Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Italo Svevo e La coscienza di Svevo (riassunto I classici nostri contemporanei), Appunti di Italiano

Italo Svevo, sviluppo del pensiero e delle tematiche. La coscienza di Svevo: gli sviluppi, l'innovazione e le tematiche Riassunto libro: Classici nostri contemporanei

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/06/2022

erika.qq
erika.qq 🇮🇹

4.3

(20)

74 documenti

1 / 4

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Italo Svevo e La coscienza di Svevo (riassunto I classici nostri contemporanei) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Biografia Aron Hector Schimtz (Italo Svevo è uno pseudonimo) nasce nel 1861 a Trieste da una famiglia agiata di origine ebraica. Sin da piccolo studia in un collegio in Germania con i fratelli e si avvia a studi commerciali, ma contemporaneamente studia e si appassiona a scrittori tedeschi. Torna a Trieste per proseguire questi studi, ma la vocazione letteraria lo porta alla stesura di alcuni testi drammatici e a partire dal 1880 collabora con il giornale triestino «L’indipendente» di orientamento liberal nazionale e irredentista. Politicamente era vicino a posizioni irredentiste e socialiste. Quando nello stesso anno l’impresa del padre fallisce, Svevo subisce una declassazione e, a causa delle ristrettezze economiche, è costretto a trovare lavoro in banca, posizione che manterrà per circa vent’anni ma che vivrà come estremamente opprimente, a tal punto da addossarla ad Alfonso Nitti, il protagonista di Una Vita. Proprio da questo lavoro opprimente scaturirà la necessità di evasione nella letteratura, e quindi le prime opere narrative di Svevo (novelle e inizia la progettazione di Una Vita che pubblicherà nel 1892). Nel 1895 muore la madre, a cui Svevo è molto legato, e proprio al capezzale della madre incontra la cugina Livia Veneziani con il quale si sposa l’anno successivo, e dalla quale nascerà una figlia. Questo matrimonio è una svolta fondamentale nella vita di Svevo perché, sul piano psicologico la figura dell’inetto trova un terreno solido a cui aggrapparsi e riesce ad arrivare alla figura virile del padre di famiglia che domina nel suo mondo domestico che sembrava tanto lontana. Ma il salto fu anche sociale: i Veneziani erano facoltosi e in questo modo Svevo si ritrova proiettato nel mondo dell’alta borghesia e allo stesso tempo si ritrova a passare dalla condizione di intellettuale in ristrettezze economiche a dirigente d’industria. Questo lo portò a compiere numerosi viaggi in Francia e in Inghilterra. Una volta divenuto un uomo d’affari mette da parte la letteratura e la guarda con diffidenza, come se potesse in qualche modo ostacolare la sua vita produttiva, e questo contribuisce all’insuccesso del suo secondo romanzo, Senilità. Il senso di colpa del letterato che si sente di troppo rispetto alla società è comune in quest’epoca, ma Svevo compie il passo successivo abbandonando completamente la letteratura. Ben presto però l’interesse letterario riaffiora sotto il pretesto del fine pratico di capirsi meglio: compaiono appunti, annotazioni e riflessioni filosofiche ma anche opere letterarie. Tra il suo ingresso nell’industria e lo scoppio della grande guerra, però, Svevo compie incontri fondamentali per la sua formazione intellettuale. Primo tra questi è l’incontro con James Joyce al quale sottoporrà i romanzi pubblicati e che lo inviterà a continuare. Il secondo incontro fondamentale è quello con la psicanalisi grazie al cognato che era stato in cura con Freud, in questo modo Svevo entra a contatto con le teorie psicanalitiche che erano profondamente allineate con le sue esigenze profonde. L’occasione di ripresa della scrittura fu offerta dalla Guerra. Poiché la fabbrica venne requisita dallo stato per la fabbricazione delle armi, Svevo si ritrova di nuovo libero da incombenze pratiche e può riprendere l’attività letteraria. Quindi nel 1919, una volta finito il conflitto, inizia la stesura de La coscienza di Zeno che però, una volta pubblicato nel 1923, non susciterà alcuna risonanza come gli altri due romanzi. Svevo, quindi, invia il romanzo a Joyce che si trovava a Parigi e che lo sottopone ai suoi amici intellettuali francesi. Qui Svevo acquista grande fama, mentre in Italia, nei sui confronti, permane un clima di diffidenza e disinteresse, tranne che agli occhi del giovane Montale. Negli anni successivi progettò un seguito a La coscienza di Zeno e ne scritte ampi frammenti, oltre che una serie di racconti e dei testi teatrali. Muore nel settembre del 1928 a seguito delle ferite riportate durante un’incidente d’auto. Svevo come intellettuale Svevo è intellettuale profondamente diverso dai suoi contemporanei. Innanzi tutto presenta caratteristiche peculiari dell’ambiente in cui si forma: Trieste è una città di confine in cui convergono la cultura italiana, la cultura tedesca e quella slava e quindi appare come una vera e propria mescolanza di culture. Lo scrittore stesso, nella scelta del suo pseudonimo, mette in risalto questo aspetto scegliendo un nome che richiami la cultura italiana e dall’atro un cognome che ricalchi la matrice tedesca (la Svevia è una regione della Germania). Anche la sua origine ebraica, pur non essendo religioso, si riflette nelle sue opere attraverso la figura dell’inetto, che riflette la generale condizione degli ebrei. Svevo assume, quindi, una prospettiva più ampia rispetto ai suoi contemporanei. Allo stesso tempo Trieste è una città commerciale, ed è nella borghesia industriale che Svevo affonda le sue radici: la letteratura si ritrova sempre allo stesso piano dell’industria e non è l’attività predominante di Svevo, anche la sua formazione non è umanistica ma bensì commerciale. Italo Svevo La cultura di Svevo: i maestri di pensiero Svevo ha una robusta cultura filosofica arricchita da un’apertura verso le scienze. Svevo si inserisce sul filone pessimistico di Schopenhauer e in seguito Nietzsche, dal quale trae l’idea che il soggetto è una pluralità di stati in fluido divenire. Fondamentale per il suo pensiero, però, è anche Darwin. Svevo tendeva ad utilizzare il pensiero di questi maestri come uno strumento conoscitivo che rispondesse alle sue personali esigenze: ad esempio di Schopenhauer riprende la condizione dell’effimerità della volontà e dei nostri desideri che lo spinge nei suoi romanzi a smascherare sempre gli inganni dei suoi personaggi. Allo stesso modo emerge l’influenza del determinismo di Darwin nel momento in cui il comportamento dei suoi eroi è visto come prodotto di leggi naturali, non dipendenti dalla volontà. Allo stesso tempo, però, è in grado di riconoscere quei comportamenti che dipendono dai rapporti sociali e che quindi sono prodotto della storia, e non della natura. In questo modo mette in luce la responsabilità individuale nell’agire e arriva ad una atteggiamento critico nei confronti della coscienza moderna e borghese. L’atteggiamento critico, però fu aiutato anche dal pensiero marxista, da cui fu influenzato a tal punto da arrivare a simpatizzare per il socialismo. Da questa corrente di pensiero, riprende il concetto di lotta di classe, ma anche la consapevolezza che tutti i fenomeni sono condizionati dalla realtà e che quindi tutti i profondi conflitti interiori degli eroi non appartengono all’uomo in assoluto, ma al borghese ancorato a quel determinato periodo sociale. Allo stesso tempo però non accoglie le prospettive di tipo utopistico per cui la società sarebbe potuta arrivare al socialismo. Anche il rapporto con la psicanalisi è problematico per Svevo. Svevo è spinto verso Freud dall’interesse per la complessità della psiche profonda, ma non è un sostenitore della psicanalisi come terapia bensì come strumento puramente conoscitivo capace di indagare a fondo la psiche. La cultura di Svevo: i maestri letterari Sul piano letterario Svevo è influenzato dai grandi romanzieri francesi dell’ottocento. Dal Flaubert di Madame Bovary riprende il realismo nel rappresentare la miseria della coscienza del piccolo borghese. Il bovarismo, infatti, è un tratto caratterizzante degli eroi dei suoi primi due romanzi. Ma da Flaubert riprende anche l’atteggiamento di scherno nei confronti dei personaggi dei primi due romanzi per la loro inettitudine, la tendenza al sogno, i tentativi di oscurare il senso di colpa e persino le sue stesse ascendenze culturali. Allo stesso modo sono importanti gli scrittori naturalisti dei quali emerge la minuziosa descrizione dell’ambiente bancario nel primo romanzo ma anche la grande influenza di Bourget che aveva aperto la stagione dei romanzi psicologici dedicano prettamente all’analisi dei processi interiori. Anche i romanzieri russi hanno la loro influenza sia per la figura dell’inetto che per l’analisi psicologica. Grazie ai soggiorni in Inghilterra entra anche in contatto con gli umoristi inglesi e soprattutto con Joyce, la cui amicizia è fondamentale per Svevo, nonostante non abbia lasciato alcuna influenza stilistica. La lingua Per molto tempo si è sostenuto che Svevo scrivesse male. Certamente il suo modo di scrivere era lontano dalla tradizione letteraria italiana ed è molto influenzato dal dialetto triestino e dai costrutti tedeschi. Però, quella di Svevo, rimane comunque una prosa molto efficace nel rendere le tortuosità della psiche. Inoltre, Svevo, tende a riprodurre il modo di parlare dei suoi personaggi, proprio per questo nei primi due romanzi viene utilizzato il discorso indiretto libero. Questo male ancora di più per La Coscienza di Zeno, che è narrata in prima persona. In ogni caso emerge che il linguaggio di Svevo è quello di un borghese triestino che parla italiano, che di conseguenza utilizza un linguaggio con imperfezioni stilistiche volute e tese a rimanere aderenti all’oggetto della narrazione. La coscienza di Zeno: il nuovo impianto narrativo La coscienza di Zeno ha una struttura estremamente diversa dai due romanzi precedenti e questo testimonia un’evoluzione interiore dello scrittore ma anche un periodo di dense trasformazioni sociali in Europa. Ad esempio, nei venticinque anni che separano i primi due romanzi da questo, scoppia la prima guerra mondiale che chiude un’epoca sia dal punto di vista culturale, con la fine della stagione positivista e l’inizio di quella delle avanguardie ma anche con l’affacciarsi della psicanalisi e della teoria della relatività. Quindi il romanzo assorbe tutti questi cambiamenti e si arricchisce di temi e risonanze, pur rimanendo fedele ai nuclei fondamentali dell’autore. Svevo abbandona la struttura di matrice naturalistica e scrive un romanzo che si configura per lo più come un memoriale o una confessione autobiografica che il protagonista scrive su invito per suo psicanalista a
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved