delle leggi della natura • La legge del più forte nell'età moderna sparisce → vi è ora una legge del ‘possessore del maggior numero di ordigni’ PROFEZIA APOCALITTICA: ❏ Nell'ottica di Svevo, l'uomo andrà incontro alla sua stessa rovina: gli ordigni prodotti dagli uomini creeranno una catastrofe inaudita, ciò che è il progresso oggi verrà surclassato da nuove invenzioni tecnologiche, fino a che l'umanità sarà malata di una malattia irreversibile → che inevitabilmente porterà a un’ESPLOSIONE DELLA TERRA, determinata dalla stessa mano dell’uomo. N.B.: Svevo diagnostica la malattia del mondo moderno ma non ne accetta le conseguenze, al contrario, profetizza una CATASTROFE RISOLUTIVA —> la civiltà sarà annientata da “un uomo fatto anche lui come tutti gli altri” che inventerà un ordigno più potente di ogni altro e un “uomo fatto anche lui come tutti gli altro, ma degli altri un po’ più ammalato” (= un pericoloso squilibrato fuggito a ogni controllo) lo farà esplodere al centro della terra.  Solo con la scomparsa del genere umano e la dissoluzione del pianeta →si potrà TORNARE ALLA SALUTE OPeRe AUDIO 5:00. Confronto PIRANDELLO - SVEVO - KAFKA Una vita Senilità La coscienza di Zeno narratore terno esterno interno (protagonista) | st I focalizza- | interne, con interven- | interna, con interventi interna, con interventi del narratore | zione ri dei narratore del narratore Î forme del scorso diretto, indi- | discorso diretto, indiret- | monologo del narratore che utilizza discorso diret- | discorso tro, indiretto libero | to, indiretto libero to, indiretto, indiretto libero tempo lincare lineare misto: l’intreccio non corrisponde alla sequenza cronologica degli eventi ambiente | ambiente borghese ambiente solo sullo ambiente presentato dal punto di vista del pro- | della banca, analitica- | sfondo tagonista, che aspira a integrarvisi, ma allo stesso mente rappresentato tempo mette in dubbio le sue regole personaggi | Alfonso Nitti, prota- Emilio Brentani, protago- | Zeno Cosini, protagonista; | gonista; Annetta, og- | nista; Angiolina, oggetto | Augusta, moglie del protagonista, con le sorelle | getto del desiderio; | del desiderio; Ada e Alberta; Guido Speier, il padre di Zeno, | Macario, antagonista | Stefano Balli, antagonista | Giovanni Malfenti, il dottor S., antagonisti |
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